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Riyas Komu – Oil’s Well Let’s Play!
Riyas Komu presenta l’installazione Oil’s Well, Let’s Play!, composta da una serie di sculture mobili, in cui una sorta di cavallo di Troia appare disegnato sopra delle elaborate zampe di legno intagliate che richiamano la tradizione indù di Ratha, rappresentazione del momento in cui gli Dei escono dal Tempio in processione per andare a impartire la loro benedizione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
LA UNICREDIT PROJECT ROOM
DELLA FONDAZIONE ARNALDO POMODORO DI MILANO OSPITA
DAL 20 OTTOBRE 2010 AL 30 GENNAIO 2011
LA MOSTRA DELLO SCULTORE INDIANO
RIYAS KOMU
Dal 20 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011, nella UniCredit Project Room della Fondazione Arnaldo Pomodoro
di Milano, una vasta area offerta a giovani artisti emergenti italiani e internazionali, si terrà la personale dello
scultore indiano RIYAS KOMU.
L’iniziativa si svolge in contemporanea con la mostra La scultura italiana del XXI secolo che proporrà le opere di
80 artisti, tutti nati nella seconda metà del secolo scorso, le cui opere mostreranno quanto siano mutati i confini
linguistici della scultura e se questi esistano ancora.
Per l’occasione, Riyas Komu presenterà l’installazione Oil’s Well, Let’s Play!, composta da una serie di sculture
mobili, in cui una sorta di cavallo di Troia appare disegnato sopra delle elaborate zampe di legno intagliate che
richiamano la tradizione indù di Ratha, rappresentazione del momento in cui gli Dei escono dal Tempio in
processione per andare a impartire la loro benedizione.
Dalla sua figura che pare rappresentare una griglia, prende forma una mappa geografica del mondo che delinea le
egemonie globali di America, Iraq e il conflitto Medio-Orientale.
Come afferma il curatore Marco Meneguzzo, “Oil’s Well, Let’s Play! del 2007 è una rappresentazione
allegorico/simbolica, e comprende teschi, carri, mappe geografiche, metamorfosi, grate che sono prigioni e
finestre: anche senza volerlo, anche senza saperlo, riconosciamo un mondo prevaricatore e un mondo
prevaricato, un’immagine oscura e tetra della distruzione in cammino, cui non si può opporre che l’icona
dell’artista esorcista, di colui che ha capito e che è capace di mostrare il futuro, potendo però confidare solo nella
forza salvifica dell’arte”.
“Riyas Komu, scultore indiano musulmano che vive a Mumbai - continua Meneguzzo - non vuole conoscere le
sottigliezze del linguaggio dell’arte. Tuttavia vuole dire qualcosa attraverso questo linguaggio: la sua è una
motivazione etica, e non estetica, e per questo corre il rischio, consapevolmente, di essere un moralista. La sua
lotta contro le ideologie dominanti (e forse a favore di qualche idea emergente) è tanto chiara da essere quasi
didascalica, ma proviene da un mondo cui è ancora concesso di essere ingenuo, a patto che rispetti le regole
della sua ingenuità. Per molti, è questa la globalizzazione in arte… per molti, questa è la globalizzazione tout
court”.
L'installazione si completerà con una serie di foto e con una tela di grandi dimensioni.
La mostra è accompagnata da una brochure con un testo di Marco Meneguzzo e alcune foto delle opere dell’artista.
Riyas Komu (Kerala, India, 1971) si è diplomato alla Sir J. J. School of Art di Mumbai. La sua ricerca che spazia
attraverso l’uso di numerosi mezzi espressivi, si caratterizza per una forte connotazione politica, dovuta sia
all’influenza paterna, sia alla sua militanza in gruppi studenteschi impegnati a denunciare le contraddizioni della
società indiana. Nel suo lavoro utilizza vari strumenti espressivi, riuscendo a dominare sia la fotografia, che la
pittura e la scultura. Attraverso la scultura lignea, ad esempio, costruisce ‘macchine’ complesse, spesso costellate
di simboli politici o religiosi universali, quasi a denunciare ogni tipo di ideologia.
Tra le mostre cui ha partecipato ricordiamo la partecipazione alla Biennale di Venezia del 2007, a Threshold:
Forging Narratives in South Asian Contemporary Art alla Aicon Gallery di New York nel 2008 e a Frontlines:
Notations from the Contemporary Indian Urban, BodhiBerlin a Berlino nel 2009. La Fondazione Arnaldo Pomodoro ringrazia il partner UniCredit con cui nel tempo ha costruito un legame duraturo e proficuo basato su
un comune sentire che sostiene l’innovazione e la creatività.
UniCredit è da tempo impegnato in ambito culturale e numerose sono le attività intraprese con importanti istituzioni, tra cui spicca la
Fondazione Arnaldo Pomodoro, per la valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo, a cui si unisce una forte attenzione verso
l’opera di giovani artisti.
DELLA FONDAZIONE ARNALDO POMODORO DI MILANO OSPITA
DAL 20 OTTOBRE 2010 AL 30 GENNAIO 2011
LA MOSTRA DELLO SCULTORE INDIANO
RIYAS KOMU
Dal 20 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011, nella UniCredit Project Room della Fondazione Arnaldo Pomodoro
di Milano, una vasta area offerta a giovani artisti emergenti italiani e internazionali, si terrà la personale dello
scultore indiano RIYAS KOMU.
L’iniziativa si svolge in contemporanea con la mostra La scultura italiana del XXI secolo che proporrà le opere di
80 artisti, tutti nati nella seconda metà del secolo scorso, le cui opere mostreranno quanto siano mutati i confini
linguistici della scultura e se questi esistano ancora.
Per l’occasione, Riyas Komu presenterà l’installazione Oil’s Well, Let’s Play!, composta da una serie di sculture
mobili, in cui una sorta di cavallo di Troia appare disegnato sopra delle elaborate zampe di legno intagliate che
richiamano la tradizione indù di Ratha, rappresentazione del momento in cui gli Dei escono dal Tempio in
processione per andare a impartire la loro benedizione.
Dalla sua figura che pare rappresentare una griglia, prende forma una mappa geografica del mondo che delinea le
egemonie globali di America, Iraq e il conflitto Medio-Orientale.
Come afferma il curatore Marco Meneguzzo, “Oil’s Well, Let’s Play! del 2007 è una rappresentazione
allegorico/simbolica, e comprende teschi, carri, mappe geografiche, metamorfosi, grate che sono prigioni e
finestre: anche senza volerlo, anche senza saperlo, riconosciamo un mondo prevaricatore e un mondo
prevaricato, un’immagine oscura e tetra della distruzione in cammino, cui non si può opporre che l’icona
dell’artista esorcista, di colui che ha capito e che è capace di mostrare il futuro, potendo però confidare solo nella
forza salvifica dell’arte”.
“Riyas Komu, scultore indiano musulmano che vive a Mumbai - continua Meneguzzo - non vuole conoscere le
sottigliezze del linguaggio dell’arte. Tuttavia vuole dire qualcosa attraverso questo linguaggio: la sua è una
motivazione etica, e non estetica, e per questo corre il rischio, consapevolmente, di essere un moralista. La sua
lotta contro le ideologie dominanti (e forse a favore di qualche idea emergente) è tanto chiara da essere quasi
didascalica, ma proviene da un mondo cui è ancora concesso di essere ingenuo, a patto che rispetti le regole
della sua ingenuità. Per molti, è questa la globalizzazione in arte… per molti, questa è la globalizzazione tout
court”.
L'installazione si completerà con una serie di foto e con una tela di grandi dimensioni.
La mostra è accompagnata da una brochure con un testo di Marco Meneguzzo e alcune foto delle opere dell’artista.
Riyas Komu (Kerala, India, 1971) si è diplomato alla Sir J. J. School of Art di Mumbai. La sua ricerca che spazia
attraverso l’uso di numerosi mezzi espressivi, si caratterizza per una forte connotazione politica, dovuta sia
all’influenza paterna, sia alla sua militanza in gruppi studenteschi impegnati a denunciare le contraddizioni della
società indiana. Nel suo lavoro utilizza vari strumenti espressivi, riuscendo a dominare sia la fotografia, che la
pittura e la scultura. Attraverso la scultura lignea, ad esempio, costruisce ‘macchine’ complesse, spesso costellate
di simboli politici o religiosi universali, quasi a denunciare ogni tipo di ideologia.
Tra le mostre cui ha partecipato ricordiamo la partecipazione alla Biennale di Venezia del 2007, a Threshold:
Forging Narratives in South Asian Contemporary Art alla Aicon Gallery di New York nel 2008 e a Frontlines:
Notations from the Contemporary Indian Urban, BodhiBerlin a Berlino nel 2009. La Fondazione Arnaldo Pomodoro ringrazia il partner UniCredit con cui nel tempo ha costruito un legame duraturo e proficuo basato su
un comune sentire che sostiene l’innovazione e la creatività.
UniCredit è da tempo impegnato in ambito culturale e numerose sono le attività intraprese con importanti istituzioni, tra cui spicca la
Fondazione Arnaldo Pomodoro, per la valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo, a cui si unisce una forte attenzione verso
l’opera di giovani artisti.
19
ottobre 2010
Riyas Komu – Oil’s Well Let’s Play!
Dal 19 ottobre 2010 al 14 febbraio 2011
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE ARNALDO POMODORO
Milano, Via Vigevano, 9, (Milano)
Milano, Via Vigevano, 9, (Milano)
Biglietti
8 Euro intero, 5 Euro ridotto; Ingresso gratuito ogni seconda domenica del mese.
Il biglietto consente la visita alla mostra La scultura italiana del XXI secolo.
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 11-19; giovedì ore 11-22
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore