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Roma Quadraro – Città. Immagini 2016 – 2019
La Mostra pone il tema della definizione di un perimetro del quartiere romano del Quadraro; un nome che l’Istituto Geografico Militare attribuisce a tutta l’area extra acquedotti. Un perimetro dal profilo socio-economico in movimento, ma relativamente stabile nei suoi caratteri fisici.
Comunicato stampa
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La Mostra pone, attraverso immagini e modellidi studio, il tema della definizione di un perimetro del Quadraro; un nome che l’Istituto Geografico Militare, nella sua tavola 1:25.000, attribuisce a tutta l’area extra acquedotti (aquarum ductus) fino alla attuale Via Subaugusta; un perimetro in movimento, sotto il profilo economico e sociale, ma relativamente stabile nei suoi caratteri fisici, che vanno dalla corona di ville e monumenti funebri romani, imperiali e patrizi, (fine del I, IV; sec. d.C.) al Parco degli Acquedotti. Un perimetro segnato dalla monumentale Porta Furba. In mostra fotografie di Giuseppe Francavilla, un filmato di Lucilla Salerno e modelli di studio sull’identità del Quadraro di Carlo Severati.
I. Nomi e Monumenti. Potremmo dar credito al termine quadrans, usato da Columella per identificare una porzione di terreno; un quarto di jugero, la misura romana che corrisponde a circa 2500 mq. Alcuni monumenti insistono direttamente sull’area e la collegano visivamente e funzionalmente alla città. Acquedotti, in particolare quello Felice nel quale si apre la porta di accesso all’area. La conduzione fascista della città investe nella zona, nella quale sono presenti resti monumentali dell’antica grandezza di Roma, costruendo una casa del fascio e una casa della madre e del fanciullo e dando nomi di famiglie romane alle strade. Il nome dello schiavo Spartaco, al quale sono intitolate la Via e il Largo avrà il maggiore ascolto.
II. Giacitura dei terreni. Le acque corrono. Ab origine, una parte moderatamente elevata del sistema collinare a est di Roma si estende con continuità lungo il lato settentrionale della Via Appia Nuova nella sua salita verso i Colli Albani. Non casualmente la maggior parte degli acquedotti storici in arrivo verso le utenze in città si dispone su questa piattaforma, chiamata oggi Parco degli Acquedotti, dalla quale l’Almone corre, oggi interrotto, verso il Tevere. Questo sistema collinare si assottiglia e piega verso nord proprio in corrispondenza dell’ingresso al Quadraro dalla Via Tuscolana, e corrispondentemente il sistema degli acquedotti diventa una fascia stretta, intricata, nella quale addirittura si intersecano l’un l’altro, con conseguenze inattese nel VI secolo d.C.
III. Orografia e città moderna. Un sistema urbano, quindi, sostanzialmente pianeggiante, ad una quota sul livello del mare di circa 40 metri, simile a quella del tessuto storico centrale, fra i 20 e 50 metri slm. In questa area pianeggiante, si eleva il Monte del Grano, emergenza storica dell’area - menzionata con questo nome già nella cartografia seicentesca – monte di terra, sormontato per di più da una piccola costruzione, che contiene i resti monumentali laterizi del mausoleo imperiale attribuito ad Alessandro Severo; il costruttore dell’acquedotto Alessandrino. Il Mausoleo è uno degli elementi della corona monumentale residua ad est di Roma, realizzata fra la fine del I e la prima metà del IV d.C.; per citare solo i più noti: Cecilia Metella, Annia Regilla, Tombe della Via Latina, il cosiddetto Mausoleo del Campo Barbarico, il Mausoleo di Elena, madre di Costantino.
IV. Limiti fisici e visuali della Città-Quadraro. Cosa guardare per riconoscere. Il Monte del Grano dialoga con la lontana Chiesa di San Giovanni Bosco, all’altro capo del lungo asse rettilineo di Via dei Consoli; punto terminale di un possibile perimetro del Quadraro. Un perimetro segnato dalla monumentale Porta aperta nell’acquedotto Felice nel 1585 da Sisto V. Edilizia residuale di pochi piani, antica e moderna, e la sopravvivenza di antichi casali costituiscono una traccia antagonista dell’edilizia intensiva residenziale privata. Il volto del Quadraro è fatto della dialettica fra questi elementi, memoria della liberalità di Alessandro Severo, dei progetti urbanistici di due Papi, da Sisto V a Clemente XII, della Roma Capitale, della Resistenza e della sua dimensione “ popolare”.
V. Un insieme disomogeneo con molti collanti. Quando viene progettato e realizzato il Quartiere INA CASA Tuscolano, nella logica di costruzione delle espansioni edilizie descritta con esattezza da Italo Insolera , il paesaggio dell’area era del tutto campestre, con alcune eccezioni. Una spina diagonale di case basse unisce simbolicamente Via dei Quintili a Largo Spartaco. Sul lato Nord della Via Tuscolana sono ancora presenti alcuni elementi residui di una prima lottizzazione, precedente al 1907; a questa si aggiunge un edificato secondo la tipologia dei villini del Regolamento edilizio di Roma del 1921, su di una lottizzazione successiva, che aggiorna senza smentirla la precedente e che viene in qualche modo legittimata dal PRG del 1931; infine il complesso parrocchiale, con la Chiesa (attuale S. Maria del Buon Consiglio). Sul lato Sud della Via Tuscolana manufatti artigianali e agricoli, ancora esistenti, sia pure con diverse destinazioni d’uso, fra le attuali Vie dei Fontej, degli Ottavi e dei Sulpici. A questa spina diagonale si aggiungono nel tempo, dalla fine degli anni 1930 all’inizio degli anni 1950, lungo la Via Tuscolana, altri villini e piccole palazzine che, oggi sopravvissute, segnano il primo tratto extra aquae ductus della Via Tuscolana. L’insieme di questi elementi costituisce una spina edilizia trasversale alla Via Tuscolana sulla quale si svolge il dialogo fra le preesistenze e la Città Contemporanea del Quadraro , riferimento vitale di tutto l'asse tuscolano.
I. Nomi e Monumenti. Potremmo dar credito al termine quadrans, usato da Columella per identificare una porzione di terreno; un quarto di jugero, la misura romana che corrisponde a circa 2500 mq. Alcuni monumenti insistono direttamente sull’area e la collegano visivamente e funzionalmente alla città. Acquedotti, in particolare quello Felice nel quale si apre la porta di accesso all’area. La conduzione fascista della città investe nella zona, nella quale sono presenti resti monumentali dell’antica grandezza di Roma, costruendo una casa del fascio e una casa della madre e del fanciullo e dando nomi di famiglie romane alle strade. Il nome dello schiavo Spartaco, al quale sono intitolate la Via e il Largo avrà il maggiore ascolto.
II. Giacitura dei terreni. Le acque corrono. Ab origine, una parte moderatamente elevata del sistema collinare a est di Roma si estende con continuità lungo il lato settentrionale della Via Appia Nuova nella sua salita verso i Colli Albani. Non casualmente la maggior parte degli acquedotti storici in arrivo verso le utenze in città si dispone su questa piattaforma, chiamata oggi Parco degli Acquedotti, dalla quale l’Almone corre, oggi interrotto, verso il Tevere. Questo sistema collinare si assottiglia e piega verso nord proprio in corrispondenza dell’ingresso al Quadraro dalla Via Tuscolana, e corrispondentemente il sistema degli acquedotti diventa una fascia stretta, intricata, nella quale addirittura si intersecano l’un l’altro, con conseguenze inattese nel VI secolo d.C.
III. Orografia e città moderna. Un sistema urbano, quindi, sostanzialmente pianeggiante, ad una quota sul livello del mare di circa 40 metri, simile a quella del tessuto storico centrale, fra i 20 e 50 metri slm. In questa area pianeggiante, si eleva il Monte del Grano, emergenza storica dell’area - menzionata con questo nome già nella cartografia seicentesca – monte di terra, sormontato per di più da una piccola costruzione, che contiene i resti monumentali laterizi del mausoleo imperiale attribuito ad Alessandro Severo; il costruttore dell’acquedotto Alessandrino. Il Mausoleo è uno degli elementi della corona monumentale residua ad est di Roma, realizzata fra la fine del I e la prima metà del IV d.C.; per citare solo i più noti: Cecilia Metella, Annia Regilla, Tombe della Via Latina, il cosiddetto Mausoleo del Campo Barbarico, il Mausoleo di Elena, madre di Costantino.
IV. Limiti fisici e visuali della Città-Quadraro. Cosa guardare per riconoscere. Il Monte del Grano dialoga con la lontana Chiesa di San Giovanni Bosco, all’altro capo del lungo asse rettilineo di Via dei Consoli; punto terminale di un possibile perimetro del Quadraro. Un perimetro segnato dalla monumentale Porta aperta nell’acquedotto Felice nel 1585 da Sisto V. Edilizia residuale di pochi piani, antica e moderna, e la sopravvivenza di antichi casali costituiscono una traccia antagonista dell’edilizia intensiva residenziale privata. Il volto del Quadraro è fatto della dialettica fra questi elementi, memoria della liberalità di Alessandro Severo, dei progetti urbanistici di due Papi, da Sisto V a Clemente XII, della Roma Capitale, della Resistenza e della sua dimensione “ popolare”.
V. Un insieme disomogeneo con molti collanti. Quando viene progettato e realizzato il Quartiere INA CASA Tuscolano, nella logica di costruzione delle espansioni edilizie descritta con esattezza da Italo Insolera , il paesaggio dell’area era del tutto campestre, con alcune eccezioni. Una spina diagonale di case basse unisce simbolicamente Via dei Quintili a Largo Spartaco. Sul lato Nord della Via Tuscolana sono ancora presenti alcuni elementi residui di una prima lottizzazione, precedente al 1907; a questa si aggiunge un edificato secondo la tipologia dei villini del Regolamento edilizio di Roma del 1921, su di una lottizzazione successiva, che aggiorna senza smentirla la precedente e che viene in qualche modo legittimata dal PRG del 1931; infine il complesso parrocchiale, con la Chiesa (attuale S. Maria del Buon Consiglio). Sul lato Sud della Via Tuscolana manufatti artigianali e agricoli, ancora esistenti, sia pure con diverse destinazioni d’uso, fra le attuali Vie dei Fontej, degli Ottavi e dei Sulpici. A questa spina diagonale si aggiungono nel tempo, dalla fine degli anni 1930 all’inizio degli anni 1950, lungo la Via Tuscolana, altri villini e piccole palazzine che, oggi sopravvissute, segnano il primo tratto extra aquae ductus della Via Tuscolana. L’insieme di questi elementi costituisce una spina edilizia trasversale alla Via Tuscolana sulla quale si svolge il dialogo fra le preesistenze e la Città Contemporanea del Quadraro , riferimento vitale di tutto l'asse tuscolano.
12
aprile 2019
Roma Quadraro – Città. Immagini 2016 – 2019
Dal 12 al 18 aprile 2019
architettura
fotografia
fotografia
Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato, 17.30 - 20.30
Vernissage
12 Aprile 2019, h 18.00 - 22.00
Autore
Curatore