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Rosaspina Buscarino Canosburi – Toconoma
La scelta delle opere esposte, tutte successive al 2003, privilegia il “drappo”,uno dei due poli tematici che segnano il doppio tracciato della ricerca della Buscarino Canosburi
Comunicato stampa
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La scelta delle opere esposte, tutte successive al 2003, privilegia il “drappo”,uno dei due poli tematici che segnano il doppio tracciato della ricerca della Buscarino Canosburi, ma nel contempo vuole evidenziare il rapporto organico con l’altro tema, quello della scrittura, della tessitura di segni, indicando come “Sillabario”e “Toconoma” vengano a situarsi agli estremi mutevoli dello stesso filo, teso tra ricerca della parola e ricerca del silenzio.
“Strano titolo toconoma, ma a ben vedere assolutamente preciso per significare la duplice natura di questa serie di opere, riflessa nell’etimo di cui il felice neologismo elaborato dall’artista è portatore: tókos, venire alla luce, dunque l’apparire in greco e toh, la “tocca” longobarda, cioè il drappo. Difficile non lasciarsi suggestionare da un possibile ricordo delle fasce con cui si avvolgono i neonati, ma il senso dell’apparizione significata dall’artista è qualcosa di più indistinto e più comprensivo, non implica un semplice oggetto, per quanto prezioso, bensì piuttosto l’atto dell’apparire, il presentificarsi di un fatto, di un evento senza nome e senza immagine, al di sotto della bella consistenza plastica del drappo.”
Martina Corgnati “ Apparizione, drappo, parola “ 2003
Rosaspina Buscarino Canosburi è nata a Bergamo, dove vive e lavora. Compie gli studi a Milano, dove si laurea in pedagogia con una tesi di estetica, attraverso cui riflette sul rapporto tra arte e storia, arte e linguaggio e sulla specificità del fatto artistico. Dopo un periodo di insegnamento la svolta netta della pittura, che si pone da subito come impegno totale, anche se completamente isolato, sottratto a qualsiasi contatto con l’esterno. All’inizio degli anni ‘90 prevale l’utilizzo delle carte a mano - la cui consistenza si accompagna alla densità della materia pittorica nell’accogliere il segno- parallelamente all’impiego della carta di giornale impregnata di pigmenti, dove la parola stampata mantiene un suo ruolo espressivo, in quanto forma, immagine, tessitura di segni. Nella seconda metà degli anni ’90 permane l’utilizzo della carta stampata, ma come puro supporto completamente occultato dalla materia pittorica: nascono il “Sillabario“e il “Toconoma”. Il primo si presenta come una tessitura compatta di segni, il secondo come “drappo” che avvolge, ricopre, veste il quadro, ma non completamente. Nel 2003 i “Sillabari” e i”Toconoma” appaiono al pubblico in una mostra personale presso un’importante galleria di Milano. Nello stesso anno inizia l’uso prevalente del tessuto che mantiene come tale nell’opera la sua visibilità, sia rendendo esplicito il nesso simbolico tra scrittura e tessitura, sia realizzando l’equivalenza oggettuale tra opera e tema rappresentato.
“Strano titolo toconoma, ma a ben vedere assolutamente preciso per significare la duplice natura di questa serie di opere, riflessa nell’etimo di cui il felice neologismo elaborato dall’artista è portatore: tókos, venire alla luce, dunque l’apparire in greco e toh, la “tocca” longobarda, cioè il drappo. Difficile non lasciarsi suggestionare da un possibile ricordo delle fasce con cui si avvolgono i neonati, ma il senso dell’apparizione significata dall’artista è qualcosa di più indistinto e più comprensivo, non implica un semplice oggetto, per quanto prezioso, bensì piuttosto l’atto dell’apparire, il presentificarsi di un fatto, di un evento senza nome e senza immagine, al di sotto della bella consistenza plastica del drappo.”
Martina Corgnati “ Apparizione, drappo, parola “ 2003
Rosaspina Buscarino Canosburi è nata a Bergamo, dove vive e lavora. Compie gli studi a Milano, dove si laurea in pedagogia con una tesi di estetica, attraverso cui riflette sul rapporto tra arte e storia, arte e linguaggio e sulla specificità del fatto artistico. Dopo un periodo di insegnamento la svolta netta della pittura, che si pone da subito come impegno totale, anche se completamente isolato, sottratto a qualsiasi contatto con l’esterno. All’inizio degli anni ‘90 prevale l’utilizzo delle carte a mano - la cui consistenza si accompagna alla densità della materia pittorica nell’accogliere il segno- parallelamente all’impiego della carta di giornale impregnata di pigmenti, dove la parola stampata mantiene un suo ruolo espressivo, in quanto forma, immagine, tessitura di segni. Nella seconda metà degli anni ’90 permane l’utilizzo della carta stampata, ma come puro supporto completamente occultato dalla materia pittorica: nascono il “Sillabario“e il “Toconoma”. Il primo si presenta come una tessitura compatta di segni, il secondo come “drappo” che avvolge, ricopre, veste il quadro, ma non completamente. Nel 2003 i “Sillabari” e i”Toconoma” appaiono al pubblico in una mostra personale presso un’importante galleria di Milano. Nello stesso anno inizia l’uso prevalente del tessuto che mantiene come tale nell’opera la sua visibilità, sia rendendo esplicito il nesso simbolico tra scrittura e tessitura, sia realizzando l’equivalenza oggettuale tra opera e tema rappresentato.
05
maggio 2007
Rosaspina Buscarino Canosburi – Toconoma
Dal 05 al 16 maggio 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO GIANNOZZI
Certaldo, Via Giovanni Boccaccio, 35, (Firenze)
Certaldo, Via Giovanni Boccaccio, 35, (Firenze)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00
Sito web
www.dars.it
Autore
Curatore