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Richard Pierce Sculture
Sostiene Pierce che le sue opere traggono ispirazione dal “fare”… non sono riconducibili ad un modello presente in natura, la loro genesi è ..affidata alle mani dell’artista, alla loro sensibilità…….
Micheli
Comunicato stampa
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Sostiene Richard Pierce che le sue opere traggono ispirazione dal "fare". Nel senso che non sono riconducibili ad un modello presente in natura, ma la loro genesi è piuttosto affidata alle mani dell'artista, alla loro sensibilità nel rincorrere un nodo o una venatura del legno, un grumo o un vuoto della massa d'argilla. Solo dopo - e solo nominalmente - vengono accostate a certi luoghi, a certi scorci che appartengono al tessuto di Pierce, ma si tratta in origine di paesaggi dell'anima, di archetipi custoditi con cura ermetica nell'impenetrabile iperuranio dell'artista.
Sia che estragga la forma sottraendo il di più dal marmo o dal legno, sia che che la crei aggiungendo o modellando la creta, il risultato è sempre quello: l'individuazione di un oggetto autonomo che si nutre di luce e di spazio, assorbendo o riflettendo l'una, condizionando o dilatando l'altro.
CARLO MICHELI
Non è improprio affermare che Richard Pierce sa dire "parole più nuove" nel fare scultura. Le sue sculture contengono una singolare interazione tra natura, mito, storia, anatomia e architettura, pulsioni e aspirazioni. Ed una grecità di base ( Atene, Aegina, Micene, etc) trasferita nel mondo odierno, ferita e snaturata, non come fa il tempo sul rudere, ma come la massificazione, l'indifferenza, lo sfregio sanno operare sulla inalienabile dignità dell'uomo. La materia si piega ad una efficacia interiore, come nella serie Icaro, interpretativa delle fasi di una sfida insensata. Oppure si slabbra svelando il "marcio" oltre lo sfavillio dell'apparenza. Eppure il senso di una intima perfezione predomina per l'equilibrio, per l'ineccepibile rapporto fra spazio e luce solidificata.
VERA MENEGUZZO
Sia che estragga la forma sottraendo il di più dal marmo o dal legno, sia che che la crei aggiungendo o modellando la creta, il risultato è sempre quello: l'individuazione di un oggetto autonomo che si nutre di luce e di spazio, assorbendo o riflettendo l'una, condizionando o dilatando l'altro.
CARLO MICHELI
Non è improprio affermare che Richard Pierce sa dire "parole più nuove" nel fare scultura. Le sue sculture contengono una singolare interazione tra natura, mito, storia, anatomia e architettura, pulsioni e aspirazioni. Ed una grecità di base ( Atene, Aegina, Micene, etc) trasferita nel mondo odierno, ferita e snaturata, non come fa il tempo sul rudere, ma come la massificazione, l'indifferenza, lo sfregio sanno operare sulla inalienabile dignità dell'uomo. La materia si piega ad una efficacia interiore, come nella serie Icaro, interpretativa delle fasi di una sfida insensata. Oppure si slabbra svelando il "marcio" oltre lo sfavillio dell'apparenza. Eppure il senso di una intima perfezione predomina per l'equilibrio, per l'ineccepibile rapporto fra spazio e luce solidificata.
VERA MENEGUZZO
26
settembre 2009
Richard Pierce Sculture
Dal 26 settembre al 13 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
SPAZIO 6
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 16,30-19,30
Vernissage
26 Settembre 2009, ore 18,00
Autore
Curatore