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Riflessione. 1992-2007
Il percorso è partito nel 1992 quando Ignazio Campagna, Massimo Conconi, Emilio Corti e Marco Zanzottera hanno intrapreso un cammino artistico, professionale e di collaborazione che giunge nel 2007 al quindicesimo compleanno
Comunicato stampa
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“Riflettere vuol dire ripercorrere a ritroso la propria opera, dagli esiti ai prodromi ispirativi; indagare anche gli spunti dovuti essenzialmente all’intuizione del momento, recuperandoli come patrimonio motivazionale alla complessità della vicenda artistica. Fermarsi anche per un momento e riappropriarsi della propria facoltà di pensare per ritornare padrone del proprio tempo senza farsi imbrigliare dai ritmi coercitivi dei nostri giorni che tendono ad ammassarci in appiattite situazioni riduttivistiche.”
Queste le prime frasi del curatore Ettore Ceriani nell’introduzione della mostra che, dopo Gallarate, verrà inaugurata il 15 settembre a Villa Soranzo, Pinacoteca Comunale di Varallo Pombia.
Riflessione, prosegue il curatore, “è una mostra apparentemente organizzata con la forma di una collettiva. In effetti ha però una duplice valenza, in quanto da una parte si presta al confronto fra quattro autori, dall’altra si apre ad una rivisitazione critica all’interno del percorso creativo di ogni singolo artista. E ciò viene effettuato in modo essenziale e lucido, anche se certi passaggi possono sembrare, a prima vista, un po’ bruschi e richiedono attente considerazioni da parte dell’osservatore. In compenso, per la sua essenzialità, l’esposizione risulta intensa e stringente.”
Il percorso è partito nel 1992 quando Ignazio Campagna, Massimo Conconi, Emilio Corti e Marco Zanzottera hanno intrapreso un cammino artistico, professionale e di collaborazione che giunge nel 2007 al quindicesimo compleanno.
Tante le esposizioni collettive, le partecipazioni e le vicende artistiche che hanno trovato nel gruppo una comune volontà nell’affrontare nuove sfide, uno stimolo per costanti confronti e una maturità artistica necessaria al raggiungimento di traguardi inattesi. Personalità differenti per formazione e sensibilità, con la stessa consapevolezza di quanto la storia dell’arte abbia solidificato nel corso dei secoli, in questi anni hanno operato per ottenere risultati sempre più organici e quasi integrati dalle reciproche diversità.
In questa mostra i quattro artisti sono protagonisti di una riconsiderazione complessiva del loro lavoro, attualizzato sino all’oggi, con lavori inediti e di nuova realizzazione. “L’esposizione, nel suo insieme, si presenta spontaneamente organica per quanto riguarda la duplice valenza interno-esterno, nel senso che a due artisti (Conconi e Campagna) portati all’escavo intimistico, ne corrispondono altri due (Corti e Zanzottera) che prediligono dare ai loro lavori un’impronta più perentoria. Ciò che accomuna i quattro amici è comunque la piena rispondenza fra contenuti ed espressione alla quale va doverosamente aggiunto un senso del fare arte che ha profonde e connaturate radici etiche. Un lavoro, il loro, che vive nella contemporaneità, ma che non manca di solide radici, alle quali guardano spesso con intenti critico-costruttivi, traendone nuove motivazioni. Un flusso di idee inarrestabile, incondizionabile, strettamente connesso alle voci più profonde e sensibili della natura umana.”
La mostra verrà inaugurata sabato 15 settembre alle ore 18.00 e rimarrà aperta sino a domenica 7 ottobre 2007.
GLI ARTISTI DA VICINO
(testi di Ettore Ceriani)
Inizialmente, nei dipinti di Emilio Corti le superfici appaiono frammentate da grandi campiture che, delineando linee di forza, cercano di creare l’idea del movimento e della dinamicità tra masse e spazio.
In un secondo momento la materia pittorica acquisisce una luce endogena che tende a disgregare il tessuto cromatico in tanti filamenti, affidandosi ad un intenso brulicare di sensazioni e valori d’atmosfera che corrispondono ad una visione prettamente romantica della natura, alla quale l’artista sembra aderire immedesimandosi nella stessa.
Si tratta comunque di una pittura che non rinuncia mai ad essere pulsante e che tende a riflettere, nel vigore della sintesi, una realtà percepita nella sua continua possibilità di relazioni.
Se Corti proietta la sua poetica verso l’esterno, Massimo Conconi è interprete di una indagine che trova spunto dall’interiorità. Non esistono forme intese nel senso letterale del termine, ma nella sua pittura lo spazio è luogo di pure percezioni che l’artista sa raccogliere integralmente attraverso minimali variazioni di tonalità. La realtà di Conconi è interna all’uomo: una realtà emotiva che l’artista tenta di esprimere con la forza evocativa del colore e che si manifesta attraverso una pittura lirica, teneramente poetica, nella quale un dato di flessione o di esaltazione della tonalità diventa sino un elemento caratterizzante.
Nei suoi lavori, l’espressività della materia è contenuta, armoniosamente rispondente a nuclei segnici, indizi di possibili metamorfosi, che cadenzano una superficie nella quale luce e tono istituiscono una sorta di ritmo organico dove però lo spazio respira largo.
Questa divaricazione di referenzialità fra ‘interno’ ed ‘esterno’ la si trova anche nelle esperienze plastiche di Ignazio Campagna e Marco Zanzottera.
Nella scultura del primo l’impulso creativo parte da una forma stabile e ben definita, strutturalmente organizzata secondo linee di solidi geometrici che offrono l’idea di un forte ancoraggio classico-razionale alla forma. Su questa base, che rappresenta comunque un aggancio psicologico, l’artista interviene attraverso un’azione di scavo che, pur alludendo all’iniziale massa da indagare, conduce all’interno della stessa una ricerca minuziosa di linee portanti, nascoste allo sguardo dalle apparenze, rivelandole allo sguardo come realtà ‘altra’. Il risultato finale è una evidenza ibrida in cui l’apparenza anatomica si frammischia ad elementi psicologi che riconducono alle difficoltà dell’esistenza ed alle fatiche connesse alle ricerche dell’identità.
Marco Zanzottera parte da forme che tendono ad eludere il peso della fisicità. Librate per aria, idealmente portate all’evanescenza del sogno di cui le stesse rappresentano un esempio visivo, anche grazie ad una spontanea carica simbolica. L’esigenza di condensare attorno ad una simbolo è molto sentita nel lavoro di Marco e persiste anche nelle opere recenti, peraltro segnate da una fresca tatualità che sa raccogliere i moti e le impressioni del momento.
Nelle ultime sculture si ravvisa però un cambiamento, in quanto l’artista ritorna a forme naturalistiche con linee e particolari acuti, apparentemente gravate da un retaggio primordiale e da marcate spigolosità. E’ sempre sentita la necessità di dirimere il legame contradditorio che lega spirito e corpo. Alle evidenze naturalistiche (l’incarnato delle figure) si mescolano elementi di ironica fantasia (il colore verde, simbolo di una natura che appare virtuale).
Queste le prime frasi del curatore Ettore Ceriani nell’introduzione della mostra che, dopo Gallarate, verrà inaugurata il 15 settembre a Villa Soranzo, Pinacoteca Comunale di Varallo Pombia.
Riflessione, prosegue il curatore, “è una mostra apparentemente organizzata con la forma di una collettiva. In effetti ha però una duplice valenza, in quanto da una parte si presta al confronto fra quattro autori, dall’altra si apre ad una rivisitazione critica all’interno del percorso creativo di ogni singolo artista. E ciò viene effettuato in modo essenziale e lucido, anche se certi passaggi possono sembrare, a prima vista, un po’ bruschi e richiedono attente considerazioni da parte dell’osservatore. In compenso, per la sua essenzialità, l’esposizione risulta intensa e stringente.”
Il percorso è partito nel 1992 quando Ignazio Campagna, Massimo Conconi, Emilio Corti e Marco Zanzottera hanno intrapreso un cammino artistico, professionale e di collaborazione che giunge nel 2007 al quindicesimo compleanno.
Tante le esposizioni collettive, le partecipazioni e le vicende artistiche che hanno trovato nel gruppo una comune volontà nell’affrontare nuove sfide, uno stimolo per costanti confronti e una maturità artistica necessaria al raggiungimento di traguardi inattesi. Personalità differenti per formazione e sensibilità, con la stessa consapevolezza di quanto la storia dell’arte abbia solidificato nel corso dei secoli, in questi anni hanno operato per ottenere risultati sempre più organici e quasi integrati dalle reciproche diversità.
In questa mostra i quattro artisti sono protagonisti di una riconsiderazione complessiva del loro lavoro, attualizzato sino all’oggi, con lavori inediti e di nuova realizzazione. “L’esposizione, nel suo insieme, si presenta spontaneamente organica per quanto riguarda la duplice valenza interno-esterno, nel senso che a due artisti (Conconi e Campagna) portati all’escavo intimistico, ne corrispondono altri due (Corti e Zanzottera) che prediligono dare ai loro lavori un’impronta più perentoria. Ciò che accomuna i quattro amici è comunque la piena rispondenza fra contenuti ed espressione alla quale va doverosamente aggiunto un senso del fare arte che ha profonde e connaturate radici etiche. Un lavoro, il loro, che vive nella contemporaneità, ma che non manca di solide radici, alle quali guardano spesso con intenti critico-costruttivi, traendone nuove motivazioni. Un flusso di idee inarrestabile, incondizionabile, strettamente connesso alle voci più profonde e sensibili della natura umana.”
La mostra verrà inaugurata sabato 15 settembre alle ore 18.00 e rimarrà aperta sino a domenica 7 ottobre 2007.
GLI ARTISTI DA VICINO
(testi di Ettore Ceriani)
Inizialmente, nei dipinti di Emilio Corti le superfici appaiono frammentate da grandi campiture che, delineando linee di forza, cercano di creare l’idea del movimento e della dinamicità tra masse e spazio.
In un secondo momento la materia pittorica acquisisce una luce endogena che tende a disgregare il tessuto cromatico in tanti filamenti, affidandosi ad un intenso brulicare di sensazioni e valori d’atmosfera che corrispondono ad una visione prettamente romantica della natura, alla quale l’artista sembra aderire immedesimandosi nella stessa.
Si tratta comunque di una pittura che non rinuncia mai ad essere pulsante e che tende a riflettere, nel vigore della sintesi, una realtà percepita nella sua continua possibilità di relazioni.
Se Corti proietta la sua poetica verso l’esterno, Massimo Conconi è interprete di una indagine che trova spunto dall’interiorità. Non esistono forme intese nel senso letterale del termine, ma nella sua pittura lo spazio è luogo di pure percezioni che l’artista sa raccogliere integralmente attraverso minimali variazioni di tonalità. La realtà di Conconi è interna all’uomo: una realtà emotiva che l’artista tenta di esprimere con la forza evocativa del colore e che si manifesta attraverso una pittura lirica, teneramente poetica, nella quale un dato di flessione o di esaltazione della tonalità diventa sino un elemento caratterizzante.
Nei suoi lavori, l’espressività della materia è contenuta, armoniosamente rispondente a nuclei segnici, indizi di possibili metamorfosi, che cadenzano una superficie nella quale luce e tono istituiscono una sorta di ritmo organico dove però lo spazio respira largo.
Questa divaricazione di referenzialità fra ‘interno’ ed ‘esterno’ la si trova anche nelle esperienze plastiche di Ignazio Campagna e Marco Zanzottera.
Nella scultura del primo l’impulso creativo parte da una forma stabile e ben definita, strutturalmente organizzata secondo linee di solidi geometrici che offrono l’idea di un forte ancoraggio classico-razionale alla forma. Su questa base, che rappresenta comunque un aggancio psicologico, l’artista interviene attraverso un’azione di scavo che, pur alludendo all’iniziale massa da indagare, conduce all’interno della stessa una ricerca minuziosa di linee portanti, nascoste allo sguardo dalle apparenze, rivelandole allo sguardo come realtà ‘altra’. Il risultato finale è una evidenza ibrida in cui l’apparenza anatomica si frammischia ad elementi psicologi che riconducono alle difficoltà dell’esistenza ed alle fatiche connesse alle ricerche dell’identità.
Marco Zanzottera parte da forme che tendono ad eludere il peso della fisicità. Librate per aria, idealmente portate all’evanescenza del sogno di cui le stesse rappresentano un esempio visivo, anche grazie ad una spontanea carica simbolica. L’esigenza di condensare attorno ad una simbolo è molto sentita nel lavoro di Marco e persiste anche nelle opere recenti, peraltro segnate da una fresca tatualità che sa raccogliere i moti e le impressioni del momento.
Nelle ultime sculture si ravvisa però un cambiamento, in quanto l’artista ritorna a forme naturalistiche con linee e particolari acuti, apparentemente gravate da un retaggio primordiale e da marcate spigolosità. E’ sempre sentita la necessità di dirimere il legame contradditorio che lega spirito e corpo. Alle evidenze naturalistiche (l’incarnato delle figure) si mescolano elementi di ironica fantasia (il colore verde, simbolo di una natura che appare virtuale).
15
settembre 2007
Riflessione. 1992-2007
Dal 15 settembre al 07 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
PINACOTECA COMUNALE – VILLA SORANZO
Varallo Pombia, Piazza Giuseppe Mazzini, 1, (Novara)
Varallo Pombia, Piazza Giuseppe Mazzini, 1, (Novara)
Orario di apertura
sabato e festivi 10.00-12.00 e 17.00-19.00
Vernissage
15 Settembre 2007, ore 17.30
Ufficio stampa
METAMUSA
Autore
Curatore