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Roberto Cannata – The Mosquito Revelation
Questi lavori, densi di dettagli minori ricomposti dall’artista con apparente e casuale rapidità, costituiscono invece un invito al guardare oltre lo sguardo, al vedere oltre l’immagine, suggerendo l’esistenza di un codice ermetico da ricostruire nei e oltre i colori e gli strati resinati
Comunicato stampa
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Si inaugura venerdì 16 dicembre 2016, alle ore 18.30, presso gli spazi espositivi di Villa Orsini di Scorzé (via Roma, 53; vedi scheda evento allegata), The Mosquito Revelation, personale del pittore Roberto Cannata.
La mostra, visitabile fino a domenica 8 gennaio 2016, è curata dal critico d’arte Gaetano Salerno e realizzata in collaborazione con il Comune di Scorzè, con il Circolo Culturale Scorzè, con eve ar: v. e con Segnoperenne.
The Mosquito Revelation presenterà al pubblico una selezione critica di lavori dell’artista veneziano appartenenti a differenti cicli e differenti periodi; senza soluzione di continuità il percorso espositivo passerà dalle raffinate pitture e velature dell’olio alle tecniche miste di sovrapposizioni materiche di collage e assemblage resinati (lastre radiografiche, ritagli di riviste e giornali, fotografie) che ne caratterizzano la più recente produzione, per riconsiderare le molteplici tematiche affrontate nella lunga carriera e pervenire, come accade negli spazi di questa pittura, alla visione di una società umana frastagliata, destrutturata da una sottesa tragedia sociale endemica e propria dell’era moderna, prigioniera delle proprie incongruenze e delle proprie incompletezze.
Come ha scritto il critico d’arte Gaetano Salerno:
“ […] Le immagini si costruiscono sulla tela per sovrapposizione e giustapposizione, moltiplicandosi esponenzialmente per ricomporre i ritagli selezionati dall’artista sotto nuova forma. Ciascuna opera evoca, dettagliando e descrivendo soggetti allegorici, le anomalie di universi psichici ancora più inquietanti (tra surrealtà e metafisica) di quelli nei quali l’artista ci aveva lasciato precipitare. Le frammentazioni e le decostruzioni di un ordine logico evidenziano con più efficacia le incertezze dell’animo umano. L’intervento pittorico, talvolta minimale, ricompone le fratture tra gli elementi, ricercando un logos ormai perduto. Le resine epossidiche congelano ogni visione a una fissa eternità, costrette all’immutabilità claustrofobica di copioni esistenziali tragici e di tragedie contemporanee delle quali non possiamo essere soltanto passivi osservatori […]”.
La quarantina di tele, carte telate e tavole di piccole, medie e grandi dimensioni (molti i lavori inediti presenti in mostra), condurranno il pubblico nei microcosmi della psiche che ogni lavoro esamina, visualizzando utopiche ucronie nelle quali le distorte figure metamorfiche rappresentano invece lucide allegorie dell’essere umano.
Questi lavori, densi di dettagli minori ricomposti dall’artista con apparente e casuale rapidità, costituiscono invece un invito al guardare oltre lo sguardo, al vedere oltre l’immagine, suggerendo l’esistenza di un codice ermetico da ricostruire nei e oltre i colori e gli strati resinati nei quali sono impastate porzioni di animo, frammenti del reale, detriti di cultura, atomi di antichi saperi.
E una zanzara.
Simbolico riferimento agli elementi di una natura (dimenticata, eppure viva e presente) che l’artista ha sedimentato e nascosto nel pigmento di una di queste pitture, appiattita nel ton sur ton eppure percepibile da un leggero e significativo rilievo, pronta ad emergere come metaforica apparizione.
Al pari della rivelazione mistica di un credo religioso, la scoperta (forse casuale, forse volontaria) della zanzara potrà dunque alludere al piacere di una fideistica illuminazione cognitiva, determinare un paradigma esplorativo e conoscitivo maggiormente consapevole del dato espressivo, obbligando il pubblico a osservazioni più attente, a esercizi ricompositivi degli elementi, per giungere a una relazione maggiormente empatica con l’artista, a un ponderato riconoscimento del messaggio evocato.
Certamente il percorso di scoperta dell’insetto (coincidente con il percorso di visita della mostra) affiderà al pubblico - e non all’autoreferenzialità della critica - la riflessione sia sulle molte verità, sui molti sguardi, sulle molte argomentazioni che l’opera di Roberto Cannata esprime sincreticamente entro ciascun lavoro… sia sulla possibilità che ogni quadro nasconda una metaforica zanzara… e che ogni quadro possa aprirsi a una inattesa rivelazione …
Roberto Cannata nasce a Venezia Mestre nel 1961. Diplomato in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia ha poi approfondito le tecniche d’incisione presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ha partecipato a vari concorsi ed esposto in mostre personali e collettive con opere pittoriche, scultoree e installazioni, collaborando inoltre con artisti internazionali presso importanti sedi museali e Biennale di Venezia.
La mostra, visitabile fino a domenica 8 gennaio 2016, è curata dal critico d’arte Gaetano Salerno e realizzata in collaborazione con il Comune di Scorzè, con il Circolo Culturale Scorzè, con eve ar: v. e con Segnoperenne.
The Mosquito Revelation presenterà al pubblico una selezione critica di lavori dell’artista veneziano appartenenti a differenti cicli e differenti periodi; senza soluzione di continuità il percorso espositivo passerà dalle raffinate pitture e velature dell’olio alle tecniche miste di sovrapposizioni materiche di collage e assemblage resinati (lastre radiografiche, ritagli di riviste e giornali, fotografie) che ne caratterizzano la più recente produzione, per riconsiderare le molteplici tematiche affrontate nella lunga carriera e pervenire, come accade negli spazi di questa pittura, alla visione di una società umana frastagliata, destrutturata da una sottesa tragedia sociale endemica e propria dell’era moderna, prigioniera delle proprie incongruenze e delle proprie incompletezze.
Come ha scritto il critico d’arte Gaetano Salerno:
“ […] Le immagini si costruiscono sulla tela per sovrapposizione e giustapposizione, moltiplicandosi esponenzialmente per ricomporre i ritagli selezionati dall’artista sotto nuova forma. Ciascuna opera evoca, dettagliando e descrivendo soggetti allegorici, le anomalie di universi psichici ancora più inquietanti (tra surrealtà e metafisica) di quelli nei quali l’artista ci aveva lasciato precipitare. Le frammentazioni e le decostruzioni di un ordine logico evidenziano con più efficacia le incertezze dell’animo umano. L’intervento pittorico, talvolta minimale, ricompone le fratture tra gli elementi, ricercando un logos ormai perduto. Le resine epossidiche congelano ogni visione a una fissa eternità, costrette all’immutabilità claustrofobica di copioni esistenziali tragici e di tragedie contemporanee delle quali non possiamo essere soltanto passivi osservatori […]”.
La quarantina di tele, carte telate e tavole di piccole, medie e grandi dimensioni (molti i lavori inediti presenti in mostra), condurranno il pubblico nei microcosmi della psiche che ogni lavoro esamina, visualizzando utopiche ucronie nelle quali le distorte figure metamorfiche rappresentano invece lucide allegorie dell’essere umano.
Questi lavori, densi di dettagli minori ricomposti dall’artista con apparente e casuale rapidità, costituiscono invece un invito al guardare oltre lo sguardo, al vedere oltre l’immagine, suggerendo l’esistenza di un codice ermetico da ricostruire nei e oltre i colori e gli strati resinati nei quali sono impastate porzioni di animo, frammenti del reale, detriti di cultura, atomi di antichi saperi.
E una zanzara.
Simbolico riferimento agli elementi di una natura (dimenticata, eppure viva e presente) che l’artista ha sedimentato e nascosto nel pigmento di una di queste pitture, appiattita nel ton sur ton eppure percepibile da un leggero e significativo rilievo, pronta ad emergere come metaforica apparizione.
Al pari della rivelazione mistica di un credo religioso, la scoperta (forse casuale, forse volontaria) della zanzara potrà dunque alludere al piacere di una fideistica illuminazione cognitiva, determinare un paradigma esplorativo e conoscitivo maggiormente consapevole del dato espressivo, obbligando il pubblico a osservazioni più attente, a esercizi ricompositivi degli elementi, per giungere a una relazione maggiormente empatica con l’artista, a un ponderato riconoscimento del messaggio evocato.
Certamente il percorso di scoperta dell’insetto (coincidente con il percorso di visita della mostra) affiderà al pubblico - e non all’autoreferenzialità della critica - la riflessione sia sulle molte verità, sui molti sguardi, sulle molte argomentazioni che l’opera di Roberto Cannata esprime sincreticamente entro ciascun lavoro… sia sulla possibilità che ogni quadro nasconda una metaforica zanzara… e che ogni quadro possa aprirsi a una inattesa rivelazione …
Roberto Cannata nasce a Venezia Mestre nel 1961. Diplomato in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia ha poi approfondito le tecniche d’incisione presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ha partecipato a vari concorsi ed esposto in mostre personali e collettive con opere pittoriche, scultoree e installazioni, collaborando inoltre con artisti internazionali presso importanti sedi museali e Biennale di Venezia.
16
dicembre 2016
Roberto Cannata – The Mosquito Revelation
Dal 16 dicembre 2016 all'otto gennaio 2017
arte contemporanea
Location
VILLA ORSINI
Scorzè, Via Roma, 53, (Venezia)
Scorzè, Via Roma, 53, (Venezia)
Orario di apertura
mercoledì venerdì sabato 16.00 - 19.30
domenica 10.30 - 12.30 e 16.00 - 19.30
Vernissage
16 Dicembre 2016, 18.30
Autore
Curatore