Giovedì 17 febbraio Spirale Arte artecontemporanea ha il piacere di presentare la prima personale milanese di Roberta Savelli. Il titolo della mostra, ..qualche mese dopo (…some months later), si riferisce al lavoro dell’artista, incentrato su ritratti di bambini e di adolescenti, agli impercettibili seppur fondamentali cambiamenti che intervengono in quell’età così difficile da definire e che viene così ben rappresentata nei suoi lavori. Un’età in cui i rivolgimenti, spesso tutti interiori, che avvengono nel giro di pochi mesi appaiono epocali, in cui l’idea di un tempo sospeso, allo stesso tempo lentissimo e rarefatto, vago, indefinibile, diventa il vero protagonista del lavoro e della riflessione dell’artista, che si riallaccia da un lato all’iconografia contemporanea e dall’altra a quella di stampo romantico-simbolista. Come scrive Alessandro Riva nel testo d’introduzione al catalogo, “…qualche mese dopo appare dunque, insieme, come un incipit letterario e come un momento di cesura, di stacco dal sapore fortemente cinematografico, il vago ricordo di un istante di vita vissuta e il refrain di una vecchia canzone, o di una qualche strana, dolce-amara poesia di cui si è da tempo perso finanche il ricordo, ma della quale ci è rimasta la sensazione di un tempo sospeso, incerto e sottilmente drammatico come quello della nostra oramai perduta adolescenza”.
Nata nel 1969 a Giussano (MI), Roberta Savelli, diplomata in Scenografia all’Accademia di Brera, vive e lavora a Milano. Scenografa e costumista, la pittrice attinge proficuamente dalla sua esperienza teatrale per dedicarsi interamente alla pittura dal 1999. Così come in teatro il regista sceglie la disposizione dei personaggi sul palcoscenico, così la Savelli colloca le sue figure su leggerissime tele di garza, le affianca in ritratti di gruppo, le lascia isolate in primi piani illuminatissimi. La tecnica pittorica contribuisce a sottolineare la forte introspezione psicologica presente nei ritratti che esaltano la purezza e la fragilità del mondo adolescenziale: l’olio, diluito al massimo, crea effetti di trasparenza; la linea, che evidenzia il contorno della figura, focalizza l’attenzione sull’immagine rappresentata; il colore, riallacciandosi a teorie freudiane, viene scelto in base alla sua funzione simbolica.
Nell’ultimo anno Roberta Savelli ha partecipato a numerose collettive tra le quali Contemporanea giovani nell’ex Area Ticosa di Como, Io mi chiamo Eva a Spirale Arte di Pietrasanta, 6x4=24 a Imbersago da Mari Artecontemporanea, Subway 3004 allo Studio Più di Milano ed ha allestito la sua prima personale Now I’m on my own alla Galleria Arte e Altro Alberto Crevola a Gattinara.