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Roberto Lucato – E i suoi cattivi maestri
L’antologica presenta il ciclo pittorico “Gli Uomini Pensanti” sul disagio sociale e le contraddizioni umane, denunciando la massificazione del pensiero e la caduta dei valori.
Comunicato stampa
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L’ambiente culturale della città natale di Giorgione ha influito positivamente sulla ricca e poliedrica personalità di Roberto Lucato, sui suoi orientamenti artistici e, non ultimo, sullo stile della sua pittura figurativa, rinnovata non soltanto negli aspetti formali ma anche nei significati intrinseci.
E’ sorprendente notare quanto il contesto natale influisca in maniera determinante sul linguaggio espressivo dell’artista, che onora questo legame ancestrale nella vivacità dello scenario cromatico.
Nella provincia trevigiana di Castelfranco Veneto nasce nel 1966 Roberto Lucato, che sin da subito si è interessato alle cosiddette “belle arti”. Una sensibilità innata influenza notevolmente il suo avvicinamento all’universo creativo con una curiosità che spazia con disinvoltura dalla musica alla pittura.
Dal 1978 l’artista si avvicina alla musica, formandosi nello studio del fagotto e diplomandosi con il massimo dei voti nel 1986 al Conservatorio di Musica “B. Marcello” di Venezia sotto l’egida del maestro Oscar Trentin.
Successivamente al diploma, inizia per Roberto Lucato un periodo particolarmente intenso di impegni per l’attività concertistica sia in Italia che all’estero. Numerose e prestigiose sono state le collaborazioni artistiche e le esperienze maturate negli anni, a partire dal 1986, anno in cui consolida la collaborazione professionale con l’Orchestra Filarmonica Veneta di Treviso.
La sua passione per la musica sfocia nell’insegnamento, divenendo a sua volta docente di fagotto al Conservatorio di Musica di Trento, di Messina e di Perugia, mentre dal 1999 diviene titolare della cattedra presso il Conservatorio di Musica a Cagliari.
Non lontana dalla musica, la pittura si affaccia all’orizzonte, un’espressione creativa che Roberto Lucato ha sempre coltivato con sincera passione, realizzando peraltro nel corso del tempo anche quattro cicli pittorici dedicati alle orchestre, alle cortecce, agli uomini pensanti fino alla serie intitolata “la mia isola”, porto sicuro per un approdo emotivo.
L’autore risente della ricca eredità culturale tramandata, quale testimonianza del significativo periodo artistico dell’avanguardia italiana del dopoguerra. Dall’erede della pop art italiana (Schifano) al precursore della psicologia della forma (Biggi), fino al surrealismo metallico (Pozzati), Lucato ripercorre i più immediati canali espressivi nella divulgazione di un accorato dissenso verso l’attuale situazione socio-politica, gettata sotto le putride acque della corruzione.
Il motivo delle orchestre nasce dopo l’incendio del Teatro La Fenice di Venezia, nel quale ha avuto modo di esibirsi più volte. Nell’ambito di questo ciclo il connubio tra la musica e la pittura è oltremodo tangibile.
La seconda serie legata alle cortecce rappresenta suggestioni arboree, elevate a metafore che raccontano il disagio del genere umano, le difficoltà dell’uomo verso il mondo esterno. Nell’ambito di uno studio iconologico la corteccia si trasforma in grembo materno, assumendo una simbologia fondata sul principio dell’ἀρχή (dal greco “genesi”), riferendosi all’origine ontologica dell’essere.
Il terzo ciclo pittorico è dedicato alla fragilità della mente umana e dunque agli uomini pensanti, raffigurati in maniera stilizzata riversi su se stessi. La posizione delle figure a testa china è emblematica dell’atto di pensare e della subordinazione al volere di natura, che ha reso l’uomo “debole” davanti al mondo sia nel corpo che nella mente .
L’ultima serie riprende il linguaggio metaforico, già impiegato nel secondo ciclo, associando l’aspetto frastagliato delle coste di ogni isola all’iter dell’esistenza umana, mai lineare e spesso percorso da difficoltà.
La produzione pittorica di Roberto Lucato è stata esposta in mostre personali e collettive, destando l’attenzione della critica nazionale e del pubblico, ma soprattutto risvegliando le coscienze a lungo sopite.
E’ sorprendente notare quanto il contesto natale influisca in maniera determinante sul linguaggio espressivo dell’artista, che onora questo legame ancestrale nella vivacità dello scenario cromatico.
Nella provincia trevigiana di Castelfranco Veneto nasce nel 1966 Roberto Lucato, che sin da subito si è interessato alle cosiddette “belle arti”. Una sensibilità innata influenza notevolmente il suo avvicinamento all’universo creativo con una curiosità che spazia con disinvoltura dalla musica alla pittura.
Dal 1978 l’artista si avvicina alla musica, formandosi nello studio del fagotto e diplomandosi con il massimo dei voti nel 1986 al Conservatorio di Musica “B. Marcello” di Venezia sotto l’egida del maestro Oscar Trentin.
Successivamente al diploma, inizia per Roberto Lucato un periodo particolarmente intenso di impegni per l’attività concertistica sia in Italia che all’estero. Numerose e prestigiose sono state le collaborazioni artistiche e le esperienze maturate negli anni, a partire dal 1986, anno in cui consolida la collaborazione professionale con l’Orchestra Filarmonica Veneta di Treviso.
La sua passione per la musica sfocia nell’insegnamento, divenendo a sua volta docente di fagotto al Conservatorio di Musica di Trento, di Messina e di Perugia, mentre dal 1999 diviene titolare della cattedra presso il Conservatorio di Musica a Cagliari.
Non lontana dalla musica, la pittura si affaccia all’orizzonte, un’espressione creativa che Roberto Lucato ha sempre coltivato con sincera passione, realizzando peraltro nel corso del tempo anche quattro cicli pittorici dedicati alle orchestre, alle cortecce, agli uomini pensanti fino alla serie intitolata “la mia isola”, porto sicuro per un approdo emotivo.
L’autore risente della ricca eredità culturale tramandata, quale testimonianza del significativo periodo artistico dell’avanguardia italiana del dopoguerra. Dall’erede della pop art italiana (Schifano) al precursore della psicologia della forma (Biggi), fino al surrealismo metallico (Pozzati), Lucato ripercorre i più immediati canali espressivi nella divulgazione di un accorato dissenso verso l’attuale situazione socio-politica, gettata sotto le putride acque della corruzione.
Il motivo delle orchestre nasce dopo l’incendio del Teatro La Fenice di Venezia, nel quale ha avuto modo di esibirsi più volte. Nell’ambito di questo ciclo il connubio tra la musica e la pittura è oltremodo tangibile.
La seconda serie legata alle cortecce rappresenta suggestioni arboree, elevate a metafore che raccontano il disagio del genere umano, le difficoltà dell’uomo verso il mondo esterno. Nell’ambito di uno studio iconologico la corteccia si trasforma in grembo materno, assumendo una simbologia fondata sul principio dell’ἀρχή (dal greco “genesi”), riferendosi all’origine ontologica dell’essere.
Il terzo ciclo pittorico è dedicato alla fragilità della mente umana e dunque agli uomini pensanti, raffigurati in maniera stilizzata riversi su se stessi. La posizione delle figure a testa china è emblematica dell’atto di pensare e della subordinazione al volere di natura, che ha reso l’uomo “debole” davanti al mondo sia nel corpo che nella mente .
L’ultima serie riprende il linguaggio metaforico, già impiegato nel secondo ciclo, associando l’aspetto frastagliato delle coste di ogni isola all’iter dell’esistenza umana, mai lineare e spesso percorso da difficoltà.
La produzione pittorica di Roberto Lucato è stata esposta in mostre personali e collettive, destando l’attenzione della critica nazionale e del pubblico, ma soprattutto risvegliando le coscienze a lungo sopite.
16
aprile 2011
Roberto Lucato – E i suoi cattivi maestri
Dal 16 aprile al primo maggio 2011
arte contemporanea
Location
VILLA BENZI ZECCHINI
Caerano Di San Marco, Via Montello, 61, (Treviso)
Caerano Di San Marco, Via Montello, 61, (Treviso)
Orario di apertura
da martedì a domenica h.15,00-18,30,
chiuso lunedì
Vernissage
16 Aprile 2011, ore 18.30
Sito web
www.robertolucato.it
Autore
Curatore