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Ricordando Tano Festa. Opere 1961-1979
La mostra alla Galleria dell’Oca “Ricordando Tano Festa. Opere 1961-1979” presenta, accanto ad importanti dipinti, un cospicuo gruppo di opere su carta del 1961-1963 ed opere già esposte nelle due personali che la galleria ha dedicato a Tano Festa nel 1973 e nel 1979.
Comunicato stampa
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1
Apre la mostra, insieme ad un gruppo di carte datate 1961-1963, Albinoni, opera del 1962.
Le strisce parallele di legno, rigide come canne d’ organo il cui ritmo è scandito dall’alternarsi del colore nero e oro, di Albinoni; o le lievi modulazioni plastiche create dalla sovrapposizione di nastri adesivi e dalla semplificazione cromatica ridotta a pochi colori assoluti, delle carte “a strisce”, sono solo alcuni elementi che sottolineano la volontà di superare l’esperienza dell’ “informale”.
Tano Festa, in un intervista di Giorgio De Marchis, nell’aprile del 1967, così parla del suo lavoro: “ Nel ’60 ho cominciato a fare quadri monocromi con le strisce ma non pensavo più alla pittura degli altri. L’incentivo di questi quadri sono state le cose che c’erano intorno a me, che guardavo, la strada, le strisce pedonali, l’ambiente, gli oggetti e a proposito delle reazioni che provocò nell’ambiente romano la mostra “5 pittori, Roma 60”: Angeli – Festa – Lo Savio – Schifano – Uncini” alla galleria La Salita, presentata da Pierre Restany, Festa aggiunge: “ Era un po’ l’uscita di una generazione con i caratteri di rottura verso l’informale. La critica parlava sia di Nouveau Réalisme, che di Neocostruttivismo.”
2
Sempre del ’62 sono le carte note come “Monumenti” realizzate subito dopo le opere monocrome nelle quali sembra esserci un bisogno di tornare ad una pittura più emotiva. L’elemento geometrico è forzato dal gesto pittorico. Si veda, ad esempio, il bellissimo “Monumento dedicato a Don Chiscotte” dove il piedistallo del monumento è sovrastato da una scultura fatta di segni rapidi e astratti, intrisi di tempera bianca.
Dalla stessa intervista del ’67 Festa aggiunge: “ Dopo queste forme geometriche ho cominciato nel ’62 a ricostruire i primi oggetti, le finestre, le porte, gli armadi, ancora collegati con i quadri del ’61; è come riconoscere le cose che si hanno più vicine, è chiaro che non mi sarebbe venuto in mente di guardare un cavallo. In queste cose vedevo un tipo di struttura , una specie di geometria applicata, quella dell’astrattismo divenuta reale in un oggetto che appare pieno di una carica emotiva”.
3
Il 18 gennaio 1973 la Galleria dell’Oca presentava una personale di Tano Festa: “Disegni”, costituita da una serie di carte, alcune delle quali sono riproposte: Ezra Pound, Magritte, Suicidio, Omaggio al colore, Arcobaleno, Fuori programma, tutte realizzate dall’autore fra il ’70 e il ’72. Allora Vittorio Rubiu così recensiva la mostra sul Corriere della Sera dell’11 febbraio 1973: “… Tra i pastelli esposti alla galleria dell’Oca ce n’è due che si raccomandano per la civiltà e il decoro della dedica a Ezra Pound…ed altri che sono abbozzi di quadri già fatti o da farsi, ma assai bene “macchiati”, e con una impaginazione pulitissima ed impeccabile, anche quando il colore si presenta arruffato come una matassa”. Anche Claudia Terenzi, su Paese Sera dell’8 marzo 1973, scriveva a proposito della stessa mostra: “I pastelli che oggi Festa espone [ alla Galleria dell’Oca ]mantengono forse alcuni inquietanti termini, c’è sempre in Festa una complessa, forse enigmatica allusività, vissuta però in un linguaggio rarefatto, lirico, ridotto ad una apparente leggerezza…”.
4
Nel 1979 la Galleria dell’Oca dedicava all’autore una seconda mostra con un gruppo di opere realizzate proprio in quegli anni note come Rebus. I soggetti sono giochi enigmistici che rimandano mediante figure, lettere e altri segni a proposizioni sottratte dal tempo e senza importanza.
Alcune di queste opere sono riproposte nell’ ultima stanza della galleria.
5
Nella sede di via Margutta vengono esposti tre progetti per una scultura all’aperto datati 1971-1972 e un bozzetto, in metallo, di piccole dimensioni dal titolo Monumento ad un poeta morto, opera dedicata al fratello Francesco Lo Savio morto suicida nel 1963. Da questo bozzetto sarà realizzata una scultura di dimensioni monumentali, con lo stesso titolo, ed eretta, dopo la scomparsa dell’artista, sulla spiaggia di Villa Margi a Messina nel 1989.
Apre la mostra, insieme ad un gruppo di carte datate 1961-1963, Albinoni, opera del 1962.
Le strisce parallele di legno, rigide come canne d’ organo il cui ritmo è scandito dall’alternarsi del colore nero e oro, di Albinoni; o le lievi modulazioni plastiche create dalla sovrapposizione di nastri adesivi e dalla semplificazione cromatica ridotta a pochi colori assoluti, delle carte “a strisce”, sono solo alcuni elementi che sottolineano la volontà di superare l’esperienza dell’ “informale”.
Tano Festa, in un intervista di Giorgio De Marchis, nell’aprile del 1967, così parla del suo lavoro: “ Nel ’60 ho cominciato a fare quadri monocromi con le strisce ma non pensavo più alla pittura degli altri. L’incentivo di questi quadri sono state le cose che c’erano intorno a me, che guardavo, la strada, le strisce pedonali, l’ambiente, gli oggetti e a proposito delle reazioni che provocò nell’ambiente romano la mostra “5 pittori, Roma 60”: Angeli – Festa – Lo Savio – Schifano – Uncini” alla galleria La Salita, presentata da Pierre Restany, Festa aggiunge: “ Era un po’ l’uscita di una generazione con i caratteri di rottura verso l’informale. La critica parlava sia di Nouveau Réalisme, che di Neocostruttivismo.”
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Sempre del ’62 sono le carte note come “Monumenti” realizzate subito dopo le opere monocrome nelle quali sembra esserci un bisogno di tornare ad una pittura più emotiva. L’elemento geometrico è forzato dal gesto pittorico. Si veda, ad esempio, il bellissimo “Monumento dedicato a Don Chiscotte” dove il piedistallo del monumento è sovrastato da una scultura fatta di segni rapidi e astratti, intrisi di tempera bianca.
Dalla stessa intervista del ’67 Festa aggiunge: “ Dopo queste forme geometriche ho cominciato nel ’62 a ricostruire i primi oggetti, le finestre, le porte, gli armadi, ancora collegati con i quadri del ’61; è come riconoscere le cose che si hanno più vicine, è chiaro che non mi sarebbe venuto in mente di guardare un cavallo. In queste cose vedevo un tipo di struttura , una specie di geometria applicata, quella dell’astrattismo divenuta reale in un oggetto che appare pieno di una carica emotiva”.
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Il 18 gennaio 1973 la Galleria dell’Oca presentava una personale di Tano Festa: “Disegni”, costituita da una serie di carte, alcune delle quali sono riproposte: Ezra Pound, Magritte, Suicidio, Omaggio al colore, Arcobaleno, Fuori programma, tutte realizzate dall’autore fra il ’70 e il ’72. Allora Vittorio Rubiu così recensiva la mostra sul Corriere della Sera dell’11 febbraio 1973: “… Tra i pastelli esposti alla galleria dell’Oca ce n’è due che si raccomandano per la civiltà e il decoro della dedica a Ezra Pound…ed altri che sono abbozzi di quadri già fatti o da farsi, ma assai bene “macchiati”, e con una impaginazione pulitissima ed impeccabile, anche quando il colore si presenta arruffato come una matassa”. Anche Claudia Terenzi, su Paese Sera dell’8 marzo 1973, scriveva a proposito della stessa mostra: “I pastelli che oggi Festa espone [ alla Galleria dell’Oca ]mantengono forse alcuni inquietanti termini, c’è sempre in Festa una complessa, forse enigmatica allusività, vissuta però in un linguaggio rarefatto, lirico, ridotto ad una apparente leggerezza…”.
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Nel 1979 la Galleria dell’Oca dedicava all’autore una seconda mostra con un gruppo di opere realizzate proprio in quegli anni note come Rebus. I soggetti sono giochi enigmistici che rimandano mediante figure, lettere e altri segni a proposizioni sottratte dal tempo e senza importanza.
Alcune di queste opere sono riproposte nell’ ultima stanza della galleria.
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Nella sede di via Margutta vengono esposti tre progetti per una scultura all’aperto datati 1971-1972 e un bozzetto, in metallo, di piccole dimensioni dal titolo Monumento ad un poeta morto, opera dedicata al fratello Francesco Lo Savio morto suicida nel 1963. Da questo bozzetto sarà realizzata una scultura di dimensioni monumentali, con lo stesso titolo, ed eretta, dopo la scomparsa dell’artista, sulla spiaggia di Villa Margi a Messina nel 1989.
10
giugno 2004
Ricordando Tano Festa. Opere 1961-1979
Dal 10 giugno al 23 luglio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELL’OCA STUDIO
Roma, Via Della Mercede, 12/a, (Roma)
Roma, Via Della Mercede, 12/a, (Roma)
Orario di apertura
Lunedi- venerdì 10:00 – 13:00, 16:30 – 19:30. Sabato su appuntamento
Vernissage
10 Giugno 2004, dalle 18.30 alle 21.00