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Ritratti della Natura
Apre al pubblico nella Villa Medicea di Poggio a Caiano: il Museo della Natura Morta con duecento dipinti appartenuti alle collezioni medicee
Comunicato stampa
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Apre al pubblico nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, capolavoro dell’architettura rinascimentale, il Museo della Natura Morta, unico nel suo genere in Italia e nel mondo.
L’intero ultimo piano della Villa, fatta costruire da Lorenzo il Magnifico su progetto di Giuliano da Sangallo e affrescata da Andrea del Sarto, Pontormo e Alessandro Allori, ospiterà nei suoi 900 metri quadrati, secondo un percorso cronologico, 200 dipinti di natura morta e “natura viva” appartenuti alle collezioni medicee. Esempi di straordinaria bellezza che raccontano la storia di una grande collezione messa insieme con passione dai Medici nel corso di un secolo e mezzo, dagli inizi del Seicento alla metà del Settecento. Opere di artisti italiani, fiamminghi e olandesi, acquistate o commissionate, che andarono a costituire la più importante collezione esistente in Italia e in Europa di nature morte. Artisti come Bartolomeo Bimbi, Felice Boselli, Jan Brueghel, Margherita Caffi, Giovanna Garzoni, Nicolas van Houbraken, Bartolomeo Ligozzi, Gaspare Lopez, Mario de’ Fiori, Otto Marseus, Cristoforo Munari, Pietro Navarra, Filippo Napoletano, Giuseppe Recco, Andrea Scacciati, Franz Werner Tamm, e molti altri.
Una lunga storia ed un complesso lavoro di ricerca hanno portato alla realizzazione del nuovo museo, che è stato realizzato dal Polo Museale Fiorentino con la collaborazione del Comune di Poggio a Caiano e della Provincia di Prato, con cui nel 2005 è stato siglato un protocollo d’intesa che prevede una stretta collaborazione tra le amministrazioni per la realizzazione e la valorizzazione del museo, di cui sono curatori Marco Chiarini e Stefano Casciu, quest’ultimo anche direttore della Villa Medicea.
La maggior parte dei duecento dipinti esposti nel museo sarà visibile al pubblico per la prima volta, perché conservati fino ad ora nei depositi del Polo Museale Fiorentino - soprattutto negli Uffizi e in Palazzo Pitti - dove sono confluiti a causa di complesse vicende storiche, o nelle stanze di palazzi pubblici sparsi in tutta Italia.
La scelta della Villa Medicea di Poggio a Caiano come sede del museo non è casuale: i Medici destinarono alle grandi residenze di campagna le raccolte di natura morta, ognuna delle quali ospitava un “soggetto” diverso. A Poggio a Caiano il gran principe Ferdinando de’ Medici aveva riunito gran parte delle sue collezioni; Cosimo III all’Ambrogiana, i dipinti raffiguranti animali vivi, soprattutto uccelli, dei veri e propri “ritratti “che “formavano un teatro delle meraviglie della Natura”; a Careggi trovò sede la collezione “teratologica”, ovvero opere con vegetali o animali eccezionali per rarità, dimensioni, provenienza esotica o per alcune anomalie fisiche che li rendevano mostruosi ed unici, come l’Agnello o il Vitello nati con due teste, il Cacatua bianco delle Molucche, il Fagiano dorato della Cina o il Girasole, oggi confluite nel museo; a Castello i dipinti dei fiori; mentre al Casino della Topaia, sempre Cosimo III diede vita ad un eccezionale confronto tra Natura ed Arte, coltivando nel terreno circostante “tutte le sorti di frutte, d’agrumi, d’uve e di fiori che finora si sono potute ritrovare” e collocando al suo interno le grandi tele del Bimbi che li rappresentavano.
Nelle 16 sale del museo, saranno dunque esposte opere appartenute ai diversi personaggi della dinastia granducale toscana che nel corso di quattro generazioni misero insieme una straordinaria ed unica collezione: da Cosimo II de’ Medici (1590-1621) con la consorte Maria Maddalena d’Austria ed i fratelli Don Lorenzo ed il cardinale Carlo; il suo successore, il granduca Ferdinando II con la moglie Vittoria della Rovere ed i fratelli cardinali Leopoldo e Giovan Carlo; infine, nel momento di massimo sviluppo della natura morta, il granduca Cosimo III, suo fratello il cardinale Francesco Maria ed i figli del granduca, il Gran Principe Ferdinando ed Anna Maria Luisa (1667-1743), l’ultima della dinastia.
La realizzazione del museo ha una lunga storia che parte già negli anni trenta del Novecento, ma solo nel 1990, sulla base di un ampio progetto ideato da Marco Chiarini, furono allestite nella villa due sale con i celebri “campionari pomologici” di Bartolomeo Bimbi. Da allora si sono susseguite mostre e pubblicazioni, che hanno fornito solide basi scientifiche per la nascita del nuovo museo. Anche Federico Zeri, che nel 1989 coordinò la prima impresa editoriale sul tema de “La Natura Morta in Italia”, sostenne con forza la sua realizzazione, convinto che “quello delle nature morte sarebbe stato un museo unico al mondo”. Infine, nel 2002, con l’integrazione della Villa di Poggio a Caiano nel Polo Museale Fiorentino, l’allora soprintendente Antonio Paolucci affidò a Marco Chiarini e Stefano Casciu l’incarico di crearlo.
Per prima cosa si rese necessario effettuare un censimento di tutte le opere di natura morta provenienti da collezioni medicee che portò all’individuazione di ben 754 dipinti su tela, tavola, carta e pergamena appartenenti al Polo Museale Fiorentino. Di queste circa 90 erano accessibili al pubblico, 430 conservate nei depositi del Polo e 94 dislocate, in deposito esterno, in uffici pubblici italiani (Camera dei Deputati, Senato, Prefetture,ecc.) come arredo artistico. Di quest’ultimi, solo alcuni dipinti sono stati recuperati per il museo e con grande difficoltà: per il futuro è auspicabile che possano ritornare nel loro contesto storico ed essere di nuovo visibili al pubblico.
Altri dipinti, integrati nelle raccolte di alcuni istituti culturali fiorentini, sono stati generosamente concessi in deposito al nuovo museo: è il caso della Ghirlanda del Bimbi dell’Opificio delle Pietre Dure, una delle opere fondamentali del collezionismo mediceo, o del Vaso di fiori di Jan Brueghel dell’Educandato statale della SS. Annunziata di Firenze.
Molte delle opere selezionate per il museo erano già state restaurate nel corso di questi anni, ma in occasione della sua apertura si sono resi necessari ulteriori restauri ai dipinti e alle cornici, realizzati in parte dal Polo Museale Fiorentino e in parte grazie alla sponsorizzazione della Contemporanea Progetti in connessione alla mostra Natura morta. Still Life paintings and Medici collections, attualmente in corso in varie sedi negli Stati Uniti. Inoltre le prime due sale dell’ultimo piano, dette lorenesi, sono state completamente restaurate grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
Il Museo della natura morta nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, frutto di queste lunghe e complesse vicende, intende porsi quindi come tappa iniziale di un percorso museografico e scientifico aperto a nuovi sviluppi e a nuove acquisizioni. In questa prospettiva sarà anche predisposto un deposito, visitabile su richiesta, attrezzato per ospitare altre opere che non è stato possibile inserire nell’attuale percorso museale.
In occasione dell’apertura del museo è stata realizzata una guida a cura della casa editrice Sillabe.
L’intero ultimo piano della Villa, fatta costruire da Lorenzo il Magnifico su progetto di Giuliano da Sangallo e affrescata da Andrea del Sarto, Pontormo e Alessandro Allori, ospiterà nei suoi 900 metri quadrati, secondo un percorso cronologico, 200 dipinti di natura morta e “natura viva” appartenuti alle collezioni medicee. Esempi di straordinaria bellezza che raccontano la storia di una grande collezione messa insieme con passione dai Medici nel corso di un secolo e mezzo, dagli inizi del Seicento alla metà del Settecento. Opere di artisti italiani, fiamminghi e olandesi, acquistate o commissionate, che andarono a costituire la più importante collezione esistente in Italia e in Europa di nature morte. Artisti come Bartolomeo Bimbi, Felice Boselli, Jan Brueghel, Margherita Caffi, Giovanna Garzoni, Nicolas van Houbraken, Bartolomeo Ligozzi, Gaspare Lopez, Mario de’ Fiori, Otto Marseus, Cristoforo Munari, Pietro Navarra, Filippo Napoletano, Giuseppe Recco, Andrea Scacciati, Franz Werner Tamm, e molti altri.
Una lunga storia ed un complesso lavoro di ricerca hanno portato alla realizzazione del nuovo museo, che è stato realizzato dal Polo Museale Fiorentino con la collaborazione del Comune di Poggio a Caiano e della Provincia di Prato, con cui nel 2005 è stato siglato un protocollo d’intesa che prevede una stretta collaborazione tra le amministrazioni per la realizzazione e la valorizzazione del museo, di cui sono curatori Marco Chiarini e Stefano Casciu, quest’ultimo anche direttore della Villa Medicea.
La maggior parte dei duecento dipinti esposti nel museo sarà visibile al pubblico per la prima volta, perché conservati fino ad ora nei depositi del Polo Museale Fiorentino - soprattutto negli Uffizi e in Palazzo Pitti - dove sono confluiti a causa di complesse vicende storiche, o nelle stanze di palazzi pubblici sparsi in tutta Italia.
La scelta della Villa Medicea di Poggio a Caiano come sede del museo non è casuale: i Medici destinarono alle grandi residenze di campagna le raccolte di natura morta, ognuna delle quali ospitava un “soggetto” diverso. A Poggio a Caiano il gran principe Ferdinando de’ Medici aveva riunito gran parte delle sue collezioni; Cosimo III all’Ambrogiana, i dipinti raffiguranti animali vivi, soprattutto uccelli, dei veri e propri “ritratti “che “formavano un teatro delle meraviglie della Natura”; a Careggi trovò sede la collezione “teratologica”, ovvero opere con vegetali o animali eccezionali per rarità, dimensioni, provenienza esotica o per alcune anomalie fisiche che li rendevano mostruosi ed unici, come l’Agnello o il Vitello nati con due teste, il Cacatua bianco delle Molucche, il Fagiano dorato della Cina o il Girasole, oggi confluite nel museo; a Castello i dipinti dei fiori; mentre al Casino della Topaia, sempre Cosimo III diede vita ad un eccezionale confronto tra Natura ed Arte, coltivando nel terreno circostante “tutte le sorti di frutte, d’agrumi, d’uve e di fiori che finora si sono potute ritrovare” e collocando al suo interno le grandi tele del Bimbi che li rappresentavano.
Nelle 16 sale del museo, saranno dunque esposte opere appartenute ai diversi personaggi della dinastia granducale toscana che nel corso di quattro generazioni misero insieme una straordinaria ed unica collezione: da Cosimo II de’ Medici (1590-1621) con la consorte Maria Maddalena d’Austria ed i fratelli Don Lorenzo ed il cardinale Carlo; il suo successore, il granduca Ferdinando II con la moglie Vittoria della Rovere ed i fratelli cardinali Leopoldo e Giovan Carlo; infine, nel momento di massimo sviluppo della natura morta, il granduca Cosimo III, suo fratello il cardinale Francesco Maria ed i figli del granduca, il Gran Principe Ferdinando ed Anna Maria Luisa (1667-1743), l’ultima della dinastia.
La realizzazione del museo ha una lunga storia che parte già negli anni trenta del Novecento, ma solo nel 1990, sulla base di un ampio progetto ideato da Marco Chiarini, furono allestite nella villa due sale con i celebri “campionari pomologici” di Bartolomeo Bimbi. Da allora si sono susseguite mostre e pubblicazioni, che hanno fornito solide basi scientifiche per la nascita del nuovo museo. Anche Federico Zeri, che nel 1989 coordinò la prima impresa editoriale sul tema de “La Natura Morta in Italia”, sostenne con forza la sua realizzazione, convinto che “quello delle nature morte sarebbe stato un museo unico al mondo”. Infine, nel 2002, con l’integrazione della Villa di Poggio a Caiano nel Polo Museale Fiorentino, l’allora soprintendente Antonio Paolucci affidò a Marco Chiarini e Stefano Casciu l’incarico di crearlo.
Per prima cosa si rese necessario effettuare un censimento di tutte le opere di natura morta provenienti da collezioni medicee che portò all’individuazione di ben 754 dipinti su tela, tavola, carta e pergamena appartenenti al Polo Museale Fiorentino. Di queste circa 90 erano accessibili al pubblico, 430 conservate nei depositi del Polo e 94 dislocate, in deposito esterno, in uffici pubblici italiani (Camera dei Deputati, Senato, Prefetture,ecc.) come arredo artistico. Di quest’ultimi, solo alcuni dipinti sono stati recuperati per il museo e con grande difficoltà: per il futuro è auspicabile che possano ritornare nel loro contesto storico ed essere di nuovo visibili al pubblico.
Altri dipinti, integrati nelle raccolte di alcuni istituti culturali fiorentini, sono stati generosamente concessi in deposito al nuovo museo: è il caso della Ghirlanda del Bimbi dell’Opificio delle Pietre Dure, una delle opere fondamentali del collezionismo mediceo, o del Vaso di fiori di Jan Brueghel dell’Educandato statale della SS. Annunziata di Firenze.
Molte delle opere selezionate per il museo erano già state restaurate nel corso di questi anni, ma in occasione della sua apertura si sono resi necessari ulteriori restauri ai dipinti e alle cornici, realizzati in parte dal Polo Museale Fiorentino e in parte grazie alla sponsorizzazione della Contemporanea Progetti in connessione alla mostra Natura morta. Still Life paintings and Medici collections, attualmente in corso in varie sedi negli Stati Uniti. Inoltre le prime due sale dell’ultimo piano, dette lorenesi, sono state completamente restaurate grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
Il Museo della natura morta nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, frutto di queste lunghe e complesse vicende, intende porsi quindi come tappa iniziale di un percorso museografico e scientifico aperto a nuovi sviluppi e a nuove acquisizioni. In questa prospettiva sarà anche predisposto un deposito, visitabile su richiesta, attrezzato per ospitare altre opere che non è stato possibile inserire nell’attuale percorso museale.
In occasione dell’apertura del museo è stata realizzata una guida a cura della casa editrice Sillabe.
17
giugno 2007
Ritratti della Natura
17 giugno 2007
arte antica
Location
MUSEO DELLA NATURA MORTA – VILLA MEDICEA
Poggio A Caiano, Piazza Dei Medici, 14, (Prato)
Poggio A Caiano, Piazza Dei Medici, 14, (Prato)
Orario di apertura
ogni ora a partire dalle 9.00 fino alle 18.00, per un massimo di 20 persone a volta
Giorni di chiusura: secondo e terzo lunedì del mese
Vernissage
17 Giugno 2007, ore 18
Editore
SILLABE
Ufficio stampa
AMBRA NEPI
Autore