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Rinaldo Cutini – mutazioni inQuiete
uno dei più apprezzati graphic designer italiani, riconosciuto a livello internazionale, Art Director sin dai primi anni settanta, creatore di diversi marchi per note multinazionali e aziende di rilievo
Comunicato stampa
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Con la videoproiezione “mutazioni inQuiete” lo Studio E.M.P. presenta una selezione di lavori artistici di computer grafica di Rinaldo Cutini (Roma, 1937), uno dei più apprezzati graphic designer italiani, riconosciuto a livello internazionale, Art Director sin dai primi anni settanta, creatore di diversi marchi per note multinazionali e aziende di rilievo.
“L’oscenità stessa non è che una forma di dolore,
ma così ‘leggermente’ legata alla rinascita da essere,
di tutti i dolori, il più ricco, il più folle, il più invidiabile.”
Georges Bataille
Queste opere di Rinaldo Cutini sono “finestre”, che si aprono allo sguardo voyeuristico e feticistico, immobilizzando la visione, mettendola in crisi nel suo senso “comune” e conducendo il reale alla sua rappresentazione ideale. Vagine iperdimensionate, estetizzate, signore del desiderio e della seduzione, forti della loro sovranità ironica e della loro indifferenza trionfale, costituiscono lo scandalo dell’ oggetto del desiderio, rivelandone, del Soggetto, l’ossessione, come l’irragiungibile meta dell’erotomane al quale è resa infelice la coscienza. Lo sguardo - la mente - concupiscente (dell’autore-soggetto) lavora sulla carne, la altera, la sacralizza -perché vietata quanto desiderata- ad un punto tale che l’oscenità perde la sua stessa natura di oscenità.
Tratte da siti hard, le immagini, ancor prima della decontestualizzazione, della metamorfosi digitale e della resa in macro , tradiscono e denunciano, enfatizzano e celebrano quella che è la libertà della sessualità nella cultura occidentale, così come il velo, la cultura del nascosto e la pratica della mutilazione genitale femminile manifestano la chiusura di un Islam conservatore nei confronti di un occidente decadente.
Ecco perché la videoproiezione delle grafiche di Cutini viene reinterpretata e rielaborata dallo Studio E.M.P. (Valerio de Filippis, in collaborazione con Leonardo Cutini al montaggio) associando alle immagini un sottofondo di musica araba e innescando così la tematica del confronto, senza nessuna pretesa di giudizio, ma solo con l’intento di invitare alla riflessione.
Lo straniante, dato dal ritmo della musica, dagli “effetti” accordati alle immagini, dalle parole d’amore delle canzoni, come “anty umry” (sei la mia vita) o “qalby” (cuore mio), si interseca nella contaminazione/sovrapposizione, reciproca e interscambiabile, tra le immagini proiettate - che diventano metafisica della simulazione di un’oscena esibizione e interfaccia di un desiderio parossistico - e la sensualità di due ballerine di danza del ventre, accompagnate da un percussionista, che si pone come puro erotismo, poetica del desiderio e della bellezza.
Quante culture, quante sfaccettature ci sono fra carnalità ed estasi?
“L’oscenità stessa non è che una forma di dolore,
ma così ‘leggermente’ legata alla rinascita da essere,
di tutti i dolori, il più ricco, il più folle, il più invidiabile.”
Georges Bataille
Queste opere di Rinaldo Cutini sono “finestre”, che si aprono allo sguardo voyeuristico e feticistico, immobilizzando la visione, mettendola in crisi nel suo senso “comune” e conducendo il reale alla sua rappresentazione ideale. Vagine iperdimensionate, estetizzate, signore del desiderio e della seduzione, forti della loro sovranità ironica e della loro indifferenza trionfale, costituiscono lo scandalo dell’ oggetto del desiderio, rivelandone, del Soggetto, l’ossessione, come l’irragiungibile meta dell’erotomane al quale è resa infelice la coscienza. Lo sguardo - la mente - concupiscente (dell’autore-soggetto) lavora sulla carne, la altera, la sacralizza -perché vietata quanto desiderata- ad un punto tale che l’oscenità perde la sua stessa natura di oscenità.
Tratte da siti hard, le immagini, ancor prima della decontestualizzazione, della metamorfosi digitale e della resa in macro , tradiscono e denunciano, enfatizzano e celebrano quella che è la libertà della sessualità nella cultura occidentale, così come il velo, la cultura del nascosto e la pratica della mutilazione genitale femminile manifestano la chiusura di un Islam conservatore nei confronti di un occidente decadente.
Ecco perché la videoproiezione delle grafiche di Cutini viene reinterpretata e rielaborata dallo Studio E.M.P. (Valerio de Filippis, in collaborazione con Leonardo Cutini al montaggio) associando alle immagini un sottofondo di musica araba e innescando così la tematica del confronto, senza nessuna pretesa di giudizio, ma solo con l’intento di invitare alla riflessione.
Lo straniante, dato dal ritmo della musica, dagli “effetti” accordati alle immagini, dalle parole d’amore delle canzoni, come “anty umry” (sei la mia vita) o “qalby” (cuore mio), si interseca nella contaminazione/sovrapposizione, reciproca e interscambiabile, tra le immagini proiettate - che diventano metafisica della simulazione di un’oscena esibizione e interfaccia di un desiderio parossistico - e la sensualità di due ballerine di danza del ventre, accompagnate da un percussionista, che si pone come puro erotismo, poetica del desiderio e della bellezza.
Quante culture, quante sfaccettature ci sono fra carnalità ed estasi?
13
giugno 2007
Rinaldo Cutini – mutazioni inQuiete
Dal 13 giugno al 13 luglio 2007
arte contemporanea
Location
STUDIO E.M.P.
Roma, Via Del Conservatorio, 69, (Roma)
Roma, Via Del Conservatorio, 69, (Roma)
Vernissage
13 Giugno 2007, ore 21
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