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Roberto Angelotti
L’angolo di una casa abbarbicata su se stessa, una rocca medievale che domina il borgo, un albero sul colle di fronte al mare, un faro, una barca che sembra abbandonata, sono i racconti di Angelotti, che pone l’occhio della sua macchina fotografica su tanti particolari di ogni soggetto senza perdere di vista l’insieme e il suo significato
Comunicato stampa
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CHE COLORE HA IL VENTO?
L’angolo di una casa abbarbicata su se stessa, una rocca medievale che domina il borgo, un albero sul colle di fronte al mare, un faro, una barca che sembra abbandonata, sono i racconti di Angelotti, che pone l’occhio della sua macchina fotografica su tanti particolari di ogni soggetto senza perdere di vista l’insieme e il suo significato.
Opere apparentemente semplici ed essenziali, luoghi privi di presenze umane ma non disabitati, non freddi, ma vitali, che raccontano di approdi sicuri, desideri di serenità, illuminati all’orizzonte da una luce chiara di speranze ancora da realizzare.
Un racconto che prende ispirazione dalla filosofia Zen, abbracciata per far luce dentro se stesso, in seguito a dar luce ai propri interessi.
Ecco che l’opera dell’uomo salta in primo piano, sia quella ripresa e mostrata, sia, attraverso la meditazione Zen e lo studio dei Koan, quella propria di rivisitazione degli intenti di fotografo con la rinuncia a mezzi tecnici sofisticati e ad ogni effetto speciale, per intraprendere un viaggio poetico nella logica del sentire, in cui la tensione della ricerca improntata ad un desiderio di intensità, di autenticità e di libertà, smaschera codici, dettami retorici, espedienti tecnici della fotografia.
Uno sguardo estraneo alle convenzioni rappresentative e visive, lo sguardo dell’arte, ma soprattutto, per Angelotti, lo sguardo Zen, quello sguardo che intende ogni immagine non come copia del reale, ma come sua interpretazione, come visione.
L’angolo di una casa abbarbicata su se stessa, una rocca medievale che domina il borgo, un albero sul colle di fronte al mare, un faro, una barca che sembra abbandonata, sono i racconti di Angelotti, che pone l’occhio della sua macchina fotografica su tanti particolari di ogni soggetto senza perdere di vista l’insieme e il suo significato.
Opere apparentemente semplici ed essenziali, luoghi privi di presenze umane ma non disabitati, non freddi, ma vitali, che raccontano di approdi sicuri, desideri di serenità, illuminati all’orizzonte da una luce chiara di speranze ancora da realizzare.
Un racconto che prende ispirazione dalla filosofia Zen, abbracciata per far luce dentro se stesso, in seguito a dar luce ai propri interessi.
Ecco che l’opera dell’uomo salta in primo piano, sia quella ripresa e mostrata, sia, attraverso la meditazione Zen e lo studio dei Koan, quella propria di rivisitazione degli intenti di fotografo con la rinuncia a mezzi tecnici sofisticati e ad ogni effetto speciale, per intraprendere un viaggio poetico nella logica del sentire, in cui la tensione della ricerca improntata ad un desiderio di intensità, di autenticità e di libertà, smaschera codici, dettami retorici, espedienti tecnici della fotografia.
Uno sguardo estraneo alle convenzioni rappresentative e visive, lo sguardo dell’arte, ma soprattutto, per Angelotti, lo sguardo Zen, quello sguardo che intende ogni immagine non come copia del reale, ma come sua interpretazione, come visione.
21
luglio 2007
Roberto Angelotti
Dal 21 luglio al 12 agosto 2007
fotografia
Location
ESTENSE ARTE
Cernobbio, Via Regina, 22, (Como)
Cernobbio, Via Regina, 22, (Como)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:30
Vernissage
21 Luglio 2007, ore 18,30
Autore