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Riccardo Rossi – Fiabe di terra di acqua e di fuoco
Evento che vede l’ autore monregalese alle prese con lo stile da tempo cotrassegnato e con lavori in tecnica raku che si rifanno alle leggende cuneesi legate alle simpatiche figure degli gnomici Servan.
Comunicato stampa
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Su Duccio (l' artista monregalese Riccardo Rossi), allievo del pittore Villanovese Giovanni Somà, figura dotata di un profondo interesse per il disegno, la pittura, la ceramica,le terrecotte e il ferro battuto,si è già detto e scritto molto. Personaggio poliedrico è diventato nella vita, stilista, sarto tagliatore, modellista, imprenditore e confezionatore di abiti da cerimonia, da sera e da sposa ma è rimasto sostanzialmente un seguace delle greche muse. Perchè Duccio esplora senza sosta, in arte come ha fatto nella propria attività, il mondo magico della fantasia, dell'intimismo e del mito producendo opere di grande bellezza e fascino. Pittore di sintesi futuristico-giuliana caratterizzata da fughe segniche, colori timbrici e rutilanti e soggetti quasi visionari riesce, negli ultimi tempi, a distinguersi anche come esecutore di arte applicata producendo magnifiche lampade ed opere in vetro e ferro dove spiccano gli argenti , l'oro ed i rossi laccati. Ma l'attenzione principale si è incentrata, in questo procedere da scultore e ceramista, nella creazione di una serie di opere in ceramica Raku che ha per soggetto i cuneesi Servan. Pittoresca casata di Folletti i Servan si trasformano da tema apparentemente folkloristico in sculture di rara bellezza dalla tecnica raffinata. Una tecnica correttamente Raku, a differenza di molte altre improvvisazioni, dove gli strumenti del "fare" sono pinze e ferri per maneggiare, carta, legni, specchi, per dosare la velocità di raffreddamento e determinare colore e aspetto della materia prima come la terracotta o la ceramica dominando fuoco e fumo. Duccio riprende così quasi alla Bosch, attraverso la ceramica, il tema, l'abilità esecutiva, la propria inesauribile tavolozza,la storia, quella intima e sociale allacciandosi all'inesauribile filone della vendemmia, dell'uva, della vinificazione cui idealmente dedica gli ultimi lavori.I quali recuperano la trasformazione dell’economia, l’abbandono dei campi e delle tradizionali forme lavorative, l'inurbazione per non soccombere alla fame e alla miseria, le iniziative industriali e lo sconvolgimento delle strutture urbanistiche e sociali, la diffusione delle organizzazioni politico-sindacali, l’alfabetizzazione e la insensibile omogeneizzazione dei mass media che hanno modificato radicalmente gli stilemi di un tempo eliminando i repertori folklorici. Il Servan dell'autore, con la sua componente gioiosa, diventa pertanto una risorsa creativa: la sua magia, attraverso l'abile manipolazione delle terre, ci insegna a capire meglio il senso della realtà. Un elemento di ricchezza antropologica da preservare insieme alle cose semplici ed essenziali della nostra patria culturale per difenderci, come sottolinea bene in un proprio scritto Albino Pierro, “dalla minaccia di restare apolidi senza né campanile, né filo d’erba, né volto umano in un paesaggio domestico, né voce amica, né nulla che abbia potenza di memoria o invito di prospettiva”. Quella prospettiva e quella memoria che invece Duccio vuole ancora conservare attraverso i suoi magici lavori sottolineando che lo fa “...per la soddisfazione di plasmare la materia e creare un augurio-scongiuro a chi ancora desidera crederci”.
Giorgio Barberis
Giorgio Barberis
19
novembre 2010
Riccardo Rossi – Fiabe di terra di acqua e di fuoco
Dal 19 novembre al 30 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
CANTINA DI CLAVESANA
Clavesana, Frazione Madonna Della Neve, 19, (Cuneo)
Clavesana, Frazione Madonna Della Neve, 19, (Cuneo)
Orario di apertura
tutti i giorni 8/12 – 14/18. Festivi presente l'Autore
Vernissage
19 Novembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore