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Roberto Mangú – Permanenza
una cinquantina di opere degli ultimi tre anni, fra cui un corposo nucleo di inediti
Comunicato stampa
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Giovedì 25 ottobre si inaugura la mostra Roberto Mangú. Permanenza alla Galleria L'Archimede di Roma, con una cinquantina di opere degli ultimi tre anni, fra cui un corposo nucleo di inediti. I lavori sia di grande che piccolo formato realizzati a olio o inchiostro, appartengono a quattro cicli recenti: "Le case", "Eva", "I cammini", "Mintak" che illustrano la dimensione magica tipica della produzione pittorica di Roberto Mangú. Ai cicli si affiancano opere che mettono a confronto l'ideologia spirituale occidentale e quella orientale, rappresentanti religiosi quali Papa Benedetto XVI e Giovanni Paolo II accanto a Bin Laden.
Artista sin dall'età di quattordici anni, Mangú si distingue per il temperamento eccessivo e ribelle che lo porta a vivere una vita all'insegna del nomadismo, divisa tra Italia, Spagna e Francia.
Il suo spirito selvaggio e "gitano", come lo ha definito Philippe Daverio, si riflette nel tratto fugace e nei colori accesi e violenti delle sue opere. Scrive Daverio nell'introduzione in catalogo: "tu per me rappresenti una Spagna pittorica che non ha nulla a che vedere con i libri di storia dell’arte e ancor meno con i musei di Madrid. Ciò che mi ha colpito, la prima volta che ho visto i tuoi quadri, è lo spirito feroce, ribelle e indomabile che li animava. Ciò che mi ha convinto della loro autenticità, era quanto essi corrispondessero al tuo aspetto medesimo. Tu non hai ricominciato a dipingere. Tu hai sempre dipinto. E persisti nel dipingere a modo tuo, con tanto vigore. La tua visione fisica e corporale, la tua visione metafisica, è come le tue radici lontane nelle vie di Parigi, quelle dei gitani". A tale proposito, ricordiamo i lavori del ciclo Le case, tutti di piccolo formato che, oltre ad essere indicativi della passione dell'artista per l'architettura, propongono forme della protezione e della sensualità femminile. "Il messaggio di questi piccoli quadri - dichiara Mangú - è molto importante: le case rappresentano l'interno, l'intimità in contrapposizione all'esterno ed è questo che crea l'equilibrio".
Ugualmente ispirate alla figura della donna i dipinti del ciclo Eva, immagine dell'eternità, fortemente attuale, nella sua rappresentazione velata.
Dominique Stella, parlando della mostra, commenta: "nell'arte di Roberto Mangú esiste una continuità tra passato e presente: egli rinnega l'idea del progresso inteso come azzeramento del passato e sviluppa un concetto di tempo legato alla globalità in cui il passato raggiunge la contemporaneità. Questa forma di presente atemporale si manifesta nella figura di Mintak, anima mitica della pittura, che favorisce il passaggio dall'eternità all'oggi, come immagine simbolica della forza vitale".
Emblematico dell'universo immaginifico di Mangú è infatti il ciclo Mintak che ritrae una figura mitologica da lui stesso creata nel 1997: "per me, la nascita di Mintak corrisponde al mio dialogo con lo spirito della pittura, che ha una vita autonoma, si muove e si manifesta nel tempo".I cammini si rifanno alla natura vagabonda dell'artista che per dieci anni ha percorso le vie del mondo, dall'Iran alla Turchia, dalla Grecia alla Francia, fino a percorre nel 2006 i mille chilometri del Cammino di San Giacomo di Compostela, intenso momento di riflessione che contribuisce, ancora oggi, a nutrire la sua arte.
In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo edito da Shin Factory, con introduzione di Philippe Daverio, testi di Gwen Garnier-Duguy, Alain Santacreu e una vivace intervista di Dominique Stella all'artista.
Cenni biografici
Pittore europeo ispanico, il cui territorio di residenza si estende tra Italia, Spagna e Francia.
Nato nel 1948, a Parigi, in una famiglia dalle profonde radici mediterranee, Roberto Mangú è attratto dalla pittura fin da giovanissimo e realizza le prime tele a soli quattordici anni. Il temperamento eccessivo e ribelle lo porta a una vita avventurosa, che poco si adatta alle regole e alle tradizioni cui una famiglia rigorosa come la sua avrebbe voluto sottoporlo.
Conquistata presto la propria indipendenza, inizia a viaggiare. Apprende i primi rudimenti della scultura, dal 1963 al 1966, presso l’atelier di Mario Luisetti e si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Parigi, nella sezione di architettura.
Consegue la laurea nel 1976 e realizza alcune opere architettoniche. Si tratta di un breve periodo: per lui contano la pittura e una vita da " brillante " vagabondo che, per dieci anni, lo porteranno a percorrere le vie del mondo. L’Iran, la Turchia, la Grecia, la Spagna, la Francia, l’Italia sono i suoi territori di predilezione e di cultura.
Dal 1981 al 1985 dipinge tele monumentali che saranno esposte alla Galleria Georges Lavrov e pubblicate a New York sulla rivista Art Forum. La sua ispirazione lega i quadri di quel periodo alle antiche leggende mediterranee nelle quali l’uomo risale alle proprie origini mitiche, anzi mitologiche, che gli accordano un’immagine quasi divina. Georges Lavrov presenterà queste opere al Contemporary Art Fair di Londra e alla Fiera Internazionale di Basilea in Svizzera.
Nel 1985 Mangú realizza la Villa " S ", vicino a Parigi, che viene notata e selezionata per una mostra all’Institut Français d’Architecture : " Maisons particulières, dix exemples choisis : l’Architecture d’un peintre ". Lo stesso anno partecipa al Salone di Montrouge, all’Art Fair di Londra e al Salon de Mai di Parigi.
Dal 1987 al 1995 si trasferisce a Milano. Nel 1995 va in Spagna, a Siviglia e poi a Madrid, dove trova l’ispirazione della propria cultura e stabilisce un colloquio tra la pittura e se stesso, dal quale nasce la figura di Mintak .
Mangú partecipa a numerose mostre di prestigio, tra cui l’esposizione alla galleria Georges Fall di Parigi nel 1998, al Palazzo delle Stelline a Milano nel 2001, alla mostra "De leur temps , collections privées françaises, ADIAF", al Museo des Beaux Arts di Tourcoing nel 2004 e alla Fiera Art Paris al Carroussel du Louvre nel 2004 e 2005.
Dopo un periodo trascorso nel sud della Francia tra il 2001 e il 2004, dal 2005 risiede in Belgio. Nel 2006 l’artista ricerca il cammino della luce interiore e percorre i mille chilometri del Cammino di San Giacomo di Compostela.
Artista sin dall'età di quattordici anni, Mangú si distingue per il temperamento eccessivo e ribelle che lo porta a vivere una vita all'insegna del nomadismo, divisa tra Italia, Spagna e Francia.
Il suo spirito selvaggio e "gitano", come lo ha definito Philippe Daverio, si riflette nel tratto fugace e nei colori accesi e violenti delle sue opere. Scrive Daverio nell'introduzione in catalogo: "tu per me rappresenti una Spagna pittorica che non ha nulla a che vedere con i libri di storia dell’arte e ancor meno con i musei di Madrid. Ciò che mi ha colpito, la prima volta che ho visto i tuoi quadri, è lo spirito feroce, ribelle e indomabile che li animava. Ciò che mi ha convinto della loro autenticità, era quanto essi corrispondessero al tuo aspetto medesimo. Tu non hai ricominciato a dipingere. Tu hai sempre dipinto. E persisti nel dipingere a modo tuo, con tanto vigore. La tua visione fisica e corporale, la tua visione metafisica, è come le tue radici lontane nelle vie di Parigi, quelle dei gitani". A tale proposito, ricordiamo i lavori del ciclo Le case, tutti di piccolo formato che, oltre ad essere indicativi della passione dell'artista per l'architettura, propongono forme della protezione e della sensualità femminile. "Il messaggio di questi piccoli quadri - dichiara Mangú - è molto importante: le case rappresentano l'interno, l'intimità in contrapposizione all'esterno ed è questo che crea l'equilibrio".
Ugualmente ispirate alla figura della donna i dipinti del ciclo Eva, immagine dell'eternità, fortemente attuale, nella sua rappresentazione velata.
Dominique Stella, parlando della mostra, commenta: "nell'arte di Roberto Mangú esiste una continuità tra passato e presente: egli rinnega l'idea del progresso inteso come azzeramento del passato e sviluppa un concetto di tempo legato alla globalità in cui il passato raggiunge la contemporaneità. Questa forma di presente atemporale si manifesta nella figura di Mintak, anima mitica della pittura, che favorisce il passaggio dall'eternità all'oggi, come immagine simbolica della forza vitale".
Emblematico dell'universo immaginifico di Mangú è infatti il ciclo Mintak che ritrae una figura mitologica da lui stesso creata nel 1997: "per me, la nascita di Mintak corrisponde al mio dialogo con lo spirito della pittura, che ha una vita autonoma, si muove e si manifesta nel tempo".I cammini si rifanno alla natura vagabonda dell'artista che per dieci anni ha percorso le vie del mondo, dall'Iran alla Turchia, dalla Grecia alla Francia, fino a percorre nel 2006 i mille chilometri del Cammino di San Giacomo di Compostela, intenso momento di riflessione che contribuisce, ancora oggi, a nutrire la sua arte.
In occasione della mostra viene pubblicato un catalogo edito da Shin Factory, con introduzione di Philippe Daverio, testi di Gwen Garnier-Duguy, Alain Santacreu e una vivace intervista di Dominique Stella all'artista.
Cenni biografici
Pittore europeo ispanico, il cui territorio di residenza si estende tra Italia, Spagna e Francia.
Nato nel 1948, a Parigi, in una famiglia dalle profonde radici mediterranee, Roberto Mangú è attratto dalla pittura fin da giovanissimo e realizza le prime tele a soli quattordici anni. Il temperamento eccessivo e ribelle lo porta a una vita avventurosa, che poco si adatta alle regole e alle tradizioni cui una famiglia rigorosa come la sua avrebbe voluto sottoporlo.
Conquistata presto la propria indipendenza, inizia a viaggiare. Apprende i primi rudimenti della scultura, dal 1963 al 1966, presso l’atelier di Mario Luisetti e si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Parigi, nella sezione di architettura.
Consegue la laurea nel 1976 e realizza alcune opere architettoniche. Si tratta di un breve periodo: per lui contano la pittura e una vita da " brillante " vagabondo che, per dieci anni, lo porteranno a percorrere le vie del mondo. L’Iran, la Turchia, la Grecia, la Spagna, la Francia, l’Italia sono i suoi territori di predilezione e di cultura.
Dal 1981 al 1985 dipinge tele monumentali che saranno esposte alla Galleria Georges Lavrov e pubblicate a New York sulla rivista Art Forum. La sua ispirazione lega i quadri di quel periodo alle antiche leggende mediterranee nelle quali l’uomo risale alle proprie origini mitiche, anzi mitologiche, che gli accordano un’immagine quasi divina. Georges Lavrov presenterà queste opere al Contemporary Art Fair di Londra e alla Fiera Internazionale di Basilea in Svizzera.
Nel 1985 Mangú realizza la Villa " S ", vicino a Parigi, che viene notata e selezionata per una mostra all’Institut Français d’Architecture : " Maisons particulières, dix exemples choisis : l’Architecture d’un peintre ". Lo stesso anno partecipa al Salone di Montrouge, all’Art Fair di Londra e al Salon de Mai di Parigi.
Dal 1987 al 1995 si trasferisce a Milano. Nel 1995 va in Spagna, a Siviglia e poi a Madrid, dove trova l’ispirazione della propria cultura e stabilisce un colloquio tra la pittura e se stesso, dal quale nasce la figura di Mintak .
Mangú partecipa a numerose mostre di prestigio, tra cui l’esposizione alla galleria Georges Fall di Parigi nel 1998, al Palazzo delle Stelline a Milano nel 2001, alla mostra "De leur temps , collections privées françaises, ADIAF", al Museo des Beaux Arts di Tourcoing nel 2004 e alla Fiera Art Paris al Carroussel du Louvre nel 2004 e 2005.
Dopo un periodo trascorso nel sud della Francia tra il 2001 e il 2004, dal 2005 risiede in Belgio. Nel 2006 l’artista ricerca il cammino della luce interiore e percorre i mille chilometri del Cammino di San Giacomo di Compostela.
25
ottobre 2007
Roberto Mangú – Permanenza
Dal 25 ottobre al 24 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA L’ARCHIMEDE
Roma, Via Del Vantaggio, 23A, (Roma)
Roma, Via Del Vantaggio, 23A, (Roma)
Orario di apertura
lunedì 15.30-19.30 / martedì - sabato 10-19.30
Vernissage
25 Ottobre 2007, ore 18.30
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore