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Riflessioni visive sui navigli
mostra fotografica
Comunicato stampa
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I navigli lombardi costituiscono notoriamente un patrimonio storico – ingegneristico e paesaggistico –non solo del capoluogo lombardo ma di tutta la regione e se fossero stati tenuti scoperti e tutelati nel loro circuito cittadino, anziché essere sacrificati alle esigenze del traffico moderno, probabilmente oggi costituirebbero una delle fonti paesaggistiche più attraenti di Milano. Periodicamente qualcuno propone l’ipotesi, davvero rivoluzionaria, di smantellare le coperture realizzate nel secolo scorso per riportarli all’originario splendore che qualificava Milano come la Venezia della pianura padana: supponiamo però che il predominio della mobilità automobilistica prevarrà ancora a lungo sulla lungimiranza storico-turistica.
Certo oggi non arrivano più in Darsena, il vecchio porto di Milano, le chiatte che per secoli hanno rifornito la città di sabbie, marmi e vari materiali, comprese derrate alimentari, con cui si costruiva e si commerciava: proprio in questo periodo la Darsena è svuotata e ridotta a un unico cantiere che sta costruendo un grande parcheggio sotterraneo. Senza entrare nel merito di una discussione politico-urbanistica la prima reazione è sicuramente di perplessità: si fosse almeno progettata e costruita una stazione della metropolitana!
Amaramente rassegnati alla (il)logica delle scelte urbanistiche i fotografi ancora una volta forniscono il loro contributo visivo alla documentazione della trasformazione della città: questo progetto espositivo nasce dall’incontro di tre fotografi che con stili molto diversi testimoniano di paesaggi passati e di quelli attuali, gettando uno sguardo malinconico o analitico o suggestivo su alcune tratte di questi canali così importanti nello sviluppo della città e nella sua percezione visiva.
La Darsena, reale punto d’incontro di tutti i canali convergenti su Milano, rivive in questa mostra i suoi ultimi splendori di fabbrica all’aperto, fotografata da Ermanno Barchiesi, a metà degli anni settanta, in un bianco e nero malinconico dal sapore neorealistico. Lo stesso luogo è documentato invece allo stato attuale dagli scatti di Luca Casonato, un giovane fotografo che traduce la sensazione di sospensione dovuta alla trasformazione attuale del luogo in visioni notturne dominate da colori artificiali, forti, stilisticamente vicini alla percezione contemporanea del paesaggio. Lo stesso dualismo riscontriamo nelle immagini realizzate da Barchiesi e Casonato in altri punti dei navigli, in particolare lungo il corso del Naviglio Pavese, sia nei paesaggi cittadini che in quelli più periferici o di campagna: le immagini in mostra offrono così scorci “poeticamente analitici” con il bianco e nero di Barchiesi e altri scorci di Casonato dove il colore alterato delle luci notturne aggiunge un tocco teatrale e misterioso a questi luoghi.
Il progetto espositivo è completato dalla ricerca di Gianni Maffi che ha realizzato un’unica sequenza in bianco e nero accostando venti fotogrammi, risultato di due opposte inquadrature su dieci diversi ponti che attraversano il Naviglio Pavese. Ne viene fuori una sorta di racconto visivo in cui le riprese paiono collegare lo sguardo tra un paesaggio e l’altro, in un continuum reale e ideale che ci accompagna lungo il corso del canale.
Tre fotografi, tre approcci diversi, tre stili: una prova interessante di come la fotografia può svolgere contemporaneamente un ruolo di testimonianza e di ricerca artistica, raccontandoci dei luoghi e facendone vibrare visivamente diverse corde emotive e critiche.
Pio Tarantini
Certo oggi non arrivano più in Darsena, il vecchio porto di Milano, le chiatte che per secoli hanno rifornito la città di sabbie, marmi e vari materiali, comprese derrate alimentari, con cui si costruiva e si commerciava: proprio in questo periodo la Darsena è svuotata e ridotta a un unico cantiere che sta costruendo un grande parcheggio sotterraneo. Senza entrare nel merito di una discussione politico-urbanistica la prima reazione è sicuramente di perplessità: si fosse almeno progettata e costruita una stazione della metropolitana!
Amaramente rassegnati alla (il)logica delle scelte urbanistiche i fotografi ancora una volta forniscono il loro contributo visivo alla documentazione della trasformazione della città: questo progetto espositivo nasce dall’incontro di tre fotografi che con stili molto diversi testimoniano di paesaggi passati e di quelli attuali, gettando uno sguardo malinconico o analitico o suggestivo su alcune tratte di questi canali così importanti nello sviluppo della città e nella sua percezione visiva.
La Darsena, reale punto d’incontro di tutti i canali convergenti su Milano, rivive in questa mostra i suoi ultimi splendori di fabbrica all’aperto, fotografata da Ermanno Barchiesi, a metà degli anni settanta, in un bianco e nero malinconico dal sapore neorealistico. Lo stesso luogo è documentato invece allo stato attuale dagli scatti di Luca Casonato, un giovane fotografo che traduce la sensazione di sospensione dovuta alla trasformazione attuale del luogo in visioni notturne dominate da colori artificiali, forti, stilisticamente vicini alla percezione contemporanea del paesaggio. Lo stesso dualismo riscontriamo nelle immagini realizzate da Barchiesi e Casonato in altri punti dei navigli, in particolare lungo il corso del Naviglio Pavese, sia nei paesaggi cittadini che in quelli più periferici o di campagna: le immagini in mostra offrono così scorci “poeticamente analitici” con il bianco e nero di Barchiesi e altri scorci di Casonato dove il colore alterato delle luci notturne aggiunge un tocco teatrale e misterioso a questi luoghi.
Il progetto espositivo è completato dalla ricerca di Gianni Maffi che ha realizzato un’unica sequenza in bianco e nero accostando venti fotogrammi, risultato di due opposte inquadrature su dieci diversi ponti che attraversano il Naviglio Pavese. Ne viene fuori una sorta di racconto visivo in cui le riprese paiono collegare lo sguardo tra un paesaggio e l’altro, in un continuum reale e ideale che ci accompagna lungo il corso del canale.
Tre fotografi, tre approcci diversi, tre stili: una prova interessante di come la fotografia può svolgere contemporaneamente un ruolo di testimonianza e di ricerca artistica, raccontandoci dei luoghi e facendone vibrare visivamente diverse corde emotive e critiche.
Pio Tarantini
26
febbraio 2007
Riflessioni visive sui navigli
Dal 26 febbraio al 16 marzo 2007
fotografia
Location
BERTOLT BRECHT – SPAZIO 2
Milano, Via Antonio Giovanola, 21C, (Milano)
Milano, Via Antonio Giovanola, 21C, (Milano)
Orario di apertura
lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 17.00 alle ore 19.00
Vernissage
26 Febbraio 2007, ore 18
Autore
Curatore