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Roberto Greco – Sinfonie dipinte
Con garbata e serena efficacia l’artista ci racconta di noi e del nostro universo vitale,senza mai staccarsi dai suoi celeberrimi simboli iconografici (sfere infuocate,sequenze di linee,numeri,brani di spartiti e ritagli di juta), che come note musicali si dispiegano a comporre le sue sinfonie dipin
Comunicato stampa
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Continuano con immutato successo di critica e di pubblico le iniziative promosse da CONFARTE e dalla Consulta Cultura & Società di Confartigianato Imprese Prato. Nonostante la grave crisi che attanaglia la città, Prato riesce sempre ad offrire, nel campo artistico, pregevoli ed importanti personaggi a livello nazionale e internazionale. La mostra che va ad iniziare sabato 23 maggio (inaugurazione alle ore 17.30 nella Sede Provinciale di Confartigianato Imprese Prato – viale Montegrappa 138 – Prato), vede come protagonista Roberto Greco, fiorentino d’adozione che, partendo da studi musicali classici si è poi avvicinato nel tempo al campo della pittura e della scultura, abbandonando l’amore giovanile per il pentagramma. Non ha però rinnegato questa sua forte passione continuando ad inserire nelle proprie opere riferimenti espliciti al mondo della musica, a volte con spartiti veri e propri, altre invece, come afferma il critico Gilberto Magioni, con un senso di mistero, profondità e struggente sensazione musicale. Ha maturato la propria preparazione artistica presso gli studi di noti maestri del Liceo Artistico e dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, tra cui Antonio Bueno e Siro Salimbeni ed ha frequentato la Scuola di Nudo, come allievo di Osman Lorenzo De Scolari, operando nell'ambito della figurazione. Nel 1971 ha iniziato l'attività espositiva con la prima mostra personale figurativa alla Galleria Cennini di Firenze. In seguito ha partecipato a numerose rassegne nazionali ed internazionali riportando ambiti ed importanti riconoscimenti. Nel 1984 ha eseguito un murales allo Stadio Artemio Franchi di Firenze.
Hanno scritto di lui:
Tre sottili linee parallele ricorrono nelle opere di Roberto Greco come un marchio, richiamando ad un ordine mentale, ad un'armonia suprema, che scandisce l'eterno fluire della vita. A cominciare dai vibranti ammassi cromatici che rimandano alla materia cosmica primordiale squarciata da luci improvvise, liquefatta dall'abbagliante calore scaturito da globi incandescenti. Quei "graffi dell'anima", quasi simboli del vissuto, affiorano dai frammenti della nostra esistenza e si ripetono in numero da tre a cinque, evocando il pentagramma o trasformandosi in corde di una chitarra appena accennata, le cui note accompagnano i momenti della giornata e accendono ricordi ed emozioni che l'artista "orchestra" attorno ad un brano di spartito, a testimoniare i suoi trascorsi di musicista. Greco si avvale di tecniche miste che prendono in esame vari materiali, assemblandoli in un tessuto cromatico consistente, dalle sonorità espressioniste. Ne derivano suggestive composizioni ordinate in modo mai casuale, bensì rispondente ad una meditata ricerca che parte dalla realtà quotidiana per seguire i ritmi di un sentire interiore intenso, spontaneo, appassionato, che unisce riflessione e istintualità. Un singolare percorso di sperimentazione che tiene conto di un passato legato alla tradizione figurativa, base imprescindibile per un lavoro serio da arricchire strada facendo di nuove esperienze e di significati profondi, da nutrire di forza e di luce. L'idea, la materia e la forma trovano una fusione perfetta nei lavori di Roberto Greco, componendosi in soluzioni raffinate e preziose, pienamente godibili nella loro coinvolgente vitalità, capaci di emanare un senso di grande energia e di continuo movimento, lasciando spazio ad espressioni che passano dalla gioia alla malinconia, dall'inquietudine alla serenità. Stati d'animo colti al volo e salvati con un colpo di pennello, con un gesto sapiente e immediato che racchiude un mondo di sentimenti veri e di brillante fantasia. (Gabriella Gentilini)
La pittura di Roberto Greco è un espressionismo informale fatto di immagini rapide, di colore "materico", ed è proprio la cromia forte, decisa, brillante e di trasparente luministica, che ci colpisce, ci attrae e ci interessa. Un interesse che è difficile suscitare in un critico abituato ad analizzare centinaia di nuovi pittori in un anno, stanco ormai dei vecchi. È l'istinto di immediata ricerca che ci colpisce dell'artista Roberto Greco, nelle sue composizioni di temi musicali, dove rapide "zaffate" di colore grafico, rendono chiara "quella tempesta" interiore di cui l'artista è dotato.
C'è quel mistero, quella profondità e struggente sensazione della musica, senza presenza di uno spartito. Eliminare queste suppellettili inutili, per raggiungere da soli i risultati dei quadri "senza titolo", che lasciano a chi impattano la sua pittura ogni possibilità di interpretazione, che mai è assurda, mai è fuori dal mistero diverso che regna in ognuno di noi, deve essere lo scopo dell' artista, sono propri i "senza titolo" le cose migliori di Greco, quelle che ci interessano perché sono immagini che permettono allo spettatore di sognare e di ricreare le proprie emozioni in piena libertà. (Gilberto Magioni)
Roberto Greco è molto legato alle soluzioni formali che il suo linguaggio espressivo ha condotto pazientemente fuori dal naturalismo tradizionale (toscano) verso un personale astrattismo espressionistico nel quale va cogliendo da un decennio meritati successi, affida da sempre la propria pittura alla forza e alla vivacità del colore. Dapprima il collage, inseritovi soprattutto con frammenti di giornali, ha provocato interruzioni traumatiche al discorso ma poi, amalgamandosi le scritte col resto della composizione, i caratteri di stampa intelligentemente selezionati si sono assunti il compito - diciamo "istituzionale" del collage - di completare e ravvivare i fatti relativi alla forma rendendosi compartecipi dell'espressione. Il tutto propiziato da una fantasiosa creatività che trae alimento da un immaginario singolarmente fertile. (Tommaso Paloscia)
Chissà perché quel «disco» grumoso che appare in molte delle tele di Roberto Greco, oli e tecniche miste, mi faccia venire in mente il film «200l: Odissea nello spazio» pietra miliare del film di fantascienza. Non certo per una correlazione con il monolito della pellicola di Stanley Kubrick, che era sostanzialmente diverso, quanto, forse, perché in entrambi i casi costituiscono - sia pure in modo diverso - un simbolo che, nel caso di Greco, diventa una vera e propria sigla riconoscitiva, nel sottendere un inquietante cosmo che sta perdendo il suo ordine prestabilito.
Un «tondo» che nelle sue ultime tele si mescola ai nuovi materiali usati dall'artista per la costruzione dei suoi collages: la tela da imballo e il sughero. Sarebbe troppo semplice per questo scivolare nell'accostamento con Burri e Crippa che di questi materiali hanno fatto largo uso. Ma nelle tele di Roberto Greco questi materiali sono solo «pretesto» per comporre una scena dietro alla quale filtrano lampi di luce che servono ad «animare» improbabili paesaggi annegati nell'informale, impastati di grigi e delle varie tonalità del marrone (colori del resto naturali della juta e del sughero): i dipinti per sé non hanno un titolo proprio, perché il racconto che Greco porta avanti in questo nuovo impulso di ricerca è tutto concettuale e lascia ampio spazio al fruitore delle opere di immaginarvi chissà quali misteri.
Ma è un racconto che non perde di vista il suo fare che alle origini lo vedeva interprete di quella grande tradizione toscana che man mano cedeva il passo a un espressionismo informale sempre più accentuato, ma contenitore di appunti armonici, spesso di ritmi musicali, quasi sempre di slanci emozionali che sono poi quelli con cui comunica gli impulsi della propria anima.
Allora emergono precisi messaggi che - come giustamente afferma l'amico Dino Pasquali - non si affidano alla comunicazione razionalistica, bensì ad una sentimentale, ovvero lirica. (Franco Riccomini)
Hanno scritto di lui:
Tre sottili linee parallele ricorrono nelle opere di Roberto Greco come un marchio, richiamando ad un ordine mentale, ad un'armonia suprema, che scandisce l'eterno fluire della vita. A cominciare dai vibranti ammassi cromatici che rimandano alla materia cosmica primordiale squarciata da luci improvvise, liquefatta dall'abbagliante calore scaturito da globi incandescenti. Quei "graffi dell'anima", quasi simboli del vissuto, affiorano dai frammenti della nostra esistenza e si ripetono in numero da tre a cinque, evocando il pentagramma o trasformandosi in corde di una chitarra appena accennata, le cui note accompagnano i momenti della giornata e accendono ricordi ed emozioni che l'artista "orchestra" attorno ad un brano di spartito, a testimoniare i suoi trascorsi di musicista. Greco si avvale di tecniche miste che prendono in esame vari materiali, assemblandoli in un tessuto cromatico consistente, dalle sonorità espressioniste. Ne derivano suggestive composizioni ordinate in modo mai casuale, bensì rispondente ad una meditata ricerca che parte dalla realtà quotidiana per seguire i ritmi di un sentire interiore intenso, spontaneo, appassionato, che unisce riflessione e istintualità. Un singolare percorso di sperimentazione che tiene conto di un passato legato alla tradizione figurativa, base imprescindibile per un lavoro serio da arricchire strada facendo di nuove esperienze e di significati profondi, da nutrire di forza e di luce. L'idea, la materia e la forma trovano una fusione perfetta nei lavori di Roberto Greco, componendosi in soluzioni raffinate e preziose, pienamente godibili nella loro coinvolgente vitalità, capaci di emanare un senso di grande energia e di continuo movimento, lasciando spazio ad espressioni che passano dalla gioia alla malinconia, dall'inquietudine alla serenità. Stati d'animo colti al volo e salvati con un colpo di pennello, con un gesto sapiente e immediato che racchiude un mondo di sentimenti veri e di brillante fantasia. (Gabriella Gentilini)
La pittura di Roberto Greco è un espressionismo informale fatto di immagini rapide, di colore "materico", ed è proprio la cromia forte, decisa, brillante e di trasparente luministica, che ci colpisce, ci attrae e ci interessa. Un interesse che è difficile suscitare in un critico abituato ad analizzare centinaia di nuovi pittori in un anno, stanco ormai dei vecchi. È l'istinto di immediata ricerca che ci colpisce dell'artista Roberto Greco, nelle sue composizioni di temi musicali, dove rapide "zaffate" di colore grafico, rendono chiara "quella tempesta" interiore di cui l'artista è dotato.
C'è quel mistero, quella profondità e struggente sensazione della musica, senza presenza di uno spartito. Eliminare queste suppellettili inutili, per raggiungere da soli i risultati dei quadri "senza titolo", che lasciano a chi impattano la sua pittura ogni possibilità di interpretazione, che mai è assurda, mai è fuori dal mistero diverso che regna in ognuno di noi, deve essere lo scopo dell' artista, sono propri i "senza titolo" le cose migliori di Greco, quelle che ci interessano perché sono immagini che permettono allo spettatore di sognare e di ricreare le proprie emozioni in piena libertà. (Gilberto Magioni)
Roberto Greco è molto legato alle soluzioni formali che il suo linguaggio espressivo ha condotto pazientemente fuori dal naturalismo tradizionale (toscano) verso un personale astrattismo espressionistico nel quale va cogliendo da un decennio meritati successi, affida da sempre la propria pittura alla forza e alla vivacità del colore. Dapprima il collage, inseritovi soprattutto con frammenti di giornali, ha provocato interruzioni traumatiche al discorso ma poi, amalgamandosi le scritte col resto della composizione, i caratteri di stampa intelligentemente selezionati si sono assunti il compito - diciamo "istituzionale" del collage - di completare e ravvivare i fatti relativi alla forma rendendosi compartecipi dell'espressione. Il tutto propiziato da una fantasiosa creatività che trae alimento da un immaginario singolarmente fertile. (Tommaso Paloscia)
Chissà perché quel «disco» grumoso che appare in molte delle tele di Roberto Greco, oli e tecniche miste, mi faccia venire in mente il film «200l: Odissea nello spazio» pietra miliare del film di fantascienza. Non certo per una correlazione con il monolito della pellicola di Stanley Kubrick, che era sostanzialmente diverso, quanto, forse, perché in entrambi i casi costituiscono - sia pure in modo diverso - un simbolo che, nel caso di Greco, diventa una vera e propria sigla riconoscitiva, nel sottendere un inquietante cosmo che sta perdendo il suo ordine prestabilito.
Un «tondo» che nelle sue ultime tele si mescola ai nuovi materiali usati dall'artista per la costruzione dei suoi collages: la tela da imballo e il sughero. Sarebbe troppo semplice per questo scivolare nell'accostamento con Burri e Crippa che di questi materiali hanno fatto largo uso. Ma nelle tele di Roberto Greco questi materiali sono solo «pretesto» per comporre una scena dietro alla quale filtrano lampi di luce che servono ad «animare» improbabili paesaggi annegati nell'informale, impastati di grigi e delle varie tonalità del marrone (colori del resto naturali della juta e del sughero): i dipinti per sé non hanno un titolo proprio, perché il racconto che Greco porta avanti in questo nuovo impulso di ricerca è tutto concettuale e lascia ampio spazio al fruitore delle opere di immaginarvi chissà quali misteri.
Ma è un racconto che non perde di vista il suo fare che alle origini lo vedeva interprete di quella grande tradizione toscana che man mano cedeva il passo a un espressionismo informale sempre più accentuato, ma contenitore di appunti armonici, spesso di ritmi musicali, quasi sempre di slanci emozionali che sono poi quelli con cui comunica gli impulsi della propria anima.
Allora emergono precisi messaggi che - come giustamente afferma l'amico Dino Pasquali - non si affidano alla comunicazione razionalistica, bensì ad una sentimentale, ovvero lirica. (Franco Riccomini)
23
maggio 2009
Roberto Greco – Sinfonie dipinte
Dal 23 maggio al 07 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
CONFARTIGIANATO
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Orario di apertura
Dal lunedì al giovedì 8.30-13.00 14.30.18.00 Venerdì 8.30-13.00 (su richiesta apertura nel pomeriggio).
Vernissage
23 Maggio 2009, ore 17.30
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