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Richard Estes
Richard Estes (Kewanee, Illinois, 1932), noto internazionalmente come uno dei fondatori dell’iperrealismo e uno dei protagonisti della pittura contemporanea americana
Comunicato stampa
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A Richard Estes (Kewanee, Illinois, 1932), noto internazionalmente come uno dei fondatori dell'iperrealismo e uno dei protagonisti della pittura contemporanea americana, Palazzo Magnani di Reggio Emilia dedica, in occasione dei suoi settantacinque anni, una retrospettiva, che si terrà dal 1° aprile al 27 maggio 2007, e che sarà poi presentata al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid dal 14 giugno al 2 settembre.
L'esposizione, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e da Palazzo Magnani, con il contributo di Fondazione Pietro Manodori e CCPL di Reggio Emilia, e il supporto di Montana (Gruppo Cremonini), presenta 35 dipinti, molti di grandi dimensioni, che ripercorrono l'intera attività di Estes, dai suoi esordi negli anni Sessanta, quando, dopo avere intensamente operato nel campo dell'illustrazione, si dedicò alla pittura, fino ad oggi.
Le opere, oltre che dalla collezione privata dell'artista, provengono da alcuni dei maggiori musei americani, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e da collezioni private negli Stati Uniti e in Europa.
I dipinti di Estes - assai celebri sono i "paesaggi urbani" di New York, e di alcune delle più note città europee, da Parigi a Londra, da Venezia e Firenze a Barcellona; tuttavia, soprattutto nell'ultimo decennio, l'artista si è spinto anche a indagare visioni "naturali", quali quelle dei ghiacciai dell'Alaska e dell'incombente forma del Machu Picchu, o le vibrazioni luminose del mare visto da un traghetto, o ancora le montagne nevose del Maine, dove, su un'isola nell'Atlantico, risiede e lavora per parte dell'anno - rivelano il suo rapporto con la tradizione delle "vedute" di Canaletto, Guardi e Bellotto, l'influenza di maestri americani quali Edward Hopper e Charles Sheeler, e la sua attenzione alla fotografia di Eugene Atget, Walker Evans e Berenice Abbott.
Dice Sandro Parmiggiani, curatore della mostra assieme a Guillermo Solana, chief-curator del Museo Thyssen-Bornemisza: "Nella sua opera Estes innesta, su uno dei filoni della tradizione pittorica - quello realista che si snoda da Caravaggio fino al Novecento -, lo sguardo peculiare che la fotografia, e il cinema, con le loro inquadrature, ci hanno reso familiare, esaltando i riflessi che il vetro utilizzato nelle moderne costruzioni imprigiona e restituisce, e proponendo visioni urbane in cui il confine tra esterni e interni - siano essi edifici o mezzi di trasporto - è sempre più labile e facilmente valicabile, quasi che l'intimità e la riservatezza più non possano essere garantite nella vita urbana contemporanea. Inoltre, i dipinti delle metropoli di Estes costituiscono anche, visti in sequenza dal Sessanta ad oggi, un compendio di storia del paesaggio urbano, della sua evoluzione, espressione di una civiltà e di una identità che cambiano."
Ha scritto di Richard Estes il romanziere americano John Updike: "Estes rende con il tocco freddamente sensuale di Vermeer ciò che finora sarebbe sembrato troppo brutto da dipingere, troppo desolato da vedere."
In occasione della mostra viene realizzato un catalogo in due versioni (italiano-inglese per Palazzo Magnani; spagnolo inglese per il Museo Thyssen-Bornemisza), pubblicato da Skira, che contiene tra gli altri, oltre ai testi dei due curatori, anche scritti di Raffaele Crovi e di John Wilmerding, professore alla Princeton University, autore di una recente monografia su Estes edita da Rizzoli, New York.
In contemporanea, Palazzo Magnani ospita anche una grande mostra fotografica dedicata a Werner Bischof, che raccoglie 70 scatti del fotoreporter della Magnum, maestro riconosciuto del bianco e nero.
L'esposizione, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e da Palazzo Magnani, con il contributo di Fondazione Pietro Manodori e CCPL di Reggio Emilia, e il supporto di Montana (Gruppo Cremonini), presenta 35 dipinti, molti di grandi dimensioni, che ripercorrono l'intera attività di Estes, dai suoi esordi negli anni Sessanta, quando, dopo avere intensamente operato nel campo dell'illustrazione, si dedicò alla pittura, fino ad oggi.
Le opere, oltre che dalla collezione privata dell'artista, provengono da alcuni dei maggiori musei americani, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e da collezioni private negli Stati Uniti e in Europa.
I dipinti di Estes - assai celebri sono i "paesaggi urbani" di New York, e di alcune delle più note città europee, da Parigi a Londra, da Venezia e Firenze a Barcellona; tuttavia, soprattutto nell'ultimo decennio, l'artista si è spinto anche a indagare visioni "naturali", quali quelle dei ghiacciai dell'Alaska e dell'incombente forma del Machu Picchu, o le vibrazioni luminose del mare visto da un traghetto, o ancora le montagne nevose del Maine, dove, su un'isola nell'Atlantico, risiede e lavora per parte dell'anno - rivelano il suo rapporto con la tradizione delle "vedute" di Canaletto, Guardi e Bellotto, l'influenza di maestri americani quali Edward Hopper e Charles Sheeler, e la sua attenzione alla fotografia di Eugene Atget, Walker Evans e Berenice Abbott.
Dice Sandro Parmiggiani, curatore della mostra assieme a Guillermo Solana, chief-curator del Museo Thyssen-Bornemisza: "Nella sua opera Estes innesta, su uno dei filoni della tradizione pittorica - quello realista che si snoda da Caravaggio fino al Novecento -, lo sguardo peculiare che la fotografia, e il cinema, con le loro inquadrature, ci hanno reso familiare, esaltando i riflessi che il vetro utilizzato nelle moderne costruzioni imprigiona e restituisce, e proponendo visioni urbane in cui il confine tra esterni e interni - siano essi edifici o mezzi di trasporto - è sempre più labile e facilmente valicabile, quasi che l'intimità e la riservatezza più non possano essere garantite nella vita urbana contemporanea. Inoltre, i dipinti delle metropoli di Estes costituiscono anche, visti in sequenza dal Sessanta ad oggi, un compendio di storia del paesaggio urbano, della sua evoluzione, espressione di una civiltà e di una identità che cambiano."
Ha scritto di Richard Estes il romanziere americano John Updike: "Estes rende con il tocco freddamente sensuale di Vermeer ciò che finora sarebbe sembrato troppo brutto da dipingere, troppo desolato da vedere."
In occasione della mostra viene realizzato un catalogo in due versioni (italiano-inglese per Palazzo Magnani; spagnolo inglese per il Museo Thyssen-Bornemisza), pubblicato da Skira, che contiene tra gli altri, oltre ai testi dei due curatori, anche scritti di Raffaele Crovi e di John Wilmerding, professore alla Princeton University, autore di una recente monografia su Estes edita da Rizzoli, New York.
In contemporanea, Palazzo Magnani ospita anche una grande mostra fotografica dedicata a Werner Bischof, che raccoglie 70 scatti del fotoreporter della Magnum, maestro riconosciuto del bianco e nero.
31
marzo 2007
Richard Estes
Dal 31 marzo al 27 maggio 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO MAGNANI
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Corso Giuseppe Garibaldi, 29, (Reggio Nell'emilia)
Biglietti
Euro 7 intero; Euro 5 ridotto; Euro 2 studenti
Orario di apertura
9.30 - 13.00 / 15.00 - 19.00. Lunedì chiuso
Vernissage
31 Marzo 2007, ore 18.30
Editore
24 ORE CULTURA
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore