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Romana Prinoth – Transitions
Romana Prinoth, che vive a Innsbruck ed è originaria della Val Gardena, espone nella Galerie foto-forum a Bolzano un ciclo di fotografie digitali dal titolo transitions. Una particolare riflessione intorno al tema del tempo lega due gruppi principali di motivi, rivelandosi un approccio del tutto particolare ai soggetti
Comunicato stampa
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Romana Prinoth, che vive a Innsbruck ed è originaria della Val Gardena, espone nella Galerie foto-forum a Bolzano un ciclo di fotografie digitali dal titolo transitions. Una particolare riflessione intorno al tema del tempo lega due gruppi principali di motivi, rivelandosi un approccio del tutto particolare ai soggetti.
Romana Prinoth, in quanto storica e archeologa, tesse un rapporto tra passato e presente, ed i loro segni visibili e tangibili, che libera un potenziale creativo.
Leggere i segni del tempo nel paesaggio, nelle piante e nelle cose appartiene alla sua forma mentale, che riversa come ispirazione per il suo modo di intendere la fotografia. Nascono cosi spazi della rappresentazione che Romana Prinoth riempie di immagini del tempo che trascorrere: esse sospendono il giudizio, trattenendo in forma empatetica un fiore, inondandolo di una luce nuova e inattesa.
I pacchetti di dati vengono aperti con premura per passare ad una lavorazione minuziosa, che faccia emergere con maggiore chiarezza la calligrafia dell’artista. In questo modo fiori e paesaggio, nella tematizzazione della reciproca tensione tra quiete e moto, rappresentano le due facce di un poetico linguaggio visivo.
Romana Prinoth ha fotografato instancabilmente fiori per anni, cercando di svelare i quaranta volti che in Giappone si ritiene essi abbiano. Il gesto meditativo riscatta il fiore dal piano della pura rappresentazione, per caricarlo di patos: ogni singolo fiore svela un proprio carattere ed una sua particolare natura, richiamando, attraverso la sua carica sensuale, i ritratti di fiori dipinti da Georgia O’Keeffe.
Anche la fotografia di paesaggio è dedicata, nel lavoro di Romana Prinoth, alla fuggevolezza dell’attimo: il movimento però in queste immagini passa in primo piano. Dal treno in corsa oppure dall’automobile trattiene immagini che irripetibili cercano il proprio posto sulla scheda magnetica esattamente da questo punto di vista e con questa inquadratura. “Si tratta di luce: in fondo sempre soltanto di luce”: la fotografa descrive così la tentazione che insegue il suo sguardo. Non si tratta di bellezze paesaggistiche: ciò che in sé potrebbe essere anche privo di interesse, diviene, attraverso la traduzione in questa poesia visiva, lo sfondo stratificato di una riflessione.
Romana Prinoth, in quanto storica e archeologa, tesse un rapporto tra passato e presente, ed i loro segni visibili e tangibili, che libera un potenziale creativo.
Leggere i segni del tempo nel paesaggio, nelle piante e nelle cose appartiene alla sua forma mentale, che riversa come ispirazione per il suo modo di intendere la fotografia. Nascono cosi spazi della rappresentazione che Romana Prinoth riempie di immagini del tempo che trascorrere: esse sospendono il giudizio, trattenendo in forma empatetica un fiore, inondandolo di una luce nuova e inattesa.
I pacchetti di dati vengono aperti con premura per passare ad una lavorazione minuziosa, che faccia emergere con maggiore chiarezza la calligrafia dell’artista. In questo modo fiori e paesaggio, nella tematizzazione della reciproca tensione tra quiete e moto, rappresentano le due facce di un poetico linguaggio visivo.
Romana Prinoth ha fotografato instancabilmente fiori per anni, cercando di svelare i quaranta volti che in Giappone si ritiene essi abbiano. Il gesto meditativo riscatta il fiore dal piano della pura rappresentazione, per caricarlo di patos: ogni singolo fiore svela un proprio carattere ed una sua particolare natura, richiamando, attraverso la sua carica sensuale, i ritratti di fiori dipinti da Georgia O’Keeffe.
Anche la fotografia di paesaggio è dedicata, nel lavoro di Romana Prinoth, alla fuggevolezza dell’attimo: il movimento però in queste immagini passa in primo piano. Dal treno in corsa oppure dall’automobile trattiene immagini che irripetibili cercano il proprio posto sulla scheda magnetica esattamente da questo punto di vista e con questa inquadratura. “Si tratta di luce: in fondo sempre soltanto di luce”: la fotografa descrive così la tentazione che insegue il suo sguardo. Non si tratta di bellezze paesaggistiche: ciò che in sé potrebbe essere anche privo di interesse, diviene, attraverso la traduzione in questa poesia visiva, lo sfondo stratificato di una riflessione.
13
marzo 2007
Romana Prinoth – Transitions
Dal 13 marzo al 07 aprile 2007
fotografia
Location
GALLERIA FOTO-FORUM
Bolzano, Via Weggenstein, 3f, (Bolzano)
Bolzano, Via Weggenstein, 3f, (Bolzano)
Orario di apertura
ma-ve 16-19.30, sab 10-12.30
Vernissage
13 Marzo 2007, ore 19
Autore