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Ritratti italiani
Nella mostra “Ritratti italiani”, divisa tra le sale della Galleria d’Arte moderna e nel suggestivo spazio della ex Chiesa di San Lorenzo, oggi adibita ad Auditorium, sono riuniti i lavori di una trentina di artisti contemporanei italiani, o comunque abitanti in Italia, che, con intenti e modalità diverse, hanno lavorato su questo tema.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gli artisti contemporanei hanno lavorato molto, in questi anni, su uno dei temi
portanti della storia dell’arte italiana: quello del ritratto e della figura umana.
Nella mostra "Ritratti italiani", divisa tra le sale della Galleria d'Arte moderna e nel
suggestivo spazio della ex Chiesa di San Lorenzo, oggi adibita ad Auditorium, sono
riuniti i lavori di una trentina di artisti contemporanei italiani, o comunque abitanti
in Italia, che, con intenti e modalità diverse, hanno lavorato su questo tema.
La mostra si situa all'interno della manifestazione centese "L'Estate del Guercino",
che vede la contemporanea presenza, in città, dell'importante mostra "Guercino –
Bacon: I disegni" (alla Pinacoteca Il Guercino), dove i "disegni italiani" del grande
pittore inglese vengono per la prima volta messi a confronto con i disegni del
grande maestro rinascimentale, a cui Cento ha dato i natali, e a cui lo stesso Bacon
aveva guardato con grande interesse.
Il confronto tra le due mostre offre così al visitatore l'occasione per riflettere sulle
diverse declinazioni che un tema come quello della ricerca dell'identità –
simboleggiata proprio attraverso il tema del ritratto – ha assunto nel corso dei
secoli.
Ancora oggi, infatti, è l’uomo, e il volto dell’uomo, a tornare ad essere al centro
del dibattito contemporaneo: quel volto oggetto delle ricerche artistiche già da
decenni in tutto il mondo, anche nelle forme più estreme e disturbanti (dalla body
art agli esperimenti di chirurgia artistica, dal cybercorpo ai volti ambigui e mutanti,
e così via), appare ancora, a tutt'oggi, un "oggetto misterioso", non identificato,
involucro dell'identità sempre più incerta e frammentaria dell'umanità di oggi.
Attraverso i diversi linguaggi della pittura, della scultura, del disegno e della
fotografia, gli artisti contemporanei si sono accostati in questi anni al tema del
volto dell'uomo contemporaneo con intenti e modalità assai diverse, dove riletture
in qualche modo "classiche" si alternano e si mescolano ad approcci deformanti e
disturbanti, dove le influenze dell'estetica pubblicitaria, o dell'invasività del "corpo
mutante" - declinato però secondo le regole di una "normale" cultura di chirurgia
estetica diffusa a livello quotidiano e "medio-borghese" in tutto il mondo
occidentale - si contaminano con retaggi pittorici "alti", repêchage, citazionismi,
strizzate d'occhio alla grande storia dell'arte o a canoni estetici prelevati di peso
dai codici dell'illustrazione popolare di massa.
Ecco allora che, agli straordinari ritratti fotografici in bianco e nero di Leonardo
Sciascia e di Borges, realizzati da Ferdinando Scianna, fa da contraltare il
virtuoso segno di Tullio Pericoli, con i ritratti di Kafka e di Jack London, o quello,
non meno raffinato, di Riccardo Mannelli, con i ritratti di Pasolini, di James Ellroy
e di Roberto Saviano; ecco gli immensi (e inediti) ritratti di Oliviero Toscani, di
uomini e donne anziani colpiti da ostioporosi, accanto al segno labirintico e
intensissimo del pittore pratese Andrea Martinelli, o agli spiazzanti ritratti di
vecchie, spesso rifatte a colpi di lifting, dello scultore Paolo Schmidlin; ecco i
ritratti di Audrey Hepburn e di Monica Bellucci scattati da Gian Paolo Barbieri, a
confronto con le sculture in terracotta di Giuseppe Bergomi, che rappresentano
diafane modelle in posa, a metà strada tra estetica glamour e classicità, o agli
inquietanti nudi femminili di Alessandro Papetti; ecco i ritratti di designer e
architetti di grido, realizzati di recente da Lorenzo Mattotti per la rivista
"Domus", accanto alle intense fotografie di artisti scattate da Fabrizio Ferri, e ai
ritratti di Mimmo Rotella e di Sting interamente coperti di vernice bianca, realizzati
da Robert Gligorov. Ed ecco, ancora, i ritratti maschili di Livio Scarpella, che
guardano alla migliore cultura camp, accanto alle grandi ed elegantissime figure
diafane di Omar Galliani; e ancora, ecco un drammatico ritratto-disastro
ecologico del pittore palermitano Fulvio Di Piazza, nel quale la "marea nera"
petrolifera sembra prendere vita in una spaventosa figura umana; e ancora un
bizzarro ritratto di Garibaldi, rivisitato però in salsa psichedelica dal pittore
Andrea Zucchi, accanto ai ritratti intimi, dal sapore neoscapigliato, di Danilo
Buccella e ai collage neobarocchi di Felipe Cardeña; e poi, ecco i volti maschili
ripresi con pennellata veloce, di derivazione quasi baconiana, dal pittore milanese
Giulio Durini, accanto a quelli femminili, dallo stile pittorico inconfondibile, del
torinese Daniele Galliano; e ancora i rtitratti fotografici di Nicola Vinci e di
Antonio De Luca, le pitture digitali di Matteo Basilé e di Federico
Lombardo, le sculture ligneee di Aron Demetz, i "ritratti degli anni di Piombo" di
Claudio Monnini, i ritratti politici di Wainer Vaccari e quelli storici di Svitlana
Grebenyuk, il James Dean di Nicola Verlato, e ancora i dipinti di Alessandro
Bazan, di Paul Beel e Matteo Bergamasco.
Tra le opere degne di nota, ancora un "ritratto che scompare", in cera, di
Michelangelo Galliani (per l'effetto del calore del cuscino elettrico su cui è
appoggiato), e la performance interattiva di Florencia Martinez, che durante
l'inaugurazione inviterà le visitatrici a farsi ritrarre, per un progetto dedicato al
ritratto femminile. Infine, lo street artist Bros realizzerà un dipinto gigantesco su
un muro cittadino, messo a disposizione da un privato.
portanti della storia dell’arte italiana: quello del ritratto e della figura umana.
Nella mostra "Ritratti italiani", divisa tra le sale della Galleria d'Arte moderna e nel
suggestivo spazio della ex Chiesa di San Lorenzo, oggi adibita ad Auditorium, sono
riuniti i lavori di una trentina di artisti contemporanei italiani, o comunque abitanti
in Italia, che, con intenti e modalità diverse, hanno lavorato su questo tema.
La mostra si situa all'interno della manifestazione centese "L'Estate del Guercino",
che vede la contemporanea presenza, in città, dell'importante mostra "Guercino –
Bacon: I disegni" (alla Pinacoteca Il Guercino), dove i "disegni italiani" del grande
pittore inglese vengono per la prima volta messi a confronto con i disegni del
grande maestro rinascimentale, a cui Cento ha dato i natali, e a cui lo stesso Bacon
aveva guardato con grande interesse.
Il confronto tra le due mostre offre così al visitatore l'occasione per riflettere sulle
diverse declinazioni che un tema come quello della ricerca dell'identità –
simboleggiata proprio attraverso il tema del ritratto – ha assunto nel corso dei
secoli.
Ancora oggi, infatti, è l’uomo, e il volto dell’uomo, a tornare ad essere al centro
del dibattito contemporaneo: quel volto oggetto delle ricerche artistiche già da
decenni in tutto il mondo, anche nelle forme più estreme e disturbanti (dalla body
art agli esperimenti di chirurgia artistica, dal cybercorpo ai volti ambigui e mutanti,
e così via), appare ancora, a tutt'oggi, un "oggetto misterioso", non identificato,
involucro dell'identità sempre più incerta e frammentaria dell'umanità di oggi.
Attraverso i diversi linguaggi della pittura, della scultura, del disegno e della
fotografia, gli artisti contemporanei si sono accostati in questi anni al tema del
volto dell'uomo contemporaneo con intenti e modalità assai diverse, dove riletture
in qualche modo "classiche" si alternano e si mescolano ad approcci deformanti e
disturbanti, dove le influenze dell'estetica pubblicitaria, o dell'invasività del "corpo
mutante" - declinato però secondo le regole di una "normale" cultura di chirurgia
estetica diffusa a livello quotidiano e "medio-borghese" in tutto il mondo
occidentale - si contaminano con retaggi pittorici "alti", repêchage, citazionismi,
strizzate d'occhio alla grande storia dell'arte o a canoni estetici prelevati di peso
dai codici dell'illustrazione popolare di massa.
Ecco allora che, agli straordinari ritratti fotografici in bianco e nero di Leonardo
Sciascia e di Borges, realizzati da Ferdinando Scianna, fa da contraltare il
virtuoso segno di Tullio Pericoli, con i ritratti di Kafka e di Jack London, o quello,
non meno raffinato, di Riccardo Mannelli, con i ritratti di Pasolini, di James Ellroy
e di Roberto Saviano; ecco gli immensi (e inediti) ritratti di Oliviero Toscani, di
uomini e donne anziani colpiti da ostioporosi, accanto al segno labirintico e
intensissimo del pittore pratese Andrea Martinelli, o agli spiazzanti ritratti di
vecchie, spesso rifatte a colpi di lifting, dello scultore Paolo Schmidlin; ecco i
ritratti di Audrey Hepburn e di Monica Bellucci scattati da Gian Paolo Barbieri, a
confronto con le sculture in terracotta di Giuseppe Bergomi, che rappresentano
diafane modelle in posa, a metà strada tra estetica glamour e classicità, o agli
inquietanti nudi femminili di Alessandro Papetti; ecco i ritratti di designer e
architetti di grido, realizzati di recente da Lorenzo Mattotti per la rivista
"Domus", accanto alle intense fotografie di artisti scattate da Fabrizio Ferri, e ai
ritratti di Mimmo Rotella e di Sting interamente coperti di vernice bianca, realizzati
da Robert Gligorov. Ed ecco, ancora, i ritratti maschili di Livio Scarpella, che
guardano alla migliore cultura camp, accanto alle grandi ed elegantissime figure
diafane di Omar Galliani; e ancora, ecco un drammatico ritratto-disastro
ecologico del pittore palermitano Fulvio Di Piazza, nel quale la "marea nera"
petrolifera sembra prendere vita in una spaventosa figura umana; e ancora un
bizzarro ritratto di Garibaldi, rivisitato però in salsa psichedelica dal pittore
Andrea Zucchi, accanto ai ritratti intimi, dal sapore neoscapigliato, di Danilo
Buccella e ai collage neobarocchi di Felipe Cardeña; e poi, ecco i volti maschili
ripresi con pennellata veloce, di derivazione quasi baconiana, dal pittore milanese
Giulio Durini, accanto a quelli femminili, dallo stile pittorico inconfondibile, del
torinese Daniele Galliano; e ancora i rtitratti fotografici di Nicola Vinci e di
Antonio De Luca, le pitture digitali di Matteo Basilé e di Federico
Lombardo, le sculture ligneee di Aron Demetz, i "ritratti degli anni di Piombo" di
Claudio Monnini, i ritratti politici di Wainer Vaccari e quelli storici di Svitlana
Grebenyuk, il James Dean di Nicola Verlato, e ancora i dipinti di Alessandro
Bazan, di Paul Beel e Matteo Bergamasco.
Tra le opere degne di nota, ancora un "ritratto che scompare", in cera, di
Michelangelo Galliani (per l'effetto del calore del cuscino elettrico su cui è
appoggiato), e la performance interattiva di Florencia Martinez, che durante
l'inaugurazione inviterà le visitatrici a farsi ritrarre, per un progetto dedicato al
ritratto femminile. Infine, lo street artist Bros realizzerà un dipinto gigantesco su
un muro cittadino, messo a disposizione da un privato.
11
luglio 2010
Ritratti italiani
Dall'undici luglio al 30 agosto 2010
arte contemporanea
Location
PINACOTECA CIVICA – CIVICA GALLERIA D’ARTE MODERNA ARNOLDO BONZAGNI – PALAZZO DEL GOVERNATORE
Cento, Piazza Del Guercino, 39, (Ferrara)
Cento, Piazza Del Guercino, 39, (Ferrara)
Orario di apertura
venerdì, sabato e domenica ore 10.00 - 13-16.30 – 19.30
Vernissage
11 Luglio 2010, ore 17.30
Editore
CHRISTIAN MARETTI
Autore