Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Roberto Ciroli – Di gabbie,santi e saltimbanchi
L’artista,pur essendo iscritto a scenografia è attratto dalla scultura con la quale si confronta sin dai primi anni di Accademia.Scultura che vive per se stessa.Afferma il puro esistere prima ancora che il significato.Si inserisce nella silenziosa atemporalità dello spazio e l’aria che la circonda
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Roberto Ciroli, scultore contemporaneo,
nasce a Brescia nel 1969 e si diploma a Brera nel 1994. Parla dell'uomo del suo tempo e il codice linguistico è il corpo: una superficie composta da infiniti contatti tra luce e materia. Da subito la figura umana è il soggetto al quale si lega, questa galleggia anarchica in un universo parallelo, acquista una propria indipendenza facendo il verso al mondo reale. Il rapporto con l'umanità è di pura accidentalità casuale e laterale: un tocco fugace, ruvido, immantinente dimenticato. E' un attimo. Poi queste figure si volgono altrove interessandosi solamente a quello che di più profondo, e di conseguenza di più lontano e irraggiungibile, li interessa e li agita.
Sospensione, leggerezza, volo. I personaggi in ruvida polpa di cellulosa cotta al forno, in un primo periodo si sviluppano seguendo una verticalità esasperata dalla loro stessa deformazione, poi le proporzioni della figura rientrano nei canoni anatomici ma la leggerezza viene perseguita con fede incrollabile tenendo le figure sospese nel nulla, non solo sostenute, ma immobilizzate in azioni improbabili da invisibili fili di nylon. In fine compaiono le installazioni che si aggettano basculanti e ondeggianti dalle pareti o scendono dal soffitto sempre in situazione di equilibrio improponibile.
Gabbie: lo stesso oggetto viene concepito, utilizzato o imposto per situazioni e usi opposti. Alcune proteggono dall'esterno, altre isolano e altre ancora costringono in spazi minimi o in posizioni scomode da sostenere all'infinito. Sono anche galere, tortura.
I Santi sono fermati nelle azioni dell'iconografia rinascimentale con qualche licenza poetica, intenti a subire un martirio o a godersi un ultima cena osservati attraverso un filtro ironico che li trasforma in comparse svogliate.
Personaggi insicuri e instabili, i saltimbanchi si appoggiano alla parete posati su trampoli bislunghi e insicuri, a cavallo di un monociclo, su un filo sottile cercano un equilibrio impossibile, interpretando il loro ruolo al meglio delle proprie capacità, un compito non scelto ma ormai loro ineluttabilmente.
Tutto è sdrammatizzato dalla serena rassegnazione dei personaggi che rimangono sospesi in un limbo nel quale qualunque cosa possa succedere non può fare realmente danno, come fossero Wile il coyote fermo con lo sguardo all'obbiettivo nell'istante immediatamente precedente la caduta.
nasce a Brescia nel 1969 e si diploma a Brera nel 1994. Parla dell'uomo del suo tempo e il codice linguistico è il corpo: una superficie composta da infiniti contatti tra luce e materia. Da subito la figura umana è il soggetto al quale si lega, questa galleggia anarchica in un universo parallelo, acquista una propria indipendenza facendo il verso al mondo reale. Il rapporto con l'umanità è di pura accidentalità casuale e laterale: un tocco fugace, ruvido, immantinente dimenticato. E' un attimo. Poi queste figure si volgono altrove interessandosi solamente a quello che di più profondo, e di conseguenza di più lontano e irraggiungibile, li interessa e li agita.
Sospensione, leggerezza, volo. I personaggi in ruvida polpa di cellulosa cotta al forno, in un primo periodo si sviluppano seguendo una verticalità esasperata dalla loro stessa deformazione, poi le proporzioni della figura rientrano nei canoni anatomici ma la leggerezza viene perseguita con fede incrollabile tenendo le figure sospese nel nulla, non solo sostenute, ma immobilizzate in azioni improbabili da invisibili fili di nylon. In fine compaiono le installazioni che si aggettano basculanti e ondeggianti dalle pareti o scendono dal soffitto sempre in situazione di equilibrio improponibile.
Gabbie: lo stesso oggetto viene concepito, utilizzato o imposto per situazioni e usi opposti. Alcune proteggono dall'esterno, altre isolano e altre ancora costringono in spazi minimi o in posizioni scomode da sostenere all'infinito. Sono anche galere, tortura.
I Santi sono fermati nelle azioni dell'iconografia rinascimentale con qualche licenza poetica, intenti a subire un martirio o a godersi un ultima cena osservati attraverso un filtro ironico che li trasforma in comparse svogliate.
Personaggi insicuri e instabili, i saltimbanchi si appoggiano alla parete posati su trampoli bislunghi e insicuri, a cavallo di un monociclo, su un filo sottile cercano un equilibrio impossibile, interpretando il loro ruolo al meglio delle proprie capacità, un compito non scelto ma ormai loro ineluttabilmente.
Tutto è sdrammatizzato dalla serena rassegnazione dei personaggi che rimangono sospesi in un limbo nel quale qualunque cosa possa succedere non può fare realmente danno, come fossero Wile il coyote fermo con lo sguardo all'obbiettivo nell'istante immediatamente precedente la caduta.
13
aprile 2013
Roberto Ciroli – Di gabbie,santi e saltimbanchi
Dal 13 aprile al 04 maggio 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA INCORNICIARTE
Verona, Piazza San Zeno, (Verona)
Verona, Piazza San Zeno, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16.00-19.30
Vernissage
13 Aprile 2013, ore 18.30
Autore
Curatore