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Roberto Andreoli – Cromatismi armonici
pitture
Comunicato stampa
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Roberto Andreoli pittore e noto musicista, è nato a Mirandola (Mo) nel 1955. Dal ‘75 vive e lavora a Cherasco. E’ di quegli anni l’inizio della sua attività espositiva, partecipa a varie rassegne ed ottiene riconoscimenti e premi. Tra le ultime mostre figurano: 1993 Castello di Mango; 1996/2006 Palazzo Salmatoris (Cherasco); 1997 Centro Buranello (Genova); 1999 Palazzo della Provincia (Cuneo), Mots et Merveilles Galerie (Tourrettes Sur Loup), 2001 Sala d’Arte presso il comune di Aosta, Galerie Le Coup de Coeur (Losanna). Numerose sue opere figurano in gallerie e collezioni private in Italia ed all’estero.
Dice la d.ssa Cinzia Tesio: “L’amore per l’arte ed il conseguente bisogno di esprimersi, sono la costante, il leit motiv, del viaggio esplorativo dentro e oltre la tematica classica della rappresentazione visiva di Andreoli; un viaggio intrapreso con animo sereno e sicurezza di mezzi, operando entro i confini di un descrittivismo di impostazione mentale, rivelando – tra evocazioni e ripensamenti – il grado di tensione in cui è giunta la ricerca espressiva dell’artista.
Credo che, in tempi di tanta confusione, di tanto sperimentare, pur con tutto quello che di positivo comporta, la pittura di Andreoli sia come un’oasi, qualcosa di diretto e profondamente sentito, un’attenta indagine tesa ad intrattenere con la realtà un discorso puramente naturalistico istituendo un preciso e sobrio dialogo con gli avvenimenti esterni….Il paesaggio, i suonatori di jazz, gli ensemble di oggetti sono i temi più cari all’artista; resi con fresca spontaneità , affidandosi ad un repertorio delicato e vibrante, ad un misurato senso tonale, ad un originale verismo permeato di lucidità mentale superante ogni passivo naturalismo di imitazione, ricollegandosi ad una poetica che è molto predominante ed istintiva; indice sicuro di maturità raggiunta e ricchezza interiore.
Dice il critico prof. Giorgio Barberis: “… Per rendere la luce intermittente, e mobile anche nel tempo, ha abbandonato il rivestimento tradizionale, consono ai blobs di bianco o giallo puro, raggiungendo una freschezza alla Constable. Andreoli ha lavorato estesamente all'aperto, disegnando ed abbozzando in china e matita: ma le sue immagini rifinite sono state prodotte anche in studio. Per i suoi impianti più ambiziosi -“sei-footers„ come si dice ora - ha seguito procedimenti tecnici misteriosamente insoliti, ed il tutto al fine di elogiare e sperimentare impianti più out per libertà e freschezza . Quelli che ricerca sempre, quelli che certa critica di comodo non disvela limitandosi a produrre scialbe introduzioni a depliant seriali dove il pittore risulta solo un grande “omaggista a jazzisti come Parker, Rollin o Freddie Hubbard…per congelare l’atmosfera della realtà o del ricordo…” . Andreoli è musica e pittura: non è un autore da ridurre a coloro che furono e tanto meno ad un freezer; non congela nulla, nè in un campo nè in un altro, anzi, regala vita.
Dice il maestro d’arte Ivo Vigna “L’acquerello è da ritenersi una delle tecniche artistiche più difficili, non permette ripensamenti e correzioni, quindi, il buon acquerellista è il vero padrone del colore e della luce. Egli è l’artista più attento e completo, molti maestri del nostro secolo si sono valsi di questa disciplina e uno di questi è Roberto Andreoli… Una particolarità di questa disciplina sono proprio le carte, di pasta di legno o di filamenti di stracci. Le luci sono date dal naturale colore del supporto lasciato trasparire, così, naturalmente. L’artista stende il pigmento partendo dalle tonalità più chiare fino ad arrivare a quelle più scure. Sicurezza di tocco e rapidità di esecuzione sono indispensabili per raggiungere i mirabili risultati di Andreoli. I suoi sono “colori della memoria”, così mi piace definire la sua pittura. L’artista con grande eleganza riesce a donare frammenti di emozioni, fotogrammi impalpabili che sono ricordi di un tempo ormai passato. Una soffitta con tanti piccoli oggetti: bambole, tessuti, libri, giochi di un tempo, così accatastati in un disordine apparente tipico del sogno, del pensiero, della memoria appunto…”
Dice la d.ssa Cinzia Tesio: “L’amore per l’arte ed il conseguente bisogno di esprimersi, sono la costante, il leit motiv, del viaggio esplorativo dentro e oltre la tematica classica della rappresentazione visiva di Andreoli; un viaggio intrapreso con animo sereno e sicurezza di mezzi, operando entro i confini di un descrittivismo di impostazione mentale, rivelando – tra evocazioni e ripensamenti – il grado di tensione in cui è giunta la ricerca espressiva dell’artista.
Credo che, in tempi di tanta confusione, di tanto sperimentare, pur con tutto quello che di positivo comporta, la pittura di Andreoli sia come un’oasi, qualcosa di diretto e profondamente sentito, un’attenta indagine tesa ad intrattenere con la realtà un discorso puramente naturalistico istituendo un preciso e sobrio dialogo con gli avvenimenti esterni….Il paesaggio, i suonatori di jazz, gli ensemble di oggetti sono i temi più cari all’artista; resi con fresca spontaneità , affidandosi ad un repertorio delicato e vibrante, ad un misurato senso tonale, ad un originale verismo permeato di lucidità mentale superante ogni passivo naturalismo di imitazione, ricollegandosi ad una poetica che è molto predominante ed istintiva; indice sicuro di maturità raggiunta e ricchezza interiore.
Dice il critico prof. Giorgio Barberis: “… Per rendere la luce intermittente, e mobile anche nel tempo, ha abbandonato il rivestimento tradizionale, consono ai blobs di bianco o giallo puro, raggiungendo una freschezza alla Constable. Andreoli ha lavorato estesamente all'aperto, disegnando ed abbozzando in china e matita: ma le sue immagini rifinite sono state prodotte anche in studio. Per i suoi impianti più ambiziosi -“sei-footers„ come si dice ora - ha seguito procedimenti tecnici misteriosamente insoliti, ed il tutto al fine di elogiare e sperimentare impianti più out per libertà e freschezza . Quelli che ricerca sempre, quelli che certa critica di comodo non disvela limitandosi a produrre scialbe introduzioni a depliant seriali dove il pittore risulta solo un grande “omaggista a jazzisti come Parker, Rollin o Freddie Hubbard…per congelare l’atmosfera della realtà o del ricordo…” . Andreoli è musica e pittura: non è un autore da ridurre a coloro che furono e tanto meno ad un freezer; non congela nulla, nè in un campo nè in un altro, anzi, regala vita.
Dice il maestro d’arte Ivo Vigna “L’acquerello è da ritenersi una delle tecniche artistiche più difficili, non permette ripensamenti e correzioni, quindi, il buon acquerellista è il vero padrone del colore e della luce. Egli è l’artista più attento e completo, molti maestri del nostro secolo si sono valsi di questa disciplina e uno di questi è Roberto Andreoli… Una particolarità di questa disciplina sono proprio le carte, di pasta di legno o di filamenti di stracci. Le luci sono date dal naturale colore del supporto lasciato trasparire, così, naturalmente. L’artista stende il pigmento partendo dalle tonalità più chiare fino ad arrivare a quelle più scure. Sicurezza di tocco e rapidità di esecuzione sono indispensabili per raggiungere i mirabili risultati di Andreoli. I suoi sono “colori della memoria”, così mi piace definire la sua pittura. L’artista con grande eleganza riesce a donare frammenti di emozioni, fotogrammi impalpabili che sono ricordi di un tempo ormai passato. Una soffitta con tanti piccoli oggetti: bambole, tessuti, libri, giochi di un tempo, così accatastati in un disordine apparente tipico del sogno, del pensiero, della memoria appunto…”
05
maggio 2007
Roberto Andreoli – Cromatismi armonici
Dal 05 al 27 maggio 2007
arte contemporanea
Location
CASTELLO
Roddi, Piazza Umberto I, (Cuneo)
Roddi, Piazza Umberto I, (Cuneo)
Orario di apertura
ven. dalle 15,00 alle 19,00
Sab. e Dom.: dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 19
Vernissage
5 Maggio 2007, ore 20
Autore
Curatore