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Roma viva o morta. Scene senza storia nella città eterna
Foto di moda e di scena, reportage di periferia e vedute monumentali, istantanee anonime e scatti di grandi autori, si affiancano e si alterano per comporre un ritratto senza età della vita quotidiana a Roma nell’arco di un secolo: dalla fine dell’Ottocento agli anni Settanta del secolo scorso.
Comunicato stampa
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Dopo la mostra Made in Italy before Reality. Fotografie ritrovate del Belpaese, con la quale nell'ottobre scorso ha iniziato la propria attività espositiva, s.t. foto libreria galleria prosegue il proprio percorso di ricerca sulle immagini del passato con un nuovo progetto tematico, dedicato a Roma: alle molteplici visioni sulla città esercitate, nel corso del tempo, da fotografi di matrice assai diversa. Nell'ambito di Fotografia Festival Internazionale di Roma, la sala 3 della galleria ospita dal 8 maggio al 14 giugno Roma viva o morta. Scene senza storia nella città eterna, a cura di Matteo Di Castro.
Foto di moda e di scena, reportage di periferia e vedute monumentali, istantanee anonime e scatti di grandi autori, si affiancano e si alterano per comporre un ritratto senza età della vita quotidiana a Roma nell'arco di un secolo: dalla fine dell'Ottocento agli anni Settanta del secolo scorso.
L'idea di un evento espositivo in cui confluiscano una serie di rappresentazioni fotografiche della città, non è certo nuova. Lo stesso Festival FotoGrafia, oltre ad affidare ogni anno a un nuovo autore un progetto su Roma (per l'edizione del 2008 è stato scelto Gabriele Basilico), propone al Palaexpò una collettiva sul tema, curata da Marco Delogu.
Rispetto ad altri progetti tematicamente affini, sviluppati per lo più all'interno di spazi museali, Roma viva o morta non punta su una selezione predefinita di immagini, ma piuttosto sulla possibilità di trovare e proporre al pubblico delle opere singolari, se non uniche.
All'origine di questa scelta, c'è l'effettiva presenza, nelle collezioni di s.t., di un significativo nucleo di stampe fotografiche originali, quasi tutte vintage print, riconducibili ad autori quali Alinari, Franco Pinna, Antonio Sansone, Caio Garruba, Carlo Orsi, Pasquale De Antonis, Claudio Abate, Mario Schifano. Partendo dalle foto romane di questi e di altri autori, la mostra si sviluppa come una sorta di caccia al tesoro: un percorso di ricerca e un gioco combinatorio con l'obiettivo di arricchire ogni giorno, fino alla data di chiusura dell'evento, il menu delle opere esposte.
Da un canto, dunque, le pareti della sala 3 della galleria sono destinate a riempirsi via via di nuove foto; dall'altro il lavoro di reperimento, selezione e collocazione delle immagini, dagli esiti imprevedibili, diviene a sua volta contenuto del progetto.
A questa formula in progress del progetto espositivo, corrisponde una selezione delle immagini che, pur in un quadro tendenzialmente eclettico, tende a privilegiare un punto di vista fuori dal tempo sulla città. Non perché le fotografie stesse siano state realizzate al di fuori di un contesto determinato e storicamente identificabile, ma perché ciò che esse raccontano è una quotidianità senza azione.
In molte delle immagini in mostra, semplicemente, non v'è traccia di presenza umana: le strade, le piazze, come gli spazi interni (un ufficio pubblico, una galleria d'arte, o l'università "La Sapienza") ci appaiono non animate. Anche quando delle figure entrano in scena, siano esse in posa o catturate inconsapevolmente dal fotografo (dai bambini che giocano con la mazza-fionda alla Magliana, alle coppie che ballano in una balera di periferia; dalle prostitute del Mandrione alle modelle sedute al Caffè Greco; dagli operai al lavoro, al Presidente Pertini nel suo studio al Quirinale) dal loro essere in campo risulta comunque assente qualunque implicazione progettuale, o tanto meno politica.
La mostra, oltre alle fotografie originali, ospita anche una selezione di cartoline d'epoca e di libri fotografici, nuovi e da collezione, dedicati a Roma.
La sera dell'inaugurazione, verranno inoltre proiettati l'indimenticabile invettiva-canzone di Remo Remotti "Me ne vado da Roma", remixata dai Recycle e montata dalla redazione da Blob, e uno slide-show di diapositive turistiche degli anni '60.
Foto di moda e di scena, reportage di periferia e vedute monumentali, istantanee anonime e scatti di grandi autori, si affiancano e si alterano per comporre un ritratto senza età della vita quotidiana a Roma nell'arco di un secolo: dalla fine dell'Ottocento agli anni Settanta del secolo scorso.
L'idea di un evento espositivo in cui confluiscano una serie di rappresentazioni fotografiche della città, non è certo nuova. Lo stesso Festival FotoGrafia, oltre ad affidare ogni anno a un nuovo autore un progetto su Roma (per l'edizione del 2008 è stato scelto Gabriele Basilico), propone al Palaexpò una collettiva sul tema, curata da Marco Delogu.
Rispetto ad altri progetti tematicamente affini, sviluppati per lo più all'interno di spazi museali, Roma viva o morta non punta su una selezione predefinita di immagini, ma piuttosto sulla possibilità di trovare e proporre al pubblico delle opere singolari, se non uniche.
All'origine di questa scelta, c'è l'effettiva presenza, nelle collezioni di s.t., di un significativo nucleo di stampe fotografiche originali, quasi tutte vintage print, riconducibili ad autori quali Alinari, Franco Pinna, Antonio Sansone, Caio Garruba, Carlo Orsi, Pasquale De Antonis, Claudio Abate, Mario Schifano. Partendo dalle foto romane di questi e di altri autori, la mostra si sviluppa come una sorta di caccia al tesoro: un percorso di ricerca e un gioco combinatorio con l'obiettivo di arricchire ogni giorno, fino alla data di chiusura dell'evento, il menu delle opere esposte.
Da un canto, dunque, le pareti della sala 3 della galleria sono destinate a riempirsi via via di nuove foto; dall'altro il lavoro di reperimento, selezione e collocazione delle immagini, dagli esiti imprevedibili, diviene a sua volta contenuto del progetto.
A questa formula in progress del progetto espositivo, corrisponde una selezione delle immagini che, pur in un quadro tendenzialmente eclettico, tende a privilegiare un punto di vista fuori dal tempo sulla città. Non perché le fotografie stesse siano state realizzate al di fuori di un contesto determinato e storicamente identificabile, ma perché ciò che esse raccontano è una quotidianità senza azione.
In molte delle immagini in mostra, semplicemente, non v'è traccia di presenza umana: le strade, le piazze, come gli spazi interni (un ufficio pubblico, una galleria d'arte, o l'università "La Sapienza") ci appaiono non animate. Anche quando delle figure entrano in scena, siano esse in posa o catturate inconsapevolmente dal fotografo (dai bambini che giocano con la mazza-fionda alla Magliana, alle coppie che ballano in una balera di periferia; dalle prostitute del Mandrione alle modelle sedute al Caffè Greco; dagli operai al lavoro, al Presidente Pertini nel suo studio al Quirinale) dal loro essere in campo risulta comunque assente qualunque implicazione progettuale, o tanto meno politica.
La mostra, oltre alle fotografie originali, ospita anche una selezione di cartoline d'epoca e di libri fotografici, nuovi e da collezione, dedicati a Roma.
La sera dell'inaugurazione, verranno inoltre proiettati l'indimenticabile invettiva-canzone di Remo Remotti "Me ne vado da Roma", remixata dai Recycle e montata dalla redazione da Blob, e uno slide-show di diapositive turistiche degli anni '60.
08
maggio 2008
Roma viva o morta. Scene senza storia nella città eterna
Dall'otto maggio al 28 giugno 2008
fotografia
Location
S.T. FOTO LIBRERIA GALLERIA
Roma, Via Degli Ombrellari, 25, (Roma)
Roma, Via Degli Ombrellari, 25, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10.30-20.00
Vernissage
8 Maggio 2008, giovedì 8 maggio, ore 19.00
Autore
Curatore