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Ricerca artistica e territorio. Un programma di residenza tra Piemonte e Rhône-Alpes
Presentazione dei progetti di Olivier Grossetête e di Maurizio Cilli nell’ambito
dell’edizione pilota del Programma di sostegno alla produzione artistica Piemonte– Rhône-Alpes, realizzato con il sostegno di Regione Piemonte e Région Rhône-Alpes, a cura di a.titolo (Torino) e Art3 (Valence).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Presentazione dei progetti di Olivier Grossetête e di Maurizio Cilli nell’ambito
dell’edizione pilota del Programma di sostegno alla produzione artistica Piemonte
– Rhône-Alpes, realizzato con il sostegno di Regione Piemonte e Région Rhône-
Alpes, a cura di a.titolo (Torino) e Art3 (Valence).
Intervengono: gli artisti, le curatrici di a.titolo e Silvie Vojik di Art3, il Prof. Luciano
Scaltrito del Politecnico di Torino.
In occasione della conclusione del progetto di ricerca dell’artista francese Olivier
Grossetête, a.titolo, in collaborazione con il PAV, presenta l’edizione pilota del
Programma di sostegno alla produzione artistica Piemonte - Rhône-Alpes.
Nell’ambito dell’incontro al PAV verranno illustrati i progetti di Olivier Grossetête,
realizzato in Piemonte tra il 2008 e il 2010, e quello, tuttora in corso in Rhône-Alpes,
di Maurizio Cilli, architetto e artista vincitore dell’edizione francese.
PAV, via Giordano Bruno 31, Torino
www.parcoartevivente.it
Comunicato stampa
Giovedì 3 giugno, h. 18.00 - 20.00
1
Il Programma, avviato nel 2007, si inscrive nel sistema di scambio e relazioni sancito
dall’accordo di cooperazione bilaterale firmato tra le regioni Piemonte e Rhône-
Alpes, e nasce dalla collaborazione tra a.titolo e Art3 per favorire la circuitazione dei
progetti, la mobilità degli artisti e sostenere la creazione artistica contemporanea
attraverso borse di ricerca e di produzione.
Con questi obbiettivi le due associazioni hanno inteso rileggere il modello tradizionale
delle residenze per artisti, vincolando la mobilità e la residenzialità extraterritoriale
alla produzione di opere o di progetti, a partire dalla valorizzazione e dalla
condivisione delle risorse culturali e/o produttive che caratterizzano i due territori, a
livello di istituzioni pubbliche e private e di imprese di diversi settori, tra l’alta tecnologia
e la cultura del “saper fare”.
La riflessione sviluppata dalle due associazioni ha posto infatti l’attenzione
sull’aspetto della produzione, intesa come processo radicato nel contesto dove si
sviluppa, capace di attivare la circolazione e lo scambio di esperienze e di competenze
tra i diversi attori coinvolti dalla sfera della creazione artistica a quella
dell’economia, degli enti e delle istituzioni pubbliche e private. L’intenzione è di
favorire il dialogo tra differenti forme di innovazione, secondo un indirizzo di governance
che vede oggi sempre più spesso nella creatività un motore per lo sviluppo
sostenibile dei paesi e delle regioni della Comunità Europea.
La modalità di svolgimento del Programma prevede che a ogni edizione le due
associazioni definiscano le linee di progetto per la redazione di un bando, da diffondere
alternativamente in Francia e in Piemonte, concepito anche in rapporto
alle priorità e alle politiche pubbliche di intervento sul territorio o a opportunità di
integrazione progettuale con altri programmi, istituzionali o meno. Tale flessibilità ha
un valore programmatico, e permette di creare sinergie tra diverse realtà, pubbliche
e private, di potenziare i progetti in corso favorendo lo sviluppo di una logica di
sistema tra le due regioni.
In questa prospettiva il Programma vede i territori di Piemonte e Rhône-Alpes come
un unico laboratorio per la creazione, e i suoi attori – artisti, operatori culturali, amministratori
pubblici, enti pubblici e privati, imprese, abitanti – come coproduttori di
un patrimonio artistico contemporaneo condiviso.
Dalla sua attivazione in Piemonte, il Programma ha tradotto nella pratica tali finalità
e, proprio intorno al tema dell’innovazione sollecitato dalla natura fortemente
sperimentale del progetto di Olivier Grossetête sul piano dei materiali e delle sue
applicazioni ha saputo catalizzare soggetti di aree differenti, dall’ambito della ricerca
universitaria al mondo dell’impresa e della produzione, a realtà attive nella promozione
e sostegno di progetti a favore della cultura ambientale e dell’energia eco
sostenibile, quali la Fondazione Telios di Torino, che ha scelto di contribuire alla fase
di realizzazione dell’opera dell’artista.
L’invito del PAV a ospitare, nella propria sede, questo incontro, nasce non solo da
un’affinità intorno ai temi sollevati dal progetto, quali la relazione tra ricerca artistica,
sperimentazione scientifica e ambiente, ma da una logica di sistema che testimonia
la costituzione di un’ampia e articolata rete di collaborazioni e scambi attivata dal
Programma.
2
La proposta di Olivier Grossetête, maturata nel corso di diversi sopralluoghi in
Piemonte, svolti nell’inverno 2007-2008, è incentrata sugli aspetti del genius loci
connessi all’innovazione tecnologica e alla sperimentazione di prodotto che caratterizzano
il territorio della regione.
“Il mio progetto è realizzare un’orchidea monumentale che dischiuda i suoi petali
nell’arco della giornata in relazione al variare delle condizioni climatiche. Una delle
sfide del progetto è poetizzare l’alta tecnologia. Non si tratta semplicemente di dirottarne
gli obiettivi e metterla al servizio di un’opera che gioca con la mera-viglia, ma
di fare emergere dalla tecnologia la dimensione estetica”. Ciò che l’artista ha avuto
l’opportunità di verificare e mettere a punto progettualmente grazie alla borsa di
ricerca, è la possibilità di rendere mobile una scultura senza il ricorso a fonti energetiche
ulteriori rispetto a quella solare, a partire dall’uso di speciali leghe dette “a
memoria di forma”, la cui applicazione in campo industriale è tuttora sperimentale.
La fase di ricerca è stata condotta grazie all’indispensabile collaborazione della
Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, che ha adottato fin dall’inizio il progetto
con un equipe coordinata dal Prof. Fabrizio Pirri e dal Prof. Luciano Scaltrito,
che ha lavorato alla messa a punto del progetto energetico presso i laboratori della
Microla Optoelectronics Srl di Chivasso. Il gruppo di lavoro si è a quel punto articolato
con la presenza del Dott. Simone Porta e dell’Ing. Roberto Fizzotti della società
Rosso-Vivo Design di Alessandria, che ha progettato l’ingegnerizzazione del fiore
a partire dall’individuazione dei materiali idonei e dei relativi fornitori. Determinante
è stata la generosa disponibilità di imprese quali Saes Getters Group SpA, leader
mondiale nella produzione di materiali a memoria di forma per applicazioni tecnologiche
e scientifiche innovative, che ha fornito, con l’Ing. Butera, consulenze e campioni
gratuiti di leghe diverse, così come le aziende Fratelli Mariani SpA, per le reti
metalliche dei petali, e Cameltech SpA per l’accaio armonico, hanno contribuito con
la loro competenza a sperimentare e mettere a punto il prototipo di un petalo, con il
quale si è conclusa la fase di ricerca.
A partire da un petalo che si muove e da una maquette del fiore, l’immaginazione
che in questi anni ha spinto un artista, delle curatrici, un gruppo di ingegneri, ricercatori,
tecnici e imprenditori a incontrarsi, discutere, montare, smontare, disegnare,
cercare, può fare immaginare ciò che potrebbe diventare la scultura di Grossetête.
Un fiore fuori scala, dove il metallo può acquistare leggerezza e trasparenza, e la
scultura agire come un organismo sensibile, capace di adattarsi e sfruttare le risorse
naturali dell’ambiente: luce e calore. Come accade in altri suoi progetti, Grossetête
gioca con i materiali, crea effetti fuoriscala, cambia le cornici di riferimento e,
con esse, la fisica delle cose, al punto che diviene possibile tenere tra le mani la
luna, navigare in una barchetta di carta, innalzare a mano edifici o liberare in cielo
ponti come fossero aquiloni. A Torino, ma anche altrove, a conclusione del lavoro
di ricerca condotto dal 2008 a oggi, può essere possibile che una scultura sbocci
quando sorge il sole.
Olivier Grossetête
Orchidée
3
Olivier Grossetête (Parigi 1973, vive a Marsiglia). Formatosi presso l’École des
Beaux Arts di Valence, Olivier Grossetête è un artista emergente nel panorama della
ricerca francese. Noto in particolare per le sue architetture monumentali di scatole
di cartone, realizzate in luoghi pubblici con la collaborazione attiva di gruppi di cittadini,
Grossetête lavora prevalentemente con la scultura e il video nell’ambito di
un’indagine intorno allo spazio dell’architettura e alla nozione di mobilità. Tra i progetti
più recenti, nel maggio 2009 su invito del centro d’arte FRAC Paca (Provençe
e Côte d’Azur), ha svolto una serie di workshop e incontri con gli studenti del Lycée
Militaire di Aix-en-Provence per la realizzazione di un ponte in cartone in scala 1:1 in
un’area centrale della città, nel quadro della manifestazione C’est Sud (Sur le pont
du Cours Mirabeau). Tra le altre architetture monumentali si ricordano, nel 2008,
Le Phare, realizzata a La Teste-de-Buch, Aqueduc, a Miramas, Grans, Cornillons
(2008), Palais Wilson a Ginevra (2006), L’Imperérial aux Teppes, ad Annecy (2004),
One Tower a Nîmes (2003).
Ha tenuto personali all’Université Technologique de Belfort Montbelliard (2009),
all’Espace Culture di Marsiglia (2008), al Centre d’art contemporain intercommunal
a Istres – Ouest Provence (2007), presso la Serre de l’École des Beaux Arts di St
Etienne e al Centre Culturel Français di Napoli (2006), al BF 15 di Lione (2003),
al Théâtre du periscopi di Nîmes (2001), in spazi non profit e gallerie private, e ha
partecipato a numerose collettive tra le quali Rendez Vous, all’École des Beaux Arts
di Lione, in collaborazione con il Musée d’Art Contemporain di Lione e l’Institut d’Art
Contemporain di Villeurbanne (2007) e Rendez-vous Shanghai al Museum of Art
di Shangai, Alios 2008. Sculture dan la ville, a La Teste-de Buch (2008), En viager
al Centre Dare-Dare di Montréal, Canada (2005), la Biennale dei Giovani Artisti
dell’Europa e del Mediterraneo, edizione di Atene (2003). Nel 2010 ha preso parte al
Festival des arts éphémères nel Parc de Maison Blanche di Marsiglia.
4
Olivier Grossetête
Orchidée
Progetto di ricerca realizzato con il sostegno di:
Regione Piemonte
in collaborazione con:
Politecnico di Torino, DISMIC
Prof. Fabrizio Pirri e Prof. Luciano Scaltrito, Dipartimento di Scienza dei Materiali e
Ingegneria Chimica – Laboratorio di Materiali e Microsistemi con i ricercatori Adriano
Sacco e Gianmarco Grange
Con il contributo per la produzione dell’opera di:
Fondazione Telios, Torino
Partner di progetto:
Microla Optoelectronics Srl, Chivasso
Rosso-Vivo Design, Alessandria
Saes Getters Group SpA, Milano
Fratelli Mariani SpA, Cormano, Milano
Cameltech SpA, Cereseto, Alessandria
5
Maurizio Cilli
rifiguration drômois
Progetto in corso
Maurizio Cilli, da sempre interessato a indagare i fenomeni di trasformazione territoriale,
a partire dalla rilettura della memoria dei luoghi in rapporto al presente e
al suo ridisegno per il futuro, ha sviluppato una ricerca sul territorio della Drôme
des collines, confluita in un lavoro di rifigurazione e prefigurazione delle vocazioni e
potenziali trasformazioni del paesaggio. Nell’arco del 2010 Cilli sarà impegnato nella
fase di restituzione del progetto, che prevede una serie di installazioni a Hauterives
e Romans, e una mostra a Valence, presso la sede di Art3.
ôrifiguration drômois
Per distrarre i miei pensieri - io costruivo in sogno un palazzo fatato che superasse
l’immaginazione, tutto ciò che il genio di un umile potesse concepire (con grotte,
torri, giardini,castelli, musei e sculture), cercando di far rinascere tutte le antiche
architetture dei tempi primitivi; […] Ora nel momento in cui il mio sogno cadeva poco
a poco nelle nebbie dell’oblio un incidente venne improvvisamente a ravvivarlo;
il mio piede urtò una pietra che rischiò di farmi cadere, io volli vedere da vicino
quella pietra ed ella era di forma cosi bizzarra che la raccolsi e la portai via; tornai
poi l’indomani nello stesso posto e ne trovai di più belle che, raccolte sul posto,
facevano un bell’effetto; ciò mi entusiasmo ed è allora che dissi: Poiché la natura
fornisce delle sculture, io mi farò architetto e muratore (del resto chi non è un po’
muratore?)
Ferdinand Cheval, postino della Drôme des collines
6
Pochi giorni dopo avere iniziato le ricerche sulla regione del Rhône-Alpes mi sono
imbattuto, via google, in una immagine del Palais Ideal del postino Ferdinand
Cheval (1836 – 1924).
Avevo letto questa storia in un breve saggio scritto da Evelina Calvi dal titolo Progetto
e racconto raccolto in un vecchio numero della “Rivista di Estetica” che indagava
sul rapporto fra ermeneutica e architettura. Da qui, in modo del tutto accidentale,
ho cominciato a comprendere le dimensioni della questione, senza sapere che le
sorprese non erano ancora finite.
Scopro, proseguendo l’indagine, che il facteur Cheval impiegò per la realizzazione
della sua opera 34 anni, dal 1879 al 1912, utilizzando tutto il suo tempo libero,
anche le notti, lungo diecimila giornate di lavoro: circa 93mila ore di fatica, usando
circa 100000 sassi, 3500 sacchi di calce, 1000 metri cubi di mattoni, per un costo
di 5000 franchi. Ero sbalordito. Ciò che sino ad allora avevo creduto fosse solo una
leggenda e un luogo immaginario, esisteva davvero in un giardino di Hauterives, un
piccolo paese tra le colline settentrionali della Drôme, lungo l’alveo della Galaure,
un fiume che nasce dalle alture della Gran Serre.
Così, per felice congiura del destino, ho capito che avevo trovato proprio ciò che
stavo cercando, perché ogni storia che merita di essere raccontata ha bisogno di un
suggestivo punto di origine.
Il punto di origine del progetto rifiguration drômois è un
ingiustificabile pandemonio di sassi.
Il progetto si compone di varie azioni rivolte a una rifigurazione iconografica e narrativa
della Drôme des collines, un territorio che ancora mantiene le sue particolari e
misteriose peculiarità sociali e ambientali.
Le azioni di progetto saranno realizzate in tre diverse località della Drôme:
récrir le Palais Ideal
installazione di un servant Bluetooth per il giardino del Palais Ideal a Hauterives.
Horloge à eau pour la Drôme des collines (titolo provvisorio)
installazione in corso di definizione per un museo o un edificio pubblico a Romans.
cabinet de consultation
installazione, presso la galleria di Art3 a Valence, della collezione dei numerosi
documenti, oggetti, disegni e collages raccolti dall’autore, attraverso i quali rendere
possibile la lettura dell’intero processo di ricerca su cui si basa il progetto.
7
Maurizio Cilli (Torino 1963, vive a Torino). Architetto e artista, Maurizio Cilli rivolge
la propria ricerca verso la comprensione dei fenomeni contemporanei di trasformazione
territoriale e urbana.
Laureatosi in Architettura a Torino, viene selezionato, nel 1987, dalla Biennale dei
Giovani Artisti dell’Europa del Mediterraneo, edizione di Barcellona, nella sezione
Architettura per il progetto di restauro e rifunzionalizzazione della Manifattura di
Moncalieri di Mario Passanti e Piero Perona. Dal 1988 al 1992 è stato cultore della
materia e collaboratore in diverse ricerche MURST per il Prof. Pietro Derossi nel
corso di Progettazione architettonica alla Facoltà di Architettura di Torino e successivamente
a Milano. Tra il 1992 e il 1995 ha lavorato nell’Ufficio del Piano Regolatore
Generale di Torino. Nel 1992 ha fondato, con Maurizio Zucca, lo studio Cilli e Zucca
architetti, realizzando, tra il 1993 e il 2000, edifici per abitazioni, case private, negozi,
appartamenti e piani di riqualificazione ambientale. Nella sua articolata attività
progettuale a Torino ha disegnato, tra gli altri, Docks Home, un club tecno ai Docks
Dora, the beach°, una “spiaggia” metropolitana ai Murazzi del Po e il Suono Club,
nato sulle ceneri del Dancing Faro.
È tra i fondatori del gruppo Città svelata, impegnato fra il 1993 e il 1999 in azioni di
riqualificazione dello spazio pubblico, tra le quali Abitare le OGR, 1996, e Traversata
dell’area metropolitana navigando sulla Dora Riparia, 1997. Nel 1997 è stato
curatore della sezione “Interventi metropolitani” della Biennale dei Giovani Artisti
dell’Europa e del Mediterraneo, edizione di Torino. Nel 2006 ha coordinato il progetto
Glocalmap, primo geoblog della rete web (www.glocalmap.to). Nei 2008 ha
collaborato al progetto Torino Geodesign realizzato in occasione di Torino World
Design Capital. Nel 2009 ha ideato, con a.titolo e Andrea Bellini, il progetto situa.to,
inserito nel Programma ufficiale di Y-our time Torino European Youth Capital 2010
(www.situa.to).
8
Maurizio Cilli
rifiguration drômois
Progetto in corso
Progetto di ricerca realizzato con il sostegno di:
Région Rhône-Alpes
in collaborazione con:
Palais Ideal di Hauterives
Musée de la Poste di Parigi
Dipartimento di Ingegneria Idraulica del Politecnico di Torino (Prof. Giorgio Faraggiana
e Prof. Enzo Buffa)
lo studio tecnico del servant Bluetooth è stato realizzato con Hector Rinaldi e la
Gear.it di Reggio Emilia
dell’edizione pilota del Programma di sostegno alla produzione artistica Piemonte
– Rhône-Alpes, realizzato con il sostegno di Regione Piemonte e Région Rhône-
Alpes, a cura di a.titolo (Torino) e Art3 (Valence).
Intervengono: gli artisti, le curatrici di a.titolo e Silvie Vojik di Art3, il Prof. Luciano
Scaltrito del Politecnico di Torino.
In occasione della conclusione del progetto di ricerca dell’artista francese Olivier
Grossetête, a.titolo, in collaborazione con il PAV, presenta l’edizione pilota del
Programma di sostegno alla produzione artistica Piemonte - Rhône-Alpes.
Nell’ambito dell’incontro al PAV verranno illustrati i progetti di Olivier Grossetête,
realizzato in Piemonte tra il 2008 e il 2010, e quello, tuttora in corso in Rhône-Alpes,
di Maurizio Cilli, architetto e artista vincitore dell’edizione francese.
PAV, via Giordano Bruno 31, Torino
www.parcoartevivente.it
Comunicato stampa
Giovedì 3 giugno, h. 18.00 - 20.00
1
Il Programma, avviato nel 2007, si inscrive nel sistema di scambio e relazioni sancito
dall’accordo di cooperazione bilaterale firmato tra le regioni Piemonte e Rhône-
Alpes, e nasce dalla collaborazione tra a.titolo e Art3 per favorire la circuitazione dei
progetti, la mobilità degli artisti e sostenere la creazione artistica contemporanea
attraverso borse di ricerca e di produzione.
Con questi obbiettivi le due associazioni hanno inteso rileggere il modello tradizionale
delle residenze per artisti, vincolando la mobilità e la residenzialità extraterritoriale
alla produzione di opere o di progetti, a partire dalla valorizzazione e dalla
condivisione delle risorse culturali e/o produttive che caratterizzano i due territori, a
livello di istituzioni pubbliche e private e di imprese di diversi settori, tra l’alta tecnologia
e la cultura del “saper fare”.
La riflessione sviluppata dalle due associazioni ha posto infatti l’attenzione
sull’aspetto della produzione, intesa come processo radicato nel contesto dove si
sviluppa, capace di attivare la circolazione e lo scambio di esperienze e di competenze
tra i diversi attori coinvolti dalla sfera della creazione artistica a quella
dell’economia, degli enti e delle istituzioni pubbliche e private. L’intenzione è di
favorire il dialogo tra differenti forme di innovazione, secondo un indirizzo di governance
che vede oggi sempre più spesso nella creatività un motore per lo sviluppo
sostenibile dei paesi e delle regioni della Comunità Europea.
La modalità di svolgimento del Programma prevede che a ogni edizione le due
associazioni definiscano le linee di progetto per la redazione di un bando, da diffondere
alternativamente in Francia e in Piemonte, concepito anche in rapporto
alle priorità e alle politiche pubbliche di intervento sul territorio o a opportunità di
integrazione progettuale con altri programmi, istituzionali o meno. Tale flessibilità ha
un valore programmatico, e permette di creare sinergie tra diverse realtà, pubbliche
e private, di potenziare i progetti in corso favorendo lo sviluppo di una logica di
sistema tra le due regioni.
In questa prospettiva il Programma vede i territori di Piemonte e Rhône-Alpes come
un unico laboratorio per la creazione, e i suoi attori – artisti, operatori culturali, amministratori
pubblici, enti pubblici e privati, imprese, abitanti – come coproduttori di
un patrimonio artistico contemporaneo condiviso.
Dalla sua attivazione in Piemonte, il Programma ha tradotto nella pratica tali finalità
e, proprio intorno al tema dell’innovazione sollecitato dalla natura fortemente
sperimentale del progetto di Olivier Grossetête sul piano dei materiali e delle sue
applicazioni ha saputo catalizzare soggetti di aree differenti, dall’ambito della ricerca
universitaria al mondo dell’impresa e della produzione, a realtà attive nella promozione
e sostegno di progetti a favore della cultura ambientale e dell’energia eco
sostenibile, quali la Fondazione Telios di Torino, che ha scelto di contribuire alla fase
di realizzazione dell’opera dell’artista.
L’invito del PAV a ospitare, nella propria sede, questo incontro, nasce non solo da
un’affinità intorno ai temi sollevati dal progetto, quali la relazione tra ricerca artistica,
sperimentazione scientifica e ambiente, ma da una logica di sistema che testimonia
la costituzione di un’ampia e articolata rete di collaborazioni e scambi attivata dal
Programma.
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La proposta di Olivier Grossetête, maturata nel corso di diversi sopralluoghi in
Piemonte, svolti nell’inverno 2007-2008, è incentrata sugli aspetti del genius loci
connessi all’innovazione tecnologica e alla sperimentazione di prodotto che caratterizzano
il territorio della regione.
“Il mio progetto è realizzare un’orchidea monumentale che dischiuda i suoi petali
nell’arco della giornata in relazione al variare delle condizioni climatiche. Una delle
sfide del progetto è poetizzare l’alta tecnologia. Non si tratta semplicemente di dirottarne
gli obiettivi e metterla al servizio di un’opera che gioca con la mera-viglia, ma
di fare emergere dalla tecnologia la dimensione estetica”. Ciò che l’artista ha avuto
l’opportunità di verificare e mettere a punto progettualmente grazie alla borsa di
ricerca, è la possibilità di rendere mobile una scultura senza il ricorso a fonti energetiche
ulteriori rispetto a quella solare, a partire dall’uso di speciali leghe dette “a
memoria di forma”, la cui applicazione in campo industriale è tuttora sperimentale.
La fase di ricerca è stata condotta grazie all’indispensabile collaborazione della
Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino, che ha adottato fin dall’inizio il progetto
con un equipe coordinata dal Prof. Fabrizio Pirri e dal Prof. Luciano Scaltrito,
che ha lavorato alla messa a punto del progetto energetico presso i laboratori della
Microla Optoelectronics Srl di Chivasso. Il gruppo di lavoro si è a quel punto articolato
con la presenza del Dott. Simone Porta e dell’Ing. Roberto Fizzotti della società
Rosso-Vivo Design di Alessandria, che ha progettato l’ingegnerizzazione del fiore
a partire dall’individuazione dei materiali idonei e dei relativi fornitori. Determinante
è stata la generosa disponibilità di imprese quali Saes Getters Group SpA, leader
mondiale nella produzione di materiali a memoria di forma per applicazioni tecnologiche
e scientifiche innovative, che ha fornito, con l’Ing. Butera, consulenze e campioni
gratuiti di leghe diverse, così come le aziende Fratelli Mariani SpA, per le reti
metalliche dei petali, e Cameltech SpA per l’accaio armonico, hanno contribuito con
la loro competenza a sperimentare e mettere a punto il prototipo di un petalo, con il
quale si è conclusa la fase di ricerca.
A partire da un petalo che si muove e da una maquette del fiore, l’immaginazione
che in questi anni ha spinto un artista, delle curatrici, un gruppo di ingegneri, ricercatori,
tecnici e imprenditori a incontrarsi, discutere, montare, smontare, disegnare,
cercare, può fare immaginare ciò che potrebbe diventare la scultura di Grossetête.
Un fiore fuori scala, dove il metallo può acquistare leggerezza e trasparenza, e la
scultura agire come un organismo sensibile, capace di adattarsi e sfruttare le risorse
naturali dell’ambiente: luce e calore. Come accade in altri suoi progetti, Grossetête
gioca con i materiali, crea effetti fuoriscala, cambia le cornici di riferimento e,
con esse, la fisica delle cose, al punto che diviene possibile tenere tra le mani la
luna, navigare in una barchetta di carta, innalzare a mano edifici o liberare in cielo
ponti come fossero aquiloni. A Torino, ma anche altrove, a conclusione del lavoro
di ricerca condotto dal 2008 a oggi, può essere possibile che una scultura sbocci
quando sorge il sole.
Olivier Grossetête
Orchidée
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Olivier Grossetête (Parigi 1973, vive a Marsiglia). Formatosi presso l’École des
Beaux Arts di Valence, Olivier Grossetête è un artista emergente nel panorama della
ricerca francese. Noto in particolare per le sue architetture monumentali di scatole
di cartone, realizzate in luoghi pubblici con la collaborazione attiva di gruppi di cittadini,
Grossetête lavora prevalentemente con la scultura e il video nell’ambito di
un’indagine intorno allo spazio dell’architettura e alla nozione di mobilità. Tra i progetti
più recenti, nel maggio 2009 su invito del centro d’arte FRAC Paca (Provençe
e Côte d’Azur), ha svolto una serie di workshop e incontri con gli studenti del Lycée
Militaire di Aix-en-Provence per la realizzazione di un ponte in cartone in scala 1:1 in
un’area centrale della città, nel quadro della manifestazione C’est Sud (Sur le pont
du Cours Mirabeau). Tra le altre architetture monumentali si ricordano, nel 2008,
Le Phare, realizzata a La Teste-de-Buch, Aqueduc, a Miramas, Grans, Cornillons
(2008), Palais Wilson a Ginevra (2006), L’Imperérial aux Teppes, ad Annecy (2004),
One Tower a Nîmes (2003).
Ha tenuto personali all’Université Technologique de Belfort Montbelliard (2009),
all’Espace Culture di Marsiglia (2008), al Centre d’art contemporain intercommunal
a Istres – Ouest Provence (2007), presso la Serre de l’École des Beaux Arts di St
Etienne e al Centre Culturel Français di Napoli (2006), al BF 15 di Lione (2003),
al Théâtre du periscopi di Nîmes (2001), in spazi non profit e gallerie private, e ha
partecipato a numerose collettive tra le quali Rendez Vous, all’École des Beaux Arts
di Lione, in collaborazione con il Musée d’Art Contemporain di Lione e l’Institut d’Art
Contemporain di Villeurbanne (2007) e Rendez-vous Shanghai al Museum of Art
di Shangai, Alios 2008. Sculture dan la ville, a La Teste-de Buch (2008), En viager
al Centre Dare-Dare di Montréal, Canada (2005), la Biennale dei Giovani Artisti
dell’Europa e del Mediterraneo, edizione di Atene (2003). Nel 2010 ha preso parte al
Festival des arts éphémères nel Parc de Maison Blanche di Marsiglia.
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Olivier Grossetête
Orchidée
Progetto di ricerca realizzato con il sostegno di:
Regione Piemonte
in collaborazione con:
Politecnico di Torino, DISMIC
Prof. Fabrizio Pirri e Prof. Luciano Scaltrito, Dipartimento di Scienza dei Materiali e
Ingegneria Chimica – Laboratorio di Materiali e Microsistemi con i ricercatori Adriano
Sacco e Gianmarco Grange
Con il contributo per la produzione dell’opera di:
Fondazione Telios, Torino
Partner di progetto:
Microla Optoelectronics Srl, Chivasso
Rosso-Vivo Design, Alessandria
Saes Getters Group SpA, Milano
Fratelli Mariani SpA, Cormano, Milano
Cameltech SpA, Cereseto, Alessandria
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Maurizio Cilli
rifiguration drômois
Progetto in corso
Maurizio Cilli, da sempre interessato a indagare i fenomeni di trasformazione territoriale,
a partire dalla rilettura della memoria dei luoghi in rapporto al presente e
al suo ridisegno per il futuro, ha sviluppato una ricerca sul territorio della Drôme
des collines, confluita in un lavoro di rifigurazione e prefigurazione delle vocazioni e
potenziali trasformazioni del paesaggio. Nell’arco del 2010 Cilli sarà impegnato nella
fase di restituzione del progetto, che prevede una serie di installazioni a Hauterives
e Romans, e una mostra a Valence, presso la sede di Art3.
ôrifiguration drômois
Per distrarre i miei pensieri - io costruivo in sogno un palazzo fatato che superasse
l’immaginazione, tutto ciò che il genio di un umile potesse concepire (con grotte,
torri, giardini,castelli, musei e sculture), cercando di far rinascere tutte le antiche
architetture dei tempi primitivi; […] Ora nel momento in cui il mio sogno cadeva poco
a poco nelle nebbie dell’oblio un incidente venne improvvisamente a ravvivarlo;
il mio piede urtò una pietra che rischiò di farmi cadere, io volli vedere da vicino
quella pietra ed ella era di forma cosi bizzarra che la raccolsi e la portai via; tornai
poi l’indomani nello stesso posto e ne trovai di più belle che, raccolte sul posto,
facevano un bell’effetto; ciò mi entusiasmo ed è allora che dissi: Poiché la natura
fornisce delle sculture, io mi farò architetto e muratore (del resto chi non è un po’
muratore?)
Ferdinand Cheval, postino della Drôme des collines
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Pochi giorni dopo avere iniziato le ricerche sulla regione del Rhône-Alpes mi sono
imbattuto, via google, in una immagine del Palais Ideal del postino Ferdinand
Cheval (1836 – 1924).
Avevo letto questa storia in un breve saggio scritto da Evelina Calvi dal titolo Progetto
e racconto raccolto in un vecchio numero della “Rivista di Estetica” che indagava
sul rapporto fra ermeneutica e architettura. Da qui, in modo del tutto accidentale,
ho cominciato a comprendere le dimensioni della questione, senza sapere che le
sorprese non erano ancora finite.
Scopro, proseguendo l’indagine, che il facteur Cheval impiegò per la realizzazione
della sua opera 34 anni, dal 1879 al 1912, utilizzando tutto il suo tempo libero,
anche le notti, lungo diecimila giornate di lavoro: circa 93mila ore di fatica, usando
circa 100000 sassi, 3500 sacchi di calce, 1000 metri cubi di mattoni, per un costo
di 5000 franchi. Ero sbalordito. Ciò che sino ad allora avevo creduto fosse solo una
leggenda e un luogo immaginario, esisteva davvero in un giardino di Hauterives, un
piccolo paese tra le colline settentrionali della Drôme, lungo l’alveo della Galaure,
un fiume che nasce dalle alture della Gran Serre.
Così, per felice congiura del destino, ho capito che avevo trovato proprio ciò che
stavo cercando, perché ogni storia che merita di essere raccontata ha bisogno di un
suggestivo punto di origine.
Il punto di origine del progetto rifiguration drômois è un
ingiustificabile pandemonio di sassi.
Il progetto si compone di varie azioni rivolte a una rifigurazione iconografica e narrativa
della Drôme des collines, un territorio che ancora mantiene le sue particolari e
misteriose peculiarità sociali e ambientali.
Le azioni di progetto saranno realizzate in tre diverse località della Drôme:
récrir le Palais Ideal
installazione di un servant Bluetooth per il giardino del Palais Ideal a Hauterives.
Horloge à eau pour la Drôme des collines (titolo provvisorio)
installazione in corso di definizione per un museo o un edificio pubblico a Romans.
cabinet de consultation
installazione, presso la galleria di Art3 a Valence, della collezione dei numerosi
documenti, oggetti, disegni e collages raccolti dall’autore, attraverso i quali rendere
possibile la lettura dell’intero processo di ricerca su cui si basa il progetto.
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Maurizio Cilli (Torino 1963, vive a Torino). Architetto e artista, Maurizio Cilli rivolge
la propria ricerca verso la comprensione dei fenomeni contemporanei di trasformazione
territoriale e urbana.
Laureatosi in Architettura a Torino, viene selezionato, nel 1987, dalla Biennale dei
Giovani Artisti dell’Europa del Mediterraneo, edizione di Barcellona, nella sezione
Architettura per il progetto di restauro e rifunzionalizzazione della Manifattura di
Moncalieri di Mario Passanti e Piero Perona. Dal 1988 al 1992 è stato cultore della
materia e collaboratore in diverse ricerche MURST per il Prof. Pietro Derossi nel
corso di Progettazione architettonica alla Facoltà di Architettura di Torino e successivamente
a Milano. Tra il 1992 e il 1995 ha lavorato nell’Ufficio del Piano Regolatore
Generale di Torino. Nel 1992 ha fondato, con Maurizio Zucca, lo studio Cilli e Zucca
architetti, realizzando, tra il 1993 e il 2000, edifici per abitazioni, case private, negozi,
appartamenti e piani di riqualificazione ambientale. Nella sua articolata attività
progettuale a Torino ha disegnato, tra gli altri, Docks Home, un club tecno ai Docks
Dora, the beach°, una “spiaggia” metropolitana ai Murazzi del Po e il Suono Club,
nato sulle ceneri del Dancing Faro.
È tra i fondatori del gruppo Città svelata, impegnato fra il 1993 e il 1999 in azioni di
riqualificazione dello spazio pubblico, tra le quali Abitare le OGR, 1996, e Traversata
dell’area metropolitana navigando sulla Dora Riparia, 1997. Nel 1997 è stato
curatore della sezione “Interventi metropolitani” della Biennale dei Giovani Artisti
dell’Europa e del Mediterraneo, edizione di Torino. Nel 2006 ha coordinato il progetto
Glocalmap, primo geoblog della rete web (www.glocalmap.to). Nei 2008 ha
collaborato al progetto Torino Geodesign realizzato in occasione di Torino World
Design Capital. Nel 2009 ha ideato, con a.titolo e Andrea Bellini, il progetto situa.to,
inserito nel Programma ufficiale di Y-our time Torino European Youth Capital 2010
(www.situa.to).
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Maurizio Cilli
rifiguration drômois
Progetto in corso
Progetto di ricerca realizzato con il sostegno di:
Région Rhône-Alpes
in collaborazione con:
Palais Ideal di Hauterives
Musée de la Poste di Parigi
Dipartimento di Ingegneria Idraulica del Politecnico di Torino (Prof. Giorgio Faraggiana
e Prof. Enzo Buffa)
lo studio tecnico del servant Bluetooth è stato realizzato con Hector Rinaldi e la
Gear.it di Reggio Emilia
03
giugno 2010
Ricerca artistica e territorio. Un programma di residenza tra Piemonte e Rhône-Alpes
03 giugno 2010
presentazione
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
PAV – PARCO D’ARTE VIVENTE
Torino, Via Giordano Bruno, 31, (Torino)
Torino, Via Giordano Bruno, 31, (Torino)
Vernissage
3 Giugno 2010, h. 18.00 - 20.00
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