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Riccardo Pocci – Roma Celeste
Riccardo Pocci presenta il suo ultimo progetto dedicato alla città di Roma. Un viaggio della memoria che ricostruisce antichi palazzi, monumenti e architetture della città eterna, con lo sguardo lucido e divertito di un acrobata pericolosamente in bilico tra passato presente e futuro
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 21 maggio alle ore 18.00, presso la Galleria Il Sole Arte Contemporanea, viene inaugurata la personale di Riccardo Pocci “Roma Celeste”. L’artista livornese, alla sua terza personale presso la galleria romana, presenta il suo ultimo progetto pittorico dedicato alla città di Roma.
“…Nella scarnificazione iconica e nella riduzione cromatica, la memoria dell’artista ricostruisce la propria personale idea di città, in cui i concetti di spazio e di luogo, nell’articolazione di interno ed esterno, di pieno e di vuoto, sono investiti di storia, svuotati di umanità eppure umanizzati. Come un testimone, un voyer munito di buon passo e una macchinetta fotografica sulla spalla, l’occhio di Riccardo Pocci fruga nella memoria di un luogo e ruba immagini dal reale, in previsione della successiva elaborazione pittorica. Quest’ultima sarà il risultato finale di un processo deduttivo che ha montato in senso cinematografico situazioni e forme della visione in una sequenza necessaria a svelare la relatività e la contingenza dello sguardo. Oltre l’immagine noi ritroviamo, come spettatori, un visibile che si consegna per frammenti, dove collochiamo la stessa condizione del nostro vedere.”
Con queste parole Valentina Grillo introduce il lavoro di Riccardo Pocci nel testo in catalogo, sottolineando l’identificazione tra la visione dell’artistista e la condizione visiva dello spettatore che si trova a scoprire in modo del tutto nuovo luoghi per lui quotidiani e familiari.
“C’è un vago senso di smarrimento nella Roma di Riccardo Pocci, nella carrellata di sculture che si stagliano sullo sfondo degli antichi palazzi. Testimoni silenziosi, la compostezza dello sguardo, l’immobilità enigmatica dei gesti li colloca in una dimensione cerimoniale che evidenzia il carattere simbolico e corale attraverso cui commentano, muti, gli eventi della grande e piccola storia collettiva. Una condizione di solitudine che si rovescia nel momento in cui il nostro occhio partecipa dell’immagine e allo stesso tempo è oggetto di quel medesimo sguardo che guardiamo: entriamo dentro la visione dell’artista, testimoni quotidiani di una Roma inquinata dalla trasformazione in metropoli moderna, solcata da profonde discontinuità sociali e culturali, abbandonata al proprio senso di insicurezza, divisa dalle logiche di potere, eppure ancora così bella in bianco e nero.” (Valentina Grillo)
“…Nella scarnificazione iconica e nella riduzione cromatica, la memoria dell’artista ricostruisce la propria personale idea di città, in cui i concetti di spazio e di luogo, nell’articolazione di interno ed esterno, di pieno e di vuoto, sono investiti di storia, svuotati di umanità eppure umanizzati. Come un testimone, un voyer munito di buon passo e una macchinetta fotografica sulla spalla, l’occhio di Riccardo Pocci fruga nella memoria di un luogo e ruba immagini dal reale, in previsione della successiva elaborazione pittorica. Quest’ultima sarà il risultato finale di un processo deduttivo che ha montato in senso cinematografico situazioni e forme della visione in una sequenza necessaria a svelare la relatività e la contingenza dello sguardo. Oltre l’immagine noi ritroviamo, come spettatori, un visibile che si consegna per frammenti, dove collochiamo la stessa condizione del nostro vedere.”
Con queste parole Valentina Grillo introduce il lavoro di Riccardo Pocci nel testo in catalogo, sottolineando l’identificazione tra la visione dell’artistista e la condizione visiva dello spettatore che si trova a scoprire in modo del tutto nuovo luoghi per lui quotidiani e familiari.
“C’è un vago senso di smarrimento nella Roma di Riccardo Pocci, nella carrellata di sculture che si stagliano sullo sfondo degli antichi palazzi. Testimoni silenziosi, la compostezza dello sguardo, l’immobilità enigmatica dei gesti li colloca in una dimensione cerimoniale che evidenzia il carattere simbolico e corale attraverso cui commentano, muti, gli eventi della grande e piccola storia collettiva. Una condizione di solitudine che si rovescia nel momento in cui il nostro occhio partecipa dell’immagine e allo stesso tempo è oggetto di quel medesimo sguardo che guardiamo: entriamo dentro la visione dell’artista, testimoni quotidiani di una Roma inquinata dalla trasformazione in metropoli moderna, solcata da profonde discontinuità sociali e culturali, abbandonata al proprio senso di insicurezza, divisa dalle logiche di potere, eppure ancora così bella in bianco e nero.” (Valentina Grillo)
21
maggio 2010
Riccardo Pocci – Roma Celeste
Dal 21 maggio al 21 giugno 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL SOLE
Roma, Via Nomentana, 125, (Roma)
Roma, Via Nomentana, 125, (Roma)
Orario di apertura
giovedì e venerdì 15:30/19:30 sabato 10/13
Vernissage
21 Maggio 2010, ore 18.00
Autore
Curatore