Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Roberto Antico – Meridiane dell’Anima
Antico lo fa con ciò che il Po trasporta e regala,…portando con sé oggetti da chissà quanto tempo dispersi,diviene scrigno di una memoria comune,è racconto di un essere vivo che sembra afferrare con le sue lunghe mani d’acqua gli ultimi avanzi e le ombre del nostro vissuto, per renderli universali
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Come totem in costante equilibrio fra fisica e tempo, le sculture di Roberto Antico chiamano lo spettatore ad una ricerca che è racconto di un gesto.
A differenza delle correnti dell’arte contemporanea in cui il gesto è inteso come elemento creativo che entra a far parte dell’opera d’arte alla stregua della materia e del supporto, in Roberto Antico il gesto costituisce una base di ricerca su cui innestare gli elementi tipici di un racconto per oggetti.
L’artista, infatti, grazie al recupero di elementi di legno dalle acque del Delta del Po, non solo individua quanto la natura ha, per un determinato periodo di tempo, lavorato, corroso, intaccato, ma ne salva il destino dalla distruzione che, il tempo, con lungo e profondo lavorare, un domani avrebbe sicuramente raggiunto.
Antico, quindi, salva, facendo emergere strutture creative da quanto aveva già il destino solo apparentemente segnato; il racconto del grande fiume che, portando con sé oggetti da chissà quanto tempo dispersi, diviene scrigno di una memoria comune, è il racconto di un essere vivo che sembra afferrare con le sue lunghe mani d’acqua gli ultimi avanzi e le ombre del nostro vissuto, per renderli universali.
Il risultato di questo gesto iniziale, definito, quasi salvifico, è quello che sopravvive sotto gli occhi dello spettatore; modificandone solo lievemente la configurazione, infatti, Roberto Antico assembla quei tratti lignei in composizioni policrome in cui il colore originario, mantenuto tale e, quindi, anche questo salvato dalla distruzione, contribuisce in maniera fattiva alla composizione dell’opera.
Questi assemblaggi di brani del tempo, che solo per convenzione potremmo definire objets trouvée, vanno configurandosi sotto una stretta egida compositiva che sembra rifarsi ad un senso epifanico ed evocativo, ma che, al tempo stesso, può ricondurre la mente a certe figurazioni del globo terracqueo partorito dalle errate concezioni geografico-astronomiche medievali.
Il risultato è costituito da opere che trasmettono un amore; non solo per la materia vivente, seppur inanimata, che il legno costituisce, ma per il tempo che, nell’istante dell’affioramento e del successivo ritrovamento, sembra regalare all’artista quel momento iniziale da cui l’arte prende vita.
Aprile 2011 Michele Govoni
A differenza delle correnti dell’arte contemporanea in cui il gesto è inteso come elemento creativo che entra a far parte dell’opera d’arte alla stregua della materia e del supporto, in Roberto Antico il gesto costituisce una base di ricerca su cui innestare gli elementi tipici di un racconto per oggetti.
L’artista, infatti, grazie al recupero di elementi di legno dalle acque del Delta del Po, non solo individua quanto la natura ha, per un determinato periodo di tempo, lavorato, corroso, intaccato, ma ne salva il destino dalla distruzione che, il tempo, con lungo e profondo lavorare, un domani avrebbe sicuramente raggiunto.
Antico, quindi, salva, facendo emergere strutture creative da quanto aveva già il destino solo apparentemente segnato; il racconto del grande fiume che, portando con sé oggetti da chissà quanto tempo dispersi, diviene scrigno di una memoria comune, è il racconto di un essere vivo che sembra afferrare con le sue lunghe mani d’acqua gli ultimi avanzi e le ombre del nostro vissuto, per renderli universali.
Il risultato di questo gesto iniziale, definito, quasi salvifico, è quello che sopravvive sotto gli occhi dello spettatore; modificandone solo lievemente la configurazione, infatti, Roberto Antico assembla quei tratti lignei in composizioni policrome in cui il colore originario, mantenuto tale e, quindi, anche questo salvato dalla distruzione, contribuisce in maniera fattiva alla composizione dell’opera.
Questi assemblaggi di brani del tempo, che solo per convenzione potremmo definire objets trouvée, vanno configurandosi sotto una stretta egida compositiva che sembra rifarsi ad un senso epifanico ed evocativo, ma che, al tempo stesso, può ricondurre la mente a certe figurazioni del globo terracqueo partorito dalle errate concezioni geografico-astronomiche medievali.
Il risultato è costituito da opere che trasmettono un amore; non solo per la materia vivente, seppur inanimata, che il legno costituisce, ma per il tempo che, nell’istante dell’affioramento e del successivo ritrovamento, sembra regalare all’artista quel momento iniziale da cui l’arte prende vita.
Aprile 2011 Michele Govoni
16
aprile 2011
Roberto Antico – Meridiane dell’Anima
Dal 16 aprile al primo maggio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi 17.00-20.00 - martedì chiuso
Vernissage
16 Aprile 2011, ore 18.00
Autore
Curatore