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Roberto Sambonet – Architetture del quotidiano domestico
La mostra presenta una selezione di oggetti per la tavola ideati da Roberto Sambonet tra la metà degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta del Novecento per la Sambonet Spa, Compagnie des Cristalleries de Baccarat, Bing & Grondhal Royal Copenhagen, Richard Ginori e cotonificio Cantoni.
Comunicato stampa
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La mostra presenta una selezione di oggetti per la tavola ideati da Roberto Sambonet tra la metà degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta del Novecento per la Sambonet Spa, Compagnie des Cristalleries de Baccarat, Bing & Grondhal Royal Copenhagen, Richard Ginori e cotonificio Cantoni.
Gli oggetti disegnati da Roberto Sambonet attingono al grandissimo repertorio culturale acquisito, assimilato e rielaborato durante i suoi viaggi, declinando la grande lezione delle avanguardie artistiche e quella dell’architettura dei maestri. L’obbiettivo è di ottenere il massimo risultato tecnico-formale con il minimo intervento possibile. Un rapporto sinergico tra progettista, tecnici ed esecutori, tra artista e industriale, un approccio sensibile ai problemi della lavorazione, alle caratteristiche del materiale, all’economia del prodotto; nessuna dicotomia tra progetto e realizzazione, il disegno, nelle sue linee essenziali, viene immediatamente verificato per evidenziare incongruenze e criticità.
Il lavoro di Roberto Sambonet, artista, designer, grafico, racconta del suo essere uomo, sintetizza la sua cultura, le sue esperienze, in un processo continuo che si alimenta di incontri, viaggi, relazioni.
La mostra è costruita da una selezione di pezzi (tovaglia, piatti, bicchieri, posate, vetri, vassoi), alcuni prototipi e oggetti ormai fuori produzione, provenienti dal fondo Roberto Sambonet depositato presso il CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive) di Milano e dalla collezione privata Sambonet: la tovaglia Urbanistica, legata al lavoro di Robert e Sonia Delaunay; gli studi cromatici per i piatti Spectrum e Blue Contemporary; i bicchieri TIR; le posate Metron, Longilinea, RSt Set 845; ed ancora il quartetto saliera-pepiera-oliera-acetiera (omaggio alla minimal art e contrapposizione armonica di materie diverse); il center line (straordinario sistema impilabile di padelle/tegami in acciaio per cucinare e servire); i contenitori da forno quadreglie e infine la famosissima pesciera, nata dallo studio della natura come esempio e mai imitazione. Prodotti dal grande valore espressivo e concettuale, pensati come elementi di un nuovo “paesaggio” domestico, elementi macro urbani capaci di dare vita ad una vera e propria “tavola d’arte”, puntando – scrive Roberto Sambonet – su una reinvenzione quasi urbanistica del piacere conviviale.
Roberto Sambonet (1924-1995)
Nato il 20 ottobre del 1924 a Vercelli da una famiglia di industriali legati alla produzione di posate e stoviglie per la casa, si trasferisce a Milano dove frequenta tra il 1942 e il 1945 la Facoltà di Architettura. Lasciati gli studi al Politecnico, nel 1946 segue il corso di affresco che Achille Funi tiene presso l’Accademia di Carrara e inizia il suo percorso artistico partecipando alla esperienza del gruppo dei Picassiani.
Dal 1948 al 1953 è in Brasile dove lavora al fianco di Pietro Maria Bardi e della moglie Lina Bo partecipando alle iniziative del Museu de arte de Sao Paulo (MASP), insegnando, progettando mostre, tessuti, vestiti e oggetti.
L’esperienza brasiliana e il rapporto con Bardi segneranno in maniera profonda la vicenda umana e professionale di Sambonet e risulteranno determinanti – cosi come il successivo incontro con Alvar Aalto – nella scelta di dedicarsi interamente alla pittura e al design. Rientrato in Italia inizia a collaborare con la Rinascente, lavorando dapprima al fianco di Bruno Munari e dal 1955 alle grandi mostre tematiche dedicate ai paesi stranieri, con viaggi che lo porteranno in giro per il mondo.
Il lavoro di grafica iniziato durante il periodo brasiliano prosegue in Italia al fianco di Max Huber e si concretizza in maniera autonoma nei progetti per la Rinascente, Pirelli, Triennale di Milano, Feltrinelli, Einaudi, Sole 24 Ore, …
Tra gli anni Cinquanta e Settanta Sambonet realizza una serie di oggetti per l’azienda di famiglia che gli varranno, tra gli altri, due «Compasso d’Oro» (1956 e 1970) e il «Gran Premio» alla XII Triennale di Milano del 1960 mentre nel 1979 gli verrà assegnato il terzo «Compasso d’Oro» per il marchio della Regione Lombardia disegnato con Noorda, Tovaglia e Munari.
Il lavoro di design per la Sambonet Spa si completa con quello per Baccarat, Richard Ginori, Seguso, Bing & Grondhal e procede parallelamente a quello di grafico e di pittore. Un’attività, quest’ultima, che lo accompagnerà fino alla fine.
Gli oggetti disegnati da Roberto Sambonet attingono al grandissimo repertorio culturale acquisito, assimilato e rielaborato durante i suoi viaggi, declinando la grande lezione delle avanguardie artistiche e quella dell’architettura dei maestri. L’obbiettivo è di ottenere il massimo risultato tecnico-formale con il minimo intervento possibile. Un rapporto sinergico tra progettista, tecnici ed esecutori, tra artista e industriale, un approccio sensibile ai problemi della lavorazione, alle caratteristiche del materiale, all’economia del prodotto; nessuna dicotomia tra progetto e realizzazione, il disegno, nelle sue linee essenziali, viene immediatamente verificato per evidenziare incongruenze e criticità.
Il lavoro di Roberto Sambonet, artista, designer, grafico, racconta del suo essere uomo, sintetizza la sua cultura, le sue esperienze, in un processo continuo che si alimenta di incontri, viaggi, relazioni.
La mostra è costruita da una selezione di pezzi (tovaglia, piatti, bicchieri, posate, vetri, vassoi), alcuni prototipi e oggetti ormai fuori produzione, provenienti dal fondo Roberto Sambonet depositato presso il CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive) di Milano e dalla collezione privata Sambonet: la tovaglia Urbanistica, legata al lavoro di Robert e Sonia Delaunay; gli studi cromatici per i piatti Spectrum e Blue Contemporary; i bicchieri TIR; le posate Metron, Longilinea, RSt Set 845; ed ancora il quartetto saliera-pepiera-oliera-acetiera (omaggio alla minimal art e contrapposizione armonica di materie diverse); il center line (straordinario sistema impilabile di padelle/tegami in acciaio per cucinare e servire); i contenitori da forno quadreglie e infine la famosissima pesciera, nata dallo studio della natura come esempio e mai imitazione. Prodotti dal grande valore espressivo e concettuale, pensati come elementi di un nuovo “paesaggio” domestico, elementi macro urbani capaci di dare vita ad una vera e propria “tavola d’arte”, puntando – scrive Roberto Sambonet – su una reinvenzione quasi urbanistica del piacere conviviale.
Roberto Sambonet (1924-1995)
Nato il 20 ottobre del 1924 a Vercelli da una famiglia di industriali legati alla produzione di posate e stoviglie per la casa, si trasferisce a Milano dove frequenta tra il 1942 e il 1945 la Facoltà di Architettura. Lasciati gli studi al Politecnico, nel 1946 segue il corso di affresco che Achille Funi tiene presso l’Accademia di Carrara e inizia il suo percorso artistico partecipando alla esperienza del gruppo dei Picassiani.
Dal 1948 al 1953 è in Brasile dove lavora al fianco di Pietro Maria Bardi e della moglie Lina Bo partecipando alle iniziative del Museu de arte de Sao Paulo (MASP), insegnando, progettando mostre, tessuti, vestiti e oggetti.
L’esperienza brasiliana e il rapporto con Bardi segneranno in maniera profonda la vicenda umana e professionale di Sambonet e risulteranno determinanti – cosi come il successivo incontro con Alvar Aalto – nella scelta di dedicarsi interamente alla pittura e al design. Rientrato in Italia inizia a collaborare con la Rinascente, lavorando dapprima al fianco di Bruno Munari e dal 1955 alle grandi mostre tematiche dedicate ai paesi stranieri, con viaggi che lo porteranno in giro per il mondo.
Il lavoro di grafica iniziato durante il periodo brasiliano prosegue in Italia al fianco di Max Huber e si concretizza in maniera autonoma nei progetti per la Rinascente, Pirelli, Triennale di Milano, Feltrinelli, Einaudi, Sole 24 Ore, …
Tra gli anni Cinquanta e Settanta Sambonet realizza una serie di oggetti per l’azienda di famiglia che gli varranno, tra gli altri, due «Compasso d’Oro» (1956 e 1970) e il «Gran Premio» alla XII Triennale di Milano del 1960 mentre nel 1979 gli verrà assegnato il terzo «Compasso d’Oro» per il marchio della Regione Lombardia disegnato con Noorda, Tovaglia e Munari.
Il lavoro di design per la Sambonet Spa si completa con quello per Baccarat, Richard Ginori, Seguso, Bing & Grondhal e procede parallelamente a quello di grafico e di pittore. Un’attività, quest’ultima, che lo accompagnerà fino alla fine.
07
aprile 2016
Roberto Sambonet – Architetture del quotidiano domestico
Dal 07 aprile all'otto maggio 2016
design
Location
CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO
Milano, Via Giorgio Jan, 15, (Milano)
Milano, Via Giorgio Jan, 15, (Milano)
Orario di apertura
mart.-dom. 10.00-18.00
Vernissage
7 Aprile 2016, h 18
Autore