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Roberto Fanari – Il Cielo Ritrovato. Presentazione del catalogo
Sabato 12 ottobre alle ore 11, presentazione del catalogo – Forma Edizioni – e visita guidata della mostra con Maria Fratelli, direttrice dello Studio Museo Francesco Messina, Raffaella Resch, curatrice della mostra, Alessandro Romanini, autore e Roberto Fanari.
Comunicato stampa
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Sabato 12 ottobre alle ore 11, presentazione del catalogo - Forma Edizioni - e visita guidata con Maria Fratelli, Direttrice dello Studio Museo Francesco Messina, Raffaella Resch, curatrice della mostra, Alessandro Romanini, autore e Roberto Fanari.
Il Cielo ritrovato (tecnica mista su tela, 2019) è il punto d’arrivo di un percorso iniziato da Fanari da alcuni anni, che lo ha portato a realizzare cicli con media differenti per altri siti museali-espositivi a Genova, Rotterdam e a Ponte de Sor (Portogallo). Queste occasioni performative hanno funzionato da prodromi per l’installazione dello Museo Messina, la più impegnativa e complessa finora mai realizzata.
L’opera, composta da 4 pannelli (6x6 metri cadauno), due dei quali collocati a 12 metri di altezza, appena sotto la volta del soffitto e due ai lati dell’abside, è stata inaugurata lo scorso il 16 luglio e per tutta l’estate ha contribuito ad arricchire la vivace offerta culturale del Comune di Milano.
Al piano terra e nella cripta sono state collocate opere bi e tridimensionali che danno vita a rimandi diretti con la pittura del soffitto, per affinità o contrasto.
Nella navata sono esposti i dittici 'Puro colore/colore puro' e il trittico 'Simulacro', oltre a un grande disegno a carboncino su tavole di legno preparate a gesso (5 tavole ognuna di 1x1,70 m) dal titolo 'La forma del mio cielo', realizzati per la mostra milanese. Il percorso si conclude nella cappella sottostante con diversi lavori recenti.
La proposta site specific di Fanari, è lineare e al tempo stesso ambiziosa. L’artista infatti è intervenuto all’interno dell’Ex Chiesa con uno sguardo analitico, volto a mettere in evidenza gli elementi architettonici, assecondando o forzando l’andamento delle forme e ricomponendo una nuova immagine finale. Il «capriccio» di Fanari - come lo definisce la curatrice Raffaella Resch in catalogo - è una monumentale messinscena teatrale dove la sua arte si pone in relazione con la natura rappresentata e con l’architettura su cui va ad interagire.
La riflessione sul cielo e sulle nuvole è un tema su cui Fanari indaga a partire dalle pitture di Constable, giungendo a un esito, a Milano più che altrove nella sua opera, di potenziamento della visione, evocando la parte onirica e fantastica del nostro immaginario.
La natura è sempre al centro della ricerca di Fanari ed è descritta con un dettaglio di estrema precisione, restituendo tuttavia una visione complessiva d’invenzione. Ne saranno esempio nella cripta i famosi Paesaggi invisibili (tecnica mista su tela) realizzati a partire dal 2012: grandi tele monocrome a tecnica mista eseguite con un dispositivo pittorico particolare che costringe l’osservatore a muoversi da un punto all’altro del quadro per trovare la corretta incidenza della luce, quella sola che rivelerà l’oggetto dipinto.
La caratterizzazione botanica precisa, l’esaltazione delle forme, che Fanari declina anche in altri media (come la ceramica invetriata del 'Tronco rosa' del 2016 e il bronzo del Foglio in bronzo dalla serie 'Nella mia foresta' del 2012 presenti in mostra), porta paradossalmente a una sublimazione dei significati, che vediamo trasformarsi sotto ai nostri occhi. Foreste, foglie, tronchi, cieli e nuvole: in Fanari questi elementi figurativi vengono ribaltati nel loro messaggio semantico, non rientrano più nel mondo vegetale o minerale, bensì si rivelano come schemi anatomici per nuovi organismi, forse antropomorfi, comunque ibridi, di fronte ai quali la nostra immaginazione è spronata a figurarsi diversi rapporti percettivi.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Forma Edizioni contiene le immagini di tutte le opere esposte e installation views, con testi critici di Maria Fratelli, Raffaella Resch e Alessandro Romanini, e un intervento di Michelangelo Consani.
Roberto Fanari (Milano, 1957) vive e lavora a Milano. Laureato in giurisprudenza, dipinge fin da ragazzo. Dopo aver esposto alcune sue più recenti creazioni presso il Trompemburg Tuinen & Arboretum di Rotterdam, a Genova e poi in Portogalli, Fanari ritorna a Milano, dove nel 2015 aveva esposto una sua personale presso la Fabbrica del Vapore. Sue mostre personali si sono tenute a Villa Bottino, Lucca (2013); Palazzo Panichi, Pietrasanta (2013 - 14); Rotterdam Contemporary Art (2016); Biffi Arte, Piacenza (2015); Fabbrica del Vapore, Milano (2015); Villa Erba, Cernobbio (2015); Rotterdam Contemporary Art (2016); Trompemburg Tuinen & Arboretum, Rotterdam (2016); Galleria d’Arte Moderna e Raccolte Frugone - Musei di Nervi (2017); Fondazione Ragghianti, Lucca (2017); Rotterdam Contemporary Art (2016); Ponte de Sor - Alentejo, Portogallo (2018). Hanno scritto di lui: Pietro Bellasi; Bruno Corà; Maria Flora Giubilei; Flaminio Gualdoni; Riccardo Ferrucci; Mara Folini; Raffaella Resch; Alessandro Romanini; Maurizio Vanni; Roger van Boxtel.
Per maggiori informazioni sull’artista: www.robertofanari.com, facebook @robertofanarilandscape
Il Cielo ritrovato (tecnica mista su tela, 2019) è il punto d’arrivo di un percorso iniziato da Fanari da alcuni anni, che lo ha portato a realizzare cicli con media differenti per altri siti museali-espositivi a Genova, Rotterdam e a Ponte de Sor (Portogallo). Queste occasioni performative hanno funzionato da prodromi per l’installazione dello Museo Messina, la più impegnativa e complessa finora mai realizzata.
L’opera, composta da 4 pannelli (6x6 metri cadauno), due dei quali collocati a 12 metri di altezza, appena sotto la volta del soffitto e due ai lati dell’abside, è stata inaugurata lo scorso il 16 luglio e per tutta l’estate ha contribuito ad arricchire la vivace offerta culturale del Comune di Milano.
Al piano terra e nella cripta sono state collocate opere bi e tridimensionali che danno vita a rimandi diretti con la pittura del soffitto, per affinità o contrasto.
Nella navata sono esposti i dittici 'Puro colore/colore puro' e il trittico 'Simulacro', oltre a un grande disegno a carboncino su tavole di legno preparate a gesso (5 tavole ognuna di 1x1,70 m) dal titolo 'La forma del mio cielo', realizzati per la mostra milanese. Il percorso si conclude nella cappella sottostante con diversi lavori recenti.
La proposta site specific di Fanari, è lineare e al tempo stesso ambiziosa. L’artista infatti è intervenuto all’interno dell’Ex Chiesa con uno sguardo analitico, volto a mettere in evidenza gli elementi architettonici, assecondando o forzando l’andamento delle forme e ricomponendo una nuova immagine finale. Il «capriccio» di Fanari - come lo definisce la curatrice Raffaella Resch in catalogo - è una monumentale messinscena teatrale dove la sua arte si pone in relazione con la natura rappresentata e con l’architettura su cui va ad interagire.
La riflessione sul cielo e sulle nuvole è un tema su cui Fanari indaga a partire dalle pitture di Constable, giungendo a un esito, a Milano più che altrove nella sua opera, di potenziamento della visione, evocando la parte onirica e fantastica del nostro immaginario.
La natura è sempre al centro della ricerca di Fanari ed è descritta con un dettaglio di estrema precisione, restituendo tuttavia una visione complessiva d’invenzione. Ne saranno esempio nella cripta i famosi Paesaggi invisibili (tecnica mista su tela) realizzati a partire dal 2012: grandi tele monocrome a tecnica mista eseguite con un dispositivo pittorico particolare che costringe l’osservatore a muoversi da un punto all’altro del quadro per trovare la corretta incidenza della luce, quella sola che rivelerà l’oggetto dipinto.
La caratterizzazione botanica precisa, l’esaltazione delle forme, che Fanari declina anche in altri media (come la ceramica invetriata del 'Tronco rosa' del 2016 e il bronzo del Foglio in bronzo dalla serie 'Nella mia foresta' del 2012 presenti in mostra), porta paradossalmente a una sublimazione dei significati, che vediamo trasformarsi sotto ai nostri occhi. Foreste, foglie, tronchi, cieli e nuvole: in Fanari questi elementi figurativi vengono ribaltati nel loro messaggio semantico, non rientrano più nel mondo vegetale o minerale, bensì si rivelano come schemi anatomici per nuovi organismi, forse antropomorfi, comunque ibridi, di fronte ai quali la nostra immaginazione è spronata a figurarsi diversi rapporti percettivi.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Forma Edizioni contiene le immagini di tutte le opere esposte e installation views, con testi critici di Maria Fratelli, Raffaella Resch e Alessandro Romanini, e un intervento di Michelangelo Consani.
Roberto Fanari (Milano, 1957) vive e lavora a Milano. Laureato in giurisprudenza, dipinge fin da ragazzo. Dopo aver esposto alcune sue più recenti creazioni presso il Trompemburg Tuinen & Arboretum di Rotterdam, a Genova e poi in Portogalli, Fanari ritorna a Milano, dove nel 2015 aveva esposto una sua personale presso la Fabbrica del Vapore. Sue mostre personali si sono tenute a Villa Bottino, Lucca (2013); Palazzo Panichi, Pietrasanta (2013 - 14); Rotterdam Contemporary Art (2016); Biffi Arte, Piacenza (2015); Fabbrica del Vapore, Milano (2015); Villa Erba, Cernobbio (2015); Rotterdam Contemporary Art (2016); Trompemburg Tuinen & Arboretum, Rotterdam (2016); Galleria d’Arte Moderna e Raccolte Frugone - Musei di Nervi (2017); Fondazione Ragghianti, Lucca (2017); Rotterdam Contemporary Art (2016); Ponte de Sor - Alentejo, Portogallo (2018). Hanno scritto di lui: Pietro Bellasi; Bruno Corà; Maria Flora Giubilei; Flaminio Gualdoni; Riccardo Ferrucci; Mara Folini; Raffaella Resch; Alessandro Romanini; Maurizio Vanni; Roger van Boxtel.
Per maggiori informazioni sull’artista: www.robertofanari.com, facebook @robertofanarilandscape
12
ottobre 2019
Roberto Fanari – Il Cielo Ritrovato. Presentazione del catalogo
12 ottobre 2019
presentazione
Location
STUDIO MUSEO FRANCESCO MESSINA
Milano, Via San Sisto, 4A, (Milano)
Milano, Via San Sisto, 4A, (Milano)
Vernissage
12 Ottobre 2019, ore 11
Sito web
Editore
Forma Editore
Ufficio stampa
Alessandra Pozzi
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Produzione organizzazione