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Riccardo Zinna – Life dear life
La mostra, che segna il debutto dell’attore napoletano nel campo della ricerca visiva, presenta un ciclo di tecniche miste dipinte tra il 2000 e quest’anno
Comunicato stampa
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Tele e tavole di rara sensibilità, quelle di Riccardo Zinna, in cui si stratificano, come sedimenti di memorie, i gesti e le passioni di una sapienza linguistica e di una messe di rimandi poetici inaspettati e di rara suggestione. Un teatro di passioni il cui demone principale resta la sublime potenza di Francis Bacon, più che maestro evocato, vero e proprio “corpo da abitare” di questa pittura, personaggio, per dir meglio, da interpretare in quel lavoro sulla drammaturgia che Zinna, prima di tutto attore ispiratissimo e interprete di straordinaria sensibilità, compie da sempre.
E la sua è, soprattutto, un'interessante pittura materica, fatta di corpi dolenti, vinti, piegati dal lavoro di devastanti passioni (come in Venice Within The Love 1), o dal patimento di attese infinite che – ora nella sineddoche del gesto del torero (Before The Bullfight With Thoughts), ora nell'annuncio del tepore di un corpo muliebre, come nella promessa del languore di Nocturne, Then It Seemed To Be Vilma, – testimoniano, innanzitutto, della sofferenza e della mesta vanità della condizione umana.
Sono corpi sempre sospesi tra la consapevolezza del dolore, allora, e il breve delirio del piacere: corpi-fantasma come ci dicono la campitura eterea che copre, come garza a lenire ferite, Nocturne With Nocturnal Bird; o corpi-violati come l'oro abbagliante e la veemenza di un cromatismo all'improvviso fauve ci ricordano dal potente Before The Bullfight With Flowers.
Altrove le declinazioni del dolore (fino al gesto esiziale di un suicida nella postura del dio del Golgota di Nocturne, The Last, dio del fatale ed estremo promontorio che nel bel Golgotha Free Fall diventa l'esplicita metafora del patimento di ognuno), si trasformano in un altarino personale di contrizione e preghiera come nella pur aggraziata ed ombrosa mestizia di certi suoi studi per ritratti di derivazione leonardesca o, ancor meglio, nell'anelito all'altrove e, insieme, al dubbio come accade ne L'ora di Religione, un lavoro che, riprendendo addirittura uno studio del '77, presenta un misterioso personaggio di sapore settecentesco e una scimmia di landolfiana memoria entrambi con perplessi “sguardi in camera” che, in una spazialità risolta in poche linee alla maniera di Bacon, oscurano il campo lungo di una croce d'oro, egida dell'Altissimo, ma anche, ormai, simbolo muto e vano.
Ma in queste opere non è affatto estranea la potenza dell'ironia e il gusto per il gioco come, ad esempio, è chiaro in Nocturne Narcissus And The Dog in cui un cane blu, tirato dal fil rouge di un guinzaglio-capestro, restituisce a chi guarda tutto lo stupore dell'agonia senza senso cui il fato ci costringe; e gli stessi segni carichi di stupore tornano anche in Before The Bullfight With Dog, un'intensa tauromachia che mette insieme un taglio grafico àà la page come quello di Gianluigi Toccafondo e una stupefacente colorazione degna di Lorenzo Mattotti, in uno straordinario pastiche rococò.
L'artista
Riccardo Zinna è nato a Napoli nel '58. Si diploma al Liceo artistico nel '77 e frequenta il primo anno del corso di scultura dell'Accademia di Belle arti di Napoli sotto la guida del maestro Augusto Perez.
Musicista e attore è, negli anni Settanta, tra i fondatori con Silvio Orlando, Eduardo Santelia e Domenico Ciruzzi, del Teatro dei resti. Per il cinema ha lavorato con i seguenti registi: Francesca Archibugi, Andrea Barzini, Antonio Capuano, Genovese e Miniero, Valerio Jalongo, Daniele Lucchetti, Nanni Moretti, Carlo Mazzacurati, Gabriele Muccino, Luciano Odorisio, Giuseppe Piccioni, Giuseppe Rocca, Gianluca Maria Tavarelli, Gabriele Salvatores. In questi giorni in programmazione nelle sale, Zinna ha il film di Antonietta De Lillo Il resto di niente dove interpreta Pasquale Tria, marito della Pimentel Fonseca cui dà il volto l'attrice portoghese Maria de Medeiros. L'artista vive e lavora tra Ercolano e Roma.
Le Pieghe: un ciclo di mostre “nascoste”
Le Pieghe è il primo ciclo espositivo prodotto all'interno dei nuovi spazi di Pigrecoemme di Piazza Portanova. Il ciclo, inaugurato lo scorso febbraio con la personale di Salvatore Morra-Supino, presenterà con cadenza bimestrale fino alla fine dell'anno, una serie di mostre e performance che, di volta in volta, si preoccuperanno di dar luce ad artisti, temi, suggestioni, rimandi, persi tra le pieghe del ““franchising” delle proposte culturali cittadine o - ancora più colpevolmente - non ancora svelati.
E la sua è, soprattutto, un'interessante pittura materica, fatta di corpi dolenti, vinti, piegati dal lavoro di devastanti passioni (come in Venice Within The Love 1), o dal patimento di attese infinite che – ora nella sineddoche del gesto del torero (Before The Bullfight With Thoughts), ora nell'annuncio del tepore di un corpo muliebre, come nella promessa del languore di Nocturne, Then It Seemed To Be Vilma, – testimoniano, innanzitutto, della sofferenza e della mesta vanità della condizione umana.
Sono corpi sempre sospesi tra la consapevolezza del dolore, allora, e il breve delirio del piacere: corpi-fantasma come ci dicono la campitura eterea che copre, come garza a lenire ferite, Nocturne With Nocturnal Bird; o corpi-violati come l'oro abbagliante e la veemenza di un cromatismo all'improvviso fauve ci ricordano dal potente Before The Bullfight With Flowers.
Altrove le declinazioni del dolore (fino al gesto esiziale di un suicida nella postura del dio del Golgota di Nocturne, The Last, dio del fatale ed estremo promontorio che nel bel Golgotha Free Fall diventa l'esplicita metafora del patimento di ognuno), si trasformano in un altarino personale di contrizione e preghiera come nella pur aggraziata ed ombrosa mestizia di certi suoi studi per ritratti di derivazione leonardesca o, ancor meglio, nell'anelito all'altrove e, insieme, al dubbio come accade ne L'ora di Religione, un lavoro che, riprendendo addirittura uno studio del '77, presenta un misterioso personaggio di sapore settecentesco e una scimmia di landolfiana memoria entrambi con perplessi “sguardi in camera” che, in una spazialità risolta in poche linee alla maniera di Bacon, oscurano il campo lungo di una croce d'oro, egida dell'Altissimo, ma anche, ormai, simbolo muto e vano.
Ma in queste opere non è affatto estranea la potenza dell'ironia e il gusto per il gioco come, ad esempio, è chiaro in Nocturne Narcissus And The Dog in cui un cane blu, tirato dal fil rouge di un guinzaglio-capestro, restituisce a chi guarda tutto lo stupore dell'agonia senza senso cui il fato ci costringe; e gli stessi segni carichi di stupore tornano anche in Before The Bullfight With Dog, un'intensa tauromachia che mette insieme un taglio grafico àà la page come quello di Gianluigi Toccafondo e una stupefacente colorazione degna di Lorenzo Mattotti, in uno straordinario pastiche rococò.
L'artista
Riccardo Zinna è nato a Napoli nel '58. Si diploma al Liceo artistico nel '77 e frequenta il primo anno del corso di scultura dell'Accademia di Belle arti di Napoli sotto la guida del maestro Augusto Perez.
Musicista e attore è, negli anni Settanta, tra i fondatori con Silvio Orlando, Eduardo Santelia e Domenico Ciruzzi, del Teatro dei resti. Per il cinema ha lavorato con i seguenti registi: Francesca Archibugi, Andrea Barzini, Antonio Capuano, Genovese e Miniero, Valerio Jalongo, Daniele Lucchetti, Nanni Moretti, Carlo Mazzacurati, Gabriele Muccino, Luciano Odorisio, Giuseppe Piccioni, Giuseppe Rocca, Gianluca Maria Tavarelli, Gabriele Salvatores. In questi giorni in programmazione nelle sale, Zinna ha il film di Antonietta De Lillo Il resto di niente dove interpreta Pasquale Tria, marito della Pimentel Fonseca cui dà il volto l'attrice portoghese Maria de Medeiros. L'artista vive e lavora tra Ercolano e Roma.
Le Pieghe: un ciclo di mostre “nascoste”
Le Pieghe è il primo ciclo espositivo prodotto all'interno dei nuovi spazi di Pigrecoemme di Piazza Portanova. Il ciclo, inaugurato lo scorso febbraio con la personale di Salvatore Morra-Supino, presenterà con cadenza bimestrale fino alla fine dell'anno, una serie di mostre e performance che, di volta in volta, si preoccuperanno di dar luce ad artisti, temi, suggestioni, rimandi, persi tra le pieghe del ““franchising” delle proposte culturali cittadine o - ancora più colpevolmente - non ancora svelati.
22
aprile 2005
Riccardo Zinna – Life dear life
Dal 22 aprile al 27 maggio 2005
arte contemporanea
Location
PIGRECOEMME
Napoli, Piazza Portanova, 11, (Napoli)
Napoli, Piazza Portanova, 11, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 10-16 o su appuntamento
Vernissage
22 Aprile 2005, ore 18,30
Autore