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Roberta Basile – L’aquilone
Circa una decina di pezzi, acrilici su tela con applicazioni in formati che vanno da 140×160 sino ai più piccoli 50×50. Costituiscono il corpus della mostra, il cui filo conduttore è un chiaro orientamento verso il bene, la positività, la rappresentazione di una rinascita indirizzata alla speranza e la propositività.
Comunicato stampa
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L’allestimento che l’artista napoletana espone alla BANCA SELLA vive di una serie di aforismi, in cui l’autrice gioca con l’interscambiabilità di immagini e parole, o meglio del ruolo comunicativo cui le une e le altre assolvono. Circa una decina di pezzi, acrilici su tela con applicazioni in formati che vanno da 140x160 sino ai più piccoli 50x50. Costituiscono il corpus della mostra, il cui filo conduttore è un chiaro orientamento verso il bene, la positività, la rappresentazione di una rinascita indirizzata alla speranza e la propositività.
Nei lavori della Basile, in cui colori acidi sono alternati a sfondi chiari o brillanti, nulla passa sotto silenzio: dalla polemica socio-politica, ai più recenti riferimenti naturalistici e ambientalistici, fino all’invito a usare la ragione per rimanere a galla, sottraendosi al caos.
Impronte del proprio corpo che vogliono rappresentare immagini e visioni ancestrali si susseguono in segni che sviluppano l’involucro di un’essenza di nascita-morte e ri-nascita. Figure, colori e assiomi di visioni che escogitano motivi di insoliti o inusuali paradigmi. Domande sull’evasione di un’arte che nell’insieme del suo essere, è principio commisto di poesia, filosofia e religione: ricerca dunque, di un archetipo -di stampo junghiano-. L’artista pone la domanda sull’essenza dell’essere, giungendo così ad una visione d’insieme: inter-relazione e inter-disciplinarità dei sistemi culturali.
Si giunge quindi ad un’opera che cerca di trascendere il corpo emozionale per giungere ed acquisire il corpus formale di un’arte che si narra attraverso immagini e scrittura. Ove nel gioco linguistico, la pittrice esprime l’essenza di uno scorrere temporale, espressione che attraversa il tempo storico: da un lato dunque rappresenta la contemporaneità di immagini e dall’altro la ciclicità di un tempo che lascia basiti.
Le creazioni dell’ artista napoletana vanno oltre, facendo rivivere e diffondendo stralci significativi del pensiero di scrittori come Laing, filosofi come Platone e poeti come Neruda.
Lascia così allo spettatore porre la domanda sulla inter-comunicabilità delle religioni, che nella loro evoluzione hanno come unico scopo il raggiungimento della pace, là dove oggi l’uomo è ancora soggiogato in una lotta alla sopravvivenza. Essere di una civiltà che nella sua evoluzione di un’alacre beffa del destino dell’uomo, in lotta tra bene e male, tra polo positivo e negativo o destra e sinistra è in realtà ancora asservito al gioco della volontà di potenza di una globalizzazione economica, in un’equazione di economia e potenza che distrugge la stessa economia.
Se Nodi è reso lampante dalle orme del proprio corpo e dai nodi o “stalli” psichici che si intrecciano nel nostro percorso di esseri umani, in un’altra opera L’aquilone si rievoca il grande poeta Neruda; o ancora i cerchi concentrici di parole reiterano il gioco linguistico-visivo, e socio-politico dato dal nuovo progetto su Platone. L’autrice infatti si ripropone di riscrivere la serie della Repubblica dell’antico filosofo, sì da ricordare quanto l’antico sia ancora attuale, come le problematiche di allora si ripresentino in maniera così evidente e in che misura: commenta l’autrice” la storia se ancora la si leggesse, potrebbe insegnare…”; attraverso dunque un excursus nelle UTOPIE scritte e vissute nei secoli,. La Repubblica, partendo dall’antica polis, può e deve essere una lezione per il futuro delle nostre megalopoli…, cioè quel passaggio dal micro al macro cosmo…
Ciò testimonia il confine labile e quasi impalpabile tra parole e immagini, perfettamente interscambiabile. Il vocabolo diviene immagine e l’immagine trae senso e consistenza dalla parola quest’ultima assurge così a pretesto e tramite del messaggio che dal verbo muta a significato vitale, ma che ne scavalca anche il mero limite formale e convenzionale, calandola all’interno di una cornice inusuale.
Risveglio dunque di un uomo nuovo che ricordi il bene comune della terra e dell’intero universo; risveglio delle energie che vorrebbe rieducare l’uomo ad un’emancipazione verso il bene. Utopia che diviene realtà, e che ricorda all’uomo quanto la vita sia un bene prezioso e quanto il risveglio delle coscienze possa e debba animare un nuovo processo evolutivo.
Dunque, un’esposizione tutta da vedere e da… leggere!
Personalità versatile ed eclettica, artista, ROBERTA BASILE nasce a Salerno nel 1966. Laureata in filosofia e diplomata in lingua tedesca all’Università di Heidelberg, è autrice di raccolte di versi, nonché organizzatrice di eventi musicali e letterario-cinematografici. Oltre a insegnare e ad occuparsi di critica letteraria, da anni si dedica con costanza e passione alla pittura.
Nei lavori della Basile, in cui colori acidi sono alternati a sfondi chiari o brillanti, nulla passa sotto silenzio: dalla polemica socio-politica, ai più recenti riferimenti naturalistici e ambientalistici, fino all’invito a usare la ragione per rimanere a galla, sottraendosi al caos.
Impronte del proprio corpo che vogliono rappresentare immagini e visioni ancestrali si susseguono in segni che sviluppano l’involucro di un’essenza di nascita-morte e ri-nascita. Figure, colori e assiomi di visioni che escogitano motivi di insoliti o inusuali paradigmi. Domande sull’evasione di un’arte che nell’insieme del suo essere, è principio commisto di poesia, filosofia e religione: ricerca dunque, di un archetipo -di stampo junghiano-. L’artista pone la domanda sull’essenza dell’essere, giungendo così ad una visione d’insieme: inter-relazione e inter-disciplinarità dei sistemi culturali.
Si giunge quindi ad un’opera che cerca di trascendere il corpo emozionale per giungere ed acquisire il corpus formale di un’arte che si narra attraverso immagini e scrittura. Ove nel gioco linguistico, la pittrice esprime l’essenza di uno scorrere temporale, espressione che attraversa il tempo storico: da un lato dunque rappresenta la contemporaneità di immagini e dall’altro la ciclicità di un tempo che lascia basiti.
Le creazioni dell’ artista napoletana vanno oltre, facendo rivivere e diffondendo stralci significativi del pensiero di scrittori come Laing, filosofi come Platone e poeti come Neruda.
Lascia così allo spettatore porre la domanda sulla inter-comunicabilità delle religioni, che nella loro evoluzione hanno come unico scopo il raggiungimento della pace, là dove oggi l’uomo è ancora soggiogato in una lotta alla sopravvivenza. Essere di una civiltà che nella sua evoluzione di un’alacre beffa del destino dell’uomo, in lotta tra bene e male, tra polo positivo e negativo o destra e sinistra è in realtà ancora asservito al gioco della volontà di potenza di una globalizzazione economica, in un’equazione di economia e potenza che distrugge la stessa economia.
Se Nodi è reso lampante dalle orme del proprio corpo e dai nodi o “stalli” psichici che si intrecciano nel nostro percorso di esseri umani, in un’altra opera L’aquilone si rievoca il grande poeta Neruda; o ancora i cerchi concentrici di parole reiterano il gioco linguistico-visivo, e socio-politico dato dal nuovo progetto su Platone. L’autrice infatti si ripropone di riscrivere la serie della Repubblica dell’antico filosofo, sì da ricordare quanto l’antico sia ancora attuale, come le problematiche di allora si ripresentino in maniera così evidente e in che misura: commenta l’autrice” la storia se ancora la si leggesse, potrebbe insegnare…”; attraverso dunque un excursus nelle UTOPIE scritte e vissute nei secoli,. La Repubblica, partendo dall’antica polis, può e deve essere una lezione per il futuro delle nostre megalopoli…, cioè quel passaggio dal micro al macro cosmo…
Ciò testimonia il confine labile e quasi impalpabile tra parole e immagini, perfettamente interscambiabile. Il vocabolo diviene immagine e l’immagine trae senso e consistenza dalla parola quest’ultima assurge così a pretesto e tramite del messaggio che dal verbo muta a significato vitale, ma che ne scavalca anche il mero limite formale e convenzionale, calandola all’interno di una cornice inusuale.
Risveglio dunque di un uomo nuovo che ricordi il bene comune della terra e dell’intero universo; risveglio delle energie che vorrebbe rieducare l’uomo ad un’emancipazione verso il bene. Utopia che diviene realtà, e che ricorda all’uomo quanto la vita sia un bene prezioso e quanto il risveglio delle coscienze possa e debba animare un nuovo processo evolutivo.
Dunque, un’esposizione tutta da vedere e da… leggere!
Personalità versatile ed eclettica, artista, ROBERTA BASILE nasce a Salerno nel 1966. Laureata in filosofia e diplomata in lingua tedesca all’Università di Heidelberg, è autrice di raccolte di versi, nonché organizzatrice di eventi musicali e letterario-cinematografici. Oltre a insegnare e ad occuparsi di critica letteraria, da anni si dedica con costanza e passione alla pittura.
15
dicembre 2008
Roberta Basile – L’aquilone
Dal 15 dicembre 2008 al 15 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
BANCA SELLA
Napoli, Via Dei Mille, 34/36/38 , (Napoli)
Napoli, Via Dei Mille, 34/36/38 , (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 8.00-13.00 e dalle 14.30-16.00
Sito web
www.robertabasile.com
Autore