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Roberto Guerrini – Una cultura del corpo
Tuttavia, in detta cultura (sia storica, che parzialmente preistorica) la rappresentazione del corpo umano è interamente e costantemente sovrapponibile alla storia dell’intera e totale vicenda umana.
Comunicato stampa
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La cultura occidentale è certamente caratterizzata da molteplici visioni del mondo e da altrettanti differenti sistemi di pensiero.
Tuttavia, in detta cultura (sia storica, che parzialmente preistorica) la rappresentazione del corpo umano è interamente e costantemente sovrapponibile alla storia dell’intera e totale vicenda umana.
Di ogni momento storico saliente l’occidente conserva un’indelebile traccia di sé nelle molteplici e diverse rappresentazioni del corpo dell’uomo. Dagli albori di una originaria, animistica e “primitiva” ritualizzazione del corpo umano si è passati con le prime grandi civiltà del bacino del Mediterraneo ad una sorta di divinizzazione del corpo (del corpo del potere); la Grecia introdusse le nozioni di corpo eroico e di kalokagathia mentre con le decadenze delle grandi civiltà si ebbe una sorta di negazione del corpo e della corporeità approdando ad “un’altra convenzione” per rappresentarlo; il Rinascimento riscopre il corpo “scientifizzandolo” geometrizzandolo e modularizzandolo, mentre il con il Barocco ed il Rococò si assiste ad un vero e proprio trionfo del corpo; l’ottocento presenta una visitazione del corpo poliedrica ed articolata mentre con il novecento si assiste ad una progressiva decostruzione fino arrivare ad una sorta di “tautoligizzazione” ed infine alla parziale sparizione formale di esso, ma anche nell’epoca della più radicale negazione del corpo, non è mai venutao meno un continuo ricorso a questo imprescindibile polivalente entità.
E’ possibile, senza esagerazione, asserire che, in un modo praticamente del tutto antropocentrico, l’uomo occidentale ha dato “corpo” ad ogni cosa (fisica, metafisica o misterica) che lo ha riguardato. Ha assegnato una molteplicità di “corpi” a sé stesso ed ha ipostatizzato, attraverso processi di umanizzazione e/o antropomorfizzazione, praticamente ogni cosa di cui ha fatto esperienza sensibile o spirituale: dallo spazio abitativo e/o comunque antropico alle/a divinità; dalle paure più profonde ed inconsce all’amore variamente declinato; dalle grandi crisi istituzionali a quelle dei paradigmi fondativi del sapere; dalle visionarietà più ardite all’ordinamento razionalistico del mondo; dalle condizioni patologiche all’eros e la seduzione; dall’esigenza di ordine più rigoroso ed organizzato alla pornografia; dalla sessualità alla violenza e alla guerra; dal celestiale all’osceno; dal corpo retorico a quello postorganico; dal corpo sociale a quello fantascientifico; ecc. ecc.
La cultura occidentale è l’unica, nel novero delle culture monoteiste e rivelate, a presentare una simile ed ineludibile peculiarità; l’unico sistema culturale ad aver radicalizzato nel corpo e attraverso di questo (sia attraverso l’affermazione quanto la negazione) ogni condizione di coscienza e riflessione.
prof. Roberto Guerrini (2005)
Tuttavia, in detta cultura (sia storica, che parzialmente preistorica) la rappresentazione del corpo umano è interamente e costantemente sovrapponibile alla storia dell’intera e totale vicenda umana.
Di ogni momento storico saliente l’occidente conserva un’indelebile traccia di sé nelle molteplici e diverse rappresentazioni del corpo dell’uomo. Dagli albori di una originaria, animistica e “primitiva” ritualizzazione del corpo umano si è passati con le prime grandi civiltà del bacino del Mediterraneo ad una sorta di divinizzazione del corpo (del corpo del potere); la Grecia introdusse le nozioni di corpo eroico e di kalokagathia mentre con le decadenze delle grandi civiltà si ebbe una sorta di negazione del corpo e della corporeità approdando ad “un’altra convenzione” per rappresentarlo; il Rinascimento riscopre il corpo “scientifizzandolo” geometrizzandolo e modularizzandolo, mentre il con il Barocco ed il Rococò si assiste ad un vero e proprio trionfo del corpo; l’ottocento presenta una visitazione del corpo poliedrica ed articolata mentre con il novecento si assiste ad una progressiva decostruzione fino arrivare ad una sorta di “tautoligizzazione” ed infine alla parziale sparizione formale di esso, ma anche nell’epoca della più radicale negazione del corpo, non è mai venutao meno un continuo ricorso a questo imprescindibile polivalente entità.
E’ possibile, senza esagerazione, asserire che, in un modo praticamente del tutto antropocentrico, l’uomo occidentale ha dato “corpo” ad ogni cosa (fisica, metafisica o misterica) che lo ha riguardato. Ha assegnato una molteplicità di “corpi” a sé stesso ed ha ipostatizzato, attraverso processi di umanizzazione e/o antropomorfizzazione, praticamente ogni cosa di cui ha fatto esperienza sensibile o spirituale: dallo spazio abitativo e/o comunque antropico alle/a divinità; dalle paure più profonde ed inconsce all’amore variamente declinato; dalle grandi crisi istituzionali a quelle dei paradigmi fondativi del sapere; dalle visionarietà più ardite all’ordinamento razionalistico del mondo; dalle condizioni patologiche all’eros e la seduzione; dall’esigenza di ordine più rigoroso ed organizzato alla pornografia; dalla sessualità alla violenza e alla guerra; dal celestiale all’osceno; dal corpo retorico a quello postorganico; dal corpo sociale a quello fantascientifico; ecc. ecc.
La cultura occidentale è l’unica, nel novero delle culture monoteiste e rivelate, a presentare una simile ed ineludibile peculiarità; l’unico sistema culturale ad aver radicalizzato nel corpo e attraverso di questo (sia attraverso l’affermazione quanto la negazione) ogni condizione di coscienza e riflessione.
prof. Roberto Guerrini (2005)
25
novembre 2011
Roberto Guerrini – Una cultura del corpo
25 novembre 2011
incontro - conferenza
Location
IMMAGINECOLORE.COM
Genova, Vico Del Fieno, 21r, (Genova)
Genova, Vico Del Fieno, 21r, (Genova)
Vernissage
25 Novembre 2011, h 18.00
Autore
Curatore