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Rossana Zoppi / Gabriele Martoni – Oltre
La Galleria Valeria Lattanzi è lieta di presentare la mostra fotografica bi-personale Oltre, la prima mostra degli artisti Rossana Zoppi e Gabriele Martoni nella sede della Galleria, curata per Rossana da Giovanna Riu e per Gabriele dalla gallerista.
Comunicato stampa
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La Galleria Valeria Lattanzi è lieta di presentare la mostra fotografica bi-personale Oltre, la prima mostra degli artisti Rossana Zoppi e Gabriele Martoni nella sede della Galleria, curata per Rossana da Giovanna Riu e per Gabriele dalla gallerista. Entrando nelle sale espositive si viene a contatto con le opere fotografiche di Rossana in parte già esposte recentemente con grande successo alla Factory dell'artista Giuliano Tomaino a Sarzana e in precedenza a Villa Bottini a Lucca.
Giovanna Riu scrive di Rossana:
Nelle ricerche che segnano il percorso di Rossana Zoppi hanno trovato posto e studio soggetti diversi: il reportage di viaggio, il ritratto, l'ambiente inteso come paesaggio e come campo di dinamiche sociali. Storie di luoghi, di persone, di idee, suggeriti, soprattutto, da uno sguardo interiore. Su tutto un atteggiamento coerente riguardo all'atto del vedere: vedere per la curiosità di vedere, per il piacere di stupirsi, per istruirsi, per capire. Per lei il valore del fotografare è nell'appropriarsi, per conoscerle, delle cose e delle situazioni che si fotografano. E', anche, nel trovare la propria solitudine intesa come libertà e felicità.
I soggetti che l'hanno coinvolta sono pensati, cercati, riconosciuti; si presentano provocando il bisogno di attenzione e quello di lasciare memoria. Ogni fotografia, infatti, contiene in una “sottile” dimensione spazio-temporale, una storia che, da sola o con altre, può proporre una ricognizione della realtà, il sentimento della bellezza con la sua precarietà, quell'oltre che ogni fatto artistico dovrebbe contenere.
Nella ricerca attuale, la sua sperimentazione si è rivolta a una particolare realtà, inventata, “assemblata” e messa in scena da lei, con una regia che sceglie materie, luci e ambientazione.
Il fotografare diventa come un rito nel quale l'azione si svolge intorno all'oggetto composto, può muoverlo e trasformarlo. Le materie usate sono diverse per colore, consistenza, “fisicità”. Sono state privilegiate e dirette ma presuppongono anche casualità, ostacoli e suggerimenti.
Ogni immagine scattata, a seconda dell'angolatura e dell'intensità luminosa, dà vita a situazioni in cui predominano percezioni visive e sensazioni differenziate. Sembrano luoghi d'acqua fluidi e animati. Sembrano luoghi d'aria e di profondità cosmiche: evocano il silenzio. In alcuni dominano i blu, in altri il rosso ruggine. Altri sembrano attraversati da magma incandescente e da frantumazioni.
Non si sa. Sembrano sempre sul punto di mutare forma. Bisogna lasciare all' immagine il diritto di svelare se stessa, accogliere il mistero. Chi guarda può vedere ciò che più corrisponde alla sua immaginazione. In ogni fotografia ci sono sentieri e isole luminose che possono orientare lo sguardo.
Nella seconda sala è esposto il giovane fotografo che opera a Carrara, Gabriele Martoni, che recentemente ha esposto in un fondo in Piazza delle Erbe durante Studi Aperti. Le sue opere si rivolgono principalmente al mondo della danza e sono frutto di uno studio che spiega lui stesso qui di seguito.
“Quello che mi ha spinto a iniziare a fotografare è stato il fatto di poter disporre di un mezzo migliore per conservare i propri ricordi, salvo poi accorgermi che questa ricerca mi aveva mosso altro. Così, in parallelo, ho continuato la mia ricerca sia sulla tecnica sia sull'immagine stessa, inserendo man mano il mio sentire e il mio sapere. Come il bianco e nero, sporco e cattivo, mi richiama tantissimo il periodo grunge e quella stessa musica così arrabbiata e ribelle, anche il colore ha i suoi scopi, così la mia preferenza per i colori e i toni tenui e delicati ha trovato casa nel progetto sulla danza/movimento terapia. Giulia Simonetti (insegnante di danza) mi ha dato la possibilità di accedere ai suoi laboratori per sperimentare a ruota libera, ben sapendo di avere in comune con me la ricerca di un racconto diverso dal solito, dove la perfezione nello scatto è utile più come documento che come esperienza, cosa che abbiamo cercato entrambi. Sapete che in realtà non ho studiato granché i fotografi che ritraggono la danza? Io ho iniziato quasi per caso.”
“Ho sempre visto il ballo come una magia, ma non ho mai avuto occasione di raccontarlo, era solo un sogno in un cassetto. Poi ho conosciuto Giulia, e di sorpresa ci siamo trovati a cercare la stessa cosa: la calma, la dolcezza delle mani, la grazia, l'armonia dei movimenti, ma anche l'energia, la potenza, il ritmo; l'invito nel suo mondo, nei suoi corsi di DanzaMovimento Terapia, mi ha permesso di iniziare a cercare, attraverso i tempi lenti, tutte quelle cose che non avevamo ancora trovato nelle fotografie intorno a noi.
La mia ricerca è cominciata prima dell'estate, ma non vuole finire qui, forse sono solo all'inizio di questo percorso.
Però, nel frattempo, mi piacerebbe farvi vedere cosa è successo da allora, cos'abbiamo fatto io e la mia macchina fotografica, seguendo le ragazze di Giulia.
Giovanna Riu scrive di Rossana:
Nelle ricerche che segnano il percorso di Rossana Zoppi hanno trovato posto e studio soggetti diversi: il reportage di viaggio, il ritratto, l'ambiente inteso come paesaggio e come campo di dinamiche sociali. Storie di luoghi, di persone, di idee, suggeriti, soprattutto, da uno sguardo interiore. Su tutto un atteggiamento coerente riguardo all'atto del vedere: vedere per la curiosità di vedere, per il piacere di stupirsi, per istruirsi, per capire. Per lei il valore del fotografare è nell'appropriarsi, per conoscerle, delle cose e delle situazioni che si fotografano. E', anche, nel trovare la propria solitudine intesa come libertà e felicità.
I soggetti che l'hanno coinvolta sono pensati, cercati, riconosciuti; si presentano provocando il bisogno di attenzione e quello di lasciare memoria. Ogni fotografia, infatti, contiene in una “sottile” dimensione spazio-temporale, una storia che, da sola o con altre, può proporre una ricognizione della realtà, il sentimento della bellezza con la sua precarietà, quell'oltre che ogni fatto artistico dovrebbe contenere.
Nella ricerca attuale, la sua sperimentazione si è rivolta a una particolare realtà, inventata, “assemblata” e messa in scena da lei, con una regia che sceglie materie, luci e ambientazione.
Il fotografare diventa come un rito nel quale l'azione si svolge intorno all'oggetto composto, può muoverlo e trasformarlo. Le materie usate sono diverse per colore, consistenza, “fisicità”. Sono state privilegiate e dirette ma presuppongono anche casualità, ostacoli e suggerimenti.
Ogni immagine scattata, a seconda dell'angolatura e dell'intensità luminosa, dà vita a situazioni in cui predominano percezioni visive e sensazioni differenziate. Sembrano luoghi d'acqua fluidi e animati. Sembrano luoghi d'aria e di profondità cosmiche: evocano il silenzio. In alcuni dominano i blu, in altri il rosso ruggine. Altri sembrano attraversati da magma incandescente e da frantumazioni.
Non si sa. Sembrano sempre sul punto di mutare forma. Bisogna lasciare all' immagine il diritto di svelare se stessa, accogliere il mistero. Chi guarda può vedere ciò che più corrisponde alla sua immaginazione. In ogni fotografia ci sono sentieri e isole luminose che possono orientare lo sguardo.
Nella seconda sala è esposto il giovane fotografo che opera a Carrara, Gabriele Martoni, che recentemente ha esposto in un fondo in Piazza delle Erbe durante Studi Aperti. Le sue opere si rivolgono principalmente al mondo della danza e sono frutto di uno studio che spiega lui stesso qui di seguito.
“Quello che mi ha spinto a iniziare a fotografare è stato il fatto di poter disporre di un mezzo migliore per conservare i propri ricordi, salvo poi accorgermi che questa ricerca mi aveva mosso altro. Così, in parallelo, ho continuato la mia ricerca sia sulla tecnica sia sull'immagine stessa, inserendo man mano il mio sentire e il mio sapere. Come il bianco e nero, sporco e cattivo, mi richiama tantissimo il periodo grunge e quella stessa musica così arrabbiata e ribelle, anche il colore ha i suoi scopi, così la mia preferenza per i colori e i toni tenui e delicati ha trovato casa nel progetto sulla danza/movimento terapia. Giulia Simonetti (insegnante di danza) mi ha dato la possibilità di accedere ai suoi laboratori per sperimentare a ruota libera, ben sapendo di avere in comune con me la ricerca di un racconto diverso dal solito, dove la perfezione nello scatto è utile più come documento che come esperienza, cosa che abbiamo cercato entrambi. Sapete che in realtà non ho studiato granché i fotografi che ritraggono la danza? Io ho iniziato quasi per caso.”
“Ho sempre visto il ballo come una magia, ma non ho mai avuto occasione di raccontarlo, era solo un sogno in un cassetto. Poi ho conosciuto Giulia, e di sorpresa ci siamo trovati a cercare la stessa cosa: la calma, la dolcezza delle mani, la grazia, l'armonia dei movimenti, ma anche l'energia, la potenza, il ritmo; l'invito nel suo mondo, nei suoi corsi di DanzaMovimento Terapia, mi ha permesso di iniziare a cercare, attraverso i tempi lenti, tutte quelle cose che non avevamo ancora trovato nelle fotografie intorno a noi.
La mia ricerca è cominciata prima dell'estate, ma non vuole finire qui, forse sono solo all'inizio di questo percorso.
Però, nel frattempo, mi piacerebbe farvi vedere cosa è successo da allora, cos'abbiamo fatto io e la mia macchina fotografica, seguendo le ragazze di Giulia.
05
settembre 2024
Rossana Zoppi / Gabriele Martoni – Oltre
Dal 05 settembre al 05 ottobre 2024
fotografia
Location
GALLERIA VALERIA LATTANZI
Carrara, Via Cavour, 6
Carrara, Via Cavour, 6
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 18 - 20.30
Autore
Curatore
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione