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Roma anni ’60: No – Pop
Il progetto espositivo, attraverso una selezione di opere dei maggiori protagonisti dello scenario artistico romano dal 1960 al 1970, propone una rilettura delle poetiche di quegli anni, convenzionalmente associate ai movimenti pop art, arte povera e concettuale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Roma anni ’60: no-pop
Inaugurazione: 18 maggio 2017, ore 18.30
Fino al 30 settembre 2017
Erica Ravenna Fiorentini
Arte Contemporanea
E.R.A. Srl
Via Margutta 17 - 00187 Roma
t./f. +39 06 3219968 artecontemporanea@ericafiorentini.it www.ericaravenna.it
Lun-ven 10:30 – 19:30 | Sab 10:30 – 13:30 (o su appuntamento)
A cura di Laura Cherubini e Erica Ravenna
Il progetto espositivo, attraverso una selezione di opere dei maggiori protagonisti dello scenario artistico romano dal 1960 al 1970, propone una rilettura delle poetiche di quegli anni, convenzionalmente associate ai movimenti pop art, arte povera e concettuale, mettendone piuttosto in evidenza il riferimento comune alla tradizione della storia dell’arte classica italiana.
L’universo che, in quegli anni, ruotava intorno a Piazza del Popolo e al Caffè Rosati, era composto non soltanto da artisti, ma da scrittori, poeti, musicisti, intellettuali che – sollecitati da una realtà in frenetica trasformazione – si confrontavano tra loro sulla possibilità di un nuovo modo di essere e quindi di fare arte.
Le opere esposte in mostra di Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Gino Marotta, Fabio Mauri, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Cesare Tacchi, sono testimonianza esemplare del clima unico e originale di quegli anni, reso tale anche da come ciascuna esperienza, pur nella sua peculiarità, esprimesse il dato comune di un legame – mai interrotto –con la propria storia dell’arte e la propria cultura. I rimandi, oltre che ai grandi maestri del passato, erano al Futurismo, alla Metafisica al New Dada europeo, a Burri. Lontani quindi dalla fredda ripetitività e serialità delle immagini della pop art americana: gli oggetti di consumo come simbolo della nuova cultura di massa. Come molti di loro hanno più volte sottolineato.
Mi dispiace per gli americani che hanno così poca storia alle spalle, ma per un artista italiano, romano e per di più vissuto ad un tiro di schioppo dalle mura vaticane, popular è la Cappella Sistina, vero marchio del made in Italy. E poi mi ha sempre colpito quella diffusa e sottile ambiguità omosessuale…Quanto all’uso di smalti violenti che negli anni ’60 ebbe il sapore intenzionale di un pugno allo stomaco vedo con piacere che il nuovo restauro della Sistina , a opera dei Giapponesi sta tirando fuori tinte brillanti e contrastanti che fanno impallidire le mie. Comunque più in generale il mio rapporto con Michelangelo è un rapporto di plagio. Perché l’arte è plagio. ( Tano Festa, intervistato da Antonella Amendola).
Inaugurazione: 18 maggio 2017, ore 18.30
Fino al 30 settembre 2017
Erica Ravenna Fiorentini
Arte Contemporanea
E.R.A. Srl
Via Margutta 17 - 00187 Roma
t./f. +39 06 3219968 artecontemporanea@ericafiorentini.it www.ericaravenna.it
Lun-ven 10:30 – 19:30 | Sab 10:30 – 13:30 (o su appuntamento)
A cura di Laura Cherubini e Erica Ravenna
Il progetto espositivo, attraverso una selezione di opere dei maggiori protagonisti dello scenario artistico romano dal 1960 al 1970, propone una rilettura delle poetiche di quegli anni, convenzionalmente associate ai movimenti pop art, arte povera e concettuale, mettendone piuttosto in evidenza il riferimento comune alla tradizione della storia dell’arte classica italiana.
L’universo che, in quegli anni, ruotava intorno a Piazza del Popolo e al Caffè Rosati, era composto non soltanto da artisti, ma da scrittori, poeti, musicisti, intellettuali che – sollecitati da una realtà in frenetica trasformazione – si confrontavano tra loro sulla possibilità di un nuovo modo di essere e quindi di fare arte.
Le opere esposte in mostra di Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Gino Marotta, Fabio Mauri, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Cesare Tacchi, sono testimonianza esemplare del clima unico e originale di quegli anni, reso tale anche da come ciascuna esperienza, pur nella sua peculiarità, esprimesse il dato comune di un legame – mai interrotto –con la propria storia dell’arte e la propria cultura. I rimandi, oltre che ai grandi maestri del passato, erano al Futurismo, alla Metafisica al New Dada europeo, a Burri. Lontani quindi dalla fredda ripetitività e serialità delle immagini della pop art americana: gli oggetti di consumo come simbolo della nuova cultura di massa. Come molti di loro hanno più volte sottolineato.
Mi dispiace per gli americani che hanno così poca storia alle spalle, ma per un artista italiano, romano e per di più vissuto ad un tiro di schioppo dalle mura vaticane, popular è la Cappella Sistina, vero marchio del made in Italy. E poi mi ha sempre colpito quella diffusa e sottile ambiguità omosessuale…Quanto all’uso di smalti violenti che negli anni ’60 ebbe il sapore intenzionale di un pugno allo stomaco vedo con piacere che il nuovo restauro della Sistina , a opera dei Giapponesi sta tirando fuori tinte brillanti e contrastanti che fanno impallidire le mie. Comunque più in generale il mio rapporto con Michelangelo è un rapporto di plagio. Perché l’arte è plagio. ( Tano Festa, intervistato da Antonella Amendola).
18
maggio 2017
Roma anni ’60: No – Pop
Dal 18 maggio al 30 settembre 2017
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA ERICA FIORENTINI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, via della Reginella , 3, (Roma)
Roma, via della Reginella , 3, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 10:30 alle 19:30 e sabato dalle 10:30 alle 13:20 (o su appuntamento)
Vernissage
18 Maggio 2017, 18:30 - 21:30
Autore
Curatore