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Roberto Masotti – Jazz Area
La mia storia con il jazz in venticinque quadri, una mostra fotografica
Comunicato stampa
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Jazz Area non è solo un viaggio attraverso la musica afroamericana, è una riflessione sul jazz e sull’aspetto improvvisativo che lo contraddistingue filtrata attraverso l’esperienza personale di un fotografo che sa rendere, attraverso l’immagine, l’intensità espressiva di questa musica.
La mostra è realizzata grazie al sostegno di Rasbank.
La mia storia con il jazz in venticinque quadri, una mostra fotografica.
Presentazione dell’autore Roberto Masotti
E’ dal 1973 che non faccio una mostra sulla musica afroamericana. “Immagini per il jazz” fu inaugurata nell’atrio del Palazzo dei Priori a Perugia giusto per la prima edizione di Umbria Jazz. Di lì a poco cominciai a pensare che le foto che si raccolgono in giro per rassegne e festival in Italia e in Europa non mi sembravano poi così significative. Naturalmente continuavo, spesso di mia iniziativa, a fotografare a largo raggio, molto jazz, rock e qualche anno dopo moltissima musica classica e contemporanea, opera e balletto inclusi.
Eppure ai miei occhi le foto dell’ambito jazz pareva mostrassero l’incolmabile distanza dall’ambiente originario. Anche se professionalmente ineccepibili non rappresentavano documenti essenziali o emblematici della presenza e della evoluzione di questa musica. Gli interpreti, i personaggi, spesso isolati, inesorabilmente riquadrati dal teleobiettivo, come a sminuire quell’aspetto corale così determinante nella improvvisazione, sembravano tante “figurine”, maniacalmente collezionate.
Ad un certo punto, il ‘73 o il ‘74, ho cominciato a seguire l’esperienza della così detta “musica improvvisata europea”. Mi sono inserito nel suo percorso, già iniziato negli anni sessanta, prepotentemente. La scintilla era in realtà scoccata già nel 1971 a Berlino durante una lunghissima quanto energica Free Music Night presso la Freie Universitet; fu un’esperienza forte, decisiva.
Nel seguire, sempre a Berlino tanti Workshop Freie Musik, tanti Total Music Meeting e altre situazioni ancora ad Amsterdam, a Londra, a Parigi, dove comunque lo scambio con i musicisti americani era pratica comune, mi sentii più a mio agio. Era come se nel mio lavoro si precisasse uno scopo che consistesse nel documentare e interpretare da vicino un fenomeno in pieno svolgimento.
La scena europea così ricca di esperienze mi ricordò, come in un improvviso flashback, quella italiana, quella più sperimentale intendo.
Erano i primi assaggi di Milano,1970, 71. Ecco non posso dimenticare quei primi concerti al Teatro Uomo di Largo Manusardi: Guido Mazzon, Gaetano Liguori, la Nadma di Davide Mosconi. Dico questo non sull’onda della nostalgia, ma per rimarcare il principio già enunciato prima e connetterlo a tutta l’esperienza dei musicisti italiani di jazz.
Mi sono sentito più volte parte di quel movimento e, recentemente, dopo la conclusione della intensa esperienza con il Teatro alla Scala, ho sentito l’impulso a riavvicinarmi alla “JAZZ AREA” comprendendo come non me ne fossi mai allontanato completamente.
Parallelamente a questi percorsi, talvolta in piena coincidenza, vi è sempre stato il mio lavoro fotografico per la ECM, la ben nota etichetta discografica tedesca.
Ho cominciato nel 1973 a pubblicare fotografie sui loro dischi e da allora il rapporto è proseguito, si è anzi intensificato, approfondito. Nello studio di incisione si crea una musica spesso mai eseguita in pubblico, il più delle volte inedita.
Per finire, questa mostra ha un modo di dispiegarsi che ho scelto per alcune esperienze recenti. Ho preferito impaginare su ogni singolo pannello le fotografie fornendo titoli, accenni di testo, didascalie, discorsi più compiuti. Credo che il tutto coincida più con un progetto di mostra che con un risultato definitivo. La concepisco più come una riflessione sul jazz filtrata attraverso la mia personale esperienza che come una storia del jazz per immagini per forza di cose limitata e parziale.
Roberto Masotti
Biografia
Nato a Ravenna nel 1947, dopo gli studi in industrial design a Firenze inizia la propria attività professionale a Bologna, per trasferirsi a Milano nel 1974. Si è sempre dedicato alla documentazione e alla ricerca, attraverso il mezzo fotografico, ma anche intervenendo con scritti, interviste ed articoli nel campo dello “spettacolo” e in particolare della musica jazz, contemporanea e sperimentale. Molte sue immagini sono state utilizzate dall’editoria per libri, riviste, copertine di dischi, soprattutto per la casa discografica ECM con la quale vanta un rapporto più che trentennale.
Il suo lavoro più noto You tourned the tables on me, centoquindici ritratti di musicisti contemporanei (1974-1981), è stato pubblicato da Auditorium Edizioni ed esposto in numerose città europee: questa ed altre opere, tra cui le Variazioni per chitarra elettrica, sono state raggruppate sotto il titolo Lavori Musicali.
Dal 1979 al 1996 è fotografo ufficiale del Teatro alla Scala di Milano con Silvia Lelli. Insieme hanno realizzato diverse pubblicazioni e importanti esposizioni sugli allestimenti del Teatro milanese. Assieme hanno realizzato una esposizione/omaggio a Giuseppe Sinopoli per Taormina Arte.
La mostra Jazz Area, la mia storia con il jazz in venticinque quadri commissionatagli per la rassegna Dialoghi, Jazz per due a Pavia è stata ospitata in città e festival via via arricchendosi e completandosi. Diario dal Sud, realizzato con il poeta/musicista Vittorino Curci, rappresenta una sorta di sviluppo di Jazz Area e con questa è stata esposta nell’ambito del Bergamo Jazz Festival nel 2002. Da segnalare la sua collaborazione con L’Orchestra Nazionale di Jazz di Francia, diretta da Paolo Damiani per la quale ha realizzato cinque diversi video per il progetto Charméditerranéen e con l’ensemble Alter Ego e Matmos con cui ha realizzato un omaggio a Giacinto Scelsi. Ha concepito le immagini video per lo spettacolo Lejendo Jodo,Leggendo Jodorovski realizzato con il compositore Claudio Lugo e l’ Impressive Ensemble 2001). Insieme a Silvia Lelli sta attualmente lavorando ad una mostra/installazione dal titolo Bianco Nero Piano Forte in collaborazione con Mara Cantoni per i testi e con Luigi Ceccarelli per i suoni.
La mostra è realizzata grazie al sostegno di Rasbank.
La mia storia con il jazz in venticinque quadri, una mostra fotografica.
Presentazione dell’autore Roberto Masotti
E’ dal 1973 che non faccio una mostra sulla musica afroamericana. “Immagini per il jazz” fu inaugurata nell’atrio del Palazzo dei Priori a Perugia giusto per la prima edizione di Umbria Jazz. Di lì a poco cominciai a pensare che le foto che si raccolgono in giro per rassegne e festival in Italia e in Europa non mi sembravano poi così significative. Naturalmente continuavo, spesso di mia iniziativa, a fotografare a largo raggio, molto jazz, rock e qualche anno dopo moltissima musica classica e contemporanea, opera e balletto inclusi.
Eppure ai miei occhi le foto dell’ambito jazz pareva mostrassero l’incolmabile distanza dall’ambiente originario. Anche se professionalmente ineccepibili non rappresentavano documenti essenziali o emblematici della presenza e della evoluzione di questa musica. Gli interpreti, i personaggi, spesso isolati, inesorabilmente riquadrati dal teleobiettivo, come a sminuire quell’aspetto corale così determinante nella improvvisazione, sembravano tante “figurine”, maniacalmente collezionate.
Ad un certo punto, il ‘73 o il ‘74, ho cominciato a seguire l’esperienza della così detta “musica improvvisata europea”. Mi sono inserito nel suo percorso, già iniziato negli anni sessanta, prepotentemente. La scintilla era in realtà scoccata già nel 1971 a Berlino durante una lunghissima quanto energica Free Music Night presso la Freie Universitet; fu un’esperienza forte, decisiva.
Nel seguire, sempre a Berlino tanti Workshop Freie Musik, tanti Total Music Meeting e altre situazioni ancora ad Amsterdam, a Londra, a Parigi, dove comunque lo scambio con i musicisti americani era pratica comune, mi sentii più a mio agio. Era come se nel mio lavoro si precisasse uno scopo che consistesse nel documentare e interpretare da vicino un fenomeno in pieno svolgimento.
La scena europea così ricca di esperienze mi ricordò, come in un improvviso flashback, quella italiana, quella più sperimentale intendo.
Erano i primi assaggi di Milano,1970, 71. Ecco non posso dimenticare quei primi concerti al Teatro Uomo di Largo Manusardi: Guido Mazzon, Gaetano Liguori, la Nadma di Davide Mosconi. Dico questo non sull’onda della nostalgia, ma per rimarcare il principio già enunciato prima e connetterlo a tutta l’esperienza dei musicisti italiani di jazz.
Mi sono sentito più volte parte di quel movimento e, recentemente, dopo la conclusione della intensa esperienza con il Teatro alla Scala, ho sentito l’impulso a riavvicinarmi alla “JAZZ AREA” comprendendo come non me ne fossi mai allontanato completamente.
Parallelamente a questi percorsi, talvolta in piena coincidenza, vi è sempre stato il mio lavoro fotografico per la ECM, la ben nota etichetta discografica tedesca.
Ho cominciato nel 1973 a pubblicare fotografie sui loro dischi e da allora il rapporto è proseguito, si è anzi intensificato, approfondito. Nello studio di incisione si crea una musica spesso mai eseguita in pubblico, il più delle volte inedita.
Per finire, questa mostra ha un modo di dispiegarsi che ho scelto per alcune esperienze recenti. Ho preferito impaginare su ogni singolo pannello le fotografie fornendo titoli, accenni di testo, didascalie, discorsi più compiuti. Credo che il tutto coincida più con un progetto di mostra che con un risultato definitivo. La concepisco più come una riflessione sul jazz filtrata attraverso la mia personale esperienza che come una storia del jazz per immagini per forza di cose limitata e parziale.
Roberto Masotti
Biografia
Nato a Ravenna nel 1947, dopo gli studi in industrial design a Firenze inizia la propria attività professionale a Bologna, per trasferirsi a Milano nel 1974. Si è sempre dedicato alla documentazione e alla ricerca, attraverso il mezzo fotografico, ma anche intervenendo con scritti, interviste ed articoli nel campo dello “spettacolo” e in particolare della musica jazz, contemporanea e sperimentale. Molte sue immagini sono state utilizzate dall’editoria per libri, riviste, copertine di dischi, soprattutto per la casa discografica ECM con la quale vanta un rapporto più che trentennale.
Il suo lavoro più noto You tourned the tables on me, centoquindici ritratti di musicisti contemporanei (1974-1981), è stato pubblicato da Auditorium Edizioni ed esposto in numerose città europee: questa ed altre opere, tra cui le Variazioni per chitarra elettrica, sono state raggruppate sotto il titolo Lavori Musicali.
Dal 1979 al 1996 è fotografo ufficiale del Teatro alla Scala di Milano con Silvia Lelli. Insieme hanno realizzato diverse pubblicazioni e importanti esposizioni sugli allestimenti del Teatro milanese. Assieme hanno realizzato una esposizione/omaggio a Giuseppe Sinopoli per Taormina Arte.
La mostra Jazz Area, la mia storia con il jazz in venticinque quadri commissionatagli per la rassegna Dialoghi, Jazz per due a Pavia è stata ospitata in città e festival via via arricchendosi e completandosi. Diario dal Sud, realizzato con il poeta/musicista Vittorino Curci, rappresenta una sorta di sviluppo di Jazz Area e con questa è stata esposta nell’ambito del Bergamo Jazz Festival nel 2002. Da segnalare la sua collaborazione con L’Orchestra Nazionale di Jazz di Francia, diretta da Paolo Damiani per la quale ha realizzato cinque diversi video per il progetto Charméditerranéen e con l’ensemble Alter Ego e Matmos con cui ha realizzato un omaggio a Giacinto Scelsi. Ha concepito le immagini video per lo spettacolo Lejendo Jodo,Leggendo Jodorovski realizzato con il compositore Claudio Lugo e l’ Impressive Ensemble 2001). Insieme a Silvia Lelli sta attualmente lavorando ad una mostra/installazione dal titolo Bianco Nero Piano Forte in collaborazione con Mara Cantoni per i testi e con Luigi Ceccarelli per i suoni.
13
novembre 2005
Roberto Masotti – Jazz Area
Dal 13 novembre al 20 dicembre 2005
fotografia
Location
CAFFE’ PEDROCCHI
Padova, Via III Febbraio 1848, 15, (Padova)
Padova, Via III Febbraio 1848, 15, (Padova)
Vernissage
13 Novembre 2005, ore 18
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