Mussolini riesce a trovare una non facile sintesi tra la pluralità dei suoni ed il cromatismo caratterizzante quasi tutta la sua produzione pittorica: "la sua pittura si legge come la musica".
Le mutevoli fasi pittoriche dell'artista non sono facilmente accostabili ai molti movimenti artistici che caratterizzavano il Novecento. I temi trattati, dai fiori che sembrano esplodere, alle nature morte, ai clowns evidenziano un animo sensibile ed eclettico. Il mondo rappresentato da Mussolini è quello della Romagna, un mondo sanguigno e passionale, a metà strada tra il Passatore cortese e Francesca da Rimini, dove si lavora sodo ma si sa anche godere la vita.
Nella pittura di Mussolini si legge la ricerca di qualcosa che superi il reale, il finito; si intuisce, tuttavia, un filo che collega il presente al passato, la gioia e il dolore, la vita e la morte. La forza della natura sia come fiera, come albero scarno, come corpo di donna, diventa prorompente; le sue rappresentazioni variano, infatti dalle figure dei clown agli omaggi al jazz, composizioni nelle quali la fantasia ha echi di rimembranze e di sogni. Il messaggio dell'artista ci invita a vivere la vita come scoperta continua nella sua sorprendente mutevolezza ed originalità. La pittura di Mussolini si sforza costantemente di essere leggibile: rinuncia alla levigatezza estetica e va dritta al tema con tratto deciso e sicuro.
Romano Mussolini viveva a Roma e lavorava negli studi di Predappio e Roma.

Scrive Milena Milani: “ La musica e la pittura possono aiutare gli esseri umani nei momenti difficili, lo sa bene l'autore di questi dipinti, tutti figurativi, che guardano non soltanto dentro di sé, ma anche all'esterno, interpretano personaggi, situazioni, gesti, movimenti.”