Vengono presentate le opere relativi ad un periodo che va dal 1972 al 2005 realizzati dall’artista con materiali cartacei (veline e carte colorate di diversa porosità) che raccontano le carte da gioco ‘Re di Bastone’ e ‘Donna di Bastone’.

La mia poetica, dice Rosario, fonda la sua legittimità nell’uso di materiali semplici: carte di diversa porosità e stoffe bianche o colorate... tutti questi mezzi vengono da me reinventati mediante una tecnica disciplinata e metico- losa che, avvalendosi di tutti gli apporti manuali, trova un nuovo messaggio da proporre nel tempo... Alla fine di quest’operazione viene fuori una superficie tutta segnata da interventi che aumentano la tensione della materia rendendola protagonista e significante.


Gli oggetti sono elaborati con la partecipazione attenta e la tensione del lavoro manuale antico, antinformale, esercitato intenzionalmente rispetto alla dimensione riduttiva di una pura analisi razionale-costruttiva. Il fare è dunque una risposta positiva a quegli artisti privi di illusioni, del non c’è altro da fare, che lavorano sull’attualità temporale abbandonando il terreno ancora fertile dell’indagine tra arte e vita. Bruno vuole materializzare la sua ricerca di vita, proponendo un lavoro vissuto e nello stesso tempo misurato alla sua consi-stenza fisica quanto a spessore e a principio formale, i cui materiali sono legati all’usura di lunghe esperienze connesse ad un discorso anche più ampio di quello antropologico, perchè vicino ai caratteri di un bricolage comportamentistico. (Marisa Vescovo)