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Romolina Trentini – Ri-torno
pitture
Comunicato stampa
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Considero ''portante'' l’elemento dialogico nelle opere di un artista. Portante perche' e' nell’elemento di confronto che risiede il fondamento piu' importante per il vivere sociale e civile; poiche', personalmente, considero l’arte come un linguaggio, al pari della letteratura, della musica o della poesia, reputo che l’arte sia essa stessa elemento sociale e, in quanto tale, veicolo di trasmissione a carattere socio culturale.
Lo scambio che abitualmente avviene attraverso un determinato linguaggio artistico e' trasmissione di elaborazioni tematiche legate al mondo reale, ri-elaborazioni a carattere personale, letture e ri-letture di considerazioni umane legate al sentire di ognuno degli infiniti spettatori cui l’opera si rivolge.
Un dialogo continuo anima quindi le opere d’arte. Ma un dialogo ''particolare'' anima quelle di Romolina Trentini; particolare perche' e' molteplice e caleidoscopico, vario e polisemico. Sembra nascere da un’idea l’opera di Romolina: quella di un confronto continuo tra un racconto costituito da numerosi spunti di riflessione e la sua stessa rappresentazione, variata, multiforme, alfabetica pur nell’accezione di un ''alfabeto'' unico ed incontrastato, animato dalle sue cifre originali, dai suoi caratteri particolari. Risiede qui il primo dei dialoghi dell’arte di Romolina: nel costante rapporto tra elemento rappresentato e la sua via di rappresentazione.
Percorsi attraverso un mondo da leggere e penetrare segno dopo segno, lasciano spazio a personali indirizzi di indagine che il fruitore puo' interpretare, consolidandone i tratti, favorendone o, al contrario, contrastandone, la diffusione come in un’indagine filosofica. Ma e' forse il dialogo tra due forme differenti di una stessa mossa rappresentativa quello che colpisce di piu' lo spettatore della mostra allestita alla Galleria del Carbone; da un lato risiedono le opere che legano la propria genesi ad una sottrazione di peso, mentre dall’altro trovano spazio opere che in un’addizione di materia (e quindi di peso) vedono nascere la loro essenza stessa di opera d’arte.
Entrambi gli ambiti gravitano attorno ad un universo scenico particolare, fatto di sfondi neutralizzati in un nero profondo, quinte sceniche che, assorbendo tutte le frequenze dell’onda luminosa, fanno risaltare l’opera che viene posta su di esse, come unica protagonista nello sguardo dello spettatore.
Non e' solo la tecnica legata alla tintura del supporto cio' che attrae delle opere di Romolina, ma ( e parlo di cio' che viene prodotto per ''sottrazione'', come nelle opere della prima sala) l’esaltante dialogo che nasce tra artista e strumento che, scalfendo la superficie del quadro, genera i segni che ne compongono la sostanza. Lo strumento diviene cosi' una prolunga del dito mentale dell’artista, sua emanazione di libera espressione, che sottraendo materia alla superficie pittorica genera voragini in cui si condensano armoniche espressioni estetico-cromatiche, assembramenti di tonalita' scure e chiare, vivaci ideogrammi multiformi.
Il dialogo dell’artista con le sue creazioni e quello delle opere di questa prima sala con quelle della seconda, si condensa nella generazione per addizione di materia pittorica, quasi come se quanto sottratto alle prime opere sia stato legato alle seconde, portandone sulla superficie quelle ''voci'' attraverso cui sembra parlare l’interezza della produzione in mostra.
Una preparazione meticolosa del supporto con le tecniche dei tintori, si lega ad opere dalle grandissime dimensioni su cui l’artista opera con pastelli ad olio; ad esse si aggiunge una grandiosa composizione fatta di oltre cinquanta pezzi unici che, pur conservando intatta una individualita' artistica singolare, assumono, gli uni accanto agli altri, un’identita' propria dell’opera unica. I tratti che ne risultano sono plastici mentre si insinuano nelle microscopiche cavita' della trama della tela, ''sgranati'' come fotografie ingrandite eppure minuziosi nel loro parlare con mille lingue e con mille idee.
Si scioglie cosi' in un dialogo infinito la mostra di Romolina Trentini. Un confronto dialettico, come nella migliore tradizione filosofica, che da' origine ad un appassionato confronto tra reale ed immaginario e che diviene uno dei tratti portanti dell’esposizione.
Michele Govoni
Lo scambio che abitualmente avviene attraverso un determinato linguaggio artistico e' trasmissione di elaborazioni tematiche legate al mondo reale, ri-elaborazioni a carattere personale, letture e ri-letture di considerazioni umane legate al sentire di ognuno degli infiniti spettatori cui l’opera si rivolge.
Un dialogo continuo anima quindi le opere d’arte. Ma un dialogo ''particolare'' anima quelle di Romolina Trentini; particolare perche' e' molteplice e caleidoscopico, vario e polisemico. Sembra nascere da un’idea l’opera di Romolina: quella di un confronto continuo tra un racconto costituito da numerosi spunti di riflessione e la sua stessa rappresentazione, variata, multiforme, alfabetica pur nell’accezione di un ''alfabeto'' unico ed incontrastato, animato dalle sue cifre originali, dai suoi caratteri particolari. Risiede qui il primo dei dialoghi dell’arte di Romolina: nel costante rapporto tra elemento rappresentato e la sua via di rappresentazione.
Percorsi attraverso un mondo da leggere e penetrare segno dopo segno, lasciano spazio a personali indirizzi di indagine che il fruitore puo' interpretare, consolidandone i tratti, favorendone o, al contrario, contrastandone, la diffusione come in un’indagine filosofica. Ma e' forse il dialogo tra due forme differenti di una stessa mossa rappresentativa quello che colpisce di piu' lo spettatore della mostra allestita alla Galleria del Carbone; da un lato risiedono le opere che legano la propria genesi ad una sottrazione di peso, mentre dall’altro trovano spazio opere che in un’addizione di materia (e quindi di peso) vedono nascere la loro essenza stessa di opera d’arte.
Entrambi gli ambiti gravitano attorno ad un universo scenico particolare, fatto di sfondi neutralizzati in un nero profondo, quinte sceniche che, assorbendo tutte le frequenze dell’onda luminosa, fanno risaltare l’opera che viene posta su di esse, come unica protagonista nello sguardo dello spettatore.
Non e' solo la tecnica legata alla tintura del supporto cio' che attrae delle opere di Romolina, ma ( e parlo di cio' che viene prodotto per ''sottrazione'', come nelle opere della prima sala) l’esaltante dialogo che nasce tra artista e strumento che, scalfendo la superficie del quadro, genera i segni che ne compongono la sostanza. Lo strumento diviene cosi' una prolunga del dito mentale dell’artista, sua emanazione di libera espressione, che sottraendo materia alla superficie pittorica genera voragini in cui si condensano armoniche espressioni estetico-cromatiche, assembramenti di tonalita' scure e chiare, vivaci ideogrammi multiformi.
Il dialogo dell’artista con le sue creazioni e quello delle opere di questa prima sala con quelle della seconda, si condensa nella generazione per addizione di materia pittorica, quasi come se quanto sottratto alle prime opere sia stato legato alle seconde, portandone sulla superficie quelle ''voci'' attraverso cui sembra parlare l’interezza della produzione in mostra.
Una preparazione meticolosa del supporto con le tecniche dei tintori, si lega ad opere dalle grandissime dimensioni su cui l’artista opera con pastelli ad olio; ad esse si aggiunge una grandiosa composizione fatta di oltre cinquanta pezzi unici che, pur conservando intatta una individualita' artistica singolare, assumono, gli uni accanto agli altri, un’identita' propria dell’opera unica. I tratti che ne risultano sono plastici mentre si insinuano nelle microscopiche cavita' della trama della tela, ''sgranati'' come fotografie ingrandite eppure minuziosi nel loro parlare con mille lingue e con mille idee.
Si scioglie cosi' in un dialogo infinito la mostra di Romolina Trentini. Un confronto dialettico, come nella migliore tradizione filosofica, che da' origine ad un appassionato confronto tra reale ed immaginario e che diviene uno dei tratti portanti dell’esposizione.
Michele Govoni
13
dicembre 2006
Romolina Trentini – Ri-torno
Dal 13 dicembre 2006 al 07 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi 11.00-12.30 17.00-20.00 martedì chiuso
Vernissage
13 Dicembre 2006, ore 18
Autore