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Romano Cagnoni – Ad ampio raggio
Mostra fotografica nel centro storico
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra “Ad ampio raggio” dedicata a Romano Cagnoni (con il patrocinio del Comune e della Pro Loco di Altidona - delizioso borgo medievale che si affaccia sulla Valdaso, a pochi chilometri del mare - Provincia di Fermo e della Fondazione Cassa Risparmio di Fermo) è organizzata dall’Associazione Altidona Belvedere che, da alcuni anni, realizza esposizioni dedicate al fotoreportage, (sono circa 2000 i visitatori per ogni mostra) con l’intento di offrire un’occasione per una rilettura della storia d’Italia recente: storie spesso di passioni e illusioni, a volte tragiche e violente che, oggi, è facile vengano dimenticate se non, addirittura, ignorate.
L’Associazione Belvedere ha ospitato tra gli altri grandi fotoreporter come Uliano Lucas, Letizia Battaglia, Tano D’Amico, Francesco Cito e, seguendo questo filo rosso, propone ora la mostra di Romano Cagnoni che resterà aperta dal 18 luglio al 23 agosto.
Romano Cagnoni nasce a Pietrasanta nel 1935.
E’ uno dei più importanti fotografi italiani, conosciuto e apprezzato a livello internazionale.
Giovanissimo si trasferisce a Londra, dove riesce ad affermarsi nel giornalismo internazionale; dal suo studio londinese inviava infatti i servizi alle redazioni di Life, Stern, Observer, Paris Match, Times, Newsweek, Sunday Times, nonché Epoca, L’Espresso.
Dagli anni ’60 pubblica sulle più importanti testate del mondo numerosi servizi realizzati su fronti che nessuno aveva ancora fotografato, come la guerra in Biafra nel 1968.
A partire al 1965 Romano Cagnoni è su tutti i fronti caldi delle guerre che devastano il mondo: Vietnam, Biafra, Suez, Bangladesh (dove riesce ad entrare clandestinamente nella città occupata di Dakka), Sudamerica, Israele, Cambogia, Afghanistan (dove riesce a fotografare l'armata rossa con una fotocamera nascosta).
Nel 1965 è stato il primo fotografo non legato ad alcun partito, cui sia stato concesso di entrare nel Vietnam del Nord.
Sui reportage sono legati alle rivolte in Polonia, alla caduta del muro di Berlino, alla rivoluzione romena,alle devastazioni della guerra in Jugoslavia e all’orgoglio dei guerriglieri ceceni.
Nel 1995 ha realizzato un reportage esclusivo in Cecenia sui guerriglieri di Grozny e nel 2000 è stato in Medio Oriente su incarico del Newsweek.
Dall’ Inghilterra, dove Cagnoni ha vissuto per anni, all’Italia, attraverso Africa, Asia, Medio Oriente, le sue immagini raccontano in modo vivo, toccante e senza retorica quei modi.
Il suo lavoro si tinge di colori diversi passando dai drammatici reportages di guerra ai frammenti di vita quotidiana che sa caricare di divertente ironia, come nei ritratti di personaggi sia noti che sconosciuti, in un continuo scorrere di luoghi, situazioni e soprattutto stati d'animo.
L’esposizione comprende circa una cinquantina di immagini suddivise in quattro sezioni che propongono i reportage realizzati in Cecenia, nel Vietnam del Nord, nell’ex Jugoslavia a cui si affianca una sezione, intitolata dallo stesso Cagnoni, “con brio”.
Le quattro sezioni della mostra “Ad ampio raggio” commentate da Romano Cagnoni
Uno studio in prima linea
I guerrieri Ceceni fotografati con luci artificiali mentre infuriavano i combattimenti a Grozny.
Tolstoi, Lermentov, Puskin avevano raccontato stupende storie di questo popolo.
L’interprete Andrei con Patti chiedevano ai guerrieri se volevano farsi fotografare su questo set artificiale: nessuno rifiutava, davanti all’obbiettivo nessuno fingeva, nessuno cambiava espressione, erano veri, così come erano stanchi, tesi, sporchi, anche feriti.
La guerra in grande formato
Dall’ultima guerra mondiale non si era vista in Europa tanta distruzione per cause belliche come nel recente conflitto della ex-Jugoslavia.
La guerra, principalmente combattuta con l’artiglieria, trasformava in rovine antichi monumenti e devastava città storiche.
Dovevo mostrare la bellezza e la storia dell’architettura per comunicare così, ancor di più, lo strazio della distruzione.
Solo utilizzando una macchina a grande formato sarei riuscito ad avere delle fotografie nitidissime, grazie a tutti i sistemi tecnici di cui l’apparecchio è corredato: controllo della prospettiva, delle linee convergenti e della ripresa frontale da una posizione laterale.
Fotografie perfette di edifici semi-distrutti: un effetto spiazzante.
L’attimo e il tempo
Ho fatto queste fotografie nel nord del Vietnam 44 anni fa quando il paese era diviso e bombardato.
Un popolo che in quel momento aveva alle spalle l’invasine giapponese della guerra mondiale e la feroce guerra d’Indocina coi francesi.
Oggi rivedere quelle fotografie in cui si osserva gente con una grande umanità, grazia forza e dolcezza nonostante la loro storia e la dolorosa situazione in cui si trovavano mi ha commosso e mi ha invitato a riflettere a quanto sia importante avere contenuti nelle fotografie.
Con Brio
La mia ultima retrospettiva all’Arengario di Palazzo Reale a Milano aveva per titolo “Chiaroscuro”, l’alternarsi di vicende liete e tristi.
Ci ho sempre tenuto a guardare il mondo anche con un occhio divertito e divertente, quasi a voler compensare tanti anni passati a fotografare il dolore.
Se non piangi, non ridi.
L’Associazione Belvedere ha ospitato tra gli altri grandi fotoreporter come Uliano Lucas, Letizia Battaglia, Tano D’Amico, Francesco Cito e, seguendo questo filo rosso, propone ora la mostra di Romano Cagnoni che resterà aperta dal 18 luglio al 23 agosto.
Romano Cagnoni nasce a Pietrasanta nel 1935.
E’ uno dei più importanti fotografi italiani, conosciuto e apprezzato a livello internazionale.
Giovanissimo si trasferisce a Londra, dove riesce ad affermarsi nel giornalismo internazionale; dal suo studio londinese inviava infatti i servizi alle redazioni di Life, Stern, Observer, Paris Match, Times, Newsweek, Sunday Times, nonché Epoca, L’Espresso.
Dagli anni ’60 pubblica sulle più importanti testate del mondo numerosi servizi realizzati su fronti che nessuno aveva ancora fotografato, come la guerra in Biafra nel 1968.
A partire al 1965 Romano Cagnoni è su tutti i fronti caldi delle guerre che devastano il mondo: Vietnam, Biafra, Suez, Bangladesh (dove riesce ad entrare clandestinamente nella città occupata di Dakka), Sudamerica, Israele, Cambogia, Afghanistan (dove riesce a fotografare l'armata rossa con una fotocamera nascosta).
Nel 1965 è stato il primo fotografo non legato ad alcun partito, cui sia stato concesso di entrare nel Vietnam del Nord.
Sui reportage sono legati alle rivolte in Polonia, alla caduta del muro di Berlino, alla rivoluzione romena,alle devastazioni della guerra in Jugoslavia e all’orgoglio dei guerriglieri ceceni.
Nel 1995 ha realizzato un reportage esclusivo in Cecenia sui guerriglieri di Grozny e nel 2000 è stato in Medio Oriente su incarico del Newsweek.
Dall’ Inghilterra, dove Cagnoni ha vissuto per anni, all’Italia, attraverso Africa, Asia, Medio Oriente, le sue immagini raccontano in modo vivo, toccante e senza retorica quei modi.
Il suo lavoro si tinge di colori diversi passando dai drammatici reportages di guerra ai frammenti di vita quotidiana che sa caricare di divertente ironia, come nei ritratti di personaggi sia noti che sconosciuti, in un continuo scorrere di luoghi, situazioni e soprattutto stati d'animo.
L’esposizione comprende circa una cinquantina di immagini suddivise in quattro sezioni che propongono i reportage realizzati in Cecenia, nel Vietnam del Nord, nell’ex Jugoslavia a cui si affianca una sezione, intitolata dallo stesso Cagnoni, “con brio”.
Le quattro sezioni della mostra “Ad ampio raggio” commentate da Romano Cagnoni
Uno studio in prima linea
I guerrieri Ceceni fotografati con luci artificiali mentre infuriavano i combattimenti a Grozny.
Tolstoi, Lermentov, Puskin avevano raccontato stupende storie di questo popolo.
L’interprete Andrei con Patti chiedevano ai guerrieri se volevano farsi fotografare su questo set artificiale: nessuno rifiutava, davanti all’obbiettivo nessuno fingeva, nessuno cambiava espressione, erano veri, così come erano stanchi, tesi, sporchi, anche feriti.
La guerra in grande formato
Dall’ultima guerra mondiale non si era vista in Europa tanta distruzione per cause belliche come nel recente conflitto della ex-Jugoslavia.
La guerra, principalmente combattuta con l’artiglieria, trasformava in rovine antichi monumenti e devastava città storiche.
Dovevo mostrare la bellezza e la storia dell’architettura per comunicare così, ancor di più, lo strazio della distruzione.
Solo utilizzando una macchina a grande formato sarei riuscito ad avere delle fotografie nitidissime, grazie a tutti i sistemi tecnici di cui l’apparecchio è corredato: controllo della prospettiva, delle linee convergenti e della ripresa frontale da una posizione laterale.
Fotografie perfette di edifici semi-distrutti: un effetto spiazzante.
L’attimo e il tempo
Ho fatto queste fotografie nel nord del Vietnam 44 anni fa quando il paese era diviso e bombardato.
Un popolo che in quel momento aveva alle spalle l’invasine giapponese della guerra mondiale e la feroce guerra d’Indocina coi francesi.
Oggi rivedere quelle fotografie in cui si osserva gente con una grande umanità, grazia forza e dolcezza nonostante la loro storia e la dolorosa situazione in cui si trovavano mi ha commosso e mi ha invitato a riflettere a quanto sia importante avere contenuti nelle fotografie.
Con Brio
La mia ultima retrospettiva all’Arengario di Palazzo Reale a Milano aveva per titolo “Chiaroscuro”, l’alternarsi di vicende liete e tristi.
Ci ho sempre tenuto a guardare il mondo anche con un occhio divertito e divertente, quasi a voler compensare tanti anni passati a fotografare il dolore.
Se non piangi, non ridi.
18
luglio 2009
Romano Cagnoni – Ad ampio raggio
Dal 18 luglio al 23 agosto 2009
fotografia
Location
SEDI VARIE – Altidona
Altidona, -, (Ascoli Piceno)
Altidona, -, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 18 alle 23
Vernissage
18 Luglio 2009, ore 18
Sito web
www.altidonabelvedere.it
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