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Rosanna Lancia – Rigor paradisi
Quasi monumenti di oltre un ventennio di lavoro, dagli anni settanta fino alla metà degli anni novanta, queste sculture di Rosanna Lancia ricapitolano un esercizio continuo di fabbricazione di elementi e suppellettili per innalzare un fantomatico tempio della Natura, in ferro e acciaio.
Comunicato stampa
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L’esposizione di sculture di Rosanna Lancia, che comprende oltre un trentennio di lavoro, dagli anni settanta fino alla metà degli anni novanta, sintetizza un esercizio continuo di fabbricazione di elementi e suppellettili per un fantomatico tempio della Natura, in ferro e acciaio. Gli assunti, apparentemente neoclassici di Rosanna Lancia, subiscono una strana investitura, come se la scultrice congegnasse i resti solenni e contraddittori di un futurismo neoclassico ancora da venire. Viene a configurarsi una pratica artistica utopica in vista di nuovi cieli e nuove terre dove si verificheranno primavere metalliche, quando l’acciaio crescerà come l’erba nel campo, le cascate d’acque saranno infrangibili e lastre di ferro sventoleranno come bandiere al vento.
Gli studi sull’istante critico e atroce di rottura della materia più rigida sono vere e proprie verifiche estetiche sulla tortura della lacerazione, sulle curve di tensione e sui limiti della scultura al fine di provare la resistenza dei materiali in vista della costruzione di un tempio e di un Eden indistruttibili. Per ora i ferri di Rosanna Lancia sono sottoposti a una pressione potente, ma equivoca, che li spezza come un fuscello, perché è l’azione che si dovrebbe esercitare piuttosto su una canna. Oppure il ferro viene costretto a piegarsi quasi per infondergli vita organica, acchiocciolandolo a embrione. Alla maniera della farfalla ripiegata nella crisalide che poi si spiega, Lancia piega i suoi ferri, a rischio di spezzarli, in preparazione di quando si spiegheranno come farfalle. Si insegue il sogno di un fiorire del ferro analogo al fiorire di una rosa in preparazione ai giardini di una spiazzante terra promessa.
In realtà viene imitata la maniera con la quale la natura rinnegherà se stessa e la propria materia terrestre nelle sue manifestazioni. La violenza fatta al ferro, trattato come fosse un vegetale, non ha il fine spettacolare di causare la meraviglia dell’artificio prodotto; viene aberrata l’aderenza ai vincoli fisici e materiali del mondo reale e dei fenomeni.
Quella di Rosanna Lancia è una scultura per una nuova e favolosa natura morta che vuole fissare per sempre una dinamicità imperturbabile e invariabile, dove il movimento elastico coincide con la massima stazionarietà, dove l’imitazione di una natura avviene senza l’impiego di energie e materiali propri di quella natura. Così si ottiene la resa prodigiosa della fluidità tramite una massa sommamente statica, dall’assetto perpetuo.
Gli studi sull’istante critico e atroce di rottura della materia più rigida sono vere e proprie verifiche estetiche sulla tortura della lacerazione, sulle curve di tensione e sui limiti della scultura al fine di provare la resistenza dei materiali in vista della costruzione di un tempio e di un Eden indistruttibili. Per ora i ferri di Rosanna Lancia sono sottoposti a una pressione potente, ma equivoca, che li spezza come un fuscello, perché è l’azione che si dovrebbe esercitare piuttosto su una canna. Oppure il ferro viene costretto a piegarsi quasi per infondergli vita organica, acchiocciolandolo a embrione. Alla maniera della farfalla ripiegata nella crisalide che poi si spiega, Lancia piega i suoi ferri, a rischio di spezzarli, in preparazione di quando si spiegheranno come farfalle. Si insegue il sogno di un fiorire del ferro analogo al fiorire di una rosa in preparazione ai giardini di una spiazzante terra promessa.
In realtà viene imitata la maniera con la quale la natura rinnegherà se stessa e la propria materia terrestre nelle sue manifestazioni. La violenza fatta al ferro, trattato come fosse un vegetale, non ha il fine spettacolare di causare la meraviglia dell’artificio prodotto; viene aberrata l’aderenza ai vincoli fisici e materiali del mondo reale e dei fenomeni.
Quella di Rosanna Lancia è una scultura per una nuova e favolosa natura morta che vuole fissare per sempre una dinamicità imperturbabile e invariabile, dove il movimento elastico coincide con la massima stazionarietà, dove l’imitazione di una natura avviene senza l’impiego di energie e materiali propri di quella natura. Così si ottiene la resa prodigiosa della fluidità tramite una massa sommamente statica, dall’assetto perpetuo.
11
febbraio 2011
Rosanna Lancia – Rigor paradisi
Dall'undici febbraio al 19 marzo 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA CORTESE & LISANTI
Roma, Via Garigliano, 29, (Roma)
Roma, Via Garigliano, 29, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30-13 e 16.30-19.30
Vernissage
11 Febbraio 2011, ore 18
Autore
Curatore