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Ritardi e Rivoluzioni
La mostra Ritardi e Rivoluzioni, a cura di Francesco Bonami e Daniel Birnbaum e fulcro della 50esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, dove è stata presentata al Padiglione Italia nei Giardini di Castello, viene ora riproposta nella sua centralità a Palazzo Belmonte Riso di Palermo dal 15 settembre al 30 ottobre 2004.
Comunicato stampa
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Gli artisti presentati sono: Paul Althamer, Thomas Bayrle, Gil Carmit, Jonas Dahlberg, Din Q-Le, Juan Oedro Fabra Guemaberena, Ceal Floyer, Isa Genzken, Felix Gmelin, Amit Goren, Massimo Grimaldi, Kevin Hanley, Carsten Holler, Peter Fischli e David Weiss – vincitori della 50esima Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia – Shirana Shabazi, Tobias Rehberger, Rirkrit Tiravanija. La mostra vuole essere una riflessione, attraverso le opere di artisti di diverse generazioni, su come l'arte raggiunga la propria maturità attraverso tempi e percorsi non lineari e sottolinea come alcune opere, considerate in ritardo rispetto alle mode e alle tendenze dell'arte, si rivelino nel tempo con la loro natura rivoluzionaria.
Il presente spesso ignora segni artistici che invece sono in anticipo sui propri tempi e gran parte della storia dell'arte è stata costruita proprio sulla metamorfosi di grandi ritardi in grandi rivoluzioni.
Teorico del ritardo è Marcel Duchamp, l'artista francese, il cui ritratto é presentato in mostra accanto ad un film di Andy Warhol, protagonista della Pop Art Americana che è stato compreso nella sua forza rivoluzionaria in ritardo rispetto alla sua attività sperimentale dagli anni '60. Duchamp e Warhol sono i due assi artistici sui quali la mostra è stata concepita.
La scelta di Palermo come luogo ideale per presentare Ritardi e Rivoluzioni nasce anche da una riflessione sul rapporto tutto particolare con la dimensione temporale della città e della Sicilia. Che il grande romanzo Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, sia anche stato, da un punto di vista letterario una grande rivoluzione scoppiata in ritardo, può servire da simbolo per questo nuovo connubio fra la contemporaneità della Biennale e la dimensione storica della Sicilia.
I tre piani del settecentesco Palazzo Belmonte Riso, il cortile interno e il suo affaccio sulla piazza consentono un percorso di mostra che alterna momenti pubblici, con l'opera di Tobias Rehberger che sarà visibile dalla strada, illuminando anche la notte le grandi vetrate del palazzo, a momenti più intimi, come la proiezione di Jonas Dahlberg, o spettacolari come i grandi bambù di Isa Genzken che si affacciano da una delle terrazze.
Palazzo Belmonte Riso, costruito intorno al 1784 dal Principe Ventimiglia, è stato recentemente restaurato dopo il lungo periodo di abbandono seguito ai gravi danni riportati durante i bombardamenti del 1943.
Si tratta di uno dei migliori esempi di residenza privata nobiliare risultante dall’incontro tra il barocco ed il neoclassicismo, come testimoniano gli austeri porticati e i saloni di rappresentanza. Situato in pieno centro storico lungo l’arteria di corso Vittorio Emanuele, il Palazzo, attualmente sede espositiva gestita dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, rappresenta grazie alla configurazione dei propri spazi una sede espositiva di arte contemporanea ideale per la vivace realtà culturale della città.
Il presente spesso ignora segni artistici che invece sono in anticipo sui propri tempi e gran parte della storia dell'arte è stata costruita proprio sulla metamorfosi di grandi ritardi in grandi rivoluzioni.
Teorico del ritardo è Marcel Duchamp, l'artista francese, il cui ritratto é presentato in mostra accanto ad un film di Andy Warhol, protagonista della Pop Art Americana che è stato compreso nella sua forza rivoluzionaria in ritardo rispetto alla sua attività sperimentale dagli anni '60. Duchamp e Warhol sono i due assi artistici sui quali la mostra è stata concepita.
La scelta di Palermo come luogo ideale per presentare Ritardi e Rivoluzioni nasce anche da una riflessione sul rapporto tutto particolare con la dimensione temporale della città e della Sicilia. Che il grande romanzo Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, sia anche stato, da un punto di vista letterario una grande rivoluzione scoppiata in ritardo, può servire da simbolo per questo nuovo connubio fra la contemporaneità della Biennale e la dimensione storica della Sicilia.
I tre piani del settecentesco Palazzo Belmonte Riso, il cortile interno e il suo affaccio sulla piazza consentono un percorso di mostra che alterna momenti pubblici, con l'opera di Tobias Rehberger che sarà visibile dalla strada, illuminando anche la notte le grandi vetrate del palazzo, a momenti più intimi, come la proiezione di Jonas Dahlberg, o spettacolari come i grandi bambù di Isa Genzken che si affacciano da una delle terrazze.
Palazzo Belmonte Riso, costruito intorno al 1784 dal Principe Ventimiglia, è stato recentemente restaurato dopo il lungo periodo di abbandono seguito ai gravi danni riportati durante i bombardamenti del 1943.
Si tratta di uno dei migliori esempi di residenza privata nobiliare risultante dall’incontro tra il barocco ed il neoclassicismo, come testimoniano gli austeri porticati e i saloni di rappresentanza. Situato in pieno centro storico lungo l’arteria di corso Vittorio Emanuele, il Palazzo, attualmente sede espositiva gestita dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, rappresenta grazie alla configurazione dei propri spazi una sede espositiva di arte contemporanea ideale per la vivace realtà culturale della città.
13
settembre 2004
Ritardi e Rivoluzioni
Dal 13 settembre al 30 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
RISO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA – PALAZZO BELMONTE RISO
Palermo, Via Vittorio Emanuele, 365, (Palermo)
Palermo, Via Vittorio Emanuele, 365, (Palermo)
Biglietti
2 €
Orario di apertura
dalle 10 alle 20; domenica dalle 10 alle 13
Vernissage
13 Settembre 2004, ore 18.30
Sito web
www.sensicontemporanei.it
Editore
MARSILIO
Autore
Juan Oedro Fabra Guemaberena
Curatore