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Riccardo Previdi – The Bubble Boy (Needs a Hug)
Quartz Studio ha il piacere di presentare la prima personale di Riccardo Previdi (Milano, 1974) a Torino che prende spunto dalla storia di David Vetter, un bambino nato nel 1971 a Houston in Texas con una grave malattia genetica di immunodeficienza impedendogli il contatto esterno con il mondo.
Comunicato stampa
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Mercoledì 19 settembre 2018 alle ore 18.00 Quartz Studio ha il piacere di presentare The Bubble Boy (Needs a Hug), la prima mostra personale di Riccardo Previdi (Milano, 1974) a Torino. David Vetter – scrive la curatrice Lisa Andreani - nasce nel 1971 a Houston in Texas (USA) con una grave malattia genetica di immunodeficienza che gli impedisce il contatto esterno con il mondo che lo circonda. Per essere protetto da qualsiasi contagio, David vive in una bolla di plastica diventando in poco tempo una celebrità per fotografi, canali televisivi e registi che traducono la sua drammatica storia in scatti, film con attori noti quali John Travolta o in episodi di serie tv ironiche e un po' demenziali come Seinfeld. La capsula di Vetter, evento mediatico e insieme, con le parole di Jean Baudrillard, prefigurazione di un futuro sottovuoto, diviene il faro su un mondo che avanza e che consegna al tecnologico il compito di occuparsi sempre di più delle nostre difese.
Da macchina “comprimitrice”, mondo di una science-fiction fatta di batteri e cibi surgelati, la capsula diviene anche un “luogo abitabile” che, per molteplici aspetti, nella sua radiosa bellezza geodetica, non permette soluzioni differenti.
Fatta per non essere oltrepassata, questa membrana diventa dunque un punto nevralgico in cui il senso di invasione e la possibilità di toccare vengono meno grazie alla trasparenza, uno schermo-difesa che isola e insieme programma ad un comportamento.
Il caso del Bubble Boy e l’eclettismo storico dell’uso della bolla attiva un percorso circolare che attraversa gli ultimi trent’anni e che l’artista mette in moto come ennesima prova, un test, in cui un corpo inerte e passivo, ma performante, evidenzierà una forma di affidamento costante alla protezione della bolla. Tutto questo lascia una domanda aperta: che cosa rimane di questo "contenitore" oggi? Abbiamo ancora bisogno di una soluzione simile?
Come in What’s Next?, recente personale dell’artista a Villa Croce a Genova (2017), The Bubble Boy (Needs a Hug) è uno scenario aperto in cui il bisogno incolmabile d’affetto della figura avvolta nella sfera di plastica invita a riflettere su una gestazione di partecipazione, conservante e protettiva ma, paradossalmente, anche figlia di un sentire comune, di un bisogno di inclusività che richiede anche la solitudine di ciascuno davanti al proprio schermo.
L’artificio storico che recupera David Vetter e la sua bolla innesca un luogo, un non-site specific, che genera un distacco ideologico, quello di un’estetica ormai esaurita, per comunicarci che quel bambino in fin dei conti needs and gives a hug. The Bubble Boy, restituendoci l’abbraccio che egli stesso ci domanda, non smette di renderci partecipi di una mancanza e una preoccupazione comuni per stati di salute fisici e mentali sempre più incerti.
Riccardo Previdi (Milano, 1974) ha studiato Architettura e Arti visive. Nella sua ricerca l’artista si interroga sulle possibilità ed i limiti del pensiero tecnologico/scientifico, mettendo a nudo i complessi meccanismi che si celano dietro gli oggetti e le immagini che ci circondano nella quotidianità. Registrando, talvolta amplificando, le immagini e le forme prodotte in esubero dalla società, il lavoro di Previdi mette in discussione le promesse di progresso e di riscatto sociale della modernità.
Le opere di Riccardo Previdi sono state esposte a Villa Croce, Genova, all’Italian Cultural Institute New York, ICI New York, USA, al Marta Herford, Herford, Germania, al De Vleeshal, Middelburg, USA, a Manifesta 7, Rovereto, Trento, Bolzano, alla I Triennale di Torino, alla I Biennale di Mosca, Russia, al Museion, Bolzano, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, per citarne alcuni. A partire dal 2001 l’artista si trasferisce a Berlino, dove realizza il Green Light Pavilion, una struttura espositiva temporanea per mostre personali e collettive. Negli anni trascorsi in Germania lavora con le gallerie Iris Kadel, Karlsruhe e Sommer & Kohl, Berlino. Dal 2016 Riccardo Previdi vive Merano (BZ). Dal 2018 insegna presso la facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano. L’artista è rappresentato dalla galleria Francesca Minini, Milano.
Quartz Studio e la Fondazione Sardi per l’Arte ringraziano l’artista e la galleria Francesca Minini, Milano. La mostra resterà aperta dal 19 settembre al 27 ottobre 2018, su appuntamento.
Da macchina “comprimitrice”, mondo di una science-fiction fatta di batteri e cibi surgelati, la capsula diviene anche un “luogo abitabile” che, per molteplici aspetti, nella sua radiosa bellezza geodetica, non permette soluzioni differenti.
Fatta per non essere oltrepassata, questa membrana diventa dunque un punto nevralgico in cui il senso di invasione e la possibilità di toccare vengono meno grazie alla trasparenza, uno schermo-difesa che isola e insieme programma ad un comportamento.
Il caso del Bubble Boy e l’eclettismo storico dell’uso della bolla attiva un percorso circolare che attraversa gli ultimi trent’anni e che l’artista mette in moto come ennesima prova, un test, in cui un corpo inerte e passivo, ma performante, evidenzierà una forma di affidamento costante alla protezione della bolla. Tutto questo lascia una domanda aperta: che cosa rimane di questo "contenitore" oggi? Abbiamo ancora bisogno di una soluzione simile?
Come in What’s Next?, recente personale dell’artista a Villa Croce a Genova (2017), The Bubble Boy (Needs a Hug) è uno scenario aperto in cui il bisogno incolmabile d’affetto della figura avvolta nella sfera di plastica invita a riflettere su una gestazione di partecipazione, conservante e protettiva ma, paradossalmente, anche figlia di un sentire comune, di un bisogno di inclusività che richiede anche la solitudine di ciascuno davanti al proprio schermo.
L’artificio storico che recupera David Vetter e la sua bolla innesca un luogo, un non-site specific, che genera un distacco ideologico, quello di un’estetica ormai esaurita, per comunicarci che quel bambino in fin dei conti needs and gives a hug. The Bubble Boy, restituendoci l’abbraccio che egli stesso ci domanda, non smette di renderci partecipi di una mancanza e una preoccupazione comuni per stati di salute fisici e mentali sempre più incerti.
Riccardo Previdi (Milano, 1974) ha studiato Architettura e Arti visive. Nella sua ricerca l’artista si interroga sulle possibilità ed i limiti del pensiero tecnologico/scientifico, mettendo a nudo i complessi meccanismi che si celano dietro gli oggetti e le immagini che ci circondano nella quotidianità. Registrando, talvolta amplificando, le immagini e le forme prodotte in esubero dalla società, il lavoro di Previdi mette in discussione le promesse di progresso e di riscatto sociale della modernità.
Le opere di Riccardo Previdi sono state esposte a Villa Croce, Genova, all’Italian Cultural Institute New York, ICI New York, USA, al Marta Herford, Herford, Germania, al De Vleeshal, Middelburg, USA, a Manifesta 7, Rovereto, Trento, Bolzano, alla I Triennale di Torino, alla I Biennale di Mosca, Russia, al Museion, Bolzano, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, per citarne alcuni. A partire dal 2001 l’artista si trasferisce a Berlino, dove realizza il Green Light Pavilion, una struttura espositiva temporanea per mostre personali e collettive. Negli anni trascorsi in Germania lavora con le gallerie Iris Kadel, Karlsruhe e Sommer & Kohl, Berlino. Dal 2016 Riccardo Previdi vive Merano (BZ). Dal 2018 insegna presso la facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano. L’artista è rappresentato dalla galleria Francesca Minini, Milano.
Quartz Studio e la Fondazione Sardi per l’Arte ringraziano l’artista e la galleria Francesca Minini, Milano. La mostra resterà aperta dal 19 settembre al 27 ottobre 2018, su appuntamento.
19
settembre 2018
Riccardo Previdi – The Bubble Boy (Needs a Hug)
Dal 19 settembre al 27 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
QUARTZ STUDIO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 18d, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 18d, (Torino)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
19 Settembre 2018, ore 18.00
Autore
Curatore