Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Roberto Coda Zabetta – PPP
C’è un gran silenzio verso cui si muovono i suoi lavori. Un silenzio possibile, che l’artista primariamente e poi tutto, tutti intorno a lui possono coprire, eludere. O in cui possono entrare, come si va a una strana festa.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ROBERTO CODA ZABETTA TORNA AD AREZZO, DOPO LA COLLETTIVA DEDICATA ALLA LINEA DURA DELLA NUOVA FIGURAZIONE “CLUEDO – ASSASSINIO IN CATTEDRALE”, ACCOMPAGNATO DALLE SUE figure FATTE di buio e di bianco. è ormai assodato che il suo gesto colpisca più di altri all’interno di un generale movimento di scoperta della figura e del volto, CHE I SUOI PERSONAGGI DALLE SMORFIE OSTENTATE, CHE GRIDANO E INQUIETANO SIANO VERO E PROPRIO LINGUAGGIO. E quel grido tanto esibito è’ in realtà un segreto. E’ il segreto con cui l’arte di Coda dovrà sempre misurarsi, e non come ci si misura ad una sentenza, ma, appunto, come si obbedisce a una urgenza.
C’è un gran silenzio verso cui si muovono i suoi lavori. Un silenzio possibile, che l’artista primariamente e poi tutto, tutti intorno a lui possono coprire, eludere. O in cui possono entrare, come si va a una strana festa. Un silenzio sopportabile, suggeritore. Un silenzio che possa parlare al silenzio scosceso e insopportabile da cui vengono gli spasmi dei suoi lavori, quello sì impossibile. Non c’è gesto artistico se non nasce nel colloquio tra un silenzio enorme, non umano, insopportabile, e un silenzio dove riprende a tremare tutta l’esperienza umana. E’ un colloquio di silenzi che può accendersi in scoppi d’ira, o impietrirsi, ma che non smette mai, e dispone nel gesto dell’artista il segreto di una doppia voce, di una sorpresa da sorpresa, di una magnificenza che nasce dall’umiltà’ e di una forza che nasce da quel che Leopardi chiamava il “quasi nulla” che siamo. Ed è in quel “quasi” che tutta l’arte umana trova e riconosce il suo destino e la sua vera segreta letizia. i personaggi di coda zabetta sono quindi generati da un colloquio con l’anima o ancora da un flusso irrefrenabile che si scatena da dentro, dal ricordo, dall’esperienza, dall’essenza.
e DIPINTI CON GESTO VELOCE, I VOLTI SONO STESI A TERRA MENTRE L’ARTISTA CI GIRA INTORNO COME UNA DANZA INDIANA. TENDONO COL TEMPO AD ESSERE SEMPRE PIù ASTRATTI E MATERICI come ad incarnare quel che c’è di più impalpabile.
C’è un gran silenzio verso cui si muovono i suoi lavori. Un silenzio possibile, che l’artista primariamente e poi tutto, tutti intorno a lui possono coprire, eludere. O in cui possono entrare, come si va a una strana festa. Un silenzio sopportabile, suggeritore. Un silenzio che possa parlare al silenzio scosceso e insopportabile da cui vengono gli spasmi dei suoi lavori, quello sì impossibile. Non c’è gesto artistico se non nasce nel colloquio tra un silenzio enorme, non umano, insopportabile, e un silenzio dove riprende a tremare tutta l’esperienza umana. E’ un colloquio di silenzi che può accendersi in scoppi d’ira, o impietrirsi, ma che non smette mai, e dispone nel gesto dell’artista il segreto di una doppia voce, di una sorpresa da sorpresa, di una magnificenza che nasce dall’umiltà’ e di una forza che nasce da quel che Leopardi chiamava il “quasi nulla” che siamo. Ed è in quel “quasi” che tutta l’arte umana trova e riconosce il suo destino e la sua vera segreta letizia. i personaggi di coda zabetta sono quindi generati da un colloquio con l’anima o ancora da un flusso irrefrenabile che si scatena da dentro, dal ricordo, dall’esperienza, dall’essenza.
e DIPINTI CON GESTO VELOCE, I VOLTI SONO STESI A TERRA MENTRE L’ARTISTA CI GIRA INTORNO COME UNA DANZA INDIANA. TENDONO COL TEMPO AD ESSERE SEMPRE PIù ASTRATTI E MATERICI come ad incarnare quel che c’è di più impalpabile.
22
maggio 2004
Roberto Coda Zabetta – PPP
Dal 22 maggio al 27 giugno 2004
arte contemporanea
Location
IMAGE
Arezzo, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 6, (Arezzo)
Arezzo, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 6, (Arezzo)
Orario di apertura
lun/ven 15, 30 – 19,30 sab+1°domenica del mese 10 – 12,30 e 15, 30 – 19,30
Vernissage
22 Maggio 2004, ore 18