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Roberto Malquori – Femminile plurale. Opere dagli anni Sessanta ad oggi
Poesia Visiva, Pop Art, Bauhaus Situazionista Scandinavo, Centro Tèchne… Cinquant’anni di ricerca artistica ripercorsi in una personale dedicata al maestro fiorentino Roberto Malquori, che insieme al critico torinese Luca Beatrice, parteciperà all’imperdibile inaugurazione di domenica 19 marzo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Res Publica - Galleria d’Arte Democratica inaugura domenica 19 marzo 2017 alle ore 18 la personale ROBERTO MALQUORI: Femminile plurale. Opere dagli anni Sessanta ad oggi in Piazza della Repubblica 1/E a Venaria Reale (proprio di fronte alla Reggia), dove la mostra potrà essere visitata fino a domenica 16 aprile.
Curata da Luca Beatrice, l’esposizione ripercorre la ricerca artistica condotta da Roberto Malquori dagli anni Sessanta ad oggi e attraverso le quaranta opere selezionate presenta il suo ricco e prezioso lavoro. La tecnica che lo caratterizza e lo identifica è quella del décollage, con un'accezione ben differente da quella utilizzata da Mimmo Rotella. Qui, infatti, il maestro fiorentino – attraverso l'uso di solventi per l'inchiostro – preleva le immagini dalla comunicazione di massa (in particolare da rotocalchi e manifesti) per poi riportarli sui supporti prescelti: tela, carta o tavola. Il risultato ottenuto è una Iconosfera dello spaccato dell'epoca da cui le immagini riprodotte provengono, una sorta di sinestesia culturale in cui arte, poesia, cinema e pubblicità dialogano perfettamente. Come sottolinea Beatrice: «Il percorso di Malquori forma un esaustivo atlante, un archivio pensato come un work in progress, concepito in numerosi capitoli che seguono l’evoluzione dell’immagine, dal bianconero al colore». Al centro sono posti i miti dell'immaginario popolare collettivo dell'epoca rappresentata e la ricaduta sul sociale e sulla vita quotidiana. Ma è la figura della donna ad essere indagata sempre, quasi fosse – come sottolinea il critico torinese - «lo specchio più affidabile nella rivelazione di cambiamenti e mutazioni, decennio dopo decennio». Da qui il titolo "Femminile plurale" e la volontà di far cadere la mostra a pochi giorni dalla celebrazione della Festa internazionale della donna.
L’esposizione riassume anche storicamente, per sommi capi, le tappe centrali della formazione di Roberto Malquori: l'adesione al Gruppo 70 nel 1963, la partecipazione a una serie di lavori per l'antologia Poesia della Poesia curata da Lamberto Pignotti nel 1965, l'ingresso nel Bauhaus Situazionista Scandinavo fondato da Jørgen Nash ed Asgern Jorn a Drakabygget a metà anni Sessanta e la presenza nel comitato di fondazione del gruppo di lavoro del Centro Tèchne fondato da Eugenio Miccini nel 1969 a Firenze.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano con testo critico di Luca Beatrice e due di queste opere saranno esposte nella collettiva "Da 60’s ai 60’s. Un secolo dopo l’Unità d’Italia, la Pop Art", sempre curata dal critico torinese, che verrà inaugurata giovedì 20 aprile alle ore 18 al Museo del Risorgimento di Torino e che sarà aperta al pubblico dal 21 aprile al 17 settembre 2017.
Curata da Luca Beatrice, l’esposizione ripercorre la ricerca artistica condotta da Roberto Malquori dagli anni Sessanta ad oggi e attraverso le quaranta opere selezionate presenta il suo ricco e prezioso lavoro. La tecnica che lo caratterizza e lo identifica è quella del décollage, con un'accezione ben differente da quella utilizzata da Mimmo Rotella. Qui, infatti, il maestro fiorentino – attraverso l'uso di solventi per l'inchiostro – preleva le immagini dalla comunicazione di massa (in particolare da rotocalchi e manifesti) per poi riportarli sui supporti prescelti: tela, carta o tavola. Il risultato ottenuto è una Iconosfera dello spaccato dell'epoca da cui le immagini riprodotte provengono, una sorta di sinestesia culturale in cui arte, poesia, cinema e pubblicità dialogano perfettamente. Come sottolinea Beatrice: «Il percorso di Malquori forma un esaustivo atlante, un archivio pensato come un work in progress, concepito in numerosi capitoli che seguono l’evoluzione dell’immagine, dal bianconero al colore». Al centro sono posti i miti dell'immaginario popolare collettivo dell'epoca rappresentata e la ricaduta sul sociale e sulla vita quotidiana. Ma è la figura della donna ad essere indagata sempre, quasi fosse – come sottolinea il critico torinese - «lo specchio più affidabile nella rivelazione di cambiamenti e mutazioni, decennio dopo decennio». Da qui il titolo "Femminile plurale" e la volontà di far cadere la mostra a pochi giorni dalla celebrazione della Festa internazionale della donna.
L’esposizione riassume anche storicamente, per sommi capi, le tappe centrali della formazione di Roberto Malquori: l'adesione al Gruppo 70 nel 1963, la partecipazione a una serie di lavori per l'antologia Poesia della Poesia curata da Lamberto Pignotti nel 1965, l'ingresso nel Bauhaus Situazionista Scandinavo fondato da Jørgen Nash ed Asgern Jorn a Drakabygget a metà anni Sessanta e la presenza nel comitato di fondazione del gruppo di lavoro del Centro Tèchne fondato da Eugenio Miccini nel 1969 a Firenze.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano con testo critico di Luca Beatrice e due di queste opere saranno esposte nella collettiva "Da 60’s ai 60’s. Un secolo dopo l’Unità d’Italia, la Pop Art", sempre curata dal critico torinese, che verrà inaugurata giovedì 20 aprile alle ore 18 al Museo del Risorgimento di Torino e che sarà aperta al pubblico dal 21 aprile al 17 settembre 2017.
19
marzo 2017
Roberto Malquori – Femminile plurale. Opere dagli anni Sessanta ad oggi
Dal 19 marzo al 16 aprile 2017
arte moderna e contemporanea
Location
RES PUBLICA GALLERIA D’ARTE DEMOCRATICA
Torino, Via Dei Mille, 38, (Torino)
Torino, Via Dei Mille, 38, (Torino)
Orario di apertura
Giovedì - domenica 10.00/13.00 – 15.00/19.00
Gli altri giorni su appuntamento
Vernissage
19 Marzo 2017, ore 18
Autore
Curatore