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Roberto De Simone – Un’apparente semplicità
Fulcro del lavoro è una visione mentale che “tenta di spogliare le coscienze soddisfatte delle loro formule cristallizzate e definite dalle leggi del senso comune”. Nella costruzione delle opere procede secondo un metodo razionale, espresso nei progetti, ma finisce per ribaltarlo nell’esito finale
Comunicato stampa
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UN’APPARENTE SEMPLICITÀ traspare dalle opere di Roberto De Simone. Con apparente semplicità egli si propone di Cerchiare l’infinito, un’impresa impossibile tentata con l’ausilio di fuochi d’artificio diffusi in un cielo notturno. Attraverso il video dell’azione (1993, VHS PAL trasferito su DVD nel 2007) De Simone esplicita un paradosso non privo di ironia e, al tempo stesso, la potenziale realizzazione di un’avventura che solo l’immaginazione può intraprendere. Fulcro del lavoro è una visione mentale che – spiega l’artista – “tenta di spogliare le coscienze soddisfatte delle loro formule cristallizzate e definite dalle leggi del senso comune”. Nella costruzione delle sue opere procede secondo un metodo razionale, espresso nei progetti, ma finisce per ribaltarlo nell’esito finale, dimostrando che è possibile pensare l’impensabile pur muovendo da conoscenze tecniche. Il titolo e la descrizione, redatti con parole meditate e scelte accuratamente, sono parte essenziale dell’opera, “un elemento fondamentale; il titolo è l’idea, il progetto”. E poiché egli sostiene che “il valore del lavoro è nell’idea, non nell’oggetto”, l’immagine e il titolo rimandano ad un’altra immagine corrispondente alla finalità del lavoro stesso, che si realizza attraverso l’adozione, richiesta anche allo spettatore, di un atteggiamento libero e anticonformista, con una vena di poesia e di leggera ironia. “Il vero artista crea una perturbazione collettiva delle coscienze per ricostruire la comprensione del reale in relazione con il mondo”. De Simone pone questioni, alla ricerca di un nuovo senso, dove la necessità della sospensione o dell’attesa di ciò che potenzialmente può compiersi, nello spazio e nel tempo, lascia aperti gli interrogativi. Centrale è l’intento di attivare una comunicazione con il pubblico. “Mi propongo sempre di innescare una riflessione che mi ha coinvolto per primo, e che spero interessi altri”. Parte di queste riflessioni è il tentativo di recupero della natura, intesa come cardine dell’esistenza e fonte primaria dell’energia, in cui l’artista concilia due apparenti antitesi: le proprie conoscenze scientifiche guidate dalle leggi della fisica e l’immaginazione prodotta dalla tensione verso l’invisibile. “La natura visibile è modellata sull’invisibile e a me interessa la natura in quanto spazio fisico in continuo divenire. Cerco di cogliere, di costruire delle relazioni con i fenomeni naturali soggetti alla temporalità, al mutamento da uno stato all’altro, di captare le forze e renderle visibili”. Cerchiare l’infinito comprende due progetti e alcune immagini estratte dal video, stampate su carta fotografica ed esposte nel 2007 insieme al filmato stesso.
Trait d’union fra i lavori in questa mostra è l’invito a produrre un paesaggio mentale, attivato grazie alle immagini in Cerchiare l’infinito, suscitato dai suoni in Il primo raggio di sole a Étretat con un grande vento calmo (2007). Quest’ultimo è un “ricordo sonoro” dell’artista legato a un luogo preciso, sulle falesie della Normandia. Si raccomanda di ascoltare la registrazione con le cuffie, a occhi chiusi, lasciando che il suono suggerisca colori, odori, luci e atmosfere, il senso dello spazio, “per avere un’immagine intima del paesaggio che si sta ascoltando. La realtà non è solo in sé, ma è qualcosa che si origina nell’atto stesso della percezione”.
Trait d’union fra i lavori in questa mostra è l’invito a produrre un paesaggio mentale, attivato grazie alle immagini in Cerchiare l’infinito, suscitato dai suoni in Il primo raggio di sole a Étretat con un grande vento calmo (2007). Quest’ultimo è un “ricordo sonoro” dell’artista legato a un luogo preciso, sulle falesie della Normandia. Si raccomanda di ascoltare la registrazione con le cuffie, a occhi chiusi, lasciando che il suono suggerisca colori, odori, luci e atmosfere, il senso dello spazio, “per avere un’immagine intima del paesaggio che si sta ascoltando. La realtà non è solo in sé, ma è qualcosa che si origina nell’atto stesso della percezione”.
06
marzo 2017
Roberto De Simone – Un’apparente semplicità
Dal 06 al 24 marzo 2017
fotografia
Location
AOCF58 – GALLERIA BRUNO LISI
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 58, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 17.00 – 19.30 (chiuso sabato e festivi)
Vernissage
6 Marzo 2017, h 18
Autore
Curatore