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Roberto Mineo – Fotosculture
venti immagini del fotografo Roberto Mineo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 4 marzo al 2 aprile nella ex Chiesa di San Pietro in Atrio a Como si terrà la mostra Fotosculture che presenta venti immagini del fotografo Roberto Mineo
L’iniziativa è promossa dal Comune di Como – Assessorato alla Cultura in collaborazione con l’Accademia di Fotografia John Kaverdash di Milano.
La selezione delle opere copre un percorso creativo che inizia nel 1990 e illustra la caratteristica principale del lavoro di Mineo: il continuo dialogo tra scultura e fotografia.
Mineo, infatti, realizza modelli di paesaggi fantastici descritti nei minimi dettagli che vengono fotografati assumendo un aspetto del tutto straniante e successivamente stampati a torchio, con una particolare tecnica, affinata in questi anni dall’artista stesso.
In mostra è esposta una serie d'immagini fotografiche che si rifanno a un universo verosimile ma mai vero come accade in Alien, un omaggio a Ridley Scott, dove la mano misteriosa di un alieno con quattro dita allungate raccoglie una fotocamera intesa come reperto archeologico. O ne Il trasporto impossibile dove un camion con la scritta DHL s'inerpica su una montagna misteriosa portando via addirittura un monumento neoclassico. In un'altra occasione, viene ricostruita una pompa di benzina americana degli anni Cinquanta creando un'atmosfera che ricorda un dipinto di Edward Hopper.
Nell'àmbito di questa esposizione è emblematico Vie di fuga, omaggio ai labirinti borgesiani di Escher in tre dimensioni. Tra le fotosculture più recenti, va citata anche Alta tensione, opera che potrebbe essere ricollegata a un ready made di Marcel Duchamp anche se le intenzioni, ovviamente, appaiono del tutto differenti. In questa circostanza, Mineo ha realizzato un lavoro partendo dal ritrovamento e dal restauro di un quadro elettrico degli anni Cinquanta arrivando a inserire l'illuminazione all'interno del voltometro.
A ben vedere, tutta l'opera dell'artista milanese, che vanta un curriculum ventennale nel campo della fotografia pubblicitaria (ha collaborato tra gli altri con Vogue, Donna, Leo Burnett, the Walt Disney Company) ed è fondatore e direttore della John Kaverdash Accademia di Fotografia, nasce dal desiderio di modificare la struttura della rappresentazione. Niente è più vero del falso, così come niente appare più falso del vero, sembra dirci l'artista che sul filo di questo paradosso costruisce i suoi modellini che successivamente fotografa per poi farli sparire, una volta che hanno compiuto il loro ciclo vitale. "Credo che il mio lavoro manifesti un'insoddisfazione profonda nei confronti della realtà e un desiderio di reinventarla con forme, colori e luci proprie mantenendo intatto il senso ludico".
"Mineo", ha scritto Alberto Fiz nel catalogo Silvana Editoriale che accompagna l’esposizione, "compie un viaggio nel tempo ibridando stili ed epoche, cinema e arte, fumetto e pubblicità creando sconfinamenti e traslitterazioni. Qualunque strada scelga e qualunque scorribanda compia nel mondo della fiction, l'artista milanese inventa e reinventa la sua realtà usando il vero per sponsorizzare il falso".
L’iniziativa è promossa dal Comune di Como – Assessorato alla Cultura in collaborazione con l’Accademia di Fotografia John Kaverdash di Milano.
La selezione delle opere copre un percorso creativo che inizia nel 1990 e illustra la caratteristica principale del lavoro di Mineo: il continuo dialogo tra scultura e fotografia.
Mineo, infatti, realizza modelli di paesaggi fantastici descritti nei minimi dettagli che vengono fotografati assumendo un aspetto del tutto straniante e successivamente stampati a torchio, con una particolare tecnica, affinata in questi anni dall’artista stesso.
In mostra è esposta una serie d'immagini fotografiche che si rifanno a un universo verosimile ma mai vero come accade in Alien, un omaggio a Ridley Scott, dove la mano misteriosa di un alieno con quattro dita allungate raccoglie una fotocamera intesa come reperto archeologico. O ne Il trasporto impossibile dove un camion con la scritta DHL s'inerpica su una montagna misteriosa portando via addirittura un monumento neoclassico. In un'altra occasione, viene ricostruita una pompa di benzina americana degli anni Cinquanta creando un'atmosfera che ricorda un dipinto di Edward Hopper.
Nell'àmbito di questa esposizione è emblematico Vie di fuga, omaggio ai labirinti borgesiani di Escher in tre dimensioni. Tra le fotosculture più recenti, va citata anche Alta tensione, opera che potrebbe essere ricollegata a un ready made di Marcel Duchamp anche se le intenzioni, ovviamente, appaiono del tutto differenti. In questa circostanza, Mineo ha realizzato un lavoro partendo dal ritrovamento e dal restauro di un quadro elettrico degli anni Cinquanta arrivando a inserire l'illuminazione all'interno del voltometro.
A ben vedere, tutta l'opera dell'artista milanese, che vanta un curriculum ventennale nel campo della fotografia pubblicitaria (ha collaborato tra gli altri con Vogue, Donna, Leo Burnett, the Walt Disney Company) ed è fondatore e direttore della John Kaverdash Accademia di Fotografia, nasce dal desiderio di modificare la struttura della rappresentazione. Niente è più vero del falso, così come niente appare più falso del vero, sembra dirci l'artista che sul filo di questo paradosso costruisce i suoi modellini che successivamente fotografa per poi farli sparire, una volta che hanno compiuto il loro ciclo vitale. "Credo che il mio lavoro manifesti un'insoddisfazione profonda nei confronti della realtà e un desiderio di reinventarla con forme, colori e luci proprie mantenendo intatto il senso ludico".
"Mineo", ha scritto Alberto Fiz nel catalogo Silvana Editoriale che accompagna l’esposizione, "compie un viaggio nel tempo ibridando stili ed epoche, cinema e arte, fumetto e pubblicità creando sconfinamenti e traslitterazioni. Qualunque strada scelga e qualunque scorribanda compia nel mondo della fiction, l'artista milanese inventa e reinventa la sua realtà usando il vero per sponsorizzare il falso".
04
marzo 2006
Roberto Mineo – Fotosculture
Dal 04 marzo al 02 aprile 2006
fotografia
Location
EX CHIESA DI SAN PIETRO IN ATRIO
Como, Via Odescalchi, (Como)
Como, Via Odescalchi, (Como)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15.00 – 19.00; sabato e domenica 10.00 -12.30; 14.00 – 19.00
Vernissage
4 Marzo 2006, ore 18.30
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP
Autore