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Rosario Vesco
Mostra Personale di Pittura
Comunicato stampa
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LA SICILIA DI ROSARIO VESCO
Presentazione a cura di Giovanna Turiano
Suggestivo è passeggiare lungo i tornanti e le vie ciottolate della Sicilia.
Toccar con mano le antiche tracce per poterne delineare, con colori e sfumature, ogni essenza.
Percorrere coi sensi per poi poter sostare.
È questo ciò che fa il nostro artista e ciò che ci induce a fare: sostare - con meticolosa devozione nell’anima della sua Sicilia – rendere vividi i momenti echeggianti d’antichi sapori e mestieri!
Danzano nelle sue opere le svariate forme connesse l’una all’altra su diversi livelli e movimentate da mattoni rossi, non sempre lineari; forme incorniciate da brevi scale di pietra, da muri muschiati ricoperti dall’intrigante edera o dai roseti rampicanti.
Sono incantevoli le dimore sugli sfondi di austeri profili naturali e selvaggi! Un mix d’essenze è rappresentato dove il passato rinviene magnificamente anche nelle superfici del caldo legno degli arredi screpolato dal tempo. Dettagli – per non interrompere il flusso delle emozioni! Sono raffigurate briciole di vita all’ombra d’un vulcano basaltico, che ogni giorno soffia improbabili nuvole bianche contro l’azzurro del cielo – a due passi dai luoghi più affollati della costa - dove regna antica e bella l’anfiteatrica oasi segreta Tauromenion, spalancata su viti, mandorli e sugli agrumeti dai colori eccentricamente dignitosi.
Nell’arredo delle case primeggiano: portali al vento di stoffe damascate fra i bizzarri arabeschi del soffitto e delle pareti – l’angoliera, il divano ricoperto dalla coperta a fiori, e per sedersi, gli scanni di ferla e le sedie incordate. Atmosfere pregne di fascino senza tempo sostano all’ombra dei fichi d’india e degli agavi striati. Sulle terrazze i vasi di basilico e di menta fresca per tirare su col naso ogni volta che si vuole un po’ d’estasi.
Tratti e colori riproducono un bouquet naturale dando vita a un morbido rupestre; tratti evidenziano quello che c’era – quello ch’è stato e che ancora, per fortuna non si dimentica. I magazzini, le masserie, i depositi degli attrezzi, l’arte dei lavori agricoli, veri e propri spettacoli mozzafiato! –
Caratteristiche sono le bancarelle sulle carriole senza ruota colme di peperoni e melanzane – fra odori e fragranze della terra.
Sapori, mielati dal sole di ogni stagione, stesi sugli scanni e sui vimini intrecciati e poi, sui tavoli e alle pareti s’atteggiano le “loro maestà”, la gattopardiana porcellana bianca e la ceramica, signora da secoli.
La ricca rappresentazione delle nature morte, tratte dalle mensole di umili buffet, è espressione di alta arte pittorica mista a pazienza e passione ed è pervasa da un nobile lirismo da cui trapela l’animo immensamente poetico dell’artista. Il gioco dei riflessi che scaturisce dall’accostamento della frutta ai fiori e viceversa agli oggetti come casualità - cela sapienza, accuratezza nella ricerca d’una semplicità schietta e raffinata.
Eccellenti sono anche i contrasti negli ambienti tra il verde muschio, il rosso porpora e il bianco dei copritavolo e dei copriletto lindi.
E’ regale il trepitio di sfumature fra i broli dell’antica Panormus e le costruzioni solide d’una massa rosa e d’ocra, incastonata come gemma nelle roccia, per la quale fa da cornice, l’azzurro del mare di Cefalù. Tutto sembra morescamente antico, ma è reale per la felice combinazione di raffinate casualità. La circostanza di sbiadite gradazioni cromatiche sottolinea nella veridicità delle essenze, l’ingenuità del tratto ammorbidito, e svela la grandezza delle piccole cose pregiandone ogni ambiente.
Contorni d’ocrazzurro ci conducono ad estasianti e poetiche pervinche. E’ tutto un continuo catturare e rimandare la luce al suo posto nel momento giusto, dove più abbisogna ai sensi. V’è superbamente rappresentato il perfetto equilibrio fra buio e luce, fra oblio e presente. Sono catturati in modo esemplare dal nostro artista, gli effetti di risultati cromatici inattesi, insiti nella più bella “gemma” del Mediterraneo; trapela dalle sue opere una raffinata esplosione di colori corposi e vellutati – v’è quell’arabesco celato che seduce!
Filo conduttore di tutte le opere è il gioco di poetici rimandi che attrae gli occhi di chi guarda. Persino dalla teatralità della “riccioluta” messa in scena della vita s’innalza un delicato e corposo lirismo che va dal passato al presente.
Tutto ha una grazia squisitamente silenziosa!
Dopo un anacoluto pellegrinare attraverso le opere del nostro artista, fra i colori tipici delle tradizioni – dato che sono forti le suggestioni che s’innalzano se si guarda in fondo all’anima dell’isola dopo avervi sostato – allora si va – fra i suoi tornanti biondi a rimbambire i sensi.
Presentazione a cura di Giovanna Turiano
Suggestivo è passeggiare lungo i tornanti e le vie ciottolate della Sicilia.
Toccar con mano le antiche tracce per poterne delineare, con colori e sfumature, ogni essenza.
Percorrere coi sensi per poi poter sostare.
È questo ciò che fa il nostro artista e ciò che ci induce a fare: sostare - con meticolosa devozione nell’anima della sua Sicilia – rendere vividi i momenti echeggianti d’antichi sapori e mestieri!
Danzano nelle sue opere le svariate forme connesse l’una all’altra su diversi livelli e movimentate da mattoni rossi, non sempre lineari; forme incorniciate da brevi scale di pietra, da muri muschiati ricoperti dall’intrigante edera o dai roseti rampicanti.
Sono incantevoli le dimore sugli sfondi di austeri profili naturali e selvaggi! Un mix d’essenze è rappresentato dove il passato rinviene magnificamente anche nelle superfici del caldo legno degli arredi screpolato dal tempo. Dettagli – per non interrompere il flusso delle emozioni! Sono raffigurate briciole di vita all’ombra d’un vulcano basaltico, che ogni giorno soffia improbabili nuvole bianche contro l’azzurro del cielo – a due passi dai luoghi più affollati della costa - dove regna antica e bella l’anfiteatrica oasi segreta Tauromenion, spalancata su viti, mandorli e sugli agrumeti dai colori eccentricamente dignitosi.
Nell’arredo delle case primeggiano: portali al vento di stoffe damascate fra i bizzarri arabeschi del soffitto e delle pareti – l’angoliera, il divano ricoperto dalla coperta a fiori, e per sedersi, gli scanni di ferla e le sedie incordate. Atmosfere pregne di fascino senza tempo sostano all’ombra dei fichi d’india e degli agavi striati. Sulle terrazze i vasi di basilico e di menta fresca per tirare su col naso ogni volta che si vuole un po’ d’estasi.
Tratti e colori riproducono un bouquet naturale dando vita a un morbido rupestre; tratti evidenziano quello che c’era – quello ch’è stato e che ancora, per fortuna non si dimentica. I magazzini, le masserie, i depositi degli attrezzi, l’arte dei lavori agricoli, veri e propri spettacoli mozzafiato! –
Caratteristiche sono le bancarelle sulle carriole senza ruota colme di peperoni e melanzane – fra odori e fragranze della terra.
Sapori, mielati dal sole di ogni stagione, stesi sugli scanni e sui vimini intrecciati e poi, sui tavoli e alle pareti s’atteggiano le “loro maestà”, la gattopardiana porcellana bianca e la ceramica, signora da secoli.
La ricca rappresentazione delle nature morte, tratte dalle mensole di umili buffet, è espressione di alta arte pittorica mista a pazienza e passione ed è pervasa da un nobile lirismo da cui trapela l’animo immensamente poetico dell’artista. Il gioco dei riflessi che scaturisce dall’accostamento della frutta ai fiori e viceversa agli oggetti come casualità - cela sapienza, accuratezza nella ricerca d’una semplicità schietta e raffinata.
Eccellenti sono anche i contrasti negli ambienti tra il verde muschio, il rosso porpora e il bianco dei copritavolo e dei copriletto lindi.
E’ regale il trepitio di sfumature fra i broli dell’antica Panormus e le costruzioni solide d’una massa rosa e d’ocra, incastonata come gemma nelle roccia, per la quale fa da cornice, l’azzurro del mare di Cefalù. Tutto sembra morescamente antico, ma è reale per la felice combinazione di raffinate casualità. La circostanza di sbiadite gradazioni cromatiche sottolinea nella veridicità delle essenze, l’ingenuità del tratto ammorbidito, e svela la grandezza delle piccole cose pregiandone ogni ambiente.
Contorni d’ocrazzurro ci conducono ad estasianti e poetiche pervinche. E’ tutto un continuo catturare e rimandare la luce al suo posto nel momento giusto, dove più abbisogna ai sensi. V’è superbamente rappresentato il perfetto equilibrio fra buio e luce, fra oblio e presente. Sono catturati in modo esemplare dal nostro artista, gli effetti di risultati cromatici inattesi, insiti nella più bella “gemma” del Mediterraneo; trapela dalle sue opere una raffinata esplosione di colori corposi e vellutati – v’è quell’arabesco celato che seduce!
Filo conduttore di tutte le opere è il gioco di poetici rimandi che attrae gli occhi di chi guarda. Persino dalla teatralità della “riccioluta” messa in scena della vita s’innalza un delicato e corposo lirismo che va dal passato al presente.
Tutto ha una grazia squisitamente silenziosa!
Dopo un anacoluto pellegrinare attraverso le opere del nostro artista, fra i colori tipici delle tradizioni – dato che sono forti le suggestioni che s’innalzano se si guarda in fondo all’anima dell’isola dopo avervi sostato – allora si va – fra i suoi tornanti biondi a rimbambire i sensi.
08
luglio 2006
Rosario Vesco
Dall'otto al 20 luglio 2006
arte contemporanea
Location
MUSEO MAZZULLO – PALAZZO DUCHI DI SANTO STEFANO
Taormina, Vico De Spuches, 1, (Messina)
Taormina, Vico De Spuches, 1, (Messina)
Orario di apertura
dalle 9,00 alle 13,30 e dalle 16,30 alle 20,00 tutti i giorni
Vernissage
8 Luglio 2006, ore 19
Sito web
www.rosariovesco.it
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