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Roberta Crocioni – Lo spirito delle cose
I dipinti di Roberta sono quasi una terapia per le visioni esistenziali troppo opprimenti; non perché si propongono intenti consolatori, che certo non interessano la Crocioni, ma perché contemplano per certe questioni capitali l’atarassỉa, la sospensione di giudizio
Comunicato stampa
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Dal testo in catalogo di Vittorio Sgarbi.
“…I dipinti di Roberta sono quasi una terapia per le visioni esistenziali troppo opprimenti; non perché si propongono intenti consolatori, che certo non interessano la Crocioni, ma perché contemplano per certe questioni capitali l’ atarassỉa, la sospensione di giudizio.
“Non posso dire con certezza, oppure dico allusivamente affrontando il discorso in maniera indiretta”, sembra sostenere la Crocioni con le sue immagini senza tempo, sospese in una dimensione che si è emancipata da quella del fuggevole e dell’effimero per assumere la consistenza del dato mentale, del non più relativo, dell’assoluto.
Sublimazione del reale, questo è il processo che innesta la Crocioni quando riproduce un oggetto di uso quotidiano con una funzione specifica nelle cose di tutti i giorni, e lo immerge in spazi immateriali dalla densità multicromatica, trasparente e viscosa allo stesso tempo, animata da una luce di pierfrancescana nettezza. Sono oggetti che richiamano esplicitamente la storia, la tradizione spagnola della natura morta che risale a Zurbarán e Sánchez Cotán, stagliandosi dal fondo mediante un disegno che ostenta un calligrafismo di sapore antico. Sono oggetti che si danno non tanto per quello che sono ma per quello che riescono a evocare, memoria e forme, vita e idea, materia e spirito; sono oggetti che si associano in composizioni rette da logiche misteriose e fascinose, equilibrate e geometriche ma non in termini di una stretta razionalità, come se per una volta il caso corrispondesse per miracolo alla legge matematica. Ed è attraverso queste armonie poetiche e involontarie, terse ed essenziali nella loro struttura, che è possibile avvertire tutta la mistica disposizione della Crocioni alla serena individuazione di un senso primo, della misura originaria alla base delle apparenze fisiche, alla scoperta di uno speciale nirvana in cui l’emozione del vissuto lascia gradualmente il passo al piacere contemplativo della sua negazione.
“…I dipinti di Roberta sono quasi una terapia per le visioni esistenziali troppo opprimenti; non perché si propongono intenti consolatori, che certo non interessano la Crocioni, ma perché contemplano per certe questioni capitali l’ atarassỉa, la sospensione di giudizio.
“Non posso dire con certezza, oppure dico allusivamente affrontando il discorso in maniera indiretta”, sembra sostenere la Crocioni con le sue immagini senza tempo, sospese in una dimensione che si è emancipata da quella del fuggevole e dell’effimero per assumere la consistenza del dato mentale, del non più relativo, dell’assoluto.
Sublimazione del reale, questo è il processo che innesta la Crocioni quando riproduce un oggetto di uso quotidiano con una funzione specifica nelle cose di tutti i giorni, e lo immerge in spazi immateriali dalla densità multicromatica, trasparente e viscosa allo stesso tempo, animata da una luce di pierfrancescana nettezza. Sono oggetti che richiamano esplicitamente la storia, la tradizione spagnola della natura morta che risale a Zurbarán e Sánchez Cotán, stagliandosi dal fondo mediante un disegno che ostenta un calligrafismo di sapore antico. Sono oggetti che si danno non tanto per quello che sono ma per quello che riescono a evocare, memoria e forme, vita e idea, materia e spirito; sono oggetti che si associano in composizioni rette da logiche misteriose e fascinose, equilibrate e geometriche ma non in termini di una stretta razionalità, come se per una volta il caso corrispondesse per miracolo alla legge matematica. Ed è attraverso queste armonie poetiche e involontarie, terse ed essenziali nella loro struttura, che è possibile avvertire tutta la mistica disposizione della Crocioni alla serena individuazione di un senso primo, della misura originaria alla base delle apparenze fisiche, alla scoperta di uno speciale nirvana in cui l’emozione del vissuto lascia gradualmente il passo al piacere contemplativo della sua negazione.
01
febbraio 2007
Roberta Crocioni – Lo spirito delle cose
Dal primo al 22 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL PALAZZO – ENRICO COVERI
Firenze, Lungarno Guicciardini, 19, (Firenze)
Firenze, Lungarno Guicciardini, 19, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-13 e 15.30-19.30
Vernissage
1 Febbraio 2007, ore 18.30
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