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Roberto Bossaglia – Incontri
Nelle 15 nitide e raffinate immagini a colori, selezionate per la mostra, Roma e Parigi costituiscono lo scenario di un’ulteriore ricerca intorno alla dimensione urbana e metropolitana, che il fotografo Roberto Bossaglia (Cagliari, 1942) conduce da molti anni or sono e sempre con rigore visivo.
Comunicato stampa
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Alla MAC Maja Arte Contemporanea la personale del fotografo Roberto Bossaglia che presenta, per la prima volta al pubblico, il suo ultimo progetto dal titolo "Incontri" (2013-2015).
Nelle quindici nitide e raffinate immagini a colori, selezionate per la mostra, Roma e Parigi costituiscono lo scenario di un'ulteriore ricerca intorno alla dimensione urbana e metropolitana, che il fotografo conduce da molti anni or sono e sempre con rigore visivo.
Nel testo critico che accompagna l'esposizione, Francesco Faeta osserva che "dietro questo impianto rigoroso e concettualmente intransigente, in realtà, si nasconde un metodo di lavoro che fa sua l'impostazione baudelairiana e benjaminiana del flâneur, un'attitudine a comprendere la realtà urbana e lo spazio cittadino, attraverso l'incontro, attraverso un'interna disposizione al vagabondaggio, alla contemplazione distaccata (e ciò che grandemente meraviglia è la capacità di tenere assieme le due posture, fondendole in una prassi originale e spiazzante)."
"Sia a Roma che a Parigi" - prosegue nella sua analisi Faeta - "la presenza e l'opera dei writers, costituisce da anni fenomeno tutt'altro che marginale dello spazio urbano, assai documentato e studiato. Ma l'arte di strada non interessa a Bossaglia in quanto fenomeno legato all'antropologia urbana o all'ampliamento delle forme d'espressività artistica, ma come elemento originale e peculiare che consente di rileggere la qualità del tessuto viario, delle costruzioni marginali e non monumentali, delle periferie, dei non luoghi (Marc Angé), dello scenario in cui quotidianamente s'inscrive il vissuto cittadino. […]
Poche, rarefatte, solitarie, tutt'altro che inessenziali, le figure umane, delineate sullo sfondo della trama disegnata ed edificata dello spazio urbano; assai spesso tocca a loro, al loro tenue segno essente, di significare in profondità quella poetica del dettaglio. Con un duplice compito: quello di porre in rilievo l'elemento spaziale e urbanistico che il fotografo ha incontrato; quello di sottolineare la dimensione solitaria che le sue passeggiate svelano. Più inclini a imbattersi nei segni variopinti e muti dentro cui si muovono che in se stesse o in altri, le presenze umane sembrano evocare quella solitudine dei numeri primi, di cui ci ha narrato Paolo Giordano (e che sicuramente è nelle corde del nostro autore); quelle entità che "i matematici chiamano 'primi gemelli': […] coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi davvero" e che ricordano le tante persone "sole e perdute, vicine ma non abbastanza per sfiorarsi davvero".
Non ci indica, Bossaglia, il segreto di questi isolamenti, ma certamente ci conduce per mano a individuare un nuovo tassello di quella dimensione solitaria della metropoli che ha saputo descrivere con magistrale poeticità."
ROBERTO BOSSAGLIA
Roberto Bossaglia, nato a Cagliari nel 1942, vive e lavora a Roma dove è stato docente di fotografia all'Accademia di Belle Arti dal 1981 al 2007.
Ha iniziato a lavorare nel campo della fotografia nel 1975, prima con mostre presso gallerie d'arte, poi per l'editoria e, soprattutto, per artisti ed architetti, pubblicando fra l'altro su "Domus", "Abitare", "Casabella", "Lotus", "Bauwelt", "Moniteur Architecture", "Composicion Arquitectonica", "Area", "Harper's Bazar".
La sua attività espositiva (personali e collettive) si articola con numerose mostre in Italia e all'estero a partire dal 1975.
Da sempre affianca il lavoro su committenza ad una personale ricerca sulla fotografia in quanto linguaggio.
Ha partecipato o ha dato vita a progetti inerenti soprattutto la lettura del paesaggio urbano in Italia.
Sue fotografie sono conservate nelle collezioni di diversi musei italiani e stranieri, come: Istituto Nazionale per la Grafica (Roma), DARC (Roma), Gabinetto Fotografico Comunale (Roma), Maison Européenne de la Photographie (Parigi), Bibliothèque Nationale (Parigi), Centre Canadien d’Architecture (Montréal), Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano), Archivio fotografico della Regione Piemonte (Torino), Queensland College of Art (Brisbane), Archivio fotografico del Comune (Napoli), Stadt Museum (Monaco).
Nelle quindici nitide e raffinate immagini a colori, selezionate per la mostra, Roma e Parigi costituiscono lo scenario di un'ulteriore ricerca intorno alla dimensione urbana e metropolitana, che il fotografo conduce da molti anni or sono e sempre con rigore visivo.
Nel testo critico che accompagna l'esposizione, Francesco Faeta osserva che "dietro questo impianto rigoroso e concettualmente intransigente, in realtà, si nasconde un metodo di lavoro che fa sua l'impostazione baudelairiana e benjaminiana del flâneur, un'attitudine a comprendere la realtà urbana e lo spazio cittadino, attraverso l'incontro, attraverso un'interna disposizione al vagabondaggio, alla contemplazione distaccata (e ciò che grandemente meraviglia è la capacità di tenere assieme le due posture, fondendole in una prassi originale e spiazzante)."
"Sia a Roma che a Parigi" - prosegue nella sua analisi Faeta - "la presenza e l'opera dei writers, costituisce da anni fenomeno tutt'altro che marginale dello spazio urbano, assai documentato e studiato. Ma l'arte di strada non interessa a Bossaglia in quanto fenomeno legato all'antropologia urbana o all'ampliamento delle forme d'espressività artistica, ma come elemento originale e peculiare che consente di rileggere la qualità del tessuto viario, delle costruzioni marginali e non monumentali, delle periferie, dei non luoghi (Marc Angé), dello scenario in cui quotidianamente s'inscrive il vissuto cittadino. […]
Poche, rarefatte, solitarie, tutt'altro che inessenziali, le figure umane, delineate sullo sfondo della trama disegnata ed edificata dello spazio urbano; assai spesso tocca a loro, al loro tenue segno essente, di significare in profondità quella poetica del dettaglio. Con un duplice compito: quello di porre in rilievo l'elemento spaziale e urbanistico che il fotografo ha incontrato; quello di sottolineare la dimensione solitaria che le sue passeggiate svelano. Più inclini a imbattersi nei segni variopinti e muti dentro cui si muovono che in se stesse o in altri, le presenze umane sembrano evocare quella solitudine dei numeri primi, di cui ci ha narrato Paolo Giordano (e che sicuramente è nelle corde del nostro autore); quelle entità che "i matematici chiamano 'primi gemelli': […] coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi davvero" e che ricordano le tante persone "sole e perdute, vicine ma non abbastanza per sfiorarsi davvero".
Non ci indica, Bossaglia, il segreto di questi isolamenti, ma certamente ci conduce per mano a individuare un nuovo tassello di quella dimensione solitaria della metropoli che ha saputo descrivere con magistrale poeticità."
ROBERTO BOSSAGLIA
Roberto Bossaglia, nato a Cagliari nel 1942, vive e lavora a Roma dove è stato docente di fotografia all'Accademia di Belle Arti dal 1981 al 2007.
Ha iniziato a lavorare nel campo della fotografia nel 1975, prima con mostre presso gallerie d'arte, poi per l'editoria e, soprattutto, per artisti ed architetti, pubblicando fra l'altro su "Domus", "Abitare", "Casabella", "Lotus", "Bauwelt", "Moniteur Architecture", "Composicion Arquitectonica", "Area", "Harper's Bazar".
La sua attività espositiva (personali e collettive) si articola con numerose mostre in Italia e all'estero a partire dal 1975.
Da sempre affianca il lavoro su committenza ad una personale ricerca sulla fotografia in quanto linguaggio.
Ha partecipato o ha dato vita a progetti inerenti soprattutto la lettura del paesaggio urbano in Italia.
Sue fotografie sono conservate nelle collezioni di diversi musei italiani e stranieri, come: Istituto Nazionale per la Grafica (Roma), DARC (Roma), Gabinetto Fotografico Comunale (Roma), Maison Européenne de la Photographie (Parigi), Bibliothèque Nationale (Parigi), Centre Canadien d’Architecture (Montréal), Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano), Archivio fotografico della Regione Piemonte (Torino), Queensland College of Art (Brisbane), Archivio fotografico del Comune (Napoli), Stadt Museum (Monaco).
01
ottobre 2015
Roberto Bossaglia – Incontri
Dal primo ottobre al 07 novembre 2015
fotografia
Location
Maja Arte Contemporanea
Roma, Via Di Monserrato, 30, (Roma)
Roma, Via Di Monserrato, 30, (Roma)
Orario di apertura
martedì - venerdì ore 15-20; sabato ore 11-13 / 15-19,30
chiuso lunedì e festivi, altri orari su appuntamento
apertura straordinaria domenica 18 ottobre 2015, ore 11-13 / 15-19,30
Vernissage
1 Ottobre 2015, ore 17-20,30
Autore
Curatore