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Roberto Simoni – Probabilità e immaginario
Attraversare un bosco, appoggiarsi ad un albero, guardare per terra e rendersi conto che lì sta qualcosa che noi conosciamo bene, che abbiamo usato, che in quell’istante è concettualmente diventato un neofossile.
Comunicato stampa
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L’idea del nuovo attraverso la cosa più vecchia
Attraversare un bosco, appoggiarsi ad un albero, guardare per terra e rendersi conto che lì sta qualcosa che noi conosciamo bene, che abbiamo usato, che in quell’istante è concettualmente diventato un neofossile. Questo potrebbe succedere in un nostro probabile futuro. Oggetti di uso quotidiano, telefoni cellulari, ombrelli rotti ,tutto quello che ci è appartenuto in un recente passato potrà diventare, in un remoto futuro, un fossile …
Per Roberto Simoni è già fossile il nostro vecchio conio: mille lire immobilizzate dopo poco più di un anno solare ci appaiono mute ed impietrite, memori di una storia d’Italia che va in avanti. Persino il tempo si ferma, gli orologi e le sveglie diventano ombra di un tempo cristallizzato, quasi un misto tra il ricordo del passato e l’incertezza di un futuro congelato da qualche oscuro dispositivo criogenico.
Tutto, per il nostro artista, sembra essersi fossilizzato per una strana alchimia tra tempo e storia, uso e pietra. Tutto sembra impietrito allo sguardo di una spietata Medusa che tramuta ogni cosa in immobili e suggestive figure zoomorfe. Ci troviamo di fronte ad animali surreali costruiti da tastiere e lancette, insetti fatti con piccoli transistor e bilance tatuate nella pietra incapaci ormai di pesare la cosa più leggera. Il tempo ormai è davvero fermo, la sveglia non scandisce più nessuna ora, quasi a ricordare un atavico memento mori di classica concezione seicentesca. Un ricordo culturale di vanitas fiamminghe? Un’ispirazione alle cappelle dei Cappuccini della chiesa di Santa Maria della Concezione a Roma? Un post-quem di algida morte che immobilizza corpi inventati, costruiti da aste di ombrello e monete fuori corso, immobilizzati in inermi pietre e pronti all’approccio di neo-scienziati che attoniti studiano il nuovo evento materico misto di materiali, oggetti e morte.
Ma non sempre di morte fossilizzata sembra parlare l’arte di Roberto Simoni. Nel suo ‘Bestiario’ il maestro sembra scrivere nei suoi quadri anche di vita: mi riferisco ai suoi pesci iridescenti e surreali, creature che prendono vita sulla tela, mobili di un non-movimento , sospesi in una sorta di limbo pittorico fatto di materia e colore e, privi di gravità, sembrano galleggiare in improbabili fondali che ricordano quelli dei mari tropicali. Quegli stessi fondali che l’artista, nelle sue passate immersioni, ha immortalato con la macchina fotografica per poi riprodurli, in maniera tecnica ma non necessariamente scientifica, sulle proprie tele, riempiendoli di suggestive e psichedeliche creature marine che sembrano nuotare, ma che per dirla con lui stanno in: “…una sorta di sospensione continua che solo i pesci possono vivere”.!
Vincenzo Circosta
Attraversare un bosco, appoggiarsi ad un albero, guardare per terra e rendersi conto che lì sta qualcosa che noi conosciamo bene, che abbiamo usato, che in quell’istante è concettualmente diventato un neofossile. Questo potrebbe succedere in un nostro probabile futuro. Oggetti di uso quotidiano, telefoni cellulari, ombrelli rotti ,tutto quello che ci è appartenuto in un recente passato potrà diventare, in un remoto futuro, un fossile …
Per Roberto Simoni è già fossile il nostro vecchio conio: mille lire immobilizzate dopo poco più di un anno solare ci appaiono mute ed impietrite, memori di una storia d’Italia che va in avanti. Persino il tempo si ferma, gli orologi e le sveglie diventano ombra di un tempo cristallizzato, quasi un misto tra il ricordo del passato e l’incertezza di un futuro congelato da qualche oscuro dispositivo criogenico.
Tutto, per il nostro artista, sembra essersi fossilizzato per una strana alchimia tra tempo e storia, uso e pietra. Tutto sembra impietrito allo sguardo di una spietata Medusa che tramuta ogni cosa in immobili e suggestive figure zoomorfe. Ci troviamo di fronte ad animali surreali costruiti da tastiere e lancette, insetti fatti con piccoli transistor e bilance tatuate nella pietra incapaci ormai di pesare la cosa più leggera. Il tempo ormai è davvero fermo, la sveglia non scandisce più nessuna ora, quasi a ricordare un atavico memento mori di classica concezione seicentesca. Un ricordo culturale di vanitas fiamminghe? Un’ispirazione alle cappelle dei Cappuccini della chiesa di Santa Maria della Concezione a Roma? Un post-quem di algida morte che immobilizza corpi inventati, costruiti da aste di ombrello e monete fuori corso, immobilizzati in inermi pietre e pronti all’approccio di neo-scienziati che attoniti studiano il nuovo evento materico misto di materiali, oggetti e morte.
Ma non sempre di morte fossilizzata sembra parlare l’arte di Roberto Simoni. Nel suo ‘Bestiario’ il maestro sembra scrivere nei suoi quadri anche di vita: mi riferisco ai suoi pesci iridescenti e surreali, creature che prendono vita sulla tela, mobili di un non-movimento , sospesi in una sorta di limbo pittorico fatto di materia e colore e, privi di gravità, sembrano galleggiare in improbabili fondali che ricordano quelli dei mari tropicali. Quegli stessi fondali che l’artista, nelle sue passate immersioni, ha immortalato con la macchina fotografica per poi riprodurli, in maniera tecnica ma non necessariamente scientifica, sulle proprie tele, riempiendoli di suggestive e psichedeliche creature marine che sembrano nuotare, ma che per dirla con lui stanno in: “…una sorta di sospensione continua che solo i pesci possono vivere”.!
Vincenzo Circosta
19
novembre 2003
Roberto Simoni – Probabilità e immaginario
Dal 19 novembre al 03 dicembre 2003
arte contemporanea
Location
IL FIORINO
Firenze, Via Dei Servi, 36, (Firenze)
Firenze, Via Dei Servi, 36, (Firenze)
Autore