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Rosalia Di Maggio – Che la Rosa fiorisca
“Che la Rosa fiorisca” è una mostra di illustrazioni realizzate con matite colorate e acquarelli. La ricerca di Rosalia Di Maggio segue strade affascinanti nel figurativo simbolico, racconta istanti, memorie, vissuti, diari onirici. E’ un’arte che si alimenta di studi interreligiosi, e autoanalisi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 21 Gennaio 2018 alle ore 18.30, presso il Margaret Cafè di Terrasini (PA), sarà inaugurata la mostra di illustrazioni intitolata “Che la Rosa fiorisca” di Rosalia Di Maggio e si assisterà alla rappresentazione di “Tupac e il flauto magico”, teatro di marionette realizzato da Sebastian Torres e Rosalia Di Maggio.
La mostra è curata e promossa dall’Ass.ne Asadin con la collaborazione e testi di Evelin Costa. Sarà visitabile tutti i giorni dalle 9.00 alle 23.00 fino all’8 Febbraio 2018.
“Che la Rosa fiorisca” è un cammino introspettivo in cui ogni pensiero, parola, sogno, sensazione, discernimento prende vita e si fa immagine.
Visioni che fluttuano nella mente e nell’animo dell’artista, affiorano dal suo inconscio e prendono forma. Le forme diventano simboli e archè universali e primigeni, principi da cui partire e a cui giungere.
Il viaggio della conoscenza del sé è complesso e misterioso, un cammino mai lineare, ma sempre strabiliante se affrontato con coscienza sia percettiva che cognitiva. La vita può essere vissuta come un vortice in cui perdersi e farsi trascinare dall’inconsapevolezza, dalla cecità, dalla frenesia del fare, oppure può diventare una singolare caccia al tesoro in cui cercare e trovare messaggi, formule, indizi, sistemi, alchimie, equilibri perfetti o perfettibili, una ricerca costante in cui tracciare il proprio disegno per arrivare alla sintesi tra il sé e il tutto, tra l’essenza umana e l’universale che è intrinseco in ogni cosa, tra materia e spirito, tra natura e divinità che giacciono abbarbicate in un abbraccio totale ed inscindibile.
Rosalia Di Maggio dipinge il suo viaggio interiore usando matite colorate. La realizzazione di ogni sfumatura è un lavoro catartico e minuzioso, una sorta di loop, un mantra ipnotico che la aiuta a far uscire dalla sua mente, tramite le sue mani, immagini, figure, forme, geometrie che già esistono nell’etere “come le note musicali che hanno solo bisogno di essere composte armonicamente tra loro per divenire melodia”. Immagini che a volte sono fiori, altre mostri, ciò dipende dai pensieri che si materializzano sul foglio, che possono essere sogni o incubi, gioie o paure, speranze o limiti, ostacoli dell’animo o salti verso l’alto.
Nel suo costante cammino interiore e alla scoperta del mondo, questa artista utilizza di sovente attrezzi da viaggio. Porta con sé solo matite colorate, fogli ed un pennello che contiene un piccolo serbatoio d’acqua, per dipingere in ogni condizione spaziale e temporale. Tre mesi trascorsi con la sua giovane famiglia all’interno di una comunità di Indios che vivono in un vasto altopiano dell’Argentina sono stati per lei linfa vitale, ispirazione, anima di molti disegni realizzati percorrendo strade pietrose e polverose, agitate da un vento sferzante che inaridisce i volti e segna gli animi. C’è una donna che si mimetizza nella natura opulenta perché lei stessa è parte di questa. Emergono simboli misterici, esoterici, spirituali e magici di una popolazione che implora ancora oggi la Pachamama, la Madre Terra per proteggere i campi ed il bestiame, che nutre l’ “albero pastore” con cibi e bevande affinché possa custodire il gregge e trovare ristoro, un popolo che mastica foglie di coca per evitare l’”apunamiento”, il mal di altitudine che porta vertigini, aumenta i ritmi cardiaci e agita il respiro ed il respiro ha un ruolo molto importante, è quello della terra e dell’essere umano, un soffio vitale da ascoltare e modulare. Sono popoli che mischiano l’Animismo al Cristianesimo, che donano un posto di rilievo alla religiosità e alla natura che ancora è viva e tangibile, una natura concreta ma che avvicina all’impalpabile, all’ infinito, come quel cielo stellato la cui luce penetra fino alle viscere.
La ricerca di Rosalia Di Maggio segue così strade affascinanti nel figurativo simbolico, tra colori a volte tenui e a volte vivaci che raccontano istanti, memorie, vissuti, diari onirici realizzati tramite l’osservazione dei sogni o sperimentando i sogni lucidi. E’ un’arte che si alimenta di studi interreligiosi, filosofie orientali, meditazioni, gnosticismo, passeggiate percettive, autoanalisi, scienza e credi, dove a raccontare non sono le parole, ma le figure e chi osserva non può non farsi trascinare in un mondo bello, incantato, riflessivo, sorridente, reale e surreale.
Così la Rosa germoglia, si riempie di spine, si colora e poi fiorisce e nell’aria i petali liberano il loro profumo.”
Evelin Costa
Rosalia Di Maggio, pittrice e illustratrice, è cresciuta a Terrasini, in provincia di Palermo. Nel 2009 ha conseguito la laurea in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Durante gli anni di studio si è dedicata alla videoinstallazione, pittura, fotografia, artigianato, scultura e arte orafa.
Alcuni viaggi tra popoli aborigeni del Sud America hanno risvegliato in lei un'arcaica curiosità verso la magia, ed alimentato la sua immaginazione aggiungendo nuovi colori e anche un'anima alle sue creazioni. L'interesse per la metafisica, la mistica, i sogni si sono fuse con le sue opere, diventando il motore che la spinge a realizzarle.
La mostra è curata e promossa dall’Ass.ne Asadin con la collaborazione e testi di Evelin Costa. Sarà visitabile tutti i giorni dalle 9.00 alle 23.00 fino all’8 Febbraio 2018.
“Che la Rosa fiorisca” è un cammino introspettivo in cui ogni pensiero, parola, sogno, sensazione, discernimento prende vita e si fa immagine.
Visioni che fluttuano nella mente e nell’animo dell’artista, affiorano dal suo inconscio e prendono forma. Le forme diventano simboli e archè universali e primigeni, principi da cui partire e a cui giungere.
Il viaggio della conoscenza del sé è complesso e misterioso, un cammino mai lineare, ma sempre strabiliante se affrontato con coscienza sia percettiva che cognitiva. La vita può essere vissuta come un vortice in cui perdersi e farsi trascinare dall’inconsapevolezza, dalla cecità, dalla frenesia del fare, oppure può diventare una singolare caccia al tesoro in cui cercare e trovare messaggi, formule, indizi, sistemi, alchimie, equilibri perfetti o perfettibili, una ricerca costante in cui tracciare il proprio disegno per arrivare alla sintesi tra il sé e il tutto, tra l’essenza umana e l’universale che è intrinseco in ogni cosa, tra materia e spirito, tra natura e divinità che giacciono abbarbicate in un abbraccio totale ed inscindibile.
Rosalia Di Maggio dipinge il suo viaggio interiore usando matite colorate. La realizzazione di ogni sfumatura è un lavoro catartico e minuzioso, una sorta di loop, un mantra ipnotico che la aiuta a far uscire dalla sua mente, tramite le sue mani, immagini, figure, forme, geometrie che già esistono nell’etere “come le note musicali che hanno solo bisogno di essere composte armonicamente tra loro per divenire melodia”. Immagini che a volte sono fiori, altre mostri, ciò dipende dai pensieri che si materializzano sul foglio, che possono essere sogni o incubi, gioie o paure, speranze o limiti, ostacoli dell’animo o salti verso l’alto.
Nel suo costante cammino interiore e alla scoperta del mondo, questa artista utilizza di sovente attrezzi da viaggio. Porta con sé solo matite colorate, fogli ed un pennello che contiene un piccolo serbatoio d’acqua, per dipingere in ogni condizione spaziale e temporale. Tre mesi trascorsi con la sua giovane famiglia all’interno di una comunità di Indios che vivono in un vasto altopiano dell’Argentina sono stati per lei linfa vitale, ispirazione, anima di molti disegni realizzati percorrendo strade pietrose e polverose, agitate da un vento sferzante che inaridisce i volti e segna gli animi. C’è una donna che si mimetizza nella natura opulenta perché lei stessa è parte di questa. Emergono simboli misterici, esoterici, spirituali e magici di una popolazione che implora ancora oggi la Pachamama, la Madre Terra per proteggere i campi ed il bestiame, che nutre l’ “albero pastore” con cibi e bevande affinché possa custodire il gregge e trovare ristoro, un popolo che mastica foglie di coca per evitare l’”apunamiento”, il mal di altitudine che porta vertigini, aumenta i ritmi cardiaci e agita il respiro ed il respiro ha un ruolo molto importante, è quello della terra e dell’essere umano, un soffio vitale da ascoltare e modulare. Sono popoli che mischiano l’Animismo al Cristianesimo, che donano un posto di rilievo alla religiosità e alla natura che ancora è viva e tangibile, una natura concreta ma che avvicina all’impalpabile, all’ infinito, come quel cielo stellato la cui luce penetra fino alle viscere.
La ricerca di Rosalia Di Maggio segue così strade affascinanti nel figurativo simbolico, tra colori a volte tenui e a volte vivaci che raccontano istanti, memorie, vissuti, diari onirici realizzati tramite l’osservazione dei sogni o sperimentando i sogni lucidi. E’ un’arte che si alimenta di studi interreligiosi, filosofie orientali, meditazioni, gnosticismo, passeggiate percettive, autoanalisi, scienza e credi, dove a raccontare non sono le parole, ma le figure e chi osserva non può non farsi trascinare in un mondo bello, incantato, riflessivo, sorridente, reale e surreale.
Così la Rosa germoglia, si riempie di spine, si colora e poi fiorisce e nell’aria i petali liberano il loro profumo.”
Evelin Costa
Rosalia Di Maggio, pittrice e illustratrice, è cresciuta a Terrasini, in provincia di Palermo. Nel 2009 ha conseguito la laurea in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Durante gli anni di studio si è dedicata alla videoinstallazione, pittura, fotografia, artigianato, scultura e arte orafa.
Alcuni viaggi tra popoli aborigeni del Sud America hanno risvegliato in lei un'arcaica curiosità verso la magia, ed alimentato la sua immaginazione aggiungendo nuovi colori e anche un'anima alle sue creazioni. L'interesse per la metafisica, la mistica, i sogni si sono fuse con le sue opere, diventando il motore che la spinge a realizzarle.
21
gennaio 2018
Rosalia Di Maggio – Che la Rosa fiorisca
Dal 21 gennaio all'otto febbraio 2018
giovane arte
Location
MARGARET CAFE’
Terrasini, Via Vincenzo Madonia, 93, (Palermo)
Terrasini, Via Vincenzo Madonia, 93, (Palermo)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 9-23
Vernissage
21 Gennaio 2018, ore 18.30
Autore
Curatore