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Rosa Maria Falciola – Misteriosi scudi
una decina di “scudi”, grandi e di forte emozione
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra di Rosa Maria Falciola , dal 6 al 18 agosto, si articolerà in un’esposizione di una decina di “scudi”, grandi e di forte emozione negli spazi della Galleria Excalibur , altri di dimensioni più contenute, ma non meno intensi, visibili presso la Sala comunale Pertini, sul lungolago di Lesa. L’inaugurazione è prevista per il giorno 6 agosto, alle ore 11 presso la Sala Comunale Pertini e alle ore 18 presso la Galleria Excalibur.
Rosa Maria Falciola va sempre più a fondo, e nello stesso tempo elabora con sempre maggiore ricchezza, il suo doppio
affascinante discorso di sperimentazione delle potenzialità estetiche di materiali naturali e artificiali del tutto “altri” o addirittura
“bruti” rispetto alla tradizione pittorica, e di indagini al di fuori del tempo storico sull’immaginario mitico e sui segni-scritture simboliche dell’arcaico e del primitivo. Una forma e oggetto particolarmente significativo delle antiche società guerriere organizzate in forme
tribali o, con forme più evolute, in strutture feudali, lo scudo nell’originaria forma circolare, è nello stesso tempo la protezione
primaria del corpo del guerriero nel duello diretto, la forma più “nobile” del combattimento, e il portatore in forma emblematica dell’insegna personale nel contesto famigliare o tribale del guerriero.
Ne è simbolo tipico nell’Iliade, sia esso nel testo originario o più probabilmente nell’interpolazione successiva, la lunga descrizione-catalogo dello scudo di Achille. Appeso nella casa del vincitore, è memoria da tramandare alle generazioni successive e in questo senso è all’origine dello stemma.
Ma nelle culture arcaiche e mitiche, lo scudo può assumere un altro aspetto, come nel caso dello scudo in cui si specchia la Gorgone o di quelli celtici con i segni delle “rune”: portatori di segni magici, criptici, esoterici.
Gli scudi, i piccoli e i grandi, perfetti cerchi misteriosi di Rosa Maria Falciola,
mi evocano soprattutto questo secondoaspetto, con le loro inafferrabili policrome
profondità nella densità carnosa della cera, talora abitate da sciami di segni-gesti
che ricordano l’ultimo Klee, mentre antiche feudalità guerriere mi vengono
evocate dagli scudi da Samurai di catrami, su cui lo stagno argenteo traccia magici
ideogrammi.
Marco Rosci (Meina, 2003)
MAGIA DEL CERCHIO
Ad ogni nuovo appuntamento con l'arte di Rosa Maria Falciola rimango ammirato dalla sua coerenza e nello stesso
tempo dalla capacità di costante arricchimento di tappa in tappa .di processo in processo (di tecnica, di materia),
così da evocare lungo il percorso l'immagine e la sensazione, ottica anziché sonora, delle melodia infinita su un tema
unico di forma-colore-materia. Il tema è quello della costante rielaborazione alchemica delle superfici bi e tridimensionali
fino a conferire ad esse una concretezza, una realtà, una presenza "altra", il termine elaborato da Michel Tapié per
significare la rivoluzione magica e aliena dell'arte informale. I termini di magìa e di metamorfosi della materia sono in
effetti quelli che meglio esprimono il mondo estetico e la poetica della Falciola,a partire dagli originari accenti
segnici e fiabeschi alla Klee del suo mondo equoreo, per arrivare alla essenzialità materica dei cerchi.
Era già questa l'intitolazione, nudamente e astrattamente geometrica, scelta dall'artista nel 2003 per le opere
presentate a Meina, che io definivo scudi nel testo di presentazione, riscontrando in esse la presenza,accanto
all'elaborazione alchemica delle materie, di segni evocanti l'immaginario mitico del mondo classico arcaico o quello
magico ed esoterico indagato dall'antropologia culturale.
Quest'aura è scomparsa nei nuovi cerchi, campo e spazio nudo e puro per il pieno dispiegarsi del canto pittoplastico
di una materia nello stesso tempo "brutale" nel suo impasto naturale-artificiale e cromaticamente sontuosa e barbarica.
Marco Rosci (Lesa, 2005)
NOTE BIOGRAFICHE
Rosa Maria Falciola nasce nel 1949 , vive e lavora a Belgirate, sulla sponda piemontese del lago Maggiore.
Da sempre predilige un rapporto concreto con la materia, a partire dalla sua prima esperienza con l’argilla.
Dal 1971 ad oggi, ha esposto molte volte in mostre personali o collettive, tra cui: a Torino (Palazzo della Regione p.1991, Sala Antichi Chiostri c.1991, Piemonte artistico c.1991, Promotrice delle Belle Arti c.1994), Verbania (Studio Lanza c.1986, Palazzo Viani-Visconti c.2001), Novara (Galleria Tempo sensibile p.1987, Galleria La Canonica p.1989, Galleria Cacciapiatti c.1992, Broletto c.2003), Vercelli (Palazzo Ducentesco c.1995, Galleria Studio Dieci c.1995), Taranto (Castello Aragonese c.1996), Varallo Sesia (Palazzo Scarognini d’Adda p.1991), Galliate (Castello c.1997), Milano (Libreria Garzanti p.1999), Stresa e Lesa (Galleria Excalibur p.1999 e p.2005), Orta S. Giulio (Palazzotto Comunale c.2000), Omegna (Galleria Spriano p.2000), Nebbiuno (Casa Fassi p.2002), Meina (Palazzo municipale p.2003).
Una sua opera è esposta permanentemente presso l’Assessorato regionale al Turismo, a Torino. Due sue opere sono state donate nel 1995 al Comune di Lesa (NO), che le espone permanentemente in municipio; una è stata donata nel 1986 al Comune di Belgirate (VCO), esposta permanentemente nello studio del Sindaco; suoi sono gli stemmi in ceramica del 1984 sui municipi di Gignese e Belgirate (VCO). Ha partecipato alla mostra collettiva itinerante “Lo spirito del Novecento”, a cura di M. Rosci e di R. Moroni, organizzata dalla Provincia di Novara.Ha pubblicato numerosi volumi nelle Edizioni "pulcinoelefante" di A. Casiraghy, di cui quattro con testi poetici di Alda Merini.
E’ presente nelle edizioni Artlife, Limited Editions, California (USA). Hanno scritto di lei L. Cabutti, N. Cobolli Gigli, E. De Paoli, A. Mistrangelo, E. Planca, M. Rosci, L. Sansone, M. Tagliafierro.
Rosa Maria Falciola va sempre più a fondo, e nello stesso tempo elabora con sempre maggiore ricchezza, il suo doppio
affascinante discorso di sperimentazione delle potenzialità estetiche di materiali naturali e artificiali del tutto “altri” o addirittura
“bruti” rispetto alla tradizione pittorica, e di indagini al di fuori del tempo storico sull’immaginario mitico e sui segni-scritture simboliche dell’arcaico e del primitivo. Una forma e oggetto particolarmente significativo delle antiche società guerriere organizzate in forme
tribali o, con forme più evolute, in strutture feudali, lo scudo nell’originaria forma circolare, è nello stesso tempo la protezione
primaria del corpo del guerriero nel duello diretto, la forma più “nobile” del combattimento, e il portatore in forma emblematica dell’insegna personale nel contesto famigliare o tribale del guerriero.
Ne è simbolo tipico nell’Iliade, sia esso nel testo originario o più probabilmente nell’interpolazione successiva, la lunga descrizione-catalogo dello scudo di Achille. Appeso nella casa del vincitore, è memoria da tramandare alle generazioni successive e in questo senso è all’origine dello stemma.
Ma nelle culture arcaiche e mitiche, lo scudo può assumere un altro aspetto, come nel caso dello scudo in cui si specchia la Gorgone o di quelli celtici con i segni delle “rune”: portatori di segni magici, criptici, esoterici.
Gli scudi, i piccoli e i grandi, perfetti cerchi misteriosi di Rosa Maria Falciola,
mi evocano soprattutto questo secondoaspetto, con le loro inafferrabili policrome
profondità nella densità carnosa della cera, talora abitate da sciami di segni-gesti
che ricordano l’ultimo Klee, mentre antiche feudalità guerriere mi vengono
evocate dagli scudi da Samurai di catrami, su cui lo stagno argenteo traccia magici
ideogrammi.
Marco Rosci (Meina, 2003)
MAGIA DEL CERCHIO
Ad ogni nuovo appuntamento con l'arte di Rosa Maria Falciola rimango ammirato dalla sua coerenza e nello stesso
tempo dalla capacità di costante arricchimento di tappa in tappa .di processo in processo (di tecnica, di materia),
così da evocare lungo il percorso l'immagine e la sensazione, ottica anziché sonora, delle melodia infinita su un tema
unico di forma-colore-materia. Il tema è quello della costante rielaborazione alchemica delle superfici bi e tridimensionali
fino a conferire ad esse una concretezza, una realtà, una presenza "altra", il termine elaborato da Michel Tapié per
significare la rivoluzione magica e aliena dell'arte informale. I termini di magìa e di metamorfosi della materia sono in
effetti quelli che meglio esprimono il mondo estetico e la poetica della Falciola,a partire dagli originari accenti
segnici e fiabeschi alla Klee del suo mondo equoreo, per arrivare alla essenzialità materica dei cerchi.
Era già questa l'intitolazione, nudamente e astrattamente geometrica, scelta dall'artista nel 2003 per le opere
presentate a Meina, che io definivo scudi nel testo di presentazione, riscontrando in esse la presenza,accanto
all'elaborazione alchemica delle materie, di segni evocanti l'immaginario mitico del mondo classico arcaico o quello
magico ed esoterico indagato dall'antropologia culturale.
Quest'aura è scomparsa nei nuovi cerchi, campo e spazio nudo e puro per il pieno dispiegarsi del canto pittoplastico
di una materia nello stesso tempo "brutale" nel suo impasto naturale-artificiale e cromaticamente sontuosa e barbarica.
Marco Rosci (Lesa, 2005)
NOTE BIOGRAFICHE
Rosa Maria Falciola nasce nel 1949 , vive e lavora a Belgirate, sulla sponda piemontese del lago Maggiore.
Da sempre predilige un rapporto concreto con la materia, a partire dalla sua prima esperienza con l’argilla.
Dal 1971 ad oggi, ha esposto molte volte in mostre personali o collettive, tra cui: a Torino (Palazzo della Regione p.1991, Sala Antichi Chiostri c.1991, Piemonte artistico c.1991, Promotrice delle Belle Arti c.1994), Verbania (Studio Lanza c.1986, Palazzo Viani-Visconti c.2001), Novara (Galleria Tempo sensibile p.1987, Galleria La Canonica p.1989, Galleria Cacciapiatti c.1992, Broletto c.2003), Vercelli (Palazzo Ducentesco c.1995, Galleria Studio Dieci c.1995), Taranto (Castello Aragonese c.1996), Varallo Sesia (Palazzo Scarognini d’Adda p.1991), Galliate (Castello c.1997), Milano (Libreria Garzanti p.1999), Stresa e Lesa (Galleria Excalibur p.1999 e p.2005), Orta S. Giulio (Palazzotto Comunale c.2000), Omegna (Galleria Spriano p.2000), Nebbiuno (Casa Fassi p.2002), Meina (Palazzo municipale p.2003).
Una sua opera è esposta permanentemente presso l’Assessorato regionale al Turismo, a Torino. Due sue opere sono state donate nel 1995 al Comune di Lesa (NO), che le espone permanentemente in municipio; una è stata donata nel 1986 al Comune di Belgirate (VCO), esposta permanentemente nello studio del Sindaco; suoi sono gli stemmi in ceramica del 1984 sui municipi di Gignese e Belgirate (VCO). Ha partecipato alla mostra collettiva itinerante “Lo spirito del Novecento”, a cura di M. Rosci e di R. Moroni, organizzata dalla Provincia di Novara.Ha pubblicato numerosi volumi nelle Edizioni "pulcinoelefante" di A. Casiraghy, di cui quattro con testi poetici di Alda Merini.
E’ presente nelle edizioni Artlife, Limited Editions, California (USA). Hanno scritto di lei L. Cabutti, N. Cobolli Gigli, E. De Paoli, A. Mistrangelo, E. Planca, M. Rosci, L. Sansone, M. Tagliafierro.
06
agosto 2005
Rosa Maria Falciola – Misteriosi scudi
Dal 06 al 18 agosto 2005
arte contemporanea
Location
CLUB EXCALIBUR AMICI DELL’ARTE
Lesa, Via Felice Borroni, 1, (Novara)
Lesa, Via Felice Borroni, 1, (Novara)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-12.30 e 15.30-19.30
Vernissage
6 Agosto 2005, ore 18
Autore